Considerazioni sulla crisi in Ucraina

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

La dinamica fra un egemone e i suoi satelliti è sempre la stessa, non c'è nulla di speciale in quella fra USA e Europa.

Noi europei paghiamo il dazio di supportarli nelle loro avventure (non sempre sempre), di giocare secondo le regole del loro mercato, di accettare l'influenza della loro cultura. In cambio, possiamo mantenere le spese militari al 2% scarso del pil e concentrarci sul benessere economico, mantenendo al minimo il livello di violenza nella società.

Torno quindi a ripetere: cosa dovremmo fare, qual è l'alternativa? Sfidare l'egemone? Non comporterebbe dei costi immensi, sia sul piano economico che sociale?

Se leggi il mio primo post ho preso spunto dalla crisi ucraina per esprimere i miei dubbi sulla razionalità della politica estera americana.
O meglio la politica estera americana può anche avere un senso se viene interpretata come l'affanoso tentativo di rimanere la potenza dominante.
Ma sotto tutti gli altri aspetti è una iattura soprattutto per i paesi europei.
Io non ho la necessità di cercare soluzioni allo stato delle cose. Quello che forse i paesi europei collettivamente potrebbero fare è contestare agli Stati Uniti la loro politica estera e dire dei no chiari. Almeno i paesi dell'Europa core.
Per il resto l'Italia può fare ben poco per conto suo viste le pessime condizioni economiche, finanziarie e sociali in cui si ritrova. Non si capisce invece molto bene dove vedi i vantaggi dell'ombrello americano. Io non vedo tutta questa ricerca spensierata del benessere economico. Mi pare veramente una stupidaggine dire che sotto la benevola protezione americana l'Italia prospera economicamente. E parimenti mi pare surreale dire che per questo agli italiani convenga sottostare ai voleri di Washington.
 
Peccato che il castello di carte europeo si regge sui deficit commerciali USA e l’esportazione di capitali da parte della finanza Made US.

Blackrock ha asset under management per 10 trillioni di $ , 5 volte il Pil russo :yes:
 
Il problema della tecnologia è un paradigma che tiro fuori spesso anche io, noi europei ma soprattutto italiani abbiamo perso una corsa all'oro negli anni 90 e oggi siamo succubi dell'innovazione USA.
Ma non possiamo additare loro per aver creato multinazionali con prodotti 10 anni avanti a quelli che potremmo fa noi. Anche i software o start-up nate in Italia partono da prodotti/know-how USA.
Sinceramente preferisco questo ad un isolamento dittatoriale stile Cina.
Poi che l'America ti vende la libertà e ti fa pagare il conto a rate sono d'accordo.
Ma l'alternativa è ?

Il contenuto tecnologico di molte aziende internet non è granchè.
Amazon per esempio è un venditore di prodotti via internet. Fornisce anche servizi cloud ma non mi sembra che questo sia il massimo della tecnologia. Anche la cinese Alibaba fa lo stesso.
Ma mentre in Russia e in Cina ci sono soggetti nazionali che occupano questi spazi, gli europei si sono lasciati colonizzare dagli americani.
Per esempio molte piccole aziende in Italia sono fallite a causa di Amazon. E il gettito fiscale è sparito.
Quello che credo stia avvenendo è che gli Stati Uniti hanno iniziato a cannibalizzare direttamente i loro "alleati" anche a livello economico.
Come dicevo il primo atto dell'amministrazione Biden è stato proprio quello di impedire che gli europei iniziassero a fare qualcosa a riguardo. A proposito dei benefici economici dell'ombrello americano.
 
Peccato che il castello di carte europeo si regge sui deficit commerciali USA e l’esportazione di capitali da parte della finanza Made US.

Blackrock ha asset under management per 10 trillioni di $ , 5 volte il Pil russo :yes:

Forse se usassi meno faccine potresti guadagnare in chiarezza. Quello che dici sembra contraddittorio.
 
E' difficile interpretare affermazioni apparentemente contradditorie di una persona che non conosci. Magari se non sei timido e ti spieghi meglio.

E’ chiarissimo , evidentemente devi studiare di più … ripetizioni aggratis anche no :no:
 
Il contenuto tecnologico di molte aziende internet non è granchè.

spiegati meglio ^^ perchè sembra una frase molto buttata la, visto che il contenuto tecnologico delle top aziende USA è semplicemente alieno per noi
 
spiegati meglio ^^ perchè sembra una frase molto buttata la, visto che il contenuto tecnologico delle top aziende USA è semplicemente alieno per noi

Beh, non è che l'infrastruttura informatica di google o anche di amazon siano qualcosa di irreplicabile, dai. Motori di ricerca abbondano, negozi online con possibilità di venditori terzi esistevano anche prima. E' solo che per queste cose internet favorisce la concentrazione, e chi ha la posizione dominante ce l'ha perchè clienti attirano clienti, non perchè sia straordinariamente migliore dei concorrenti.
Anche nel settore trasporti, non è che Tesla stia facendo qualcosa che le altre aziende di auto non siano in grado di fare (e infatti auto elettriche te le fa anche la fiat, e la 500 elettrica a me non dispiace neanche come prestazioni ed estetica), mentre nel settore telecomunicazioni a parte apple mi sembra che il settore sia in mano asiatica, corea del sud per la progettazione e taiwan per i chip.
Più che altro, gli Usa sono la fucina di idee: spirito imprenditoriale, silicon valley e ampi capitali a disposizione di tutto che permettono anche alle idee apparentemente stupide di avere una chance, fino a che il successo ti fa capire che stupide non erano. Non è che i programmatori capaci di creare il nucleo di facebook in europa non esistevano, è solo impensabile che un servizio simile venga creato qui PRIMA che qualche altro sito abbia dimostrato che è fattibile (e cmq non raggiungerebbe la massa critica che gli permette di espandersi a livello globale).
 
Il contenuto tecnologico di molte aziende internet non è granchè.
Amazon per esempio è un venditore di prodotti via internet. Fornisce anche servizi cloud ma non mi sembra che questo sia il massimo della tecnologia. Anche la cinese Alibaba fa lo stesso.
Ma mentre in Russia e in Cina ci sono soggetti nazionali che occupano questi spazi, gli europei si sono lasciati colonizzare dagli americani.
Per esempio molte piccole aziende in Italia sono fallite a causa di Amazon. E il gettito fiscale è sparito.
Quello che credo stia avvenendo è che gli Stati Uniti hanno iniziato a cannibalizzare direttamente i loro "alleati" anche a livello economico.
Come dicevo il primo atto dell'amministrazione Biden è stato proprio quello di impedire che gli europei iniziassero a fare qualcosa a riguardo. A proposito dei benefici economici dell'ombrello americano.


Beh, non è che l'infrastruttura informatica di google o anche di amazon siano qualcosa di irreplicabile, dai. Motori di ricerca abbondano, negozi online con possibilità di venditori terzi esistevano anche prima. E' solo che per queste cose internet favorisce la concentrazione, e chi ha la posizione dominante ce l'ha perchè clienti attirano clienti, non perchè sia straordinariamente migliore dei concorrenti.
Anche nel settore trasporti, non è che Tesla stia facendo qualcosa che le altre aziende di auto non siano in grado di fare (e infatti auto elettriche te le fa anche la fiat, e la 500 elettrica a me non dispiace neanche come prestazioni ed estetica), mentre nel settore telecomunicazioni a parte apple mi sembra che il settore sia in mano asiatica, corea del sud per la progettazione e taiwan per i chip.
Più che altro, gli Usa sono la fucina di idee: spirito imprenditoriale, silicon valley e ampi capitali a disposizione di tutto che permettono anche alle idee apparentemente stupide di avere una chance, fino a che il successo ti fa capire che stupide non erano. Non è che i programmatori capaci di creare il nucleo di facebook in europa non esistevano, è solo impensabile che un servizio simile venga creato qui PRIMA che qualche altro sito abbia dimostrato che è fattibile (e cmq non raggiungerebbe la massa critica che gli permette di espandersi a livello globale).

Si ma l'alternativa quindi era quella di non accettare la tecnologia USA e campare della nostra e si evolveva mano a mano?
Perché a quel punto qui in Italia l'anno scorso stavamo ancora con Olivetti, tubi catodici, chip e software scarsi etc... e quindi con produttività da Argentina. La Cina ci è riuscita in 50 anni di cambiamento culturale... noi abbiamo un PA ancora al 70% su carta.
Capito quello che intendo? O accettiamo di essere schiavi della tecnologia e risorse americane o, in un mondo globalizzato e sempre più dipendente, veniamo tagliati fuori.
Inoltre non facciamo i superficiali, quello che c'è dietro a FB, Google ma anche aziende più piccole per noi ancora oggi nel 2022 è irraggiungibile, sia per know-how che per capitali. Il tech è un settore così ad alti margini che se ne eravamo in grado non stavamo di certo a campare solo con l'agroalimentare e i tessuti.
 
Si ma l'alternativa quindi era quella di non accettare la tecnologia USA e campare della nostra e si evolveva mano a mano?
Perché a quel punto qui in Italia l'anno scorso stavamo ancora con Olivetti, tubi catodici, chip e software scarsi etc... e quindi con produttività da Argentina. La Cina ci è riuscita in 50 anni di cambiamento culturale... noi abbiamo un PA ancora al 70% su carta.
Capito quello che intendo? O accettiamo di essere schiavi della tecnologia e risorse americane o, in un mondo globalizzato e sempre più dipendente, veniamo tagliati fuori.
Inoltre non facciamo i superficiali, quello che c'è dietro a FB, Google ma anche aziende più piccole per noi ancora oggi nel 2022 è irraggiungibile, sia per know-how che per capitali. Il tech è un settore così ad alti margini che se ne eravamo in grado non stavamo di certo a campare solo con l'agroalimentare e i tessuti.

Ma non è vero. I russi e soprattutto i cinesi hanno aziende internet equivalenti di quelle americane. I russi non sono certo un'avanguardia tecnologica.
Aziende come Google e Facebook sarebbero perfettamente replicabili da aziende europee. Il fatto è che non c'è la volontà politica di contrastare gli americani in questo settore perchè il controllo del governo americano sulle aziende internet offre allo zio Sam modi per manipolare e spiare paesi terzi che prima non erano possibili.
Ma basta guardare anche l'uniformità di pensiero all'interno del mondo occidentale per capire che c'è qualcosa che non va. Negli anni 60-70 c'era molta più coscienza critica. Oggi sembra di parlare a persone lobotomizzate dai loro telefonini. Quando poi sento dire a degli italiani che conviene accettare di buon grado la subordinazione agli americani perché così economicamente si sta meglio, allora mi cascano le braccia. Se c'è un paese europeo che è in declino e stagnazione economica decennale questo paese è proprio l'Italia. Non è il solo ma è forse quello messo peggio.
Inoltre stavamo parlando delle aziende internet non delle aziende che producono semiconduttori. Ambito in cui per altro l'europea ASML è azienda leader. E nel caso dell'ASML c'è sì un vantaggio tecnologico che rende questa azienda unica. Ma questo primato rischia di andare perso perchè gli americani impediscono la vendita di questi macchinari alla Cina. Che così sta sviluppando autonomamente sia la tecnologia dell'ASML assieme ad altre possibili vie alternative.
 
Se leggi il mio primo post ho preso spunto dalla crisi ucraina per esprimere i miei dubbi sulla razionalità della politica estera americana.
O meglio la politica estera americana può anche avere un senso se viene interpretata come l'affanoso tentativo di rimanere la potenza dominante.
E' proprio questo. L'egemone cerca di mantenere l'egemonia, niente di strano.

Ma sotto tutti gli altri aspetti è una iattura soprattutto per i paesi europei.
Io non ho la necessità di cercare soluzioni allo stato delle cose. Quello che forse i paesi europei collettivamente potrebbero fare è contestare agli Stati Uniti la loro politica estera e dire dei no chiari. Almeno i paesi dell'Europa core.
Nessuna iattura, evitiamo ingenuità. I paesi dell'Europa core si muovono come meglio credono, non sempre assecondando Washington. Ad esempio in questi giorni la Germania sta mantenendo una posizione ambigua sull'Ucraina, proprio a causa della sua volontà di mantenersi in equilibrio con la Russia.

Per il resto l'Italia può fare ben poco per conto suo viste le pessime condizioni economiche, finanziarie e sociali in cui si ritrova. Non si capisce invece molto bene dove vedi i vantaggi dell'ombrello americano. Io non vedo tutta questa ricerca spensierata del benessere economico. Mi pare veramente una stupidaggine dire che sotto la benevola protezione americana l'Italia prospera economicamente. E parimenti mi pare surreale dire che per questo agli italiani convenga sottostare ai voleri di Washington.
Confermi che l'Italia può fare ben poco, OK!
Sul benessere economico, non intendo dire che l'Italia prospera economicamente, ma che può permettersi di pensare quasi solo all'aspetto economico. L'alternativa è preoccuparsi dell'aspetto economico E di quello militare. Le grandi potenze non hanno dei popoli che vivono bene (rispetto all'Italia), e anche gli stessi USA hanno una classe sociale bassa che se la passa peggio di quella italiana.
 
Confermi che l'Italia può fare ben poco, OK!
Sul benessere economico, non intendo dire che l'Italia prospera economicamente, ma che può permettersi di pensare quasi solo all'aspetto economico. L'alternativa è preoccuparsi dell'aspetto economico E di quello militare. Le grandi potenze non hanno dei popoli che vivono bene (rispetto all'Italia), e anche gli stessi USA hanno una classe sociale bassa che se la passa peggio di quella italiana.

Qualche tempo fa una persona mi ha segnalato la rivista Limes. Quindi mi sono guardato un po' di loro discussioni su youtube. Tendenzialmente dicono cose condivisibili, quanto meno non è la solita melassa completamente filo americana che si ritrova nella stampa generalista.
Quello che stai dicendo è quasi una fotocopia di una loro frequente argomentazione. Ed è proprio quella che trovo più risibile.
Sono d'accordo sul fatto che in genere i popoli dei paesi imperialisti non vivono bene. Ma che i popoli dei paesi sudditi dei paesi imperialisti vivano meglio è tutto da dimostrare.
Invece è ragionevole pensare che in linea di massima i popoli dei paesi sudditi stanno quasi sempre peggio di quello del paese dominante per ovvi motivi.
Se succede il contrario potrebbe essere la conseguenza di un particolare contesto storico.
Se vogliamo contestualizzare il discorso l'Europa potrebbe aver beneficiato nel passato della Guerra Fredda che ha costretto gli Stati Uniti a spendersi per le economie dei paesi europei. Ma non è più così da anni. Come dicevo la mia impressione è che Washington abbia iniziato a cannibalizzare le economie dei suoi alleati europei. Oggi come oggi essere sudditi degli americani comporta oneri economici sempre più evidenti.
Prendiamo anche un altro contesto: l'America Latina. Lì il padrone di casa è lo zio Sam da ben prima che in Europa. Ma in questo caso i popoli locali hanno quasi sempre vissuto in condizioni economiche peggiori di quelle degli americani. E' probabilmente lo scenario che attende l'Europa se gli europei non si scrollano di dosso gli americani in un modo o nell'altro.
Vuoi altri esempi e contestualizzazioni che smontano in maniera più lampante l'assunto di Limes che hai riproposto? Posso farteli.
Per quanto riguardo il discorso Italia non so sinceramente se i senzatetto italiani siano in una condizione migliore di quelli americani. Però io ho i miei dubbi che in generale si viva meglio in Italia piuttosto che negli Stati Uniti (il discorso gastronomico può essere fuorviante).
Dire che l'ombrello americano permette di preoccuparsi dell'aspetto economico e non di quello militare è una roba che praticamente non ha senso. Che cosa significa questa opportunità quando dall'altro lato l'egemone ti obbliga a fare dolorose scelte antieconomiche?
E quale peso mai può avere l'onere di preoccuparsi della difesa di un paese come l'Italia? Quali spese militari occorrono per approntare le difese contro la potenziale invasione dell'Albania? Fra l'altro se non fossimo all'interno del conteso NATO (come è il caso di paesi derelitti come l'Austria e la Svizzera) potremmo scegliere da chi acquistare armamenti. Russi e cinesi offrono armamenti equivalenti a quelli americani a prezzi molto più bassi. Per la difesa italiana direi che si può scendere anche ben al di sotto del 2% se punti ad essere un paese indipendente e pacifico.
 
Qualche tempo fa una persona mi ha segnalato la rivista Limes. Quindi mi sono guardato un po' di loro discussioni su youtube. Tendenzialmente dicono cose condivisibili, quanto meno non è la solita melassa completamente filo americana che si ritrova nella stampa generalista.
Quello che stai dicendo è quasi una fotocopia di una loro frequente argomentazione. Ed è proprio quella che trovo più risibile.
Sono d'accordo sul fatto che in genere i popoli dei paesi imperialisti non vivono bene. Ma che i popoli dei paesi sudditi dei paesi imperialisti vivano meglio è tutto da dimostrare.
Invece è ragionevole pensare che in linea di massima i popoli dei paesi sudditi stanno quasi sempre peggio di quello del paese dominante per ovvi motivi.
Se succede il contrario potrebbe essere la conseguenza di un particolare contesto storico.
Se vogliamo contestualizzare il discorso l'Europa potrebbe aver beneficiato nel passato della Guerra Fredda che ha costretto gli Stati Uniti a spendersi per le economie dei paesi europei. Ma non è più così da anni. Come dicevo la mia impressione è che Washington abbia iniziato a cannibalizzare le economie dei suoi alleati europei. Oggi come oggi essere sudditi degli americani comporta oneri economici sempre più evidenti.
Prendiamo anche un altro contesto: l'America Latina. Lì il padrone di casa è lo zio Sam da ben prima che in Europa. Ma in questo caso i popoli locali hanno quasi sempre vissuto in condizioni economiche peggiori di quelle degli americani. E' probabilmente lo scenario che attende l'Europa se gli europei non si scrollano di dosso gli americani in un modo o nell'altro.
Vuoi altri esempi e contestualizzazioni che smontano in maniera più lampante l'assunto di Limes che hai riproposto? Posso farteli.
Per quanto riguardo il discorso Italia non so sinceramente se i senzatetto italiani siano in una condizione migliore di quelli americani. Però io ho i miei dubbi che in generale si viva meglio in Italia piuttosto che negli Stati Uniti (il discorso gastronomico può essere fuorviante).
Dire che l'ombrello americano permette di preoccuparsi dell'aspetto economico e non di quello militare è una roba che praticamente non ha senso. Che cosa significa questa opportunità quando dall'altro lato l'egemone ti obbliga a fare dolorose scelte antieconomiche?
E quale peso mai può avere l'onere di preoccuparsi della difesa di un paese come l'Italia? Quali spese militari occorrono per approntare le difese contro la potenziale invasione dell'Albania? Fra l'altro se non fossimo all'interno del conteso NATO (come è il caso di paesi derelitti come l'Austria e la Svizzera) potremmo scegliere da chi acquistare armamenti. Russi e cinesi offrono armamenti equivalenti a quelli americani a prezzi molto più bassi. Per la difesa italiana direi che si può scendere anche ben al di sotto del 2% se punti ad essere un paese indipendente e pacifico.

L'egemone stabilisce le regole del gioco, e conserva la supremazia su pochi asset specifici, tipo alta tecnologia militare. Il resto dipende dalle capacità del paese satellite e dalle condizioni al contorno. Spesso l'egemone attua una politica di bilancia commerciale passiva, in modo da assorbire i beni prodotti dai satelliti per rafforzarne la dipendenza. Anche questo aiuta i satelliti perché gli offre un bacino di sbocco per la produzione.

Non è garantita nessuna prosperità economica, semplicemente è più probabile in un paese pacifico con spese militari minime che non in una potenza imperiale costretta a spendere tantissimo in armamenti e senza possibilità di espandere troppo lo stato sociale.

Nel caso US Europa, fino agli anni 90 pieni la dinamicità delle due economie era paragonabile. In seguito, non per una sorta di "attacco" americano, ma a causa delle politiche di austerità, tagli, privatizzazioni e mancati investimenti, i paesi europei hanno perso terreno sull'high tech, un settore cruciale. L'ascesa della Cina e la solita concorrenza degli asiatici ha messo il carico.

I paesi che hanno mantenuto un buon andamento dell'economia, come la Germania, hanno semplicemente sfruttato all'estremo la bilancia passiva degli USA portando a livelli altissimi le esportazioni di beni industriali, facendo scopa con le dinamiche di svalutazione competitiva che la moneta unica ha offerto alla Germania.

In conclusione, al di là di singoli casi particolari, non vedo gli USA come un problema per l'economia italiana/europea.
 
Qualche tempo fa una persona mi ha segnalato la rivista Limes. Quindi mi sono guardato un po' di loro discussioni su youtube. Tendenzialmente dicono cose condivisibili, quanto meno non è la solita melassa completamente filo americana che si ritrova nella stampa generalista.
Quello che stai dicendo è quasi una fotocopia di una loro frequente argomentazione. Ed è proprio quella che trovo più risibile.
Sono d'accordo sul fatto che in genere i popoli dei paesi imperialisti non vivono bene. Ma che i popoli dei paesi sudditi dei paesi imperialisti vivano meglio è tutto da dimostrare.
Invece è ragionevole pensare che in linea di massima i popoli dei paesi sudditi stanno quasi sempre peggio di quello del paese dominante per ovvi motivi.
Se succede il contrario potrebbe essere la conseguenza di un particolare contesto storico.
Se vogliamo contestualizzare il discorso l'Europa potrebbe aver beneficiato nel passato della Guerra Fredda che ha costretto gli Stati Uniti a spendersi per le economie dei paesi europei. Ma non è più così da anni. Come dicevo la mia impressione è che Washington abbia iniziato a cannibalizzare le economie dei suoi alleati europei. Oggi come oggi essere sudditi degli americani comporta oneri economici sempre più evidenti.
Prendiamo anche un altro contesto: l'America Latina. Lì il padrone di casa è lo zio Sam da ben prima che in Europa. Ma in questo caso i popoli locali hanno quasi sempre vissuto in condizioni economiche peggiori di quelle degli americani. E' probabilmente lo scenario che attende l'Europa se gli europei non si scrollano di dosso gli americani in un modo o nell'altro.
Vuoi altri esempi e contestualizzazioni che smontano in maniera più lampante l'assunto di Limes che hai riproposto? Posso farteli.
Per quanto riguardo il discorso Italia non so sinceramente se i senzatetto italiani siano in una condizione migliore di quelli americani. Però io ho i miei dubbi che in generale si viva meglio in Italia piuttosto che negli Stati Uniti (il discorso gastronomico può essere fuorviante).
Dire che l'ombrello americano permette di preoccuparsi dell'aspetto economico e non di quello militare è una roba che praticamente non ha senso. Che cosa significa questa opportunità quando dall'altro lato l'egemone ti obbliga a fare dolorose scelte antieconomiche?
E quale peso mai può avere l'onere di preoccuparsi della difesa di un paese come l'Italia? Quali spese militari occorrono per approntare le difese contro la potenziale invasione dell'Albania? Fra l'altro se non fossimo all'interno del conteso NATO (come è il caso di paesi derelitti come l'Austria e la Svizzera) potremmo scegliere da chi acquistare armamenti. Russi e cinesi offrono armamenti equivalenti a quelli americani a prezzi molto più bassi. Per la difesa italiana direi che si può scendere anche ben al di sotto del 2% se punti ad essere un paese indipendente e pacifico.

La persona mediana italiana (che esiste, e non è una 'invenzione statistica' come la persona media) vive meglio della persona mediana americana. L'ultimo quartile italiano (che esiste) vive meno peggio dell'ultimo quartile americano.
Si chiama stato sociale. E non riguarda solo l'Italia ma l'Europa in generale.
 
L'egemone stabilisce le regole del gioco, e conserva la supremazia su pochi asset specifici, tipo alta tecnologia militare. Il resto dipende dalle capacità del paese satellite e dalle condizioni al contorno. Spesso l'egemone attua una politica di bilancia commerciale passiva, in modo da assorbire i beni prodotti dai satelliti per rafforzarne la dipendenza. Anche questo aiuta i satelliti perché gli offre un bacino di sbocco per la produzione.

Non è garantita nessuna prosperità economica, semplicemente è più probabile in un paese pacifico con spese militari minime che non in una potenza imperiale costretta a spendere tantissimo in armamenti e senza possibilità di espandere troppo lo stato sociale.

Nel caso US Europa, fino agli anni 90 pieni la dinamicità delle due economie era paragonabile. In seguito, non per una sorta di "attacco" americano, ma a causa delle politiche di austerità, tagli, privatizzazioni e mancati investimenti, i paesi europei hanno perso terreno sull'high tech, un settore cruciale. L'ascesa della Cina e la solita concorrenza degli asiatici ha messo il carico.

I paesi che hanno mantenuto un buon andamento dell'economia, come la Germania, hanno semplicemente sfruttato all'estremo la bilancia passiva degli USA portando a livelli altissimi le esportazioni di beni industriali, facendo scopa con le dinamiche di svalutazione competitiva che la moneta unica ha offerto alla Germania.

In conclusione, al di là di singoli casi particolari, non vedo gli USA come un problema per l'economia italiana/europea.

Il tuo discorso secondo me è praticamente lo stesso di quelli di Limes.
Ma mi pare una roba basata su un ottimismo cieco e non sulla realtà di quello che effettivamente accade.
Tu dici che il deficit commerciale statunitense aiuta i paesi satelliti.
Ma se tu consideri cosa effettivamente avviene il deficit commerciale statunitense ha una luce piuttosto sinistra.
Fondamentalmente gli Stati Uniti stampano dei foglietti che scambiano con merci e servizi.
Il paese esportatore con questi foglietti paga i costi e con quanto rimane sopravvive. Ovviamente questo può continuare finchè tutti continuano ad avere fiducia in tali foglietti.
Credi che stia meglio il popolo che ha la stampatrice o quello che deve lavorare in fabbrica per produrre beni da esportare negli Stati Uniti? Parte di questi beni vengono certamente sprecati per supportare un apparato e un esercito dispendioso. Quindi gli americani non godono appieno del loro stato di padroni. Ma il risultato finale per i sudditi/schiavi è comunque negativo.
In conclusione tu non vedi nessun pericolo dagli Stati Uniti, al di là dei casi particolari.
I singoli casi particolari però sono anche detti fatti. Tu stai dicendo che non vedi alcun pericolo al di là dei fatti.
Tra i fatti c'è il discorso che gli Stati Uniti con motivazioni per lo più futili limitano in tutti i modi l'interscambio europeo con paesi come la Cina e la Russia da cui invece gli europei hanno tutto da guadagnare. Gli Stati Uniti non vogliono che ci sia interscambio commerciale fra i loro "alleati" e i loro "avversari". Hanno paura di perdere influenza e potere sugli altri. Ma probabilmente hanno anche paura per la sostenibilità del loro sistema deficitario: potrebbe chiaramente non essere sostenibile nel futuro. Anche i romani avevano un problema simile, no?
Io credo che i fiduciosi ottimisti nella benevolenza americana andranno incontro a qualche delusione nel prossimo futuro. In realtà speravo che già ne avessero incontrate.
 
La persona mediana italiana (che esiste, e non è una 'invenzione statistica' come la persona media) vive meglio della persona mediana americana. L'ultimo quartile italiano (che esiste) vive meno peggio dell'ultimo quartile americano.
Si chiama stato sociale. E non riguarda solo l'Italia ma l'Europa in generale.

In America vive meglio solo chi è più che benestante. Qui in Italia la % percentuale di benestanti sta piano piano entrando sulla classe media.
Per questo infatti il mediamo italiano vive meglio dell'omonimo yankee.
 
Non condivido molto la linea su cui si è sviluppato questo thread. La mia idea di imperialismo-colonialismo economico generalmente prevede che i paesi "sudditi" vengano tenuti, a forza se necessario, come meri fornitori di materie prime mentre la lavorazione e quindi il valore aggiunto viene fornito tutto dal dominatore che rivende i prodotti finiti guadagnando un surplus che gli permette pure di acquistare i gioielli migliori del paese suddito. Non è questo il modo in cui funziona il rapporto Usa-Ue, e non a caso infatti sono in molti negli Usa che si lamentano dell'Ue.
Questo perchè, economicamente, siamo comparabili anche se in alcuni settori - come i recenti servizi digitali - non contiamo niente. La bilancia commerciale è chiara, gli Usa sono importatori netti dell'Ue, il che significa un flusso di denaro verso di noi. Che molto di quel denaro torni negli Usa per essere poi gestito o investito non cambia il succo, quelli sono valori che un giorno possono e saranno disinvestiti perchè gli investitori se li godano qui da noi.
Viceversa, molta della prosperità europea è dovuta alla pax americana, e gli europei notoriamente non pagano la quota che pure hanno promesso, il famoso 2% del pil requisito minimo per essere membri Nato. Ripeto, questa è fonte di molta amarezza in alcune fasce della popolazione Usa: giustamente si chiedono perchè devono pagare i soldati che proteggono gli europei, quando detti europei con i soldi risparmiati si concedono generose reti sociali.
Piuttosto, ci sarebbe da chiedersi perchè gli europei hanno difficoltà a sviluppare nuovi business e nuove idee con la stessa rapidità. Tirando un po' a casaccio, direi che la differenza è che gli Usa sono davvero un super-stato quindi anche il mercato degli investimenti è collettivo e viceversa l'espansione in tutti i 50 stati. Viceversa, se una startup francese ha un buon progetto, sempre francese rimane e non c'è alcun motivo o interesse per spagnoli, tedeschi, italiani ecc di sostenerla e favorirne l'espansione anche a casa propria.
 
Non condivido molto la linea su cui si è sviluppato questo thread. La mia idea di imperialismo-colonialismo economico generalmente prevede che i paesi "sudditi" vengano tenuti, a forza se necessario, come meri fornitori di materie prime mentre la lavorazione e quindi il valore aggiunto viene fornito tutto dal dominatore che rivende i prodotti finiti guadagnando un surplus che gli permette pure di acquistare i gioielli migliori del paese suddito. Non è questo il modo in cui funziona il rapporto Usa-Ue, e non a caso infatti sono in molti negli Usa che si lamentano dell'Ue.
Questo perchè, economicamente, siamo comparabili anche se in alcuni settori - come i recenti servizi digitali - non contiamo niente. La bilancia commerciale è chiara, gli Usa sono importatori netti dell'Ue, il che significa un flusso di denaro verso di noi. Che molto di quel denaro torni negli Usa per essere poi gestito o investito non cambia il succo, quelli sono valori che un giorno possono e saranno disinvestiti perchè gli investitori se li godano qui da noi.
Viceversa, molta della prosperità europea è dovuta alla pax americana, e gli europei notoriamente non pagano la quota che pure hanno promesso, il famoso 2% del pil requisito minimo per essere membri Nato. Ripeto, questa è fonte di molta amarezza in alcune fasce della popolazione Usa: giustamente si chiedono perchè devono pagare i soldati che proteggono gli europei, quando detti europei con i soldi risparmiati si concedono generose reti sociali.
Piuttosto, ci sarebbe da chiedersi perchè gli europei hanno difficoltà a sviluppare nuovi business e nuove idee con la stessa rapidità. Tirando un po' a casaccio, direi che la differenza è che gli Usa sono davvero un super-stato quindi anche il mercato degli investimenti è collettivo e viceversa l'espansione in tutti i 50 stati. Viceversa, se una startup francese ha un buon progetto, sempre francese rimane e non c'è alcun motivo o interesse per spagnoli, tedeschi, italiani ecc di sostenerla e favorirne l'espansione anche a casa propria.

La forza e soprattutto velocità di espansione di un business USA rispetto a quello europeo sta in:
- lingua: come per la musica, l'inglese è una lingua che unisce il mondo. Facile, non travisabile, diretta.
- BIAS e cultura: molto importante è cosa ci portiamo dal passato. Gli USA nascono da libertà e indipendenza solo pochi secoli... prima il nulla.
- politica e burocrazia: sicuramente la struttura burocratica americana, più snella rispetto a quella europea occidentale, permette una più rapida ascesa di aziende con buone idee. Unico caso
infatti in Europa è proprio la Gran Bretagna che ha bene o male un avviamento aziendale veloce.
 
Il tuo discorso secondo me è praticamente lo stesso di quelli di Limes.
Ma mi pare una roba basata su un ottimismo cieco e non sulla realtà di quello che effettivamente accade.
Tu dici che il deficit commerciale statunitense aiuta i paesi satelliti.
Ma se tu consideri cosa effettivamente avviene il deficit commerciale statunitense ha una luce piuttosto sinistra.
Fondamentalmente gli Stati Uniti stampano dei foglietti che scambiano con merci e servizi.
Il paese esportatore con questi foglietti paga i costi e con quanto rimane sopravvive. Ovviamente questo può continuare finchè tutti continuano ad avere fiducia in tali foglietti.
Credi che stia meglio il popolo che ha la stampatrice o quello che deve lavorare in fabbrica per produrre beni da esportare negli Stati Uniti? Parte di questi beni vengono certamente sprecati per supportare un apparato e un esercito dispendioso. Quindi gli americani non godono appieno del loro stato di padroni. Ma il risultato finale per i sudditi/schiavi è comunque negativo.
In conclusione tu non vedi nessun pericolo dagli Stati Uniti, al di là dei casi particolari.
I singoli casi particolari però sono anche detti fatti. Tu stai dicendo che non vedi alcun pericolo al di là dei fatti.
Tra i fatti c'è il discorso che gli Stati Uniti con motivazioni per lo più futili limitano in tutti i modi l'interscambio europeo con paesi come la Cina e la Russia da cui invece gli europei hanno tutto da guadagnare. Gli Stati Uniti non vogliono che ci sia interscambio commerciale fra i loro "alleati" e i loro "avversari". Hanno paura di perdere influenza e potere sugli altri. Ma probabilmente hanno anche paura per la sostenibilità del loro sistema deficitario: potrebbe chiaramente non essere sostenibile nel futuro. Anche i romani avevano un problema simile, no?
Io credo che i fiduciosi ottimisti nella benevolenza americana andranno incontro a qualche delusione nel prossimo futuro. In realtà speravo che già ne avessero incontrate.

Nel discorso di Limes mi ritrovo, semplicemente perché la geopolitica è quella.

Non ho detto che non vedo "nessun pericolo" dagli Stati Uniti, solo che non mi sembra siano un ostacolo alla prosperità economica dell'Europa. Sono invece un ostacolo alla libertà strategica dell'Europa, quello certamente.

Interscambio commerciale con la Cina ne abbiamo avuto anche troppo, quello con la Russia proseguirà anche se l'egemone mugugna, perché è l'unico modo di rifornire seriamente di materie prime l'Europa.


Viceversa, molta della prosperità europea è dovuta alla pax americana, e gli europei notoriamente non pagano la quota che pure hanno promesso, il famoso 2% del pil requisito minimo per essere membri Nato. Ripeto, questa è fonte di molta amarezza in alcune fasce della popolazione Usa: giustamente si chiedono perchè devono pagare i soldati che proteggono gli europei, quando detti europei con i soldi risparmiati si concedono generose reti sociali.
La risposta è che gli europei pagano con il proprio essere satelliti. Abbiamo basi americane in Europa, non mi risulta ci siano basi "europee" negli USA. Chi vuole il potere deve essere disposto a combattere, nessuno costringe l'egemone a "proteggere" l'Europa, potrebbe abbandonare il continente se lo desidera, in tal caso i paesi europei sarebbero costretti a spendere più del 2% del pil in spese militari.

Piuttosto, ci sarebbe da chiedersi perchè gli europei hanno difficoltà a sviluppare nuovi business e nuove idee con la stessa rapidità. Tirando un po' a casaccio, direi che la differenza è che gli Usa sono davvero un super-stato quindi anche il mercato degli investimenti è collettivo e viceversa l'espansione in tutti i 50 stati. Viceversa, se una startup francese ha un buon progetto, sempre francese rimane e non c'è alcun motivo o interesse per spagnoli, tedeschi, italiani ecc di sostenerla e favorirne l'espansione anche a casa propria.
Io credo dipenda soprattutto dalla mancanza di investimenti pubblici. Non dimentichiamo che la silicon valley, lo shale oil, l'industria militare sono tutti settori sussidiati dallo stato negli USA.
 
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