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Più luce si raggiunge, più oscurità si scopre.

"L’oscurità ferita protesta contro la luce.
Non si può fare un passo verso l’alto senza fare anche un passo verso il basso; nessuno può raggiungere il cielo se non è passato per l’inferno.
Più ci avviciniamo alla cima più tocchiamo il fondo, ma tutti i fondi sono la superficie di qualcos’altro.
Ogni negatività è per forza l’altra faccia di una medaglia positiva.
Quando incominciamo a chiarificarci, ci accorgiamo che in noi c’è di tutto.
Il progresso non consiste tanto nell’andare sempre più in alto, quanto nel far decantare tutto ciò che è d’intralcio.
Il campo di battaglia siamo noi stessi: è in noi che si incontrano tutti i mondi, dal più alto al più basso, dal paradiso al’inferno.
La soluzione non sta nel fuggire tappandosi il naso o facendosi il segno della croce, ma nello scendere in questi mondi e vincerli.
Niente guarisce se non viene guarito a fondo, né si può scendere nel fondo se non si sale alle cime più alte.
Se non vogliamo farci divorare, più intendiamo scendere e più ci occorre una luce potente.
Dopo la conquista di ogni cima dobbiamo scendere a portare il potere e la luce giù in basso: soltanto così si trasforma la vita: altrimenti potremo continuare a sublimizzare e a spiritualizzare le cime quanto vorremo, ma la vita quaggiù continuerà nel suo solito caos.
Quando vedete un’ombra molto oscura da qualche parte in voi, qualcosa di davvero doloroso, potete stare sicuri di avere anche la possibilità di raggiungere la luce corrispondente.
Sempre troverete che in voi l’ombra e la luce vanno di pari passo: se in voi c’è una capacità, c’è anche la negazione di questa capacità.
Ma se scoprite un’ombra molto fitta e profonda, state tranquilli che da qualche parte in voi c’è una grande luce.
A voi saper usare l’una per realizzare l’altra.
Se il ricercatore fa sua quest’ipotesi di lavoro, di salire di livello in livello, accettando di percorrere ogni volta il livello corrispondente in basso senza lasciar fuori niente e di portarvi la stessa luce nascosta sotto ogni maschera, in ogni elemento, anche nel fango più oscuro, anche nell’errore più grottesco e nel male più sordido, vedrà che poco per volta tutto si schiarisce sotto i suoi occhi: e non in teoria, ma tangibilmente.
Scoprirà allora non solo “cime”, ma “abissi” di verità.
Ogni caduta lo costringerà a liberare la verità prigioniera nel fondo.”


Satprem, Sri Aurobindo, L’Avventura della Coscienza
 
Mi stavo chiedendo se fosse vero quando ti dissi che ero innamorata di te. Forse no, probabilmente era un po' forzato, era la voce della disperazione di chi tenta la volata e non ha più fiato, ha male alle gambe o semplicemente è stanco di correre.

Ci pensavo perché mi sono domandata perché non mi innamoro. Non so se dopo di te o prima di te.

Forse si è rotto qualcosa, si è guastato. Magari mi sono semplicemente congelata e nulla è abbastanza caldo. O chissà, è passata l'epoca della vita in cui ti entusiasmi a tal punto da accenderti fino in fondo.

Li ho guardati in questi anni, un po' dentro la scena, dentro la mia vita, un po' fuori, da spettatrice. Li ho studiati, sezionati, come se stessi facendo un colloquio di lavoro e dovessi spuntare delle caselle immaginarie. Che poi che cercavo? E cosa offrivo?

Mi sono annoiata, ma ho anche sorriso, mi sono entusiasmata, ho provato quella sensazione bella in cui sei con qualcuno e non vorresti stare in nessun altro posto, ho abbracciato con senso di protezione, ho guardato con gli occhi di una donna che sa attrarre, ho scambiato parole su parole e baci, ho preso aerei, traghetti...

Ma poi cosa è rimasto? Le mie mille barricate, il mio respingere a oltranza e lamentarmi, perché sulle caselle non c'erano tutte le crocette che avrei voluto.

Forse ho cercato l'ideale.

Magari sarebbe bastato prendere un pezzo di ogni uomo che mi sembrava interessante a assemblare un uomo, come in puzzle. Ma la vita non è immaginazione.

Chissà se saprò cosa vuol dire provare quel sentimento, se avrò il sorriso bello dell'amore, se invece resterò sola oppure se mi ritroverò un giorno in una casa fredda a stirare le camicie di qualcuno che mi sembra un estraneo.

Vorrei un battito in sincrono col mio. Ma non so se c'è, se l'ho incrociato, se esiste.
 
[FONT=&quot]„Vi auguro una cosa sola: la fortuna di trovarvi sempre in una situazione che vi consenta di mantenere liberamente l'integrità di cui ho parlato – di non sentirvi costretti a perderla per conservare il posto, trovare fondi, o altro.
Possiate avere questa libertà.“


Richard Feynman[/FONT]
 
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[h=1]GLI ELETTI...[/h]
"Pochi sono consapevoli dei tempi eccezionali che stiamo vivendo… pochi ma sufficienti per aiutare se stessi e l’intera umanità. Sono quelli che i Vangeli e film come “Matrix” chiamano gli Eletti, ovvero quelli che cercano la verità.
Gli eletti si sentono diversi fin dalla nascita, non si adeguano alla “realtà” di questo mondo, vorrebbero cambiarlo ma non sanno come fare, Imboccare la via dell’evoluzione è per costoro un “cambiare”, che è in realtà diventare se stessi. E Essere, ovvero: riflettere nel mondo il proprio messaggio genetico in tutta la sua integrità. Tuttavia “per imboccare la via” dice Morpheus, che “sapere non basta” bisogna aprire la porta interna, sciogliere quella barriera che è la paura di essere diversi e quindi non accettati dagli altri.
Gli Eletti sono pochi ma non pochissimi forse alcuni milioni o decine di milioni. Sparsi come il sale ovunque nel pianeta, immersi in “realtà” familiari e sociali che negano tutto ciò che gli Eletti sentono. La sfida è credere in se stessi, osare essere diversi, rispettare le proprie abilità, sviluppare i propri talenti, non adattarsi al sistema che organizza ogni attimo della così detta “vita”.
Gli Eletti sono “enzimi” di una trasformazione planetaria che consentirà a tutti libertà, prosperità, unità, comunione con la Natura."

(Giuliana Conforto - Il gioco cosmico dell’uomo)

 
Ogni difficoltà superata trasforma la nostra energia.

Essa è un campo d' informazione che viene percepito inconsciamente da chi ci sta vicino .
Quando qualcuno cercherà di spostarci dall'esterno, fallirà.


La trasformazione non è un automatismo, ma un'innesto che può partire solo da NOI.
 
Un uomo non ha bisogno di giuramenti o di testimoni, intimamente sereno e bastante a se stesso, custode di una pace che non gli sia data da altri: bisogna stare dritti di per se stessi, non per mano altrui.
[FONT=&quot] Marco Aurelio[/FONT]


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C’è chi si accontenta di vivere il tran-tran quotidiano e chi no. Io sono fra quelli che non si realizzerebbero mai in un gruppo, nella monotonia di tutti i giorni; ho bisogno di evadere, di incontrare la solitudine… Si crede che solitudine significhi angoscia, per me non è così: è un momento positivo, prezioso, un’occasione per guardarmi dentro, giudicarmi, capirmi o almeno di tentare di farlo. La solitudine acutizza la sensibilità ed amplifica le emozioni. L’angoscia si prova quando si è immersi in un mare di gente e non si riesce a dialogare.

- Walter Bonatti -
 
[h=1]Sei "azioni" che influenzano la tua frequenza vibratoria[/h]
1° - * I Pensieri *Ogni pensiero emette una frequenza verso l'universo e quella frequenza ritorna verso l'origine, allora nel caso, se hai un pensiero negativo, di sconforto, tristezza, rabbia, paura, tutto questo tornerà verso di te. Ecco perché è così importante prendersi cura della qualità dei propri pensieri e imparare a coltivare pensieri più positivi.

2° - * Le compagnie *Le persone intorno a te influenzano direttamente la tua frequenza vibratoria. Se ti circondi di persone allegre, positive, determinate, calme, entrerai anche tu in queste vibrazioni, mentre se ti circondi di persone reclamatrici, maledicenti e pessimiste, stai molto attento ! Potrebbero diminuire la tua frequenza e di conseguenza impedirti di far funzionare la legge dell'attrazione a tuo favore.

3° - * la musica *La musica è potente. Se ascolti solo musica che parla di morte, tradimento, tristezza, abbandono, tutto questo interferirà con le tue vibrazioni. Fai attenzione alla calligrafia della musica che ascolti, potrebbe diminuire la tua frequenza vibratoria. E ricorda: tu attiri verso la tua vita esattamente ciò in cui vibri.

4° - * Le cose che vedi *Quando vedi programmi che affrontano disgrazie, morte, tradimenti, ecc. Il tuo cervello accetta ciò come unica realtà, liberando un'intera chimica in tutto il corpo, andando a influenzare la tua frequenza vibratoria. Se proprio devi guardare qualcosa, guarda cose che ti fanno stare bene e ti aiutino a vibrare su una frequenza più alta.

5° - * L' Ambiente *Che sia a casa tua o a lavoro, se passi gran parte del tuo tempo in un ambiente disorganizzato e sporco, anche questo influenzerà la tua frequenza vibratoria. Migliora ciò che è intorno a te, organizza e pulisci la tua atmosfera. Mostra all'universo che sei adatto a ricevere molto di più. Prenditi cura di quello che hai già !

6° - * La Parola *Se ti abitui a reclamare o parlare male delle cose e delle persone, questo influirà sulla tua frequenza vibratoria. Per mantenere la frequenza alta è fondamentale eliminare l'abitudine di reclamare, lamentarsi e parlare male degli altri. Evita di fare drammi, di colpevolizzare e di vittimizzarti.
 
«A furia di avrei potuto e di avrei dovuto bisognerebbe tornare indietro alla settimana scorsa… e così via, fino al grembo materno. […]
Se penso a quello che avrei potuto o avrei dovuto fare, potrei tornare indietro e far succedere le cose alla perfezione,

Ma non l'ho fatto... ed è così che stanno le cose.»
 
[FONT=&quot]La Legge di Compensazione è una legge universale che lavora a stretto contatto con la Legge di Polarità. Se quest’ultima, infatti, ha il compito di stabilire il ritmo della vita (senza ritmo non c’è vita), la legge di compensazione ha il dovere di ristabilire un equilibrio a livello energetico (senza equilibrio non c’è ordine). Ogni eccesso porta una mancanza e ogni mancanza un eccesso. È questa, in sintesi, la situazione che viene a crearsi nel momento in cui non c’è equilibrio. In altre parole, possiamo dire che la comparsa di una data quantità di energia in qualunque luogo provoca la scomparsa della stessa quantità in qualche altro luogo. Quindi c’è necessità di un ritorno all’equilibrio.[/FONT]
[FONT=&quot]Volendo usare una metafora piuttosto semplice da visualizzare, è come se ti trovassi di fronte ad una clessidra. La clessidra rappresenta infatti uno spazio preciso, e non estendibile, in cui esistono dei “vuoti” e dei “pieni” che puoi compensare di volta in volta girando e rigirando l’oggetto in questione. Ma.. chi gira la clessidra? Se hai consapevolezza e coscienza al riguardo di questa legge, sarai tu a farlo. Altrimenti è la legge che compenserà per te.
“​
Tutto fluisce e rifluisce; ogni cosa ha le sue fasi;
tutte le cose s’innalzano e cadono; l’oscillazione del pendolo si manifesta in tutto;
la misura dell’oscillazione a destra è la misura dell’oscillazione a sinistra;
il ritmo si compensa.”
(Il Kybalion)

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[FONT=&quot]
[/FONT]
 
[h=1]Prevenire e curare le malattie: con l’igiene naturale è possibile[/h]
di Daniele Bricchi

[h=2]L’uomo primitivo mangiava semplicemente. Gli animali allo stato brado consumano una o due sole varietà di cibo per pasto. È stato osservato che gli uccelli mangiano insetti in un’ora della giornata e semi in un’altra. L’uomo civile dispone di una grande varietà di alimenti nello stesso pasto, illudendosi di mangiare bene. Gli enzimi dell’apparato digerente umano, hanno limiti ben definiti; mangiando in modo da oltrepassare questi limiti, si incorre in disturbi digestivi.[/h]
Associando correttamente gli alimenti, il sangue riceve acqua, aminoacidi, acidi grassi, glicerina, monosaccaridi, minerali e vitamine. Mescolando indistintamente i cibi in un pasto, provochiamo fermentazione, putrefazione, gas che finiscono per portare nella corrente sanguigna alcool, acido acetico, ptomaine, leucomaine, idrogeno, solforato, ecc. Pasti ben combinati assicurano invece una ottima digestione sfruttando al massimo il cibo ingerito, e forniscono all’organismo solamente sostanze nutritive. Una cattiva associazione alimentare crea un’indigestione e riversa nel sangue veleni anziché sostanze vitali. Mangiare per avere gli alimenti avariati nel tubo digerente, significa sprecare gli alimenti e compromettere la salute. (Tratto dal libro: “Le combinazioni alimentari” del Dott. Shelton – A.I.I. M. Manca Editore ).

Il digiuno fu in passato una tecnica iniziatica, tenuta segreta. È oggi un formidabile mezzo terapeutico poco conosciuto. Il digiuno previene o guarisce ogni genere di malattia e ritarda la vecchiaia. Disciplina la mente ed eleva lo spirito. Si può dire che non vi sia età o condizione umana che non possa trarne vantaggi fisici o spirituali. Ma vi sono poi delle categorie di persone a cui questa pratica sembra indispensabile: obesi che vogliono dimagrire, fumatori, alcolisti, tossicomani che vogliono liberarsi del loro vizio, futuri padri e madri, attivisti dei movimenti non violenti, cercatori di Dio. (Tratto dal libro: “Il segreto di Igea: guida pratica al digiuno autogestito” – A.I.I. M.Manca Editore/ Genova).

Nella pratica dell’igienismo, la guarigione è la regola e non l’eccezione, e ciò non manca di destare sorpresa, per quanto ci sia ancora gente che continua a chiedere sperimentazioni scientifiche per provare la validità dell’igiene naturale. “Dove sono le vostre statistiche? mi viene chiesto sovente. È lecito dire che l’igienismo è portentoso e che il digiuno ha aiutato migliaia di persone; ma adesso la questione và sottoposta al metodo scientifico/statistico. Per dare alla gente una prova sicura, dovete avere sottomano un certo numero di persone con la stessa malattia, metà delle quali curata con medicinali e metà igienicamente. Allora soltanto, se la metà trattata igienicamente guarisce, e la metà curata con medicamenti non guarisce, si potrà dire con certezza a tutti che l’igiene naturale è migliore”.

Per conto mio, ho visto così tante persone guarire dopo un trattamento igienico (persone che non erano guarite con cure medicamentose o con altri metodi terapeutici), che non mi occorrono ulteriori prove. Ecco perché dimentico volentieri che le “prove” sono necessarie per coloro i quali sono pieni di timori e di pregiudizi in nome della “scienza medica”. Basta pensarci un attimo e sarà subito chiaro come, a chi pratica l’igienismo, non mancano certamente i dati statistici. Essi sanno quanti malati vanno da loro in cerca di quell’aiuto che la medicina classica non gli ha saputo dare, malati ormai molto gravi. Che cosa c’è di più “scientifico” della guarigione di una persona curata con l’igiene naturale, dopo il fallimento di tante altre terapie? Questa è la verità, e la verità è scienza; se non si trattasse di verità, non si tratterebbe nemmeno di scienza.

Troppi esperimenti cosiddetti “scientifici” si dimostrano falsi perché è il denaro a dettare la risposta; spesso lo scienziato, che dichiara di professare il culto della verità, terrorizzato di perdere l’impiego e relativo guadagno, manipola le condizioni dell’esperimento finché le risposte richieste non siano garantite. Questa non è scienza, ma turlupinatura del pubblico.

È proprio per la incapacità di comprendere che le cose animate guariscono da sole, che la gente si meraviglia quando viene curata e guarita senza medicine, abituata come è a passare da un medico all’altro, continuando a stare male. Eppure si seguita a ripetere che tutto ciò non è “scientifico”, poiché “scientifico” è soltanto ciò che viene fatto da un medico. Ma il solo dato di fatto che tutti migliorano, quando non guariscono addirittura completamente, per mezzo dell’igienismo, non significa forse che questa è una scienza?

(Dott. V. Vetrano)
 
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NULLA È COME SEMBRA


Le immagini nere sono ombre di zebre.
Ingrandendo la foto si vedranno le zebre.
 
Poi ci sono quelli che fanno senza dire,
mantengono senza promettere,
ci sono senza esserci.
Perché Sono,
senza bisogno di sembrare.
 
“Sapete come funziona una lampadina?

Al suo interno ci sono tre componenti:
1. Un polo positivo (+)
2. Un polo negativo (-)
3. Un filamento che separa i due poli
Il componente più importante è il filamento. Tecnicamente viene definito l’elemento “resistivo”, perché il suo compito è quello di respingere la corrente inviata dal polo positivo e di impedire che si connetta direttamente con il polo negativo. Questa resistenza, ovvero l’atto di respingere l’energia, è ciò che permette alla lampadina di illuminare. Quando il filamento si rompe, il polo positivo entra direttamente in contatto con quello negativo provocando un cortocircuito. Dopo aver emesso un lampo di luce intensa, la lampadina si brucia. Si fa il buio. In altre parole, senza la resistenza non può esserci una Luce durevole.
La metafora della lampadina applicata alla vita:
• Il polo negativo corrisponde ai nostri desideri reattivi;
• Il polo positivo corrisponde all'appagamento e alla Luce che cerchiamo di ottenere nella vita;
• Il filamento corrisponde al libero arbitrio che ci consente di scegliere di NON reagire, rinunciando così alla gratificazione immediata;
Proprio come la resistenza del filamento tiene accesa la lampadina, la nostra resistenza al comportamento reattivo fa sì che la Luce spirituale continui a risplendere. Quando invece non riusciamo a resistere e cediamo agli impulsi reattivi, si crea un cortocircuito poiché viene a crearsi un contatto diretto tra il nostro desiderio reattivo (il polo negativo) e la Luce della gratificazione (il polo positivo). Per un istante si verifica un lampo di piacevole autocompiacimento, ma poi si fa buio perché la “lampadina”, l’anima, è bruciata a causa del cortocircuito.”
(Yehuda Berg – Il Potere della Kabbalah)
 
[h=2]Se dovessi darti un consiglio,[/h]
[h=2]ti direi: non lasciarti intimidire dalle opinioni altrui.[/h]
[h=2]Poiché solo la mediocrità cerca conferme,[/h]
[h=2]affronta i rischi e fa’ quello che desideri...[/h]

Paulo Coelho
 
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