Pessima iniziativa quella del manifesto Tagliadebito, firmata da 100 economisti e banchieri.
Ovvero lodevole negli intenti, ma pessima nel generare o aggiungere ulteriore confusione.
Era una proposta da proporre a tempi debiti, non sotto l'onda devastatrice della speculazione che attacca l'Italia.
L'unica cosa da fare adesso e' invocare il MES, con il cappello in mano.
E io trovo incredibile che persone autorevoli come Daniele Franco e Draghi aspettino ancora.
Lo vorranno fare con il decennale a 500 bp ? O a 300-350 bp di spread, come avrebbero consigliato di fare alte fonti della BCE ?
Non ci sono alternative, il manifesto Tagliadebito promosso da Messina e' fuori luogo in questa fase.
E la BCE, come si e' visto chiaramente, non puo' agire con strumenti specifici antiframmentazione, altrimenti lo avrebbe annunciato giovedi'
Penso che ci siamo già passati e mi tornano in mente tutti i ricordi del 2011 quando ero un ragazzino sul
trading desk.
Da pochi giorni su tutti i
trading desk non ci sono altri
trade da fare nella testa degli operatori che non siano:
- long USD vs. tutti;
- short credito (specie se HY) ed azionario;
- short BTP.
Personalmente non ho dubbi che ci sia ancora tanto spazio per salire di rischio credito sui BTP, le uniche preoccupazioni sono le stesse che avevo 10 anni fa: l'Italia "pulita e produttiva" vorrebbe l'attivazione del MES e il commissariamento; il resto del Paese andrebbe volentieri avanti a colpi di patrimoniali e prelievi forzosi gridando all'equità, quand'anche non agitando il solito spettro dell'uscita dall'euro.
La differenza rispetto a 10 anni fa è che questa volta nessuno può fare nulla per contrastare questo disastro se non sperare in un miracolo che faccia frenare l'inflazione.
Probabilmente una bella enorme devastante recessione globale sarà l'unico modo in cui usciremo da questa situazione.
Ci sono una serie di passi obbligati che possono riportare il contesto a essere favorevole per comprare, e schemi altrettanto rigidi che guidano le scelte degli investitori nelle varie fasi: in questa fase, tutte le imprese zombie che sono rimaste in vita per anni rifinanziando a tassi infimi dei
business non profittevoli e fatti solo di aria fritta devono fallire; questo è il primo atto di pulizia della domanda aggregata: una strage di
start-up inutili, di nicchie di mercato inefficienti che vivono di lavoro precario, di settori sussidiati dallo Stato per continuare a produrre perdite di esercizio.
Come secondo passo, a seguito della decisione di rimandare gli investimenti (il denaro costa troppo) e di contrarre il
business, dovranno contrarsi i margini operativi e gli utili di esercizio, dando il colpo di grazia all'azionario (al momento stiamo solo correggendo i multipli per depurarci dalle follie del periodo pandemico... c'è ancora tanto spazio per scendere); per lo stesso meccanismo, l'immobiliare deve esplodere dalla bolla in cui si trova ora.
Come terzo passo, il crollo degli investimenti in capacità produttiva e i margini in deterioramento distruggeranno la domanda di materie prime e semilavorati da parte delle imprese; il crollo dei salari in termini reali e la disoccupazione faranno il resto per calmierare i prezzi dei beni.
Questi sono i passi obbligati prima che le banche centrali possano tornare a drogare il mercato finanziando occultamente i
deficit statali.
In questo processo globale, mi sembra relativamente facile vedere il ruolo dell'Italia visto che parliamo di un Paese in via di de-industrializzazione la cui unica risorsa è rimasto il risparmio privato.