Pompe di calore, esplode la domanda in Europa
Ma l'industria degli apparecchi fatica a tenere il passo. Nodi anche su rete elettrica, efficienza edifici e limiti ai gas fluorurati
Gli alti prezzi del gas hanno provocato un'esplosione nella domanda di pompe di calore in Europa, rivelando una serie di colli di bottiglia nella filiera: oltre ai limiti nella capacità produttiva, mancano i lavoratori formati, gli edifici devono essere isolati termicamente e la regolazione sui gas fluorurati rischia di limitare la diffusione. Lo scrive il sito di informazione Euractiv un articolo pubblicato stamattina, sottolineando come la domanda di pompe di calore sia in aumento in Europa, in relazione al tentativo di svincolarsi dal gas russo. Smettere di installare nuovi sistemi di riscaldamento a gas nelle case – come auspicato dal vicecancelliere tedesco Robert Habeck – significa infatti rivolgersi a tecnologie altyernative come appunto le pompe di calore. Queste, però, ad oggi sono solo 17 milioni in Europa: l'obiettivo è quindi molto ambizioso e presenta diverse problematiche, ma l'Europa sembra star andando in questa direzione. Il nuovo governo tedesco ha deciso già a dicembre che tutti i sistemi di riscaldamento installati dopo il primo gennaio 2025 dovranno funzionare con energia rinnovabile. Sempre secondo Euractiv, l'industria tedesca ha recepito questo termine come un mandato implicito per l'installazione di pompe di calore. Anche la Francia ha predisposto sussidi per l'installazione di nuove pompe di calore e, negli Usa, l'amministrazione Biden ha persino considerato di avviare uno sforzo industriale da "tempi di guerra" per produrre pompe di calore da commercializzare in Europa. La Commissione europea, poi, tramite il piano RepowerEU, ha posto come obiettivo l'installazione di 30 milioni di pompe di calore entro il 2030 e la Gran Bretagna vuole installarne 600.000 all'anno da qui al 2028.
L'industria, però, fatica a tenere il passo con questa esplosione della domanda. “Al momento, la domanda è così alta che le aziende che installano pompe di calore stanno avendo dei problemi”, ha detto Thomas Nowak, segretario generale dell'Associazione europea per le pompe di calore (Ehpa). Il problema non è solo l'insufficienza della capacità produttiva, ma la mancanza di lavoratori formati. Secondo Nowak, però, quest'ultimo punto è facilmente risolvibile. “Un installatore di sistemi di riscaldamento tradizionali è già qualificato per installare una pompa di calore. Quello che deve imparare in più, può impararlo in una settimana”, ha detto Nowak. “Già in passato noi di Ehpa abbiamo organizzato dei corsi di formazione in cinque giorni, durante i quali abbiamo insegnato ai lavoratori la teoria per quattro giorni e, dopo un giorno di pratica, erano pronti per installare pompe di calore”.
Un altro elemento che viene considerato un ostacolo alla diffusione di massa delle pompe di calore è la capacità della rete di gestire milioni di nuovi sistemi di riscaldamento ad elettricità. Anche questo, però, è un problema virtuale secondo le aziende energetiche. “Non c'è pericolo di blackout con 50 milioni di pompe di calore. La diffusione su larga scala di pompe di calore a elettricità non metterà in pericolo la sicurezza della fornitura di elettricità, né ora né in futuro”, hanno scritto l'anno scorso gli amministratori delegati di tredici aziende energetiche – tra cui Enel, Edf ed E.On – in una lettera indirizzata alla Commissione europea.
Di sicuro, continua l'articolo di Euractiv, un prerequisito per una diffusione su larga scala delle pompe di calore che non causi problemi alla rete è l'isolamento termico degli edifici. Steven Heath, un esperto di pompe di calore di Knauf Insulation, ha detto che, sebbene ritenga che le pompe di calore siano una soluzione per diminuire la dipendenza europea dal gas, è cruciale che siano “installate in case efficienti, altrimenti non sono la soluzione”. Jan Rosenow, direttore dei programmi europei presso l'associazione no profit Regulatory Assistance Project (Rap), si è detto d'accordo. “È più che ragionevole iniziare da quelle case che siano già pronte per l'utilizzo di pompe di calore, dove puoi ottenere un buon livello di efficienza”, ha detto sempre secondo quanto riporta Euractiv.
Infine, la filiera mette in guardia rispetto agli ostacoli regolatori. Le pompe di calore, infatti, utilizzano dei refrigeranti chiamati gas fluorurati, di cui l'Europa ha deciso nel 2015 l'eliminazione graduale per il loro impatto sul riscaldamento globale, incentivando la ricerca di alternative. “Ogni nuova misura della nuova Regolazione sui gas fluorurati che limiti nell'immediato futuro la disponibilità o la scelta di refrigeranti (divieti, quote più rigide) si tradurrebbe necessariamente in un rallentamento della diffusione delle pompe di calore”, avverte una coalizione della filiera che include l'Ehpa, l'Area (Association of Installers of Refrigeration, Air Conditioning and Heat Pumps in Europe) e l'Epee (Association of the Refrigeration, Air Conditioning and Heat Pump Industry in Europe). Avere a disposizione tutti i gas fluorurati esistenti è necessario “per velocizzare la diffusione massiva in maniera sicura e altamente efficace” delle pompe di calore, scrive il gruppo in una lettera alla Commissione europea.