si prospetta una forte inflazione

Non è sufficiente un aumento degli acquisti per aumentare l’inflazione ,e necessario che la domenda prevalga sull’offerta ,e anche ipotizzando che tutti tornino ad avere redditi pari o superiore al periodo pre-COVID ,innanzitutto si deve recuperare la perdita di consumi del 2020 e del 2021, che ha determinato un crollo del PIL ,e poi che torni una crescita del economia che neanche prima del 2020 si aveva
 
Non è sufficiente un aumento degli acquisti per aumentare l’inflazione ,e necessario che la domenda prevalga sull’offerta ,e anche ipotizzando che tutti tornino ad avere redditi pari o superiore al periodo pre-COVID ,innanzitutto si deve recuperare la perdita di consumi del 2020 e del 2021, che ha determinato un crollo del PIL ,e poi che torni una crescita del economia che neanche prima del 2020 si aveva

L'inflazione sui prezzi al consumo oggi può esserci solo per mancanza di fiducia nella moneta, cioè come processo psicologico. Se gli operatori economici capiscono che la moneta vale poco o nulla, allora se ne liberano e fanno esplodere l'inflazione sui prezzi. Oggi è più difficile che ciò accada, perché i prezzi al consumo non fanno più da sentinella all'aumento delle masse monetarie. Però l'inflazione sugli asset finanziari è una traccia importante del fatto che molti operatori importanti sono sempre più consapevoli che cash is trash.
 
L'inflazione sui prezzi al consumo oggi può esserci solo per mancanza di fiducia nella moneta, cioè come processo psicologico. Se gli operatori economici capiscono che la moneta vale poco o nulla, allora se ne liberano e fanno esplodere l'inflazione sui prezzi. Oggi è più difficile che ciò accada, perché i prezzi al consumo non fanno più da sentinella all'aumento delle masse monetarie. Però l'inflazione sugli asset finanziari è una traccia importante del fatto che molti operatori importanti sono sempre più consapevoli che cash is trash.

Non c'è e non ci sarà la corsa a sbarazzarsi delle banconote euro, anzi

https://www.finanzaonline.com/notiz...a-clienti-inattivi-a-investire-o-chiudera-c-c
 
altro che uscire dall'euro come proposto da certe correnti politiche.....faremmo la fine della turchia o giù di li....
 
Non c'è e non ci sarà la corsa a sbarazzarsi delle banconote euro, anzi

https://www.finanzaonline.com/notiz...a-clienti-inattivi-a-investire-o-chiudera-c-c

Oggi sicuramente non c'è e hai pienamente ragione. Ma fare previsioni in questo campo è quantomeno azzardato. Bastano le parole forti di qualcuno o ad esempio una ipotetica corsa verso una moneta che da oltre 10 anni si rivaluta mediamente del 90% l'anno verso le altre monete per polverizzare in poco tempo un sistema monetario estremamente espansivo, basato sulla fiducia e sul corso forzoso.
 
Già adesso nella situazione in cui siamo i prezzi stanno aumentando in maniera strisciante.

Quando la pandemia finirà sarà come alla fine della guerra, la domanda di tutto quello che al momento è rimandato crescerà ed i prezzi espoderanno.

Prepariamoci ad una forte inflazione

Quando la pandemia finirà come alla fine di una guerra, ci sarà una ripresa che ci onsentirà di ridurre il debito pubblico e riportare il deficit sottocontrollo.

Ci sarà una diminuizione della divergenza fra ceti sociali , un rilancio del sud, una equa ripartizione di risorse fra nord e sud, una UE più federata e più forte di prima.

Questo risultato sarà raggiunto se il cittadino saprà riconoscere al momento di votare chi sono i populisti, i sovranisti, i nazionalisti,i secessionisti , gli euroscettici, i benaltristi, i cialtroni di ogni ordine e grado.
 
Quando la pandemia finirà come alla fine di una guerra, ci sarà una ripresa che ci onsentirà di ridurre il debito pubblico e riportare il deficit sottocontrollo.

Ci sarà una diminuizione della divergenza fra ceti sociali , un rilancio del sud, una equa ripartizione di risorse fra nord e sud, una UE più federata e più forte di prima.

Questo risultato sarà raggiunto se il cittadino saprà riconoscere al momento di votare chi sono i populisti, i sovranisti, i nazionalisti,i secessionisti , gli euroscettici, i benaltristi, i cialtroni di ogni ordine e grado.

Sulla pace nel mondo e la fine delle carestie come siamo messi? :D
 
Sulla pace nel mondo e la fine delle carestie come siamo messi? :D

C'è ben poco da ironizzare, l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone.


L’anno scorso inoltre, la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco degli italiani superava quanto detenuto dal 70% più povero, sotto il profilo patrimoniale.

Se le distanze tra i livelli medi di ricchezza dei Paesi si assottigliano, la disuguaglianza di ricchezza cresce in molti Paesi

In Italia i ricchi sono soprattutto figli dei ricchi e i poveri figli dei poveri: condizioni socio-economiche che si tramandano di generazione in generazione

Oltre il 30% degli occupati giovani guadagna oggi meno di 800 euro lordi al mese. Il 13% degli under 29 italiani versa in condizione di povertà lavorativa.

Di problemi ne abbiam tanti, i populisti, i sovranisti, i nazionalisti,i secessionisti , i regionalisti,gli euroscettici, i benaltristi, i cialtroni di ogni ordine e grado, li aggravano.

Ieri il lider maximo della maggior formazione leghista prima secessionista, poi regionalista, poi nazionalista ed euroscettico a proposito di eccellenze lombarde:

. ha detto chi non sa fare il proprio mestiere lo cambi, vada a casa

... e mi son detto che mansioni potrebbe avere uno statista per caso cosi conciato

. perchè l'eccellenza lombarda è rappresentata da uno cosi.

Poi c'è l'altro mancato premier quello che ha sconfitto la povertà , voleva mettere sotto accusa il presidente della Repubblica e di mestiere fa il ministro in 3 diversi esecutivi colore arcobaleno.


Infine c'è la vispa Teresa, credo siano fardelli d'Italia eliminabili dal basso, con il voto molto più facili da risolvere rispetto alla impossibile inflazione monetaria.
 
Quando la pandemia finirà come alla fine di una guerra, ci sarà una ripresa che ci consentirà di ridurre il debito pubblico e riportare il deficit sottocontrollo.

ho dei seri dubbi su questo:
- il contesto è diverso da quello successivo alle due guerre mondiali, specialmente della seconda (spesa pubblica che era metà di quella attuale, debito/pil quasi inesistente, non c'era la concorrenza che c'è nella globalizzazione attuale, etc.)
- non abbiamo un track record molto rassicurante delle riprese post-lehman e post-crisi dei debiti sovrani (es. non accettiamo l'idea di flessibilità, siamo scarsamente organizzati, siamo molto restii a eliminare la spesa pubblica improduttiva)
- dubito che avremo stabilità politica nei prossimi 5/10 anni, necessaria per avere un percorso "tranquillo" di riforme e spesa sotto controllo (anche quella per interessi)
- l'intervento principale post crisi (NextGenEU) è di fatto in stato iniziale e onestamente vedendo le bozze/idee circolate in questo anno credo che al Paese manchi veramente una strategia di cosa vuole essere nella catena del valore di questo mondo globalizzato
 
ho dei seri dubbi su questo:
- il contesto è diverso da quello successivo alle due guerre mondiali, specialmente della seconda (spesa pubblica che era metà di quella attuale, debito/pil quasi inesistente, non c'era la concorrenza che c'è nella globalizzazione attuale, etc.)
- non abbiamo un track record molto rassicurante delle riprese post-lehman e post-crisi dei debiti sovrani (es. non accettiamo l'idea di flessibilità, siamo scarsamente organizzati, siamo molto restii a eliminare la spesa pubblica improduttiva)
- dubito che avremo stabilità politica nei prossimi 5/10 anni, necessaria per avere un percorso "tranquillo" di riforme e spesa sotto controllo (anche quella per interessi)
- l'intervento principale post crisi (NextGenEU) è di fatto in stato iniziale e onestamente vedendo le bozze/idee circolate in questo anno credo che al Paese manchi veramente una strategia di cosa vuole essere nella catena del valore di questo mondo globalizzato

Il debito in Inghilterra dopo l ultima guerra era al 200 per cento, in Germania giù di li.
I soldi ora ci sono, basterebbe prenderli a chi li ha
 
US: Inflation – the ball is rolling | Article | ING Think

qualcosa si muove

After quite a delay the Bureau for Labour Statistics reported that US PPI jumped 1% month-on-month to leave the annual headline rate at 4.2% – the highest since September 2011. This was well ahead of the consensus forecast of 0.5% MoM and while fuel costs did contribute significantly there is evidence of broadening price pressures.

Core – ex food and energy prices – rose 0.7% MoM versus the 0.2% consensus forecast, which pushes the annual rate up to 3.1%, matching the highest figure since February 2011. With commodity prices and import prices continuing to surge and ISM manufacturing and services prices paid both at their highest level since 2008 there are increasing pipeline price pressures.

At the same time the ISM reports that customer inventories are at record lows and order books are full. The implication is that manufacturers potentially have the sort of pricing power we haven’t seen in years. With greater scope to pass these price rises on to customers the obvious implication is that risks are increasingly moving in the direction of higher CPI readings.
 
US: Inflation – the ball is rolling | Article | ING Think

qualcosa si muove

After quite a delay the Bureau for Labour Statistics reported that US PPI jumped 1% month-on-month to leave the annual headline rate at 4.2% – the highest since September 2011. This was well ahead of the consensus forecast of 0.5% MoM and while fuel costs did contribute significantly there is evidence of broadening price pressures.

Core – ex food and energy prices – rose 0.7% MoM versus the 0.2% consensus forecast, which pushes the annual rate up to 3.1%, matching the highest figure since February 2011. With commodity prices and import prices continuing to surge and ISM manufacturing and services prices paid both at their highest level since 2008 there are increasing pipeline price pressures.

At the same time the ISM reports that customer inventories are at record lows and order books are full. The implication is that manufacturers potentially have the sort of pricing power we haven’t seen in years. With greater scope to pass these price rises on to customers the obvious implication is that risks are increasingly moving in the direction of higher CPI readings.

Powell è sotto ricatto, vediamo con che faccia di tolla continuerà a dire che va tutto bene.
 
Ultima modifica:
inzzomma quando arriva questa inflazzione?
 
C'e' da dire che se non arriva un po' di inflazione con la riapertura a questo giro, significa che l'economia si e' completamente fermata.
Insomma dai, in USA ce la stanno mettendo tutta.

fredgraph.png


In Europa invece siamo al palo come al solito.

fredgraph (1).png
 
Ultima modifica:
martedì 9 marzo 2021
Inflazione, USA e geopolitica


Da un paio di settimane stanno riaffiorando preoccupazioni sull’inflazione, della quale non si parlava da parecchi anni. Inflazione che nei dati, al momento e per la verità, non si vede proprio.

Certo, nell’Eurozona si è passati dal segno negativo al segno positivo (per pochi decimali), ma è probabile a che si tratti dell’effetto di fenomeni transitori. La rimozione degli sconti IVA (introdotti qualche mese fa, ma dichiaratamente come strumento a termine) in Germania. E alcune strozzature nelle catene di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi, inevitabili visti gli stop & go di questi ultimi dodici mesi.

Ma gli stimoli fiscali eurozonici sono di gran lunga troppo modesti per preoccuparsi seriamente dell’innesco generalizzato di inflazione elevata e persistente.

Gli USA, naturalmente, sono tutto un altro discorso. Dopo aver generato un deficit pubblico pari al 16% del PIL nel 2020, hanno appena messo in cantiere un'altra manovra da 1.900 miliardi.

Secondo alcuni commentatori, gli USA sono sostanzialmente passati a un regime MMT. Se ne può discutere, ma di certo Biden e Powell sono stati molto chiari su alcune cose: in primo luogo, nessuna preoccupazione in merito all’inflazione prima che raggiunga, su un arco temporale non breve, livelli ben superiori al 2%. Parliamo del 4%, del 5%, per un periodo significativamente più lungo di un paio d’anni.

Quanto ai tassi d’interesse, su cui qualche operatore finanziario leva oggi alti lai (i titoli di Stato decennali USA all’1,5%, 1,6%: capirai…) la verità (e anche questo lo comprende benissimo chi conosce la MMT) è che gli USA se lo ritengono opportuno possono controllare e anche azzerare (in stile giapponese) l’intera curva dei rendimenti.

Fin qui, considerazioni di macroeconomia e di mercati finanziari. Ma invito a riflettere sui retroscena politici.

Gli USA non hanno nessuna intenzione di restare indifferenti rispetto alla prospettiva di perdere la posizione di prima potenza economica mondiale, a vantaggio della Cina.

Hanno bisogno di crescita, tanta. Di recuperare tutto l’impatto della pandemia e di ritornare velocemente al trend preCovid. Non più tardi di fine 2021. E poi di continuare a marciare a passo spedito.

Per l’Italia questo cambia qualcosa ?

Potrebbe. Perché il mercantilismo tedesco e la fobia nei confronti dell’inflazione, imposti all’intera Eurozona, in queste condizioni faranno fatica a reggere.

Perché agli USA un’Eurozona che fa freeriding e spinge ancora più in alto il surplus commerciale, erodendo (dal punto di vista degli USA stessi) una parte dell’azione espansiva, non va bene.

Ma il tema è ancora più profondo.

Per non lasciare la leadership mondiale alla Cina, gli USA devono non solo crescere ma anche ridefinire, o forse più propriamente riaffermare, la loro posizione di leader del blocco occidentale. Blocco esteso all’anglosfera (Regno Unito, Canada, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda) ma anche a tutta l’Europa continentale. Forse anche ad alcuni paesi asiatici e latino-americani.

L'establishment USA tende sempre di più a ragionare come segue: se alla Germania tutto questo non va bene, se quante Audi vendono in Cina è più importante di qualsiasi altra cosa, è libera di isolarsi e di diventare una grande Svizzera. Ma non di trascinarsi tutta l’Unione Europea.

Il blocco occidentale definito come sopra supera il miliardo di persone. Se viene a mancare un centinaio di milioni, o poco più, di tedeschi & satelliti, la sostanza non cambia.

Cambia, invece, essere in grado di fronteggiare la crescita cinese. E se l’Occidente vuole riuscirci, deve ragionare in termini di blocco economico e geopolitico, con un forte orientamento allo sviluppo.

In questo quadro, la UE deflazionista e mercantilista è solo un (grosso) fastidio.
 
Powell è sotto ricatto, vediamo con che faccia di tolla continuerà a dire che va tutto bene.
Sono ormai 20 anni che seguo i mercati e una cosa mi è chiara: i cosiddetti regolatori hanno una sola funzione, ovvero rassicurare e lasciare che tutto si compia senza scatenare il fuggi fuggi o il panic buying.

I titoli a lunga scadenza stanno già scontando la ripresa dell’inflazione è un prossimo rialzo dei tassi e questo è ciò che conta.
 
salve
considerazioni sull'entrata adesso su questo o ETF simili in ottica protezione inflazione medio termine, considerata l'ascesa delle quotazioni recente?
grazie

permettimi di fare un piccolo ragionamento, il titolo con maggior peso nell'ETF è Oatei Lg27 Eur 1,85, che ha un rendimento lordo a scadenza di -0.3 % ... al quale dovresti aggiungere
(o meglio sotrarre algebricamente) il T.E.R. dell'ETF e il costo del bollo sul conto titoli ... nel lungo termine il rendimento sarà pari a l'inflazione -0.6 % circa, magari nel medio termine andrà un pò meglio però questa garanzia di protezione dall'inflazione non c'è
 
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