Considerazioni sulla crisi in Ucraina

Dopo alcuni mesi dallo scoppio delle ostilità si può anche fare un bilancio della meravigliosa politica europea a supporto dell'Ucraina, voluta e dettata dal beneamato zio Sam, santo protettore dei regimi atlantisti.
Come avevo previsto l'imposizione di sanzioni economiche nei confronti della Russia ha avuto pesantissime ripercussioni economiche nell'ambito di un contesto già fragile.
L'europa ha compromesso i suoi rapporti economici con il suo principale fornitore di materie prime. Carenze di approvvigionamento nel comparto energetico e delle produzioni sono all'ordine del giorno. I prezzi delle merci sono schizzati verso l'alto. La competitività dell'industria europea nei confronti dei paesi asiatici e degli Stati Uniti è fortemente peggiorata tanto da spingere anche alcuni investitori ad aprire posizioni short nei confronti dell'azionario europeo. La valuta europea viaggia su livelli storicamente molto bassi, contribuendo a peggiorare il quadro inflazionistico. Forti rialzi salariali da paesi importanti come la Germania sono prossimi ad avvenire.
Ovviamente grazie allo spirito di autoflagellazione degli europei si è interotto anche l'export verso la Russia, tanto da provocare forti eccedenze positive nella bilancia commerciale russa.
Allo stesso tempo il quadro inflazionistico è drammatico e la fiducia nei confronti della BCE è ai minimi termini. Anni di rendimenti reali negativi e di smodato uso della macchina stampatrice stanno per presentare il conto. Avere in portafoglio titoli di stato europei equivale a perdere giorno dopo giorno potere d'acquisto.
A questo si aggiunga la perdita di credibilità dovuta al congelamento da parte di americani ed europei dei beni della banca centrale russa e di privati cittadini russi, in spregio a qualsiasi norma di diritto. Tanto da portare molti altri paesi a considerare alternative al dollaro e all'euro.
Ovviamente in questo quadro le nazioni europee sono state allegramente concordi nel decidere un aumento della spesa militare tanto per sprecare ulteriori risorse e per compiacere il vecchio di Washington.
Naturalmente in Ucraina la campagna militare viaggia di successo in successo. Invece che optare per un veloce accordo di pace con i russi in modo da arrivare ad una soluzione per il Donbass e ad un riconoscimento della Crimea, gli Stati Uniti hanno incoraggiato Zelensky a non cedere dandogli certezza sulla vittoria finale. In conseguenza di ciò i russi hanno modificato la loro strategia puntando al logoramente dell'esercito ucraino. Il territorio già in mano russa è in questo momento oggetto di russificazione. Non si tratta più solo della Crimea o del Donbass, ma anche di Kherson e della Zaporizhzhia: un 20% del paese. Che i russi non vogliono più restituire. Riforniti di armi gli ucraini hanno più volte contrattaccato, ottenendo la distruzione dei propri uomini e dei mezzi provenienti dai vari sponsor europei. L'esercito ucraino da segni di cedimento e gli americani stessi prevedono un prossimo confine sulla linea del Dnepr.
La Russia già di suo uno dei principali produttori agricoli controlla le vie di sbocco per la produzione agricola ucraina nel contesto di una drammatica crisi alimentare. Di suo l'economia ucraina è in ginocchio per la guerra e 40 milioni di ucraini vivono di sussidi.
In Italia e altrove nel frattempo si assiste ad una preoccupante penuria di acqua che danneggia l'agricoltura. Questo dovrebbe ricordare il famoso ritornello del cambiamento climatico che ormai è stato definitivamente cestinato. Si torna al carbone.
Il superamento delle risorse fossili e l'adozione delle rinnovabili era possibile solo nel contesto di un economia interconnessa e di scelte condivise. In un mondo in cui Washington decide di isolare l'occidente dal resto del mondo, le scelte per un'economia più green diventano immediatamente obsolete.
Tutto questo è merito naturalmente del buon zio Sam, che avendo organizzato e cucinato il conflitto in Ucraina sin da piazza Maidan può assumersi quasi tutti i meriti. Secondo posto nella classifica del merito va alla stupidità e inconsistenza dei leader europei. Al cameriere di Biden, il vecchio Draghi, va in particolare un encomio particolare, sia per il suo operato alla guida della BCE che per il suo servilismo come primo ministro italiano.
Un terzo posto anche alla Russia il cui leader da perfetto rimbambito è riuscito a fare la parte del cattivo, nascondendo (solo in parte) le responsabilità americane.
 

Forse faresti meglio a preoccuparti di tutti quei personaggi del giornalismo e della politica italiani che fanno a gara per dipingere le idiozie geopolitiche americane come se fossero nell'interesse degli europei. Perchè francamente io non vedo molti agenti di Mosca all'opera in Italia. Ne vedo invece molti che trasudano atlantismo. A conti fatti l'Italia si ritrova in una situazione di m..rda non per scelte filorusse ma per scelte filoamericane.
Mattei era uno che faceva gli interessi dell'Italia e di sicuro non era un servo di Washington.
 
In questa sezione sull'argomento Ucraina cerchiamo di discutere di eventi, strategie e conseguenze economiche. Non è la sezione giusta per inserire titoli ad effetto e frasi propagandistiche del tipo: "È chiarissimo che la minaccia al mondo viene dagli anglosassoni."
 
In questa sezione sull'argomento Ucraina cerchiamo di discutere di eventi, strategie e conseguenze economiche. Non è la sezione giusta per inserire titoli ad effetto e frasi propagandistiche del tipo: "È chiarissimo che la minaccia al mondo viene dagli anglosassoni."

Ho cancellato un mio post contenente link di un'agenzia di stampa ufficiale in cui fonti russe ipotizzano che la situazione possa degenerare fino al bombardamento della capitale britannica a seguito delle attuali prese di posizione occidentali (cui aggiungerei il pretestuoso, ridicolo e nel contempo potenzialmente tragico nonché illegale "blocco" dell'exclave di Kaliningrad da parte della Lituania - chi ci sarà dietro a questa superpotenza mondiale?).
Ovviamente, la controparte addossa (dal suo punto di vista) la responsabilità agli angloamericani. Mi pareva fosse uno dei temi, quello della responsabilità. Se qualche missile arrivasse fino a Trafalgar Square, si tratterebbe di un evento all'interno di una strategia che avrebbe enormi conseguenze economiche (e non solo economiche).

Però mi scuso per non avere compreso che la notizia e la citazione (virgolettata: discutibilissima) non era IT. A mia discolpa, la convinzione che l'ipotesi di un bombardamento di Londra conseguente alla crisi ucraina fosse in topic, ben più in topic di post precedenti assai tranchant e con prese di posizione ben poco motivate, che non starò a citare.
 

Una fabbrica di baggianate seriali ma che non va in alcun modo sottovalutata
La valanga di voti M5S e Lega alle scorse politiche è parzialmente ascrivibile a loro

Va anche detto che nell'originale CIA 2017 le modalità operative non sono affatto descritte con chiarezza

Più che legittimo anche il sospetto che spingere partiti così inconsistenti sia un'operazione ben vista anche dagli americani
Solo la debolezza dello scorso governo ha permesso la creazione del governo Draghi con tutto quello che ne è seguito e seguirà
 
Il vero problema è che non abbiamo ben chiari gli obbiettivi delle parti in gioco.

Il più chiaro è quello ucraino, perché è un obbiettivo nazionale.

La Russia: dopo il tentativo iniziale su Kiev ha "ripiegato" sul solo Donbass o questo è solo una tappa per poi aprire il corridoio con la Moldavia, Odessa e poi il resto del paese? O forse ancora, c'è un progetto di ricostituire l'URSS o addirittura di cambiare l' "ordine mondiale"?

Gli anglo-americani: hanno un obbiettivo di contenimento, cioè una pace " alla Kissiger " o c'è a questo punto un obbiettivo più vasto, che passa attraverso l'apertura di un secondo fronte baltico e magari di un terzo fronte in Kazakistan?

Perché se siamo di fronte a uno scontro locale, al "piccolo gioco", allora ha senso la posizione franco - italo - tedesca e l'idea di risolvere la questione rapidamente e cercare di tornare al mondo precedente.

Se invece si è aperto il "grande gioco" allora tutti i discorsi sulle trattative, sulle sanzioni sono il guardare la pagliuzza e non vedere la trave che sta arrivando.

Tranquillo: non le hanno neanche loro
Gli americani cercano di capire le intenzioni russe e viceversa ma non ce ne sono da una parte né dall'altra

SE ( sottolineo il se ) c'è da dare un credito pur minimo alle dichiarazioni dei vari Lavrov, Medvedev, Patrushev, Svetlova Milfova e così via si potrebbe inquadrare storicamente la faccenda, ipotizzare una durata del conflitto tra i 5 e i 10 anni, tra alti e bassi, e un finale a sorpresa

Ma, dato il tenore, mi sembra più naturale dare per scontato nelle dichiarazioni dei russi un tasso alcolemico tra il 2,5 e il 4,5/l quindi ogni considerazione lascia iltempo che trova
 
Forse faresti meglio a preoccuparti di tutti quei personaggi del giornalismo e della politica italiani che fanno a gara per dipingere le idiozie geopolitiche americane come se fossero nell'interesse degli europei. Perchè francamente io non vedo molti agenti di Mosca all'opera in Italia. Ne vedo invece molti che trasudano atlantismo. A conti fatti l'Italia si ritrova in una situazione di m..rda non per scelte filorusse ma per scelte filoamericane.
Mattei era uno che faceva gli interessi dell'Italia e di sicuro non era un servo di Washington.
Visto i trascorsi col Signor Putin avuti con Berlusconi, dubito fortemente che non abbiamo agenti di Mosca all'opera in Italia.
Ce ne sono. Invischiati nella televisione e nel giornalismo.
E sono fin troppi.

In ogni caso la Russia dovrebbe cedere Kaliningrad all'Europa.
Non ha senso che abbia quel territorio.
 
su kaliningrad: se i russi vogliono estendere il conflitto hanno un pretesto, mi parrebbe una scelta rischiosa.
In questa situazione è abbastanza ovvio che il trasporto merci tra alcuni paesi sarà meno fluido, per tempi lunghi. D'altra parte perchè mai un paese dovrebbe esser obbligato a concedere ad altri paesi il traffico merci sul proprio territorio? Questa è stata la consuetudine per alcuni decenni, ma visti i rapporti attuali, non può più esserlo.
 
Visto i trascorsi col Signor Putin avuti con Berlusconi, dubito fortemente che non abbiamo agenti di Mosca all'opera in Italia.
Ce ne sono. Invischiati nella televisione e nel giornalismo.
E sono fin troppi.

In ogni caso la Russia dovrebbe cedere Kaliningrad all'Europa.
Non ha senso che abbia quel territorio.


Q.E.D.

Non riuscendo i russi a combinare più niente nel carnaio del fronte muovono i loro pupazzetti a colpi di dossier in tutta Europa
In Gran Bretagna gli è riuscito, in Germania no, in Italia si vedrà

Mi sembra utile sottolineare come l'Italia sia storicamente il soggetto più debole e inaffidabile di qualunque alleanza
E, per citare la buonanima, l'Italia è una portaerei sul Mediterraneo. In questo aveva ragione.
Non è da escludere che il prossimo obiettivo russo sia proprio l'Italia piuttosto che le varie Moldava, Lituania, Georgia e altri posti che contano meno di zero.
 
La visita a Taiwan di Nancy Pelosi (circa un mese fa) è stata diffusamente criticata; ma scopriremo solo nel tempo eventuali conseguenze, e mai sapremo come sarebbero andate le cose con scelte diverse. E' chiaro che non è la pura visita in sè a determinare chissacosa. Sagnala però la probabile scelta di una certa direzione.
Quella visita favorisce l'inasprimento dei rapporti non solo tra Usa e Cina, ma anche tra Taiwan e Cina. La minacciosa risposta militare cinese ribadisce a Taiwan che deve esser pronta a difendersi da un attacco cinese. La Cina mostra, ha mostrato il suo lato peggiore ed è quindi possibile che inasprendo i rapporti tra Cina e Taiwan, divenga molto meno probabile una futura unione consensuale dei 2 paesi. Se qualcuno segue la politica taiwanese, magari potrà raccontare se vi saranno cambiamenti, se perderanno consenso i partiti favorevoli o non troppo sfavorevoli all'unione con la Cina. Anche l'opinione pubblica taiwanese potrebbe cambiare. Limitare i rapporti economici, ma anche i viaggi tra Taiwan e Cina, potrebbe limitare la possibilità di una riunificazione futura.

E' che la Cina è rimasta un paese non democratico, scegliendo una strada diversa avrebbe potuto ambire alla riunificazione consensuale molto più facilmente.

Quella visita della Pelosi potrebbe esser ben voluta da chi crede che sia definitivamente fallita l'idea che la Cina potesse, dagli anni 90 in poi, svilupparsi economicamente divenendo democratica o perlomeno rispettosa dell'ordine mondiale a noi caro e non interessata a modificarlo nè ad estendere eccessivamente la propria influenza. Le dittature estere all'occidente, a noi europei ed agli americani, non danno particolari fastidi, purchè restino ben confinate, ininfluenti culturalmente, deboli militarmente, tecnologicamente arretrate e siano prive di eccessive ambizioni geopolitiche e di esportazione del proprio modello autoritario.
L'idea che Russia e Cina, sviluppandosi economicamente ed intrecciando rapporti commerciali intensi con l'"occidente" potessero unirsi nel tempo al sostegno appunto di un certo tipo di ordine mondiale pare fallita ed è abbastanza logico ritenere di dover passare da una politica di collaborazione economica e scientifica ad una politica di contenimento (militare, economico, tecnologico-scientifico).

Questa strada probabilmente non sarà indolore, anche in assenza di guerre, poichè potrebbe favorire minor crescita economica e della produttività, più inflazione. Lo vediamo già oggi. Potrebbero esser rivisti gli investimenti ed i rapporti con numerosi paesi emergenti, che talvolta saranno chiamati a schierarsi.

Come già scrivevo molti mesi fa, la Cina a me sembra uno dei paesi più a rischio in questa situazione, poichè potrebbe subire una notevole crisi economica, sociale e poi politica. Non è per nulla scontato, nè secondo me probabile che possa continuare a crescere come negli anni passati.
E' che un paese quando cresce da molti anni, economicamente, militarmente, scientificamente, può sentirsi molto forte, ma l'idea di non far sforzi maggiori divenire progressivamente un paese più democratico e l'idea di opporsi, seppur in maniera non netta, ad un certo tipo di ordine mondiale, può avere un costo molto elevato.

Con la guerra in Ucraina la Cina forse ha avuto l'occasione di scegliere in maniera netta tra la strada del supporto ai regimi autoritari e qualcosa che chiamerei "occidente".

Gli Usa non potrebbero opporsi ad una riunificazione più o meno consensuale tra Cina e Taiwan; una riunificazione consensuale che probabilmente sarebbe più che mai possibile se la Cina nel tempo cambiasse direzione. Perchè mai i taiwanesi dovrebbero temere una riunificazione se la Cina fosse rispettosa dei diritti delle persone e delle libertà, democratica, evoluta scientificamente ed economicamente ed in buoni rapporti con l'occidente?
 
La Cina non mi pare che dia l'idea di volere la democrazia al suo interno. A Hong Kong mi pare che si siano adeguati al sistema cinese, forse questo non ha usato il metodo Tienanmen però tiene il posto tranquillo e agganciato.
 
Se la Cina ritiene sia opportuno cambiare, credo possa farlo, lentamente. Ad esempio: la Cina si è sviluppata molto rapidamente, senza la riunificazione con Taiwan. E' veramente necessario che la riconquisti entro il 2049, anche al costo di una guerra? Secondo me no, non era necessario quel programma; è una scelta quella di mostrare di voler riprendere Taiwan anche con la forza e la guerra.
Una guerra localizzata nei dintorni di Taiwan, oltre ai morti, potrebbe portare a sanzioni e limitazioni nei rapporti con Usa-Europa-Giappone-Corea del Sud e forse India. Ma anche senza arrivare alla guerra, la Cina pagherà un prezzo per la linea scelta.

Il futuro è tutto da scrivere; poi magari andrà bene ai cinesi, chissà, nel tempo non è scontato che gli Usa restino quel che sono attualmente; ma secondo me la maggior minaccia per gli Usa...sono gli Usa stessi, ovvero la politica interna. Si spera non degeneri
 
In realtà da quando l'Ucraina è finita sotto l'influenza americana non è mai stata tanto povera e antidemocratica.
Ma a parte questo il tuo ragionamento è viziato da un'altra cosa. Esso parte dal presupposto che l'occidente e la sudditanza agli Stati Uniti siano fonte di benessere per le popolazioni. Questo poteva essere vero quando c'era l'occidente da una parte e i regimi comunisti dall'altro. Il problema del comunismo è che non funziona perchè non permette la formazione dei prezzi e non consente agli attori di prendere decisioni che abbiano un senso economico. Per questo la Cina prima e la Russia dopo hanno abbandonato questa forma bacata di governance economica.
Oggi l'occidente non ha più alcun vantaggio competitivo se non una massa critica iniziale che si va erodendo.
Molti paesi occidentali oggi sono in crisi. Prendi anche il caso italiano.
Nel dopoguerra l'Italia ha beneficiato di un forte sviluppo economico grazie al quale la popolazione ha raggiunto un buon grado di benessere. Ma il meccanismo si è inceppato da parecchio tempo. E il declino economico sembra abbastanza evidente.
Mi sembra che il debito continua a crescere per cercare di supportare uno stato sociale che non appartiene più al contesto italiano. La società italiana è malata e si percepisce malessere. In una discussione di questo forum ci sono residenti italiani che sognano o cercano di vivere di rendita senza lavorare, salvo poi vedere che badano con apprensione ai prezzi dei supermercati.
Magari ci sono anche alcuni economisti che hanno trovato nelle liriche di Katy Perry le chiavi di lettura dell'azioni umane e che ti diranno quanto bene si viva in Italia. Però penso che questo sia più un fantasma del passato che il contingente.
La trippa per gatti potrebbe essere agli sgoccioli.
Può essere che in Italia ci sia un po' un'idea di vivere bene per la concomitanza di alcuni fattori socio-culturali.
Per esempio in Italia si mangia meglio che altrove e molti contesti sono gradevoli.
Ma queste sono più che altro eredità del passato.
Se depuriamo il discorso da questi fattori il quadro che emerge non mi sembra gradevole nè ora, nè per il futuro.
Ottimo post!
 
Certo che potevo capire la confusione iniziale un anno e mezzo fa ma stare a supportare un post vecchio di 1 anno con la conoscenza che si è sviluppata oggi è perseverazione.
La differenza è tutta qui negli ultimi 20 anni: lo sviluppo economico, sociale e artistico della Polonia a sinistra, il dover andare in bagno uscendo di casa in ogni centro abitato fuori dalle città e scuole senza riscaldamento nelle città povere nella parte asiatica a destra e l'Ucraina in mezzo che guardando a sinistra e a destra ha cercato di prendere il meglio dei due mondi, ovviamente con un po' di sbilanciamento perchè a destra c'è poco di riutilizzabile da imitare...
 
Certo che potevo capire la confusione iniziale un anno e mezzo fa ma stare a supportare un post vecchio di 1 anno con la conoscenza che si è sviluppata oggi è perseverazione.
La differenza è tutta qui negli ultimi 20 anni: lo sviluppo economico, sociale e artistico della Polonia a sinistra, il dover andare in bagno uscendo di casa in ogni centro abitato fuori dalle città e scuole senza riscaldamento nelle città povere nella parte asiatica a destra e l'Ucraina in mezzo che guardando a sinistra e a destra ha cercato di prendere il meglio dei due mondi, ovviamente con un po' di sbilanciamento perchè a destra c'è poco di riutilizzabile da imitare...
187 messaggi in 9 anni e quei pochi sono il ripetere i luoghi comuni come quella che i bagni in russia sono all'aperto insieme ad altri luoghi comuni che ripetono in continuazione gli haters nella sezione conflitto ucraino.
 
187 messaggi in 9 anni e quei pochi sono il ripetere i luoghi comuni come quella che i bagni in russia sono all'aperto insieme ad altri luoghi comuni che ripetono in continuazione gli haters nella sezione conflitto ucraino.
Veramente credo che sia uno dei pochi commenti di carattere non prettamente economico che ho fatto.
Grazie per aver riassunto le mie statistiche, ne vado piuttosto fiero :)

Per quanto riguarda i "luoghi comuni", ya voobshe ne fantizisoroyu. Ya videl i "prozhil"... chi vuole informarsi farebbe a non leggere nè me e nè te su un Forum ma semplicemente a chiedere ad un Russo dove preferirebbe vivere e cosa ne pensa delle condizioni sociali della Russia.
Ho avuto l'impressione che sono alquanto diretti e onesti, no?

Questi in ogni caso sono argomenti divisivi in questo periodo e immagino che nè io nè te abbiamo voglia di perdere tempo in queste discussioni: io ho riportato la mia testimonianza, tu la neghi. Grazie per il tuo contributo, siamo in democrazia alla fine di tutto :)

Buona serata
 
Veramente credo che sia uno dei pochi commenti di carattere non prettamente economico che ho fatto.
Grazie per aver riassunto le mie statistiche, ne vado piuttosto fiero :)

Per quanto riguarda i "luoghi comuni", ya voobshe ne fantizisoroyu. Ya videl i "prozhil"... chi vuole informarsi farebbe a non leggere nè me e nè te su un Forum ma semplicemente a chiedere ad un Russo dove preferirebbe vivere e cosa ne pensa delle condizioni sociali della Russia.
Ho avuto l'impressione che sono alquanto diretti e onesti, no?

Questi in ogni caso sono argomenti divisivi in questo periodo e immagino che nè io nè te abbiamo voglia di perdere tempo in queste discussioni: io ho riportato la mia testimonianza, tu la neghi. Grazie per il tuo contributo, siamo in democrazia alla fine di tutto :)

Buona serata
Io non nego nulla, ho solo detto che quelli che hai scritto sono luoghi comuni.
 
Dopo alcuni mesi dallo scoppio delle ostilità si può anche fare un bilancio della meravigliosa politica europea a supporto dell'Ucraina, voluta e dettata dal beneamato zio Sam, santo protettore dei regimi atlantisti.
Come avevo previsto l'imposizione di sanzioni economiche nei confronti della Russia ha avuto pesantissime ripercussioni economiche nell'ambito di un contesto già fragile.
L'europa ha compromesso i suoi rapporti economici con il suo principale fornitore di materie prime. Carenze di approvvigionamento nel comparto energetico e delle produzioni sono all'ordine del giorno. I prezzi delle merci sono schizzati verso l'alto. La competitività dell'industria europea nei confronti dei paesi asiatici e degli Stati Uniti è fortemente peggiorata tanto da spingere anche alcuni investitori ad aprire posizioni short nei confronti dell'azionario europeo. La valuta europea viaggia su livelli storicamente molto bassi, contribuendo a peggiorare il quadro inflazionistico. Forti rialzi salariali da paesi importanti come la Germania sono prossimi ad avvenire.
Ovviamente grazie allo spirito di autoflagellazione degli europei si è interotto anche l'export verso la Russia, tanto da provocare forti eccedenze positive nella bilancia commerciale russa.
Allo stesso tempo il quadro inflazionistico è drammatico e la fiducia nei confronti della BCE è ai minimi termini. Anni di rendimenti reali negativi e di smodato uso della macchina stampatrice stanno per presentare il conto. Avere in portafoglio titoli di stato europei equivale a perdere giorno dopo giorno potere d'acquisto.
A questo si aggiunga la perdita di credibilità dovuta al congelamento da parte di americani ed europei dei beni della banca centrale russa e di privati cittadini russi, in spregio a qualsiasi norma di diritto. Tanto da portare molti altri paesi a considerare alternative al dollaro e all'euro.
Ovviamente in questo quadro le nazioni europee sono state allegramente concordi nel decidere un aumento della spesa militare tanto per sprecare ulteriori risorse e per compiacere il vecchio di Washington.
Naturalmente in Ucraina la campagna militare viaggia di successo in successo. Invece che optare per un veloce accordo di pace con i russi in modo da arrivare ad una soluzione per il Donbass e ad un riconoscimento della Crimea, gli Stati Uniti hanno incoraggiato Zelensky a non cedere dandogli certezza sulla vittoria finale. In conseguenza di ciò i russi hanno modificato la loro strategia puntando al logoramente dell'esercito ucraino. Il territorio già in mano russa è in questo momento oggetto di russificazione. Non si tratta più solo della Crimea o del Donbass, ma anche di Kherson e della Zaporizhzhia: un 20% del paese. Che i russi non vogliono più restituire. Riforniti di armi gli ucraini hanno più volte contrattaccato, ottenendo la distruzione dei propri uomini e dei mezzi provenienti dai vari sponsor europei. L'esercito ucraino da segni di cedimento e gli americani stessi prevedono un prossimo confine sulla linea del Dnepr.
La Russia già di suo uno dei principali produttori agricoli controlla le vie di sbocco per la produzione agricola ucraina nel contesto di una drammatica crisi alimentare. Di suo l'economia ucraina è in ginocchio per la guerra e 40 milioni di ucraini vivono di sussidi.
In Italia e altrove nel frattempo si assiste ad una preoccupante penuria di acqua che danneggia l'agricoltura. Questo dovrebbe ricordare il famoso ritornello del cambiamento climatico che ormai è stato definitivamente cestinato. Si torna al carbone.
Il superamento delle risorse fossili e l'adozione delle rinnovabili era possibile solo nel contesto di un economia interconnessa e di scelte condivise. In un mondo in cui Washington decide di isolare l'occidente dal resto del mondo, le scelte per un'economia più green diventano immediatamente obsolete.
Tutto questo è merito naturalmente del buon zio Sam, che avendo organizzato e cucinato il conflitto in Ucraina sin da piazza Maidan può assumersi quasi tutti i meriti. Secondo posto nella classifica del merito va alla stupidità e inconsistenza dei leader europei. Al cameriere di Biden, il vecchio Draghi, va in particolare un encomio particolare, sia per il suo operato alla guida della BCE che per il suo servilismo come primo ministro italiano.
Un terzo posto anche alla Russia il cui leader da perfetto rimbambito è riuscito a fare la parte del cattivo, nascondendo (solo in parte) le responsabilità americane.
Sarebbe interessante riprendere qs. thread dopo gli ultimi sviluppi (truppe NAto sul territorio ucraino , invio di missili media /lunga gittata, Transnistria e "pentimento " di Biden per eccessivo supporto all'Ucraina, etc etc. :pop: ).... Secondo me qs." Guerra Grande" sottotraccia sta ormai arrivando in una zona davvero "melmosa" senza un inversione di rotta della narrativa imperante.
 
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