Venezuela e PDVSA (Vol.163) Quota "Aran2" .... il sogno retribuente!

Stato
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Premesso che tutto può accadere, non penso che Biden e gli USA siano interessati a procrastinare troppo i tempi...il problema è che la matassa di Trump e' talmente ingarbugliata che richiede i suoi tempi. A mio avviso gran parte di questo tempo è passato...e ne rimane poco altro. Aspettiamolo nel modo migliore... saluti da Ischia 😉Vedi l'allegato 2835829

Piastrelle ok
Piatto di pesce ok
Acqua minerale :wall:

Hotel /ristorante KO!
 
sempre che il "cosi o pomi" che ho citato prima sia rivedibile

A mio modo di vedere la cosa e' relativamente semplice.
Sotto presidenza USA democratica, la soluzione passa per elezioni relativamente pulite in Venezuela, ragionevolmente nel 2024, con piena partecipazione dell'opposizione.
Formalmente anche Maduro vuole elezioni nel 2024, e non si oppone alla partecipazione dell'opposizione, motivo per cui il diavolo sta unicamente nei dettagli, e nel legame tra progressi nel "dialogo" e attenuazione di sanzioni.
Sotto eventuale futura presidenza repubblicana, e' possibile in teoria sia un intervento miliare "flash" che un accordo pragmatico che lascia Maduro al potere purche' diventi pro-americano invece di pro-russo/cubano. Tutta fanta-politica per il momento.
Nel frattempo occorre vedere che fine fara' la neo-presidenza Petro in Colombia e il probabile ritorno di Lula alla presidenza del Brasile.
 
Piastrelle ok
Piatto di pesce ok
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Hotel /ristorante KO!

È un ristorantino dinanzi al Castello Aragonese di Ischia...una delizia per gli occhi e per il palato. Inviterò qui Maduro e Biden per lo sblocco della situazione 😉
 
AlbertoRodNews
@AlbertoRodNews
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2h
ÚLTIMA HORA | Irán y la Unión Europea anuncian la reanudación de las negociaciones del pacto nuclear.

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Bene

Tra poco anche i Venezuelani rinnoveranno i colloqui in Messico :D
 
È un ristorantino dinanzi al Castello Aragonese di Ischia...una delizia per gli occhi e per il palato. Inviterò qui Maduro e Biden per lo sblocco della situazione 😉

Puoi prenderti un buon caffè ( e un dolcetto se piace) da Calise ad Ischia Porto. Gran posto in un giardino lussureggiante.

( siamo passati dal geopolitico all'enogastronomico turistico)
 
NB IO NON C'ENTRO NULLA CON L'AVVOCATO CITATO

ripeto

IO NON C'ENTRO NULLA CON L'AVVOCATO CITATO

Bond Venezuela e Pdvsa, parte il coordinamento degli obbligazionisti italiani - Investire

Bond Venezuela e Pdvsa, parte il coordinamento degli obbligazionisti italiani


Un Paese ricchissimo di risorse energetiche e minerarie che non paga cedole e capitale dei propri titoli, in crisi da anni e con due governi in carica. Per gli obbligazionisti, l’unica via per sbrogliare la matassa è quella legale Nicolas MaduroIl Venezuela ha contemporaneamente due governi in carica, uno dei quali è quello guidato da Nicolas Maduro

Dall’ottobre del 2017, il Governo del Venezuela e la controllata Petroleos De Venezuela (Pdvsa) hanno cessato tutti i pagamenti di cedole e capitale sulle proprie obbligazioni denominate in dollari Usa e regolate dalla legge dello Stato di New York, ma agire per recuperare le somme dovute non è agevole. Nell’ambito delle sanzioni, per esempio, gli Usa hanno imposto ai fondi del proprio Paese di poter solo eventualmente vendere i bond posseduti, con divieto di acquisto sotto qualsiasi forma. E’ anche precluso al paese sudamericano ed alle sue controllate di emettere nuovo debito avvalendosi di qualsivoglia soggetto operante negli Stati Uniti.

Considerato pure che il peso del Venezuela negli indici di investimento adottati dai gestori è stato portato a zero, si è prodotta sul mercato una caduta dei prezzi a livelli che non rispecchiano nemmeno lontanamente il valore di recupero ipotizzabile. Il Venezuela possiede infatti le più grandi riserve di petrolio del mondo, oltre a risorse minerarie assai significative, ma si trova in una impasse politica ed anche giuridica, con al momento in carica due governi: il governo di Nicolas Maduro, non riconosciuto dagli Stati Uniti, ma di fatto al potere ed il governo “ad interim” dell’opposizione di Juan Guaidó, riconosciuto invece dagli Usa.

La norma dello Stato di New York prevede come un’azione legale per “segnalare e richiedere il pagamento” di cedole o capitale debba essere effettuata entro sei anni dalla data del mancato pagamento. I creditori istituzionali, a partire dai grandi fondi di investimento e i fondi pensione, si sono organizzati. Esiste un comitato negli Stati Uniti che li rappresenta e si è rivolto allo studio legale Cleary Gottlieb. Al momento le adesioni superano i dieci miliardi di Dollari Usa.

L’obiettivo è evitare la prescrizione e aumentare il potere negoziale nell’ambito di una ristrutturazione futura, richiedendo un’ingiunzione di pagamento. Le ingiunzioni sono esecutive negli Usa, dove esistono attivi che appartengono al Venezuela come la raffineria Citgo. E’ logico che lo scopo reale sia quello di costringere le controparti a scendere a patti ritrovandosi in posizione di forza per ottenere accordi nella fase di ristrutturazione del debito che prima o poi dovrà avvenire. La situazione è simile a quella dell’Argentina, che prima di poter emettere nuovo debito ha dovuto scendere a patti coi creditori.


Se in Italia si arrivasse ad aggregare qualche centinaia di milioni in nominale, ci si potrebbe confrontare con il comitato. I costi da sostenere sarebbero esigui al punto tale da convenire anche a chi possiede piccoli lotti. I valori stimati di recovery vanno da 50/60 per gli ottimisti, a 30/40 fino ai 20 centesimi dei più scettici. Valori comunque come minimo più che doppi rispetto alle quotazioni attuali.

Intanto è nato il Coordinamento italiano per i bond Venezuela e Pdvsa fa capo all’avvocato Anna D’Antuono del Foro di Torre Annunziata ed raggiungibile via mail e senza alcun impegno, all’indirizzo venezuelabond@gmail.com. E’ sufficiente indicare quali titoli si posseggono, se possibile anche il codice Isin, il loro valore nominale e la banca presso cui sono depositati.
 
Puoi prenderti un buon caffè ( e un dolcetto se piace) da Calise ad Ischia Porto. Gran posto in un giardino lussureggiante.

( siamo passati dal geopolitico all'enogastronomico turistico)

Si, é un posto che frequento...ma il famoso cornetto che fa ė peggiorato negli ultimi anni
 
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Bond Venezuela e Pdvsa, parte il coordinamento degli obbligazionisti italiani - Investire

Bond Venezuela e Pdvsa, parte il coordinamento degli obbligazionisti italiani


Un Paese ricchissimo di risorse energetiche e minerarie che non paga cedole e capitale dei propri titoli, in crisi da anni e con due governi in carica. Per gli obbligazionisti, l’unica via per sbrogliare la matassa è quella legale Nicolas MaduroIl Venezuela ha contemporaneamente due governi in carica, uno dei quali è quello guidato da Nicolas Maduro

Dall’ottobre del 2017, il Governo del Venezuela e la controllata Petroleos De Venezuela (Pdvsa) hanno cessato tutti i pagamenti di cedole e capitale sulle proprie obbligazioni denominate in dollari Usa e regolate dalla legge dello Stato di New York, ma agire per recuperare le somme dovute non è agevole. Nell’ambito delle sanzioni, per esempio, gli Usa hanno imposto ai fondi del proprio Paese di poter solo eventualmente vendere i bond posseduti, con divieto di acquisto sotto qualsiasi forma. E’ anche precluso al paese sudamericano ed alle sue controllate di emettere nuovo debito avvalendosi di qualsivoglia soggetto operante negli Stati Uniti.

Considerato pure che il peso del Venezuela negli indici di investimento adottati dai gestori è stato portato a zero, si è prodotta sul mercato una caduta dei prezzi a livelli che non rispecchiano nemmeno lontanamente il valore di recupero ipotizzabile. Il Venezuela possiede infatti le più grandi riserve di petrolio del mondo, oltre a risorse minerarie assai significative, ma si trova in una impasse politica ed anche giuridica, con al momento in carica due governi: il governo di Nicolas Maduro, non riconosciuto dagli Stati Uniti, ma di fatto al potere ed il governo “ad interim” dell’opposizione di Juan Guaidó, riconosciuto invece dagli Usa.

La norma dello Stato di New York prevede come un’azione legale per “segnalare e richiedere il pagamento” di cedole o capitale debba essere effettuata entro sei anni dalla data del mancato pagamento. I creditori istituzionali, a partire dai grandi fondi di investimento e i fondi pensione, si sono organizzati. Esiste un comitato negli Stati Uniti che li rappresenta e si è rivolto allo studio legale Cleary Gottlieb. Al momento le adesioni superano i dieci miliardi di Dollari Usa.

L’obiettivo è evitare la prescrizione e aumentare il potere negoziale nell’ambito di una ristrutturazione futura, richiedendo un’ingiunzione di pagamento. Le ingiunzioni sono esecutive negli Usa, dove esistono attivi che appartengono al Venezuela come la raffineria Citgo. E’ logico che lo scopo reale sia quello di costringere le controparti a scendere a patti ritrovandosi in posizione di forza per ottenere accordi nella fase di ristrutturazione del debito che prima o poi dovrà avvenire. La situazione è simile a quella dell’Argentina, che prima di poter emettere nuovo debito ha dovuto scendere a patti coi creditori.


Se in Italia si arrivasse ad aggregare qualche centinaia di milioni in nominale, ci si potrebbe confrontare con il comitato. I costi da sostenere sarebbero esigui al punto tale da convenire anche a chi possiede piccoli lotti. I valori stimati di recovery vanno da 50/60 per gli ottimisti, a 30/40 fino ai 20 centesimi dei più scettici. Valori comunque come minimo più che doppi rispetto alle quotazioni attuali.

Intanto è nato il Coordinamento italiano per i bond Venezuela e Pdvsa fa capo all’avvocato Anna D’Antuono del Foro di Torre Annunziata ed raggiungibile via mail e senza alcun impegno, all’indirizzo venezuelabond@gmail.com. E’ sufficiente indicare quali titoli si posseggono, se possibile anche il codice Isin, il loro valore nominale e la banca presso cui sono depositati.

Per fare una qualsiasi mossa o rivendicazione sui bonds bisogna sempre fare riferimento ai tribunali americani, l'avvocato italiano in questione dovrebbe spiegare che tattica intende adottare prima che uno accetti di dargli il mandato.
Sinceramente non mi fido, qui si deve parlare chiaro.. soprattutto sui costi, o accetta un compenso in proporzione al successo raggiunto.
Ha contatti negli Usa?
Che parli prima, io non anticipo una lira.
 
Il bacino petrolifero più importante d'America sta eccellendo
Di Redazione - Giu 03, 2022, 12: 00 PM CDT
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1. L'OPEC+ accelera l'aumento della produzione di petrolio

L'ultima riunione dell'OPEC + di questo giovedì ha visto i membri del gruppo petrolifero concordare aumenti della produzione di 648.000 b/g sia a luglio che ad agosto, cercando di compensare le pressioni provenienti dalle sanzioni russe.

È interessante notare che la Russia ha approvato l'accordo – se si vuole escluderlo dal conteggio, l'OPEC + ha sottoperformato i suoi obiettivi di 1,6 milioni di barili al giorno – quindi forse Mosca ha poca fiducia nella fattibilità degli aumenti della produzione.

Con la capacità inutilizzata dell'Arabia Saudita valutata a 800.000 b/g e quasi la metà proveniente dalla Zona Neutrale co-sviluppata con il Kuwait, anche la capacità di Saudi Aramco di produrre abbastanza greggio è discutibile.

L'accelerazione dell'OPEC+ potrebbe essere stata il risultato di una raffica diplomatica tra Riyadh e Washington, con voci secondo cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta prendendo in considerazione una visita nella capitale saudita.

2. Le esportazioni venezuelane scendono al minimo di quasi 2 anni

- Le esportazioni di petrolio del Venezuela sono precipitate al loro livello più basso da ottobre 2020 poiché i lavori di riparazione al terminal José, il principale porto petrolifero del paese, hanno ostacolato i carichi.

Secondo i dati PDVSA riportati da Reuters, maggio ha visto le esportazioni totali scendere a 391.452 b/g, un calo del 49% rispetto ad aprile 2022.

Mentre i problemi di qualità del petrolio sono ancora un problema con alcuni acquirenti cinesi, la causa principale delle minori esportazioni di greggio venezuelano il mese scorso sono stati i due più grandi ormeggi di José chiusi ...

:censored::bye:
 
Per fare una qualsiasi mossa o rivendicazione sui bonds bisogna sempre fare riferimento ai tribunali americani, l'avvocato italiano in questione dovrebbe spiegare che tattica intende adottare prima che uno accetti di dargli il mandato.
Sinceramente non mi fido, qui si deve parlare chiaro.. soprattutto sui costi, o accetta un compenso in proporzione al successo raggiunto.
Ha contatti negli Usa?
Che parli prima, io non anticipo una lira.



Non è proprio così.
Il fondo Patsa ha ottenuto in cambio dei bonos il 49% (o 51%) delle azioni di una raffineria dominicana partecipata dal VNZ, poi cedute alla repubblica dominicana, senza ricorrere al tribunale USA.
Il VNZ di fatto ha fatto un'offerta di scambio non ufficilale a cui possono aderire, per via delle sanzione, solo le non US person.
Noi dobbiamo solo aderire all'offerta e ottenere oil.
 
Non è proprio così.
Il fondo Patsa ha ottenuto in cambio dei bonos il 49% (o 51%) delle azioni di una raffineria dominicana partecipata dal VNZ, poi cedute alla repubblica dominicana, senza ricorrere al tribunale USA.
Il VNZ di fatto ha fatto un'offerta di scambio non ufficilale a cui possono aderire, per via delle sanzione, solo le non US person.
Noi dobbiamo solo aderire all'offerta e ottenere oil.

Fosse anche possibile non credo che tramite un avvocato di Torre Annunziata si arrivi a tanto.
 
Fosse anche possibile non credo che tramite un avvocato di Torre Annunziata si arrivi a tanto.




Se esiste questa possibilità l'avvocato può rappresentarci.
Però sarebbe meglio vedere se si riesce a recuperare senza avvocato.
Io ho in mente qualcosa che possiamo fare.
 
Fosse anche possibile non credo che tramite un avvocato di Torre Annunziata si arrivi a tanto.

direi che l'avvocato italiano serve unicamente a far da tramite con uno studio legale americano per facilitare traduzioni e invio di documentazione certificata.. aggiungendo un ulteriore costo, ovviamente.
il vantaggio, se si associano migliaia di piccoli risparmiatori, sta nel dividere i costi, immagino.
 
Stato
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