FIR over 35/100 k che documentazione fornire II

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Stato
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In realtà qualcosa capita.
La scorsa settimana mia madre, che ora non c'è più, ha avuto il ristoro.
Era un secondo binario con acquisto di azioni VenetoBanca, da parte di mio padre, prima del periodo sospetto.
Però è stato un vincere facile: dalla documentazione avuta dalla banca risultava che mio padre aveva firmato il MIFID a 82 anni esattamente nello stesso giorno dell'acquisto delle azioni.
Fra parantesi mia madre risulta ancora "in istruttoria".
Anch'io,sempre secondo binario, ho delle azioni e da oltre due mesi risulto "disposto pagamento" ma non ho ancora visto una lira.
Mi aspetto un rimborso parziale in quanto le azioni sono in parte antecedenti al periodo, in parte all'interno e in parte successive (Atlante).
 
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Io non l'ho votata: riconosco però che è la migliore risposta finora pubblicata. A malincuore dico che la Meloni sa cosa è la politica....

Chiedo scusa se sono andato fuori argomento e spero di non aprire una discussione su un argomento di politica.

La nostra politica è infatti sempre e solo quella di far trionfare l'equità e la giustizia!

Noi non siamo né biechi speculatori né figli di N.N.!

Infine è sempre meritoria l'azione di Gigi!



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Io non l'ho votata: riconosco però che è la migliore risposta finora pubblicata. A malincuore dico che la Meloni sa cosa è la politica....

Chiedo scusa se sono andato fuori argomento e spero di non aprire una discussione su un argomento di politica.

La nostra politica è infatti sempre e solo quella di far trionfare l'equità e la giustizia!

Noi non siamo né biechi speculatori né figli di N.N.!

Infine è sempre meritoria l'azione di Gigi!



Vedi l'allegato 2849364

A me sembra che anche lei eviti di affrontare la questione delle soglie temporali che hanno messo come pretesto per evitare il rimborso al secondo binario:wall:
 
A me sembra che anche lei eviti di affrontare la questione delle soglie temporali che hanno messo come pretesto per evitare il rimborso al secondo binario:wall:

Non ha risposto alla faccenda perchè banalmente nessuno gliel'ha sottoposta. Io mi stupisco che nessuno delle associazione ne parli. Eppure il problema ce l'hanno presente (tante mail hanno ricevuto)

Tieni conto che quelli delle associazioni (ed anche della Consap) leggono questo 3d
 
Qualcuno mi deve spiegare questo messaggio

Non ho capito se sono riammesse le domande già presentate ma prive di allegato ovvero se è riaperto il termine....

Bravo chi lo sa....

E' da apprezzare l'inizio del ravvedimento secondo equità e giustizia da parte della Consap. Il prossimo passo è il superamento dei periodi sospetti (che proprio non stanno né in Cielo né in Terra)

https://www.consap.it/fir-avviso-all-utenza/

Si avvisa l’utenza che la Commissione tecnica ha deliberato, per ragioni di buon andamento della procedura, di prendere in esame le istanze corredate dalla documentazione bancaria pervenuta agli istanti dalle banche cessionarie dopo il 31 luglio 2022 e non ancora trasmessa a Consap.

Le suddette istanze dovranno pervenire entro e non oltre il 15 ottobre 2022 esclusivamente attraverso l’indirizzo di posta elettronica documentazioneTUF@consap.it unitamente alla comunicazione di trasmissione da parte delle banche interessate del documento rilasciato.
 
Dal sempre ottimo V+

https://www.vipiu.it/leggi/banche-v...nte-fir-zanettin-obbligazionista-subordinato/

Banche venete, Banca d’Italia, salvatori del fondo Atlante, crac, FIR, Zanettin: la lettera storiografica di un obbligazionista “subordinato”e… impallinato
Di Giovanni Coviello - Direttore responsabile -24 Settembre 2022, 20:1353

Gentile Direttore, anche se non sono un cittadino veneto leggo sempre con estremo interesse il Suo giornale soprattutto per quanto concerne la vicenda della Fondo indennizzo risparmiatori (FIR) delle banche venete e non solo.

Permetta però che per prima cosa mi presenti. Sono un modesto risparmiatore che ha comprato in borsa delle obbligazioni subordinate della Banca Popolare di Vicenza. In una quantità neanche eccessiva (poche decine di migliaia di euro di nominali) e quindi fortunato in confronto ad altri risparmiatori, che per una serie di motivi (che sono stati ben descritti sul Suo giornale) hanno posizioni molto più significative.

Lo scorso mese mi è arrivata la comunicazione dal Fondo indennizzo risparmiatori (FIR) del seguente tenore: “Gentile utente, in nome e per conto della Commissione tecnica di cui all’art. 1, co. 501, L. 30.12.2018, n. 145 siamo, con la presente, a informarLa che, all’esito dell’istruttoria espletata, la predetta Commissione ha accertato quanto segue: In relazione alla domanda xxxxxx, la documentazione allegata dall'istante, anche a seguito di integrazione, non è risultata idonea/sufficiente per il riconoscimento dell'indennizzo del FIR. In ragione di ciò, la Commissione tecnica, ha deliberato che, nel caso di specie, non sussistono i requisiti per il riconoscimento dell’indennizzo previsto dalla richiamata normativa”.

Da questa vicenda ho tratto il convincimento di essere spettatore pagante di un film drammatico.

A cominciare dal ruolo della pubblica amministrazione. È saltato fuori infatti che pare essa non abbia fatto appieno il suo dovere.

La Banca di Italia, a quanto sembra (almeno così sta venendo fuori dai processi penali (in cui non è imputata ma dove spesso è chiamata in causa da testimoni e legali sia delle difese che delle parti civili, ndr), era a perfetta conoscenza della reale e non certo florida situazione della BPVI.

Bankitalia ha dispensato “consigli” al limite dell’azzardo, sempre con l’idea peregrina che unendo più debolezze si potesse creare una forza (in architettura funziona, negli affari non proprio soprattutto con le fusioni bancarie) e che così si potessero risolvere tutti i problemi. Lo stesso la spensierata e gerontocratica Consob, sempre pronta a svolgere compiti non suoi per finalità a dir poco bizzarre (ma una authority che ha avuto come presidente un andreottiano gestore di sale cinematografiche è nata sotto una cattiva stella).

Sulla magistratura ordinaria (che non è parte della P.A.) ci sono sospetti (che forse non è il caso di approfondire). Tutti nel più assoluto isolamento: uno non parlava all’altro: "non vedo, non sento, non parlo".

Poi sono arrivati gli atlantici (Fondo Atlante, partecipato da Intesa Sanpaolo, Unicredit, soprattutto, e poi da altri Istituti, ndr) che hanno magari messo tanti soldi dentro le venete, ma che non sono bastati in quanto grazie alle nostre ottime abilità diplomatiche (qualcuno deve essere andato a Francoforte a parlare con quelli della Bce...) siamo stati costretti a mettere in risoluzione le due banche venete (uno dei pochi casi in Europa).

Ma per fortuna abbiamo fatto bene i compiti a casa e siamo poi riusciti a salvare MPS (che con Alitalia è la dimostrazione scientifica che i buchi neri esistono e sono nel nostro Paese).

Dopo il disastro (e le macerie) non potevano che arrivare i benefattori, quelli del “tranquilli siamo qui noi e sistemiamo tutto”. E da lì siamo scivolati nella tragedia o, se non fossimo così tanto coinvolti, in spassose comiche.

Palazzetti dello sport strapieni con due politici (ora a quanto pare immemori delle promesse fatte) a dire che lo Stato italiano avrebbe restituito tutto. Loro sì che erano dalla parte del popolo lavoratore e risparmiatore! Altro che i predecessori, che per pura crudeltà avevano messo in risoluzione le quattro banche dell’Italia centrale).

Ma, prima di tutto, occorreva capire bene come erano andate le cose: ed ecco una nuova commissione parlamentare di inchiesta. E che si superassero definitivamente i lavori della precedente “Commissione camomilla” di Casini. Occorreva fare luce sulle malefatte delle banche e capire come queste si approfittassero dei correntisti e dei risparmiatori! La soluzione banale è che il Mef e tutte le varie authority facciano il loro mestiere. Ma forse è chiedere troppo.

Quindi (o meglio a qualcuno è tornato alla mente perché questa idea girava da almeno dieci anni) sono state individuate non poche risorse nei conti correnti e nelle polizze dormienti, che poi in definitiva sono risorse espropriate graziosamente al sistema bancario ed assicurativo perché dai tempi dei Romani del credito prescritto ne beneficia il creditore e non un terzo, quale è lo Stato. Quindi risorse pubbliche (una volta "espropriate", ma qui ci sarebbe da discutere col lettore, ndr)).

E con il serbatoio pieno poteva partire l’ambaradan. Una legge scritta in modo un po’ bizzarro (uno studente del secondo anno di giurisprudenza di Padova l’avrebbe scritta di sicuro meglio. Ma in quel periodo la competenza professionale era un vizio da estirpare e non una virtù da premiare) con l’ausilio di una serie di associazioni talvolta autoreferenziali.

E con discriminazioni a quintalate.

Occorreva salvare i meno abbienti che poi sono stati individuati nei risparmiatori con un reddito fiscale sotto i 35 mila euro o un patrimonio mobiliare sotto i 100 mila euro. Gli altri: che
dimostrassero il torto subito!

Poco importa se le conseguenze erano un po’ eccentriche rispetto agli scopi, non essendovi coincidenza tra reddito realmente percepito e reddito fiscale: gli evasori, caso più eclatante, sono stati premiati. Ma anche i possessori di un reddito definito forfetariamente (ad esempio gli agricoltori). O di un reddito soggetto a ritenuta alla fonte a titolo di imposta ovvero esente (e così via).

Ed è stato premiato il risparmio non detenuto in titoli mobiliari (alla faccia che il risparmio deve confluire nel diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese): Tizio ha un impero industriale detenuto con una holding di famiglia ed ottiene il ristoro perché possiede titoli mobiliari (quotati) per meno di 100 mila euro. Caio ha sempre comprato azioni tra cui BPVI (quando era in bonis, ndr) no.
A questo punto non si capisce perché si continui a dire che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge. Mica è così.

In scena sono entrati anche attori improbabili per i ruoli ricoperti: un sottosegretario che in dirette facebook agitava fogli in bianco davanti alla videocamera spacciandoli per un emanando decreto (e mi veniva in mente “ce l’ho qui la brioche!”, battuta del commissario Zuzzurro che circolava a metà degli anni ’80 del secolo scorso).

Il Presidente di commissione bilancio che a ferragosto di qualche anno addietro faceva una incursione nella sede Consap per dire che quella è la pubblica amministrazione che funziona. Una presidente di commissione di inchiesta parlamentare che alla fine è più camomillosa del suddetto Casini. Sempre per non citare le comparse, entrate in scena con le varie associazioni di categoria (dove pare di capire che più che l’uno vale uno vige il principio che l’associazione è uno).

Ma il colpo di scena, quello che ha dato un senso pieno alla tragedia, è stata la creazione di uno speciale organo pubblico incardinato per legge nella Consap fatto di chiari professori universitari e presieduto da un sommo magistrato di Cassazione (con tanto di audizioni a dir poco perplesse di fronte alla suddetta commissione parlamentare).

Nel senso che la Commissione Fir è un organo della pubblica amministrazione e come tutta la pubblica amministrazione deve rispettare la legge sul procedimento amministrativo (così ha recentemente detto il Tar di Trieste). Regola che questi, per motivi oscuri, non seguono. Così le richieste di documenti arrivano sotto forma di diktat (il responsabile del procedimento è un fantasma). Chi ha ricevuto la liquidazione non riesce a rifare i conteggi (saranno anche giusti ma almeno rilascino un prospettino o indichino con precisione i criteri di calcolo).
Chi ha sbagliato involontariamente nella compilazione della domanda pare che si ritrovi un esposto in Procura per falsa autocertificazione (se di parola sono circa quattro mila esposti che saranno probabilmente tutti archiviati. E poi noi ci lamentiamo dei processi lumaca e che i delinquenti sono a piede libero!).

Ma soprattutto chi ha comprato sul mercato secondario obbligazioni subordinate si ritrova condannato (o salvato) in base al momento di acquisto (i cosiddetti periodi sospetti che questi si sono inventati di sana pianta).
Infatti chi ha acquistato dopo il 16 febbraio 2016 doveva essere conscio che da lì a qualche anno sarebbe saltato fuori che in Popolare di Vicenza da almeno un decennio era una epifania di operazioni baciate (e che di conseguenza tutti i prospetti delle obbligazioni erano farlocchi), che per non sapere né leggere né scrivere si erano creati una discarica contabile in Lussemburgo, che il viticoltore prestato alla finanza (dalla competenza e visione manageriale a dir poco discutibile) era il padre padrone della baracca dalla quale otteneva grano a volontà per comprare vigneti, che il collegio sindacale era formato da simpatici signori (peraltro tutti sanzionati da Consob con sentenza passata in giudicato) che si trovavano in banca non si capisce bene a fare cosa, che la società di revisione non aveva esaminato bene la posta del patrimonio netto (ovvero il primo controllo da fare in ogni azienda).

Insomma la colpa mia in quanto incauto investitore è quella di non essere stato particolarmente preveggente (colpa di cui non rispondono tutti gli altri). O nella vulgata che va tanto di moda, di essere un bieco speculatore (un kulaki) e pertanto da rieducare con mezzi rudi ma giusti (mentre il popolo è premiato). Insomma un bel salto indietro ai tempi del diritto dell’U.R.S.S..

Ora si sta abbassando il sipario su questa triste rappresentazione. Purtroppo non è bastato qualche intervento positivo come quello dell’on. Pierantonio Zanettin che faticosamente era riuscito ad ottenere una sorta di delega per emendare la sciagurata legge. La fine insensata del governo Draghi ha annullato ogni speranza.

A questo punto l’auspicio è che il prossimo Parlamento (che mi auguro che sia sull’argomento molto più equilibrato) trovi una soluzione, pena nuovo contenzioso (al momento sono già almeno dieci le sentenze rese da Tar, una avanguardia che temo si ingrosserà).

La ringrazio per l’attenzione e mi scuso per la lunghezza della mia lettera.

Buona giornata

Firma...

Gentilissimo lettore, pubblichiamo, sia pure in ritardo sul suo invio dovuto a miei problemi personali, la sua lettera, perché, anche se il nome con cui si firma ci pare di "fantasia", tutto, o quasi, quello che dice è vero o, almeno, è una ricostruzione storica (satiricamente amara) più che verosimile, dagli antefatti del crac del due banche popolari venete fino alle responsabilità di sistema di cui non si vede traccia nelle indagini e nei processi in corso (della serie diamo in pasto al popolo, magari in attesa di prescrizioni, qualcuno per celare il marcio e i produttori di marcio a monte).

E tra le responsabilità c'è la gestione caotica, da ambaradan dice lei, degli indennizzi, gestione (semi)tragica della serie meglio poco che nulla (ma non per tutti e in qualche caso anche per dei furbetti infiltrati) che rischia di terminare con un altro esproprio (su quello delle banche non siamo proprio d'accordo con lei, perché i conti dormienti non erano loro crediti e perché le banche mai sono espropriate... anche quando lo sembrano).

Quello dei 500 milioni di euro residui del FIR che dovevano integrare la percentuale degli indennizzi ai risparmiatori, essenzialmente, delle banche popolari venete ma che chissà a chi e come andranno a finire.

Il direttore

P.s. Nella sua lettera sulla storia delle banche venete sfasciate (da chi, oltre che da alcuni amministratori, e per chi?) mancano alcune cose, ma servirebbero chissà quanti gigabyte per elencarle tutte.
Due su tutte: quanto hanno guadagnato quelli del fondo Atlante, che hanno fatto finta di finanziare le due banche popolari venete, ma, cambiando nome, si sono poi portati a casa il business miliardario degli NPL (insieme alla, si badi bene, statale SGA, ora AMCO) e quanto ha lucrato Intesa Sanpaolo pagando ben 1 euro le parti buone della due banche venete per giunta incassando miliardi anticipati dallo Stato ma in conto alle liquidazioni delle due ex Popolari e, quindi, ai soci truffati e poi, voi sì, espropriati!
 
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ed il Pat cosa fa?

https://www.vipiu.it/leggi/fir-miatello-basilica-di-s-antonio-di-padova-domande-residui-ripartire/


Patrizio Miatello, presidente dell'associazione Ezzelino III da Onara Giustizia Risparmiatori, per annunciare un altro passo avanti nella liquidazione parziale del danno subito dai risparmiatori, soprattutto, di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca che avevano investito i propri risparmi, tutti o in parte, in titoli delle due banche poi fallite, registra il video in copertina di fronte alla Basilica di S. Antonio a Padova a sottolineare quello che per lui, ma anche per le vittime in attesa dei bonifici del FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori), è un altro "miracolo".

"Siamo lieti di annunciare - sintetizziamo il contenuto più pragmatico e meno mistico del suo messaggio - che la Commissione Tecnica FIR ha deliberato la procedura per salvare altre 2.500/3.000 famiglie dei risparmiatori che a causa di forza maggiore per il mancato ricevimento dei documenti dalle banche cessionarie erano stati penalizzati. Sarà quindi possibile richiedere il riesame entro il 15 ottobre 2022".
Nel comunicato CONSAP FIR (Fondo indennizzo Risparmiator) del 29/09/2022 in merito alla Documentazione bancaria tardivamente pervenuta agli istanti, infatti, si legge quanto segue.

"Si avvisa l’utenza che la Commissione tecnica ha deliberato, per ragioni di buon andamento della procedura, di prendere in esame le istanze corredate dalla documentazione bancaria pervenuta agli istanti dalle banche cessionarie dopo il 31 luglio 2022 e non ancora trasmessa a Consap. Le suddette istanze dovranno pervenire entro e non oltre il 15 ottobre 2022 esclusivamente attraverso l’indirizzo di posta elettronica documentazioneTUF@consap.it unitamente alla comunicazione di trasmissione da parte delle banche interessate del documento rilasciato"

Patrizio Miatello non perde, poi, l'occasione per ricordare (sollecitare?) che «dopo il 16 ottobre 2022 e entro il 31 dicembre 2022 si attende il riparto delle rimanenze ai risparmiatori vittime accertate con l'iniziale indennizzo».

Le rimanenze, dopo i 901 milioni erogati al 22 giugno 2022 sui 1.575 disponibili in base alla legge 145 istitutiva del FIR, e, scrive Consap, "riferiti principalmente agli strumenti finanziari dei seguenti Istituti bancari: Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca delle Marche e Cassa di Risparmio di Ferrara", e dopo la possibile liquidazione, se approvate, delle domande di cui alla precedente nota Consap, si ridurranno secondo i calcoli all'ingrosso di Miatello a circa 350/400 milioni di euro.

Non proprio spiccioli per chi finora ha ricevuto il 30% dell'investimento in titoli azzerati delle banche fallite.
 
Pat il devoto è andato a visitare (da fuori) la Basilica di S. Antonio da Padova


Ora, ciascuno di noi può essere credente o meno (e S. Antonio da Padova è certamente un esempio da seguire: https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_di_Padova).

Spero che S. Antonio conceda veramente la Grazia per cui Gli rende omaggio Pat: nella religiosità popolare S. Antonio è spesso invocato per ritrovare i piccoli oggetti smarriti (conosco persone che perdono un paio di occhiali - o un paio di forbici - per casa e pregano il Santo per un aiuto. Pregare è sempre una cosa buona ed il Santo è uso concedere queste piccole Grazie).

Ma nel caso di cui parla Pat ci va veramente tutta la Sua potenza (del Santo e non di Pat e della sua misteriosissima "forza maggiore"): il problema è che sono passati talvolta oltre dieci anni dai fatti ed i documenti sono quasi sempre introvabili (dopo dieci anni viene cestinato tutto, codice civile alla mano. Ma la loro parte l'hanno anche fatta le vorticose fusioni bancarie con archivi che hanno fatto più volte il giro di Italia - e temo non solo - e che nessuno immagina dove siano ora finiti e come siano organizzati. Io personalmente immagino una cosa come quella dell'ultima scena del film: "i predatori dell'arca perduta": ma potrei essere in errore).

Spero però che questa sia l'occasione buona in cui la Commissione cominci a ravvedersi degli errori commessi e rifaccia, questa volta con giustizia ed equità, il suo erroneo cammino e renda con emenda veramente giustizia a tutti. Perché qui ci sono figli di signori (che prendono il ristoro ed un domani anche la minus) e figli di N.N. che si prendono dei mal di pancia siderali .

Infine noi oltre S. Antonio non possiamo che invocare Santa Rita (https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/rita-la-santa-degli-impossibili) che obiettivamente in questo momento ha altro cui pensare (Guerra in Ucraina, i poliziotti che scriteriatamente sparano in Iran, quei "simpaticoni" di Boko Haram che la domenica invece di starsene tranquilli a casa a vedere le partite vanno in giro nelle chiese a trucidare persone, solo per citare alcuni casi). Ma noi speriamo sempre che qualcosa delle possibità di questi Santi per noi alla fine resti.

Ps il caso in cui Tizio ha ricevuto in ritardo i documenti - caso raro - e li inoltra alla Commissione e quella li accetta non è un miracolo ma la semplice applicazione della legge sul procedimento amministrativo. Il miracolo è che saltino fuori come scritto sopra i documenti.
 
Nulla di nuovo per ora sotto il sole....

Nel Fir tremila domande Meloni: «I residui andranno agli ex soci»
Corriere di Verona2 Oct 2022

«Se riceveremo l’incarico di governare, sarà nostro impegno assicurarci che i 400 milioni rimanenti del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) vengano spesi per gli indennizzi ai risparmiatori e non orientati verso altri progetti». Firmato Giorgia Meloni, presidente del consiglio in pectore, all’interno di una lettera inviata all’associazione «Noi che credevamo nella Bpvi», in risposta a una missiva trasmessa pochi giorni prima dal leader del comitato, Luigi Ugone. Ugone chiedeva chiarimenti a Meloni sulla sua posizione sull’argomento, sottolineando come, se la maggioranza degli aventi diritto ha ricevuto gli importi dovuti, vi sia una certa quantità di risparmiatori destinatari di somme inferiori se non ancora beneficiati. Oltre a questi, inoltre, figurano 4 mila nominativi che si sarebbero visti respingere l’istanza per errori nella dichiarazione dei redditi o sviste formali giudicate dalla Commissione non emendabili. «Siamo determinati a far luce sull’operatività di Consap (la società del Tesoro c he sta gestendo la partita rimborsi, ndr) – risponde la leader di Fratelli d’Italia – troppo spesso gestita per negare gli indennizzi previsti dalla legge».

Intanto Patrizio Miatello, leader dell’associazione Ezzelino annuncia la decisione della Commissione tecnica di «salvare» circa tremila richieste, che «a causa di forza maggiore per il mancato ricevimento della documentazione da parte delle banche cessionarie, erano stati penalizzati». Il riesame delle istanze potrà essere richiesto entro il 15 ottobre.
 
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