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CATL, pronta la nuova generazione di batterie con architettura cell-to-pack - HDmotori.it

Per la versione LFP, si parla di una densità di 160 Wh/kg (290 Wh/l). Si tratta di un valore che supera quello delle batterie LFP di BYD che hanno raggiunto i 150 Wh/kg nella versione long range del modello BYD Yuan Plus. Come sappiamo, CATL è anche fornitore di Tesla. Possibile che queste batterie possano essere utilizzate proprio dalla casa automobilistica americana. In tal caso, il passo avanti sarebbe importante visto che le Tesla Model 3 prodotte in Cina utilizzano batterie LFP con una densità di 125 Wh/kg.

Per quanto riguarda, invece, le nuove batterie NMC, si parla di una densità energetica pari a 250 Wh/kg (450 Wh/l).
 
Ma nella stessa fabbrica? Con due piattaforme diverse?

Da quello che so sempre a Melfi. La piafforma perché diversa? Compass dovrebbe andare sempre su stla medium, conta che potrebbe anche crescere un po' di dimensioni dato che gran Cherokee è cresciuta e dovrebbe crescere anche Cherokee. Renegade non ho idea che piattaforma userà, e manca anche 500x
 
Da quello che so sempre a Melfi. La piafforma perché diversa? Compass dovrebbe andare sempre su stla medium, conta che potrebbe anche crescere un po' di dimensioni dato che gran Cherokee è cresciuta e dovrebbe crescere anche Cherokee. Renegade non ho idea che piattaforma userà, e manca anche 500x

La verità è che non si sa ancora cosa vogliano fare di Fiat, se lasciarla nel mass market come Citroen e Opel (quindi con la classica gamma di 4-5 auto) oppure scorporare 500 (tipo Mini, per intenderci) e provarci.
 
da La Stampa (dopo l'incontro di Tavares di ieri con Regione e Comune)

L'ANALISI
IL NUOVO PATTO VALORIZZA IL PRESENTE

di Paolo Griseri

Un patto che salva Mirafiori e la ridisegna per il futuro. Questa almeno è l'intenzione con cui ieri si sono incontrati i vertici di Stellantis e i responsabili della politica torinese. La sopravvivenza e il rilancio del distretto manifatturiero piemontese non è un fatto locale. Perché quella è una delle aree di eccellenza dell'industria italiana ed europea. Perderla nel momento in cui il baricentro del gruppo, dopo la fusione con Psa, torna in Europa sarebbe un vero peccato. Non è solo un problema (pur importante) di occupazione ma anche di leadership nell'innovazione e di ruolo strategico. Non si sarà mai deprecata a sufficienza la faciloneria con cui la politica italiana ha spesso guardato alle questioni industriali.

Come un fatto da risolvere con incentivi e cassa integrazione. Utilissimi entrambi ma non esaustivi. Anche per questo l'incontro può segnare una piccola inversione di tendenza. In fondo erano due politici di segno opposto (il forzista Cirio e il sindaco Lo Russo del Pd) seduti al tavolo con i manager a discutere di aree, investimenti e politica industriale. Un piccolo esempio che forse potrebbe essere preso a modello anche a livello di governo. Naturalmente si tratta di vedere se gli impegni diventeranno realtà. Ma un secondo aspetto è importante: il pragmatismo. Decisivo è partire da ciò che Mirafiori è oggi, senza nostalgie di un passato che non tornerà e senza la paura di un futuro oggi ignoto.

Mirafiori è un oggetto da maneggiare con cura. Perché è un simbolo. Un simbolo che parla a tutti e parla linguaggi molto diversi. Il simbolo dell'innovazione e dell'industrializzazione del secondo Dopoguerra ma anche dello scontro e dell'emancipazione sociale. Quando la grande fabbrica ha smesso di essere tutto questo, alla fine del Novecento, molti l'hanno data prematuramente per morta. Se oggi se ne parla è perché a dispetto di ciò che molti pensano, Mirafiori continua ad occupare circa 10.000 persone. Non sono le 60 mila tute blu di inizio anni '70 e dalle linee produttive non escono più un milione di utilitarie all'anno. Ma se gli impegni assunti ieri verranno mantenuti, nei prossimi anni Mirafiori produrrà tra le 180 e le 200 mila auto. Una cifra importante, perché accanto alla nuova generazione della 500 elettrica ci saranno quattro modelli Maserati, prodotti ad alto valore aggiunto.

Il polo della produzione delle auto elettriche italiane dovrà essere affiancato dalle nuove produzioni della filiera delle batterie, un'attività che può occupare migliaia di ingegneri e assicurare nuova innovazione. Tutto questo dovrebbe garantire la massa critica per dare futuro non solo alla fabbrica torinese ma al principale distretto italiano dell'auto, che fa vivere migliaia di aziende piccole e medie e garantisce le produzioni di componenti non solo per Stellantis ma per molti suoi concorrenti.

L'operazione prevede anche quella che nelle dichiarazioni ufficiali il sindaco di Torino ha definito «una pianificazione territoriale e urbanistica condivisa». Mirafiori, probabilmente, si ridurrà: i suoi 3 milioni di metri quadri sono evidentemente troppi. L'importante è usare gli spazi che si liberano per nuove attività di sviluppo industriale e questo pare l'oggetto delle contrattazioni con gli enti locali. È presto per dire se il modello funzionerà. Ma è un fatto che il primo tentativo di un nuovo corso è partito. Alla riunione di ieri era presente anche l'associazione degli industriali. Un piccolo passo, dopo l'uscita di Fca da Confindustria nel 2011. Un segnale che forse un pezzo di Novecento sta finendo.
 
l'area di Pomigliano dedicata alla formazione e alla sperimentazione dei miglioramenti sul lavoro
notate la tuta Alfa Romeo dei lavoratori

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La verità è che non si sa ancora cosa vogliano fare di Fiat, se lasciarla nel mass market come Citroen e Opel (quindi con la classica gamma di 4-5 auto) oppure scorporare 500 (tipo Mini, per intenderci) e provarci.

Fosse per me continuerei con la linea Marchionne. Gamma emotional 500, 500x, 500 4 porte ( suvvettino sui 4 metri) gamma rational panda e tipo ( Hatch SUV, sui 4.40-4,50, sw) turche.
 
certo che dover pagare le imprese con la tasse dei cittadini per farle lavorare nel paese non è il massimo che si possa sperare
ho 3000 pezzi a 12,94 se scende ulteriormente prendo un secondo cip
saluto
comunque stellantis faccia quello che gli conviene , quello che mi interessa e che sto guadagnando oltre 7k e se superiamo questa resistenza il prossimo target potrebbe essere 16,50 e 17,30 + dividendo
fiat.jpg
saluto
 
ahh, sti titoli scandalistici-catastrofistici :wall:: la normativa entrerà in vigore a partire da settembre 2024...stellantis e tutti gli altri (perchè ci sono tutti i costruttori tranne tesla), hanno tempo fino ad allora per rientrare nei parametri e non spendere un dollaro (o comunque gestirsi, come è sempre stato fatto, con i diritti CO2, come più gli converrà)
 
La normativa nhsa 2024-2026 è decisamente più severe per i consumi. Ma le case si stanno già preparando. Stellantis ad esempio ha già una gamma phev buona che oltretutto sta vendendo molto bene, ci sono pacifica gladiator, gran Cherokee e Wrangler. Possono importare anche Renegade e Compass. Hanno il nuovo motore V6 turbo anche ibridizzabile che sostituisce il V8 aspirato con consumi decisamente inferiori e nel 2024 dovrebbe uscire il RAM 1500 elettrico.
 
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