Andare su un Bund per me vuol dire proteggere parte del patrimonio da avvenimenti avversi e potenzialmente drammatici (uscita dall'euro, default italia, ristrutturazione del debito ...), avvenimenti che ritengo improbabili ma come risparmiatore, prima che investitore, di cui devo tenere comunque in considerazione, pagando questa protezione in termine di rendimento. Quanto? Su un decennale, esattamente del valore dello spread. Un pò come fare la kasko invece che una normale polizza assicurativa all'auto.
Ma, allo stesso tempo, nel caso si avverasse quanto giustamente sottolineato da Balcarlo nel suo post #196, se la stretta monetaria della BCE dovesse interrompersi causa recessione, con quasi certo a quel punto arretramento dell'inflazione, avremmo un rialzo dei prezzi, compreso quello dei Bund.
Sull'aspettare i 9 anni e mezzo per incassare il 2,11 che offre attualmente hai ragione, ma lo stesso vale per qualsiasi altro BTP, cedola 0% compreso. A parità di condizioni di mercato (cosa impossibile in 9 anni), il rendimento sarà dato dall'avvicinarsi alla scadenza con il prezzo di rimborso prefissato. Ciò non toglie che magari tra 4 anni possa rivendere il Bund che so a 90 e un BTP preso a 90 a 95, ma questo non posso saperlo oggi; resta il concetto di fondo, il Bund significa per me abbassare il profilo di rischio (si spera) del portafoglio.
Ieri sono entrato sul BTP 0% NV23 con l'8% del patrimonio, sommato al 16% di BTP Italia sono bel oltre la soglia che ritengo sensata di esposizione a un singolo paese, dove tra l'altro vivo e ho reddito da lavoro. Ma ogni acquisto, come ho detto in altri post, ha una sua funzione: i BTP Italia mi proteggono dall'inflazione, il cedola 0% cortissimo rendimento di liquidità altrimenti su CD libero allo 0,5% lordo e compensazione minus, sperando che in 13 mesi non cambi il mondo. Per il resto, abbasso consapevolmente il rendimento abbassando il rischio e vado quindi su Bond esteri.