Certo, ma non cambia il fatto che devi aspettare sempre 48 mesi per la RITA
Beh no Nemor, la strategia indicata da AceVentura permette di aspettare solo 24 mesi tra l'interruzione del lavoro e la percezione della RITA.
La RITA è già stata sviscerata a fondo in passato per cui credo che il tuo sia solo un lapsus domenicale...
Il vincolo dei 48 mesi di attesa non pertiene la RITA, pertiene la scelta di riscatto totale della propria posizione pensionistica (che è una scelta alternativa alla RITA).
Per chi non volesse riguardarsi le vecchie discussioni,
la RITA rappresenta una delle più interessanti exit strategy per un aspirante rentier.
Riusciamo potenzialmente ad anticipare l'apertura della gabbia di ben 12 anni prendendo due piccioni con una fava:
1) ci garantiamo una rendita trimestrale fino alla pensione di vecchiaia riprendendoci a rate il nostro montante maturato sull'FP addirittura esentasse.
2) superiamo l'annoso problema del riscatto del montante residuo in unica soluzione (in alternativa al 50% erogato sotto forma di rendita).
Vediamo come.
Supponiamo che il nostro aspirante rentier maturi il diritto alla pensione di vecchiaia nel 2030, ovvero al compimento del 68esimo anno di età (come da tabelle attuali).
Supponiamo anche che il montante maturato sia di ben 130k, ben oltre la soglia per poterlo riscattare cash al 100% nel 2030.
Quella che segue è in sintesi la strategia machiavellica ottimizzata dell'aspirante rentier:
a) al compimento del 56esimo anno si fa licenziare dall'azienda (oppure più verosimilmente si licenzia qualche tempo prima accettando un contratto a tempo determinato che scada al momento propizio, in casi particolari valgono ai fini NASPI anche le dimissioni per giusta causa).
b) per 24 mesi il nostro eroe percepirà mensilmente la NASPI fino al compimento del 58esimo anno (in totale circa 20k netti in 2 anni).
c) al compimento del 58esimo anno inoltrerà al proprio FP domanda di RITA parziale per un importo complessivo di 80k.
d) la RITA verrà corrisposta dall'FP trimestralmente vendendo quote del montante al valore di mercato e tassate dal fondo con tassazione 9-15% con criterio FIFO (ovvero vengono prima erogati e tassati i conferimenti a partire dal 2007 e poi gli altri a seguire fino ad esaurimento della RITA).
e) Ogni anno il nostro eroe percepirà 8k lordi di RITA e sul 730 sceglierà la tassazione ordinaria mettendo in deduzione la tassazione sostitutiva già operata dal fondo. L'effetto netto è quello di rendere l'intera prestazione RITA esente da imposte.
f) al compimento del 68esimo anno il nostro eroe potrà riscattare il 100% del montante residuo cash (50k + rivalutazione) pagandoci la tassazione agevolata sui conferimenti (9-15%) ed ovviamente inizierà a percepire contestualmente la pensione di vecchiaia.
Se non interverranno stravolgimenti normativi a rompergli le uova nel paniere, il nostro machiavellico aspirante rentier è diventato di fatto un uomo libero all'età di 56 anni garantendosi
una piccola rendita di sopravvivenza esentasse fino alla pensione.
Quella descritta è una notevole ottimizzazione, basata comunque sul presupposto di aver accumulato durante la fase lavorativa un capitale adeguato a garantirgli il tenore di vita desiderato fino alla fine dei suoi giorni.