Portafoglio pigro, consistenza portafoglio e tranquillità (Vol X)

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Complimenti!:bow:

Per ora ho letto il paragrafo sul rischio cambio e la tabella sui casi favorevoli e sfavorevoli mi ha fatto venire un dubbio. Ad esempio per l'orizzonte temporale a 30 anni è riportato che ci sono 1757 campioni: questi campioni sono overlapping? Cioè ottenuti con una finestra rolling di 30 anni che si sposta ogni giorno? Perchè se è così i campioni non sono chiaramente indipendenti ma (auto)-correlati: ad esempio, se non sbaglio (vado ad intuito), se i rendimenti giornalieri del cambio USD/EUR fossero gaussiani i.i.d, otterresti una distribuzione gaussiana per i rendimenti a 30 anni con la stessa media ma con una dispersione (varianza) superiore.

Hai visto bene, i campioni sono overlapping e su trent'anni questo distorce le cose. Su quelli più corti però c'è abbastanza tempo per "smussare" almeno in parte gli effetti dell'autocorrelazione.

Il punto come sempre (lo ribadisco parecchie volte nell'articolo) non è andare vedere se ha reso più volte di più il cambio aperto o coperto: la mia convinzione (e non è soltanto la mia ovviamente) è che tra le due opzioni nel lungo termine il rendimento atteso rimane invariato, ma la volatilità degli strumenti non coperti è più alta. Per farla proprio breve, da questo semplice concetto nasce l'idea di chiamare il problema del cambio tra valute negli investimenti come "rischio di cambio" (ma anche nel commercio internazionale in generale quando sono implicate più valute).
 
i portafogli europei manco li ho guardati :D
alcune scelte mi sembrano dettate più che altro dalla necessità di back test, cosa che naturalmente capisco benissimo, gli ETF europei sono molto poco longevi... ad esempio VT (Vanguard Total Stock Market, un indice che dovrebbe più o meno corrispondere a Russell 3000, con tremila titoli dentro) viene sostituito da un ETF con un indice di 225 titoli, che certo è meglio di eurostoxx 50 ma un po' pochini. e lo stesso dicasi per altri ETF azionari sulle small cap o altro.

Per me queste analisi, naturalmente utilissime, rischiano però di lasciare fuori discorsi economici molto importanti. La potenza dei numeri è impressionante, e il mercato USA ora pesa il 70% di tutta la capitalizzazione mondiale o quasi. Però in prospettiva magari non sarà così. Valutare discorsi di decenni o ventenni inizia a diventare difficile e il backtest un esercizio accademico, specie se si pensa di essere in una nuova fase, o almeno al principio di una nuova fase di rottura degli equilibri geo-politici. Da questo punto di vista la mia preferenza rimane per indici mondiali diversificati (se i prodotti lo permettono ovviamente) senza tante scommesse su un'area o l'altra del pianeta. MI ricordo mille discorsi su emergenti che però non sembrano, almeno per le big cap prese con indici generici, aver mantenuto le promesse di rendimento che si prospettavano guardando ai tassi di crescita economica (pur più o meno verificatesi) 10 anni fa.
sul cambio sto zitto che è meglio tanto le mie opinioni sono stra-note e nn c'è bisogno di ribadirle

Hai ragione e in molti casi come ribadisco spesso nell'articolo sono dovuto scendere a compromessi soprattutto quando si passa da un lazy in dollari a uno in euro. E' inevitabile. E specifico sempre che gli ETF dei portafogli in euro sono sostituibili e le opzioni sono parecchie.

Per il resto è tutto vero, i backtest sono utili ma non sono mai il punto da cui iniziare nella scelta di un portafoglio o di uno strumento finanziario. Però insomma, quando sono lunghi e attraversano varie fasi di mercato e si continua a ritenere che i rendimenti di lungo termine saranno crescenti, un'idea la danno.
 
Se posso porre una domanda da neofita, come hai fatto a fare backtest fino agli anni '80 di strumenti che sono relativamente recenti ?
Io ad esempio ho in portafoglio EMI (obbligazioni inflation-linked), e non ho trovato nessun ETF simile che avesse dati storici precedenti al 2005 da usare in un backtest.

Serie storiche degli indici. A queste serie storiche ho "applicato" artificiosamente anche le stesse commissioni dell'ETF scelto. Ovviamente più si va indietro e più c'è approssimazione per vari motivi, ma lo scopo del backtest è dare un'idea di ciò che è accaduto in passato. In generale, ho sempre applicato scelte "conservative" laddove possibile.
 
Hai visto bene, i campioni sono overlapping e su trent'anni questo distorce le cose. Su quelli più corti però c'è abbastanza tempo per "smussare" almeno in parte gli effetti dell'autocorrelazione.

Il punto come sempre (lo ribadisco parecchie volte nell'articolo) non è andare vedere se ha reso più volte di più il cambio aperto o coperto: la mia convinzione (e non è soltanto la mia ovviamente) è che tra le due opzioni nel lungo termine il rendimento atteso rimane invariato, ma la volatilità degli strumenti non coperti è più alta. Per farla proprio breve, da questo semplice concetto nasce l'idea di chiamare il problema del cambio tra valute negli investimenti come "rischio di cambio" (ma anche nel commercio internazionale in generale quando sono implicate più valute).

Chiarissimo, e sono anche abbastanza d'accordo. Di nuovo complimenti!

p.s. sugli intervalli più corti potrebbe aver senso l'utilizzo di tecniche di bootstrapping, ma lo dico solo per fornire una eventuale alternativa, se mai non ci avessi già pensato, qualora dovessi fare analisi analoghe in futuro...dato il tuo scopo attuale va già benissimo l'impostazione attuale! Ancora grazie!
 
Grazie, anche per il feedback sulla leggibilità. Non so che device hai utilizzato, ma mi fa piacere, anche se so che su schermi piccoli (cellulare) ci potrebbero essere dei "problemi" con le tabelle, specialmente quelle grandi. Ma vedrò di migliorarla (anche se il cell non è certo il device più indicato per leggere articoli in generale...)
Non so se @bomba84 si riferisca alla leggibilità sui dispositivi; io sposo in pieno il suo commento interpretandolo soprattutto come un apprezzamento alla chiarezza espositiva, allo scorrimento ed alla concatenazione degli argomenti (superfluo parlare della qualità dei contenuti ed dei supporti giustificativi: vedo già tanti commenti da persone qualificate).

Tempo fa leggevo del diverso modo di pubblicare da parte degli accademici italiani rispetto agli americani (gli uni sembrano scrivere per una elite, gli altri scrivono per farsi capire da tutti); mi illudo che questo valga solo per pochi accademici italiani parrucconi e comunque vedo che riusciamo a colmare il divario :).
 
per chi se lo fosse perso, il golden pinwheel, un portafoglio veramente ottimo dal mio punto di vista. Purtroppo la serie storica con curvo non va oltre al 2015 per la mancanza di dati su ZPRV. la simulazione con portfolio visualizer usando asset class diverse da risultati molto simili ad un GB.
Le caratteristiche di questi due portafogli è che hanno degli underwater period minori di due anni, perfetti per un ingresso di grandi capitali senza grossi rischi in poco tempo.

https://manzianafinanza.com/il-portafoglio-dei-portafogli-la-girandola-doro/
 
Non so se @bomba84 si riferisca alla leggibilità sui dispositivi; io sposo in pieno il suo commento interpretandolo soprattutto come un apprezzamento alla chiarezza espositiva, allo scorrimento ed alla concatenazione degli argomenti (superfluo parlare della qualità dei contenuti ed dei supporti giustificativi: vedo già tanti commenti da persone qualificate).

Tempo fa leggevo del diverso modo di pubblicare da parte degli accademici italiani rispetto agli americani (gli uni sembrano scrivere per una elite, gli altri scrivono per farsi capire da tutti); mi illudo che questo valga solo per pochi accademici italiani parrucconi e comunque vedo che riusciamo a colmare il divario :).

Stavo leggendo dalla mia postazione Linux ...mi sono soffermato sulla leggibilità perchè difficilmente si leggono siti densi di argomentazioni tecniche con questa leggibilità e scorrevolezza....insomma è fatto molto bene :o:yes:
 
Congratulazioni Dedalo

Davvero un gran lavoro, complimenti.

Sono andato a guardarmi subito la sezione sui Life Strategy e sul rischio cambio.
Il fatto che con € debole sul $ sia vantaggioso per un europeo è chiara, vendo una quota di ETF quotato in $ e porto a casa più € .
Ma questo discorso legato al portafogli è limitato al periodo nel quale si va a vendere e capitalizzare il Gain, oppure il rischio cambio è influenzato anche dai vari ingressi spalmati ad esempio nel PAC?
 
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Davvero un gran lavoro, complimenti.

Sono andato a guardarmi subito la sezione sui Life Strategy e sul rischio cambio.
Il fatto che con € debole sul $ sia vantaggioso per un europeo è chiara, vendo una quota di ETF quotato in $ e porto a casa più € .
Ma questo discorso legato al portafogli è limitato al periodo nel quale si va a vendere e capitalizzare il Gain, oppure il rischio cambio è influenzato anche dai vari ingressi spalmati ad esempio nel PAC?

Grazie clash4.

Il PAC mitiga il rischio di un investimento rispetto a un PIC e anche se non ho fatto backtest specifici, sono quasi certo che mitighi anche il rischio cambio oltre che quello di mercato.
 
Grazie clash4.

Il PAC mitiga il rischio di un investimento rispetto a un PIC e anche se non ho fatto backtest specifici, sono quasi certo che mitighi anche il rischio cambio oltre che quello di mercato.

Avevo letto quello che avevi scritto qui 3 falsi miti sui PAC | Dedalo Invest
di fatti mi sono sempre concentrato su PAC a quote costanti.
Come hai detto te ed è la mia stessa sensazione, comprando a PAC spalmo anche il fattore cambio, che verrà ponderato su un valore medio negli anni in cui ho fatto gli ingressi.
Diverso invece è se devo smobilizzare il capitale. Secondo te potrebbe ad esempio avere senso, man mano che ci si avvicina al target dove capitalizzare il gain, smobilizzare delle tranche in funzione del cambio se favorevole?
 
Avevo letto quello che avevi scritto qui 3 falsi miti sui PAC | Dedalo Invest
di fatti mi sono sempre concentrato su PAC a quote costanti.
Come hai detto te ed è la mia stessa sensazione, comprando a PAC spalmo anche il fattore cambio, che verrà ponderato su un valore medio negli anni in cui ho fatto gli ingressi.
Diverso invece è se devo smobilizzare il capitale. Secondo te potrebbe ad esempio avere senso, man mano che ci si avvicina al target dove capitalizzare il gain, smobilizzare delle tranche in funzione del cambio se favorevole?

Ha senso senz'altro; la difficoltà sta nel fatto che anticipando il disinvestimento - in media - si rinuncia a un po' di rendimento. Più si anticipa, più (in media) si perde rendimento.

Ovviamente, la volta che ci evita una crisi o, nel caso a cui fai riferimento, uno scrollone del tasso di cambio a nostro sfavore, il disinvestimento anticipato ci permette di salvare una potenziale perdita anche notevole.

Nell'articolo sui PAC a rate costanti ho dedicato un capitolo ai disinvestimenti anticipati (capitolo sulla "Gestione attiva", come l'avevo infelicemente battezzato a suo tempo, dal momento che non ha niente a che vedere con la gestione attiva dei fondi; lo cambierò alla prima occasione).

Ma penso che se hai letto l'articolo sui 3 falsi miti sui PAC, forse hai già letto anche quello.
 
Ciao Dedalo,
vivi complimenti anche da parte mia per l'ottimo lavoro.

L'ho letto, non tutto, molto velocemente. Sicuramente non come avrebbe meritato per cui mi riprometto di colmare la lacuna con calma dedicando al tuo lavoro tutto il tempo che merita. Se posso, ti faccio però già una domandina: "Hai mai pensato di tradurre i vari portafogli con soluzioni globali e non con soluzioni europee?"

Grazie.
 
per chi se lo fosse perso, il golden pinwheel, un portafoglio veramente ottimo dal mio punto di vista. Purtroppo la serie storica con curvo non va oltre al 2015 per la mancanza di dati su ZPRV. la simulazione con portfolio visualizer usando asset class diverse da risultati molto simili ad un GB.
Le caratteristiche di questi due portafogli è che hanno degli underwater period minori di due anni, perfetti per un ingresso di grandi capitali senza grossi rischi in poco tempo.

https://manzianafinanza.com/il-portafoglio-dei-portafogli-la-girandola-doro/

Appena letto! Avevo in mente un portafoglio simile, ma usa do Vwce anziché I due etf separati da te proposti.

Mi piace il numero enorme di titoli coperti dal VWCE e almeno ho un asset in meno da gestire!
 
Appena letto! Avevo in mente un portafoglio simile, ma usa do Vwce anziché I due etf separati da te proposti.

Mi piace il numero enorme di titoli coperti dal VWCE e almeno ho un asset in meno da gestire!

anche nell'articolo si suggerisce come alternativa la riduzione dei prodotti per i large Cap. E' giusto sapere che il pinwheel parte da una quota di emergenti maggiore della capitalizzazione di mercato (10% su una parte azionaria totale del 65%) e quindi il golden p. la replica. Chiaramente qualunque back test vada a utilizzare emergenti negli ultimi 10 anni troverà risultati un po' peggiori che usando VWCE o il mercato americano.
 
Ciao Dedalo,
vivi complimenti anche da parte mia per l'ottimo lavoro.

L'ho letto, non tutto, molto velocemente. Sicuramente non come avrebbe meritato per cui mi riprometto di colmare la lacuna con calma dedicando al tuo lavoro tutto il tempo che merita. Se posso, ti faccio però già una domandina: "Hai mai pensato di tradurre i vari portafogli con soluzioni globali e non con soluzioni europee?"

Grazie.

Non sarebbe un problema e tra gli ETF alternativi ho inserito spesso i globali che sono una valida soluzione. In una futura revisione o ampliamento dell'articolo magari poi li inserisco anche come alternativa EUR. Per ora non l'ho fatto perché c'è già parecchia roba così...
 
Come anticipato, ecco il link sul mio lavoro sui Lazy portfolios:

Lazy portfolios
Un'analisi approfondita e una guida pratica a una modalità di investimento semplice ed efficiente
Lazy portfolios | Dedalo Invest

Dall'indice dell'articolo principale si trovano i link ai 31 articoli specifici dei vari Lazy portfolios analizzati.

Agli interessati, buona lettura.

p.s.: non esitate a farmi domande o a segnalarmi eventuali errori. Grazie!

Mi associo anche io ai complimenti.

Trovo il capitolo 4 sul rischio cambio, un po' superficiale rispetto alla trattazione granulare di tutto il resto. (non prenderla come una critica, è che il resto è fatto troppo troppo bene ;) )
Probabilmente è dato dal fatto che ci vorrebbero 700 pagine solo per quel capitolo se si volesse trattare approfonditamente.



Prendiamo il caso più generico possibile, un investitore pigro che investe in un MSCI World o meglio All World.

Relativamente alla tua frase "se si vogliono evitare spiacevoli sorprese, il rischio di cambio è un fattore da prendere in considerazione, adottando le giuste contromisure."

Quale genere di contromisure adotteresti?
 
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Mi associo anche io ai complimenti.

Trovo il capitolo 4 sul rischio cambio, un po' superficiale rispetto alla trattazione granulare di tutto il resto. (non prenderla come una critica, è che il resto è fatto troppo troppo bene ;) )
Probabilmente è dato dal fatto che ci vorrebbero 700 pagine solo per quel capitolo se si volesse trattare approfonditamente.



Prendiamo il caso più generico possibile, un investitore pigro che investe in un MSCI World o meglio All World.

Relativamente alla tua frase "se si vogliono evitare spiacevoli sorprese, il rischio di cambio è un fattore da prendere in considerazione, adottando le giuste contromisure."

Quale genere di contromisure adotteresti?

Le solite: aumentare il sottostante denominato in euro o hedging. Lo specifico più avanti.

La mia idea era di introdurre il concetto di rischio di cambio in quel capitolo; renderlo presente perché esistente. Poi, in tutta la trattazione successiva (inclusi gli articoli specifici sui Lazy e in particolar modo i primi 3 - World Bond, World Stocks e Two funds), ci torno più volte sopra.

La risposta, in altre parole, se la deve dare il lettore da solo anche se, di certo, ho una mia convinzione e la propongo in vari passaggi; è inevitabile. Ma la risposta può essere anche "il rischio di cambio me lo assumo al 100%" se viene data dopo aver preso coscienza del livello di rischio che ci si assume. E non è una risposta sbagliata se è coerente con la visione e la propensione al rischio dell'investitore.
 
a me invece i numeri che sono usciti fuori dall'articolo di Dedalo sembrano sempre più a favore del cambio aperto. Ma, naturalmente, è sempre questione di interpretazione.
Relativamente alla scelta di "sovrappesare area euro", scelta che purtroppo ho compiuto anche io (più che dalla valuta spinto dai multipli in teoria più allettanti) la sconsiglio caldamente (mi riferisco all'azionario). Per me queste aziende europee stanno proprio messe male, nn generano un accidente. E la bella favoletta del return to the mean non regge ho paura. C'è proprio ormai una differenza strutturale del mercato americano di generare crescita e di quello europeo di generare un bel niente.
Tanto per dire, Eurostoxx 600 e MSCI Wolrd comprati entrambi nel 2013, il primo ha un rendimento composto del 5%, il secondo del 11% (netti).
ma soprattutto quello che è differente è il numero di nuove aziende. Quand'è l'ultima volta che avete sentito un'azienda interessante che si quota in europa ? Boh. In USA è pieno. e questo in futuro farà ancora più differenza
 
Sapete cosa sarebbe bellissimo e non credo che esista nulla di simile in giro? Un programma che ti costruisce in automatico un portafoglio pigro a seconda delle risposte ad un questionario. Domande tipo: qual è il tuo orizzonte temporale? qual è la tua propensione al rischio? fai un Pic o un Pac? ecc.

Anche perchè si parla sempre del portafoglio pigro perfetto (o quasi), ma tra una un Pic con orizzonte temporale 10 anni e un Pac con orizzonte di 30 anni c'è una differenza enorme, verrebbero fuori due portafogli completamente diversi. Oltretutto con un Pac puoi cambiare asset allocation nel corso degli anni (aggiungendo sempre più obbligazioni ad esempio).
 
e che non ci avevo pensato :D il progetto si chiama(va) "cul-sul-bot" :D Partendo ad esempio da 81 portafogli pigri (il perchè 81 sarà presto chiaro) si poteva costruire un albero di profondità 4 e 3 foglie per ramo (3^4 fa appunto 81). A quel punto, ponendo 4 domande con 3 risposte ciascuno, si poteva indirizzare verso un pigro specifico. Il problema è che non è proprio così banale (nonostante l'implementazione sia banalissima). Ad esempio, se ho propensione al rischio bassa ma lungo orizzonte temporale, andrò a scegliere un GB o un permanent ? Boh.
Naturalmente si possono fare algoritmi molto più complicati con alberi a più vie, o analisi a cluster.
Altra possibilità è di inserire solo gli elementi (gli ETF) e il bot costruisce da solo i portafogli con i pesi scegliendo quelli che più si avvicinano alla frontiera.
Peccato che con la pandemia il mio amico genio della programmazione è talmente pieno di lavoro che il cul-sul-bot è rimasto nel cassetto :D
E poi c'è sempre la parrucca in agguato che dice che faccio consulenza finanziaria non autorizzata :o
 
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