No, non siamo d'accordo.
Facciamo appunto l'esempio dei Contributi alla previdenza che tu versi mese mese. Assumiamo 100 Euro.
Che fine fanno ogni mese?
Lo stato (l'INPS per l'esattezza) li versa a un pensionato, anzi per ogni 100 Euro che versi tu, ne versa circa 116 al pensionato (se ben ricordo, comunque ne versa un po' di più di quelli che versi tu).
Si noti quindi che il sistema adottato non ha copertura patrimoniale. il tuo numeretto non corrisponde ad alcun patrinmonio accumulato e messo da parte per te da qualche parte. Che è quindi zero.
Il sistema funziona così (semplificando).
Quando starà a te andare in pensione, lo stato calcola quanti anni ti resteranno da vivere mediamente (a te e a tutti quelli della tua coorte).
Lo stato calcola quanti contributi previdenziali potrà prelevare da chi lavorerà in quegli anni in cui tu resterai in vita, e anche quante imposte e tasse potrà prelevare nello stesso periodo (la quota della tua pensione pubblica che sarà pagata creando debito pubblico).
Sulla base di questo calcolerà il monte pensioni che potrà pagare sempre nello stesso periodo.
Il tuo numeretto verrà sommato assieme a tutti i numeretti della tua coorte e dirà quanta parte della torta potrai avere.
Se la torta sarà troppo piccola (come sta succedendo adesso per la denatalità e la scarsa crescita della produttività) allora lo stato cambierà le regole del gioco: potrai andare in pensione più tardi, o i coefficienti di trasformazione del montante in reddito saranno più bassi (o anche usando mezzi più "subdoli", come aumentando il ticket sanitario, che viene pagato più dai pensionati che dai lavoratori, o riducendo i benefit sui trasporti gratuiti, o variando gli scaglioni IRPEF...).
PPPS. Il gioco è ovviamente un po' più complesso, perché lo stesso gioco deve valere ripetendolo ogni anno, e per ogni coorte; perché esistono i cosiddetti diritti quesiti; perché è socialmente/politicamente rischioso creare "gradoni"...
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Vediamo come funziona il FP. Quello che tu versi viene patrimonializzato a tuo nome. Viene versato a un gestore. Sono soldi veri, che hanno il tuo nome, non numeretti!
Di fatto entra già nel tuo patrimonio.
Se trasformi questo versamento in rendita vitalizia, allora ti poni nel mercato delle rendite vitalizie. Che è un mercato in parte regolamentato, in cui però il gioco è chiaro. Ciascuno crea la sua personale "torta" e -a legislazione costante- nessuno può toccarla. E la trasformazione in rendità sarà frutto della regolamentazione del mercato, e della competitività dello stesso tra le varie aziende.
Come vedi un sistema completamente diverso.
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Perché sono diversi, che diversi obiettivi hanno, e tutti gli approfondimenti che ti interessano li trovi partendo dai link che ti ho dato.
Puoi andare a leggere anche documentazioni OCSE e similari, che ragionano di sistemi previdenziali alternativi.
Io ti ho già riassunto la cosa, e mostrato dove ciascuno di essi può fallire. Ma nelle pubblicazioni trovi i casi reali, di paesi reali (Cile, Svizzera, Italia...).
Riassumendo, e prendendo l'unico parametro che consideri:
* nella pensione pubblica i coefficienti di trasformazione hanno un valore principalmente
politico.
* nelle rendite vitalizie private i coefficienti di trasformazione hanno valore principalmente
attuariale e di
competizione di mercato
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PS. Per i lavoratori privati il TFR funzionava in modo molto simile al FP, solo che il gestore era l'azienda di appartenenza. Ora che il TFR va all'INPS per quasi tutti i lavoratori, io vedo un rischio evidente... Che è uno dei tanti motivi per cui ho aderito al FP (anche se so che, per giustizia sociale, se il TFR di chi non ha aderito farà "una brutta fine", non posso aspettarmi che il mio TFR versato al FP rimarrà intonso).
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PPS.
Per ripassare l'articolo 38 della Costituzione e cosa si può imparare dalle riforme italiane, ecco un link:
https://www.fondapol.org/app/uploads/2020/10/pensioni-lezioni-delle-riforme-italiane.pdf
Sempre rimanendo focalizzati sull'Italia, un riassunto degli ultimi anni sta anche nel sito COVIP:
https://www.covip.it/sites/default/files/evoluzionedelsistemapensionistico.pdf
Chi preferisce un approccio artistico, può sempre guardare De Sica:
Umberto D - Film (1952) - MYmovies.it
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PPPPS. Mi sono accorto ora che hai fatto un'ipotesi attribuendola a me. Ti prego di non attribuirmi nulla che non ho argomentato.
Io sono abituato a costruire dei modelli, a ricavarne delle soluzioni, ed a verificare le premesse esplicite ed implicite che fanno fallire i modelli, perché ne variano le soluzioni.
Qualsiasi modello che affronti il tema delle scelte lavorative/previdenziali in generale è complicato, anzi quasi sempre complesso. Quindi può dare delle indicazioni, ma quasi mai dare soluzioni tassative.
Solo in pochi casi è possibile confrontare direttamente il risultato di due scelte alternative (ad esempio: se ho scelto il FP di settore, mi conviene anche versare il contributo minimo del lavoratore che scatena il contributo massimo del datore? Con i dati dei normali CCNL la risposta è sì).