Questo sarebbe il meglio che portiamo all'Expo di Abu Dhabi
I dipinti di Feofeo vanno ad Abu Dhabi per la selezione italiana di Expo 2020 - La Stampa
L’artista astigiana Feofeo, al secolo Federica Oddone, partecipa da oggi con 5 opere all’Expo 2020 ad Abu Dhabi, al Manarat al Saadiyat nell’isola dei Musei (dove ci sono anche sedi del Louvre e del Guggenheim) nella rassegna artistica «Pace e Amore» curata da Giammarco Puntelli e Paolo Calcari. La pittrice presenta cinque opere realizzate con tecnica mista e con un forte richiamo al simbolismo esoterico. Il catalogo sarà curato dall’Editoriale Giorgio Mondadori e sarà presentato il 14 ottobre alla Grande Moschea di Roma e in seguito al Senato della Repubblica. Nei due anni di preparazione dell’evento (rallentato peraltro dalla pandemia), vi sono state selezioni particolarmente severe: circa 4 mila artisti hanno chiesto di partecipare ma ne sono stati selezionati solo 71, considerati custodi di un linguaggio artistico universale che può essere condiviso dai Paesi partecipanti.
Un invito al dialogo interreligioso è il quadro «Flusso intorno a Ka’ba», omaggio al pellegrinaggio dei fedeli islamici alla Mecca, realizzato appositamente per l’evento «Pece e Amore». «Rappresenta le sette circumambulazioni attorno alla pietra nera - spiefa Feofeo, a simboleggiare i giri compiuti dai pianeti nei sette cieli, parafrasando le modalità dello stato umano, appartenenti al dominio della manifestazione sottile. Ho rappresentato la pietra con rame e oro per sottolinearne la sacralità».
I dipinti «Esalfa», «Quatre de chiffre», «Il calice e la lama», «Gammadion» riportano invece simboli alchemici e della tradizione esoterica. «Aver studiato farmacia - ricorda l’artista - determina probabilmente la mia attitudine alchemica presente da sempre nei miei lavori. È una costante indagine sul colore, sulle sue frequenze a livello visivo, fisico e simbolico. Dallo studio della fisica quantistica, della teoria del colore di Goethe e dello spiritualismo steineriano, sono approdata a rappresentazioni primordiali archetipiche, costruite inizialmente solo con la pittura, poi con l’utilizzo di segni e simboli. Ho creato così una grammatica strutturata antroposoficamente, che invita lo spettatore a entrare per poi lasciar fluire liberamente quell’energia vitale che è l’emozione».