L’Italia farà da sfondo ad Addio alle armi e al più tardo Di là dal fiume e tra gli alberi di Ernest Hemingway
Dai menu riportati in queste storie la nostra cucina appare alquanto stilizzata, priva di una forte caratterizzazione come invece avverrà per quella spagnola in Fiesta ed in Per chi suona la campana.
Per dire, Frederic e Catherine in Addio alle armi mangiano in un hotel di Milano, fra le altre cose, Beccaccia flambé all’Armagnac, Soufflé di patate, Brioche, e bevono vino St. Estephe…
Il palato di Hemingway si affina però nella Parigi descritta in Festa mobile, dove decide di trasferirsi nei mitici anni ’20 abitando modeste e fredde camere d’albergo e cercando di evitare le strade inondate dai profumi emanati dai bistrot.
Tarderà un po’ a trovare il coraggio di presentarsi a Gertrude Stein, la grande intellettuale e collezionista d’arte impressionista, che già viveva con Alice Toklas. Conoscerà ben presto i luoghi cult come de La Closerie des Lilas e il Café du Dôme a Montparnasse, imparerà a distinguere le pregiate ostriche marennes dalle portugaises, e ad apprezzare i vini di Bordeaux e di Borgogna. E conoscerà Fitzgerald, che sveniva per il troppo bere, si addormentava a tavola e veniva colto da forti crisi ipocondriache.
Buon pomeriggio.
Compagna dell'eccentrica, geniale,
Gertrude Stein, che animò il salotto parigino in rue de Fleurus dove erano di casa esponenti delle avanguardie storiche francesi e scrittori americani espatriati,
Alice Babette Toklas ha pubblicato nel 1954
I biscotti di Baudelaire, ricettario narrativo dove piatti e menu sono associati a persone e incontri.
Quando, tra il 1934 e il 1935, le due amanti andarono invece negli Stati Uniti per una serie di conferenze: a Baltimora le riceve proprio
Francis Scott Fitzgerald che serve il tè con un’infinita varietà di
canapés per ricordare loro i fasti della sua esperienza a Parigi. Si tratta tartine di pane morbido spalmate di burro e farcite con i più succulenti ingredienti e salse.
Mentre in Francia passano dal
branzino Picasso, decorato con maionese uova sode, tartufi ed erbe tritate, al burro alle erbe dell'attrice Fania Marinoff , dal maiale alla pizzaiola del compositore Virgil Thomson agli gnocchi alla romana di fernanda Pivano sino all'
Insalata Francillon di Alexandre Dumas figlio
E ancora, il «
punch caldo per una notte fredda attribuito a Flaubert, le uova di Francis Picabia”, le
mele glassate del fotografo Cecil Beaton e la “
Crema di Josephine Baker”.