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Sanzioni, per il 60% dei russi la vita è peggiorata: mancano cibo e medicine- Corriere.it
Anche nei media di regime sotto la censura più soffocante a volte si aprono degli spiragli. All’improvviso da certi squarci si intuisce come va realmente un Paese e come si presenta in futuro – se non già ora – la popolarità del dittatore che lo controlla. Prendete la stampa di Mosca: tonnellate di propaganda di guerra, ma all’improvviso negli ultimi giorni ha aperto tre minuscole finestre sulla realtà. Quasi per caso, ma lo ha fatto. E quel che si intravede è un ceto medio sotto choc per il ritorno a condizioni sovietiche, dopo decenni in cui aveva provato un po’ di benessere e di libertà di scelta – se non altro – nei consumi. Qua e là nei trafiletti si intuisce poi persino qualche scricchiolio dell’ordine pubblico in Russia, quasi che a tanta gente non fosse più chiaro perché si debbano rispettare le regole se persino le leve più alte del governo sono in mano a un regime criminale.
Storie di guerra
«Pronto Kiev, sapete se mio fratello è vivo?». Le 40 mila telefonate dalla Russia in Ucraina.
Peggiora la qualità degli alimenti
Un esempio lo dà il sito di Rbc, una rete televisiva privata, che racconta di un sondaggio compiuto dal Centro studi sul comportamento dei consumatori di Roskachestvo. La rilevazione è di aprile e riguarda migliaia di cittadini fra i 18 e i 53 anni. Ne viene fuori la percezione che con l’inizio della guerra in Russia si sia deteriorata la qualità degli alimenti in vendita. Il 33% ritiene che gli insaccati siano peggiorati, il 25% dice lo stesso dei cibi in scatola, mentre un russo su cinque pensa che siano diventati meno buoni tanto il latte che le verdure, il caffè o gli alcoolici. Difficile dire se dietro ci sia un peggioramento oggettivo della qualità dei prodotti – legato in qualche modo alle sanzioni – oppure solo una percezione dei consumatori. Di certo la valutazione sul cibo è uno degli indicatori di come le persone giudicano la propria condizione. E per il regime di Putin queste risposte non sono buone notizie.
Il 60% dei russi si sente colpito dalle sanzioni
Ancora meno lo è il risultato di un sondaggio prodotto all’inizio di aprile e riportato da Rbc sull’impatto delle sanzioni nella vita quotidiana. L’indagine è condotta da un organo di regime: Vciom, il Centro di ricerca russo sull’opinione pubblica, un’organizzazione nata in tempi sovietici e controllata dallo Stato. Il sondaggio rivela che il 60% dei russi si senta colpito dalle sanzioni nella propria vita e il 50% lamenti una carenza di prodotti abituali: sale, grano saraceno, medicinali o beni per la cura personale. Circa l’80% delle persone lamenta poi un aumento dei prezzi e quasi metà del campione confessa di aver fatto accaparramento: si comprano grandi quantità di zucchero o pasta in anticipo per paura del futuro.
Aumentano i furti
In queste condizioni non stupisce un trafiletto apparso l’altro giorno su Kommersant, il quotidiano finanziario di Mosca. Deve aver passato tutti i controlli politici per il suo carattere apparentemente innocuo, ma la sostanza non lo è affatto: parla di un aumento del 30% dei furti in Russia in tempo di guerra. Sarà forse l’inflazione che crea impoverimento e fame. Ma forse è anche il segno che l’ordine pubblico collassa e a tanta gente non è chiaro perché ci si debba comportare da cittadini modello sotto un regime che il primo nel Paese a rubare, aggredire, corrompere e uccidere. Di certo le sanzioni occidentali qualche effetto in Russia lo stanno producendo, ancora prima che l’Unione europea abbia applicato misure concrete sull’energia. Ci sono anche effetti più piccoli, come granelli di sabbia gettati poco a poco negli ingranaggi di un sistema criminale. Quelle sanzioni apparentemente minori generano effetti che alla lunga indeboliscono dall’interno la credibilità di Vladimir Putin: succede quando la gente comune non trova il cibo negli scaffali, o ne trova ma costa troppo oppure è immangiabile. Perché il conto politico delle proprie scelte a una dittatura arriva sempre lentamente. Ma prima o poi qualcuno lo recapita, quando ingannare i cittadini non è proprio più possibile.
Eh gia,'...in Russia va tutto magnificamente........
Anche nei media di regime sotto la censura più soffocante a volte si aprono degli spiragli. All’improvviso da certi squarci si intuisce come va realmente un Paese e come si presenta in futuro – se non già ora – la popolarità del dittatore che lo controlla. Prendete la stampa di Mosca: tonnellate di propaganda di guerra, ma all’improvviso negli ultimi giorni ha aperto tre minuscole finestre sulla realtà. Quasi per caso, ma lo ha fatto. E quel che si intravede è un ceto medio sotto choc per il ritorno a condizioni sovietiche, dopo decenni in cui aveva provato un po’ di benessere e di libertà di scelta – se non altro – nei consumi. Qua e là nei trafiletti si intuisce poi persino qualche scricchiolio dell’ordine pubblico in Russia, quasi che a tanta gente non fosse più chiaro perché si debbano rispettare le regole se persino le leve più alte del governo sono in mano a un regime criminale.
Storie di guerra
«Pronto Kiev, sapete se mio fratello è vivo?». Le 40 mila telefonate dalla Russia in Ucraina.
Peggiora la qualità degli alimenti
Un esempio lo dà il sito di Rbc, una rete televisiva privata, che racconta di un sondaggio compiuto dal Centro studi sul comportamento dei consumatori di Roskachestvo. La rilevazione è di aprile e riguarda migliaia di cittadini fra i 18 e i 53 anni. Ne viene fuori la percezione che con l’inizio della guerra in Russia si sia deteriorata la qualità degli alimenti in vendita. Il 33% ritiene che gli insaccati siano peggiorati, il 25% dice lo stesso dei cibi in scatola, mentre un russo su cinque pensa che siano diventati meno buoni tanto il latte che le verdure, il caffè o gli alcoolici. Difficile dire se dietro ci sia un peggioramento oggettivo della qualità dei prodotti – legato in qualche modo alle sanzioni – oppure solo una percezione dei consumatori. Di certo la valutazione sul cibo è uno degli indicatori di come le persone giudicano la propria condizione. E per il regime di Putin queste risposte non sono buone notizie.
Il 60% dei russi si sente colpito dalle sanzioni
Ancora meno lo è il risultato di un sondaggio prodotto all’inizio di aprile e riportato da Rbc sull’impatto delle sanzioni nella vita quotidiana. L’indagine è condotta da un organo di regime: Vciom, il Centro di ricerca russo sull’opinione pubblica, un’organizzazione nata in tempi sovietici e controllata dallo Stato. Il sondaggio rivela che il 60% dei russi si senta colpito dalle sanzioni nella propria vita e il 50% lamenti una carenza di prodotti abituali: sale, grano saraceno, medicinali o beni per la cura personale. Circa l’80% delle persone lamenta poi un aumento dei prezzi e quasi metà del campione confessa di aver fatto accaparramento: si comprano grandi quantità di zucchero o pasta in anticipo per paura del futuro.
Aumentano i furti
In queste condizioni non stupisce un trafiletto apparso l’altro giorno su Kommersant, il quotidiano finanziario di Mosca. Deve aver passato tutti i controlli politici per il suo carattere apparentemente innocuo, ma la sostanza non lo è affatto: parla di un aumento del 30% dei furti in Russia in tempo di guerra. Sarà forse l’inflazione che crea impoverimento e fame. Ma forse è anche il segno che l’ordine pubblico collassa e a tanta gente non è chiaro perché ci si debba comportare da cittadini modello sotto un regime che il primo nel Paese a rubare, aggredire, corrompere e uccidere. Di certo le sanzioni occidentali qualche effetto in Russia lo stanno producendo, ancora prima che l’Unione europea abbia applicato misure concrete sull’energia. Ci sono anche effetti più piccoli, come granelli di sabbia gettati poco a poco negli ingranaggi di un sistema criminale. Quelle sanzioni apparentemente minori generano effetti che alla lunga indeboliscono dall’interno la credibilità di Vladimir Putin: succede quando la gente comune non trova il cibo negli scaffali, o ne trova ma costa troppo oppure è immangiabile. Perché il conto politico delle proprie scelte a una dittatura arriva sempre lentamente. Ma prima o poi qualcuno lo recapita, quando ingannare i cittadini non è proprio più possibile.
Eh gia,'...in Russia va tutto magnificamente........