Un po' a me e il resto a te, poi tutto nelle cedole. Vol. 2

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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C’È UNA BOMBA DA 12 MILIARDI CHE STA PER ESPLODERE PER BANCHE, IMPRESE E DEBITO PUBBLICO ITALIANO: SONO I PAGAMENTI IN RITARDO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE DAL 1 GENNAIO DIVENTERANNO CREDITI DETERIORATI, PER VIA DELLE NUOVE NORMATIVE EUROPEE SUL DEFAULT – A CASCATA POTREBBE MINARE L’INTERA ESPOSIZIONE CHE LE BANCHE HANNO VERSO LO STATO, COMPRESI BOT E BTP

11.11.2020 11:55

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CREDITI DETERIORATI
CREDITI DETERIORATI

Morya Longo e Gianni Trovati per “il Sole 24 Ore”



Bastano un po’ di normative europee concomitanti come quelle sul default e sul «calendar provisioning», inserite in un intricato dedalo di regole, circolari e leggi nazionali, per trasformare potenzialmente il ritardo nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione (una delle storiche disfunzioni italiane) in una tempesta in un bicchiere d’acqua per il Paese. Per le banche. Per le imprese.

roberto gualtieri
ROBERTO GUALTIERI




E, addirittura, per il debito pubblico italiano. Secondo le stime di Assifact, il rischio è che tra i 7 e i 12 miliardi di crediti alla Pubblica amministrazione acquistati dalle società di factoring e dalle banche possano improvvisamente finire in default nei loro bilanci.



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italia default meme
ITALIA DEFAULT MEME

Portando in un terreno minato l’intera esposizione che le banche hanno verso l’amministrazione pubblica: inclusa quella in BoT e BTp. Non perché lo Stato sia davvero insolvente, sia ben chiaro. La Pa paga, in ritardo ma paga sempre. Ma per un cortocircuito normativo, che rischia di creare un paradosso proprio mentre - ironia della sorte - la macchina dei pagamenti pubblici stava iniziando a marciare meglio che in passato. E proprio mentre le banche si preparano ad affrontare una vera ondata di crediti deteriorati, causati dal Covid.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE



Il problema non va dunque sottovalutato. Perché ancora oggi si può stimare in 25-30 miliardi l’arretrato di fatture della Pa non saldate nei tempi. E nei cassetti delle amministrazioni più lente, gli ultimi monitoraggi calcolano 3,7 miliardi di fatture per così dire storiche, che hanno visto scadere di almeno 12 mesi i termini di legge per la liquidazione. I numeri sono insomma grossi.

roberto gualtieri
ROBERTO GUALTIERI



Ecco perché ministero dell’Economia e Bankitalia stanno lavorando a pieno ritmo per trovare con Bruxelles una soluzione normativa da infilare nella manovra, nel corso del suo esame parlamentare. La soluzione va mandata in Gazzetta Ufficiale entro fine anno, prima che la nuova normativa europea sui default entri in vigore.



Altrimenti un cortocircuito figlio di una Babele normativa rischia di creare un effetto a valanga paradossale, in grado di rendere più difficile l’accesso al credito per le imprese che lavorano con la Pa, di riempire di crediti deteriorati “fittizi” le banche e di colpire addirittura la gestione dei titoli di Stato. Vediamo perché.

CREDITI DETERIORATI
CREDITI DETERIORATI



Il cortocircuito normativo

Tutto nasce dalla nuova definizione europea di default, che uniforma per tutte le banche del Continente questo concetto a partire dal 1° gennaio. La regola è semplice: passati 90 giorni dal mancato pagamento di un prestito con importo oltre una certa soglia (che diventano 180 se il debitore è la Pubblica amministrazione), una banca deve considerare quel credito scaduto. Cioè insolvente.



ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

E da quel momento parte la “clessidra” prevista da un’altra normativa europea: quella sul «calendar provisioning». La banca deve cioè svalutare quel prestito in bilancio, con date ben definite, fino a portarlo a zero in tre anni qualora sia senza garanzie. Considerando quanto lenta sia la Pubblica amministrazione a pagare (180 giorni sono irraggiungibili per molte realtà), è evidente che questo sia un problema: il rischio è che da gennaio venga considerato insolvente nei bilanci bancari un pezzo dello Stato italiano.



Cioè una parte dei crediti verso la Pa che le banche acquistano tramite operazioni di factoring.



DEFAULT
DEFAULT

Questo rischio è sempre stato evitato grazie a un articolo della Circolare 272 della Banca d’Italia: questo prevede per le pubbliche amministrazioni che «il carattere continuativo dello scaduto si interrompa quando il debitore abbia effettuato un pagamento per almeno una delle posizioni che risultino essere scadute e/o sconfinanti».



Parole in burocratese, ma Paolo Gesa, direttore commerciale di Officine CST, le traduce con chiarezza: «La Pa poteva avere arretrati per milioni di euro verso una banca, ma era sufficiente che pagasse una sola fattura, anche di importo esiguo, per poter riportare l’intera posizione in bonis». Peccato che - per una terza novità europea in arrivo dall’Eba - anche questo “giochino” dal 2021 non sarà più possibile. L’era delle scorciatoie è finita.



CREDITI DETERIORATI
CREDITI DETERIORATI

E qui si inserisce l’ultimo problema, quello che rende questa storia ancora più paradossale: le normative europee prevedono che se una banca ha in stato di «scaduto» più dell’1% dell’esposizione verso un debitore, l’intera esposizione diventa insolvente. Anche se il debitore è lo Stato.



Dato che le banche detengono tanti BoT e BTp, ma spesso anche crediti verso la pubblica amministrazione centrale comprati con operazioni di factoring da imprese, se i pagamenti scaduti della Pa vanno a superare l’1% dell’intera esposizione la banca è costretta a considerare tutto lo Stato insolvente. E dunque anche i titoli di Stato (i BoT e i BTp) arriverebbero a “consumare” capitale pari al 150%. Cosa non solo paradossale (lo Stato è considerato a rischio zero nelle normative europee), ma anche insostenibile per una banca.



Le soluzioni

pubblica amministrazione societa pubbliche
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SOCIETA PUBBLICHE

Il problema è ovviamente risolvibile. Due sono le soluzioni tecniche suggerite dai tanti addetti ai lavori sentiti dal Sole 24 Ore. La prima è quella dei default tecnici: dato che lo Stato paga per forza e i suoi ritardi non sono dovuti a incapacità finanziaria ma semplicemente a lungaggini burocratiche, basta considerare i suoi mancati pagamenti come «scaduti tecnici» per disinnescare l’intero cortocircuito.



In questo modo non avrebbero effetto sui bilanci bancari. L’altra soluzione è di far partire il conteggio dei 180 giorni non dalla data di emissione della fattura (come avviene per il settore privato), ma dal momento in cui lo Stato stanzia i fondi. Cioè dal cosiddetto «mandato di pagamento». In questo modo i 180 giorni non sarebbero praticamente mai raggiunti: le lungaggini derivano infatti dall’attesa del «mandato di pagamento», non dalla fase successiva. Il problema è che su questo punto la Banca d’Italia, in un documento del 15 ottobre, ha detto il contrario: cioè che il conteggio debba partire dalla data di emissione della fattura. Gettando nel panico l’intero settore del factoring.



La corsa ai ripari

CREDITI DETERIORATI
CREDITI DETERIORATI

Il problema, si diceva, è sui tavoli del ministero dell’Economia. Che in queste settimane si è già confrontato con il mondo del credito e del factoring (che ieri ha anche incontrato l’Eba) e


ora deve costruire una soluzione muovendosi in equilibrio fra due esigenze. La prima è quella sostanziale: nessuno ovviamente ha interesse a far saltare su una mina regolatoria e contabile un filone del credito che è stato al centro anche delle normative Covid per tutelare la liquidità delle imprese. Ma per centrare il risultato, e qui c’è l’altro corno del problema, bisogna muoversi su un terreno delicato, che vede l’Italia già condannata per la storica ritrosia della sua Pa quando si tratta di saldare i conti. La vicenda si innesca quindi nel delicato confronto che Roma sta conducendo in Europa per evitare le sanzioni, e non permette quindi di scivolare su soluzioni non negoziate a Bruxelles o su aggiramenti delle regole troppo smaccati e quindi a rischio bocciatura.

ROBERTO GUALTIERI
ROBERTO GUALTIERI



Anche se ovviamente la strada maestra per superare il problema resta quella di spianare la montagna dell’arretrato e di evitare che se ne formi una nuova. L’ultimo tentativo, condotto in questi mesi mettendo a disposizione fino a 12 miliardi di anticipazioni di liquidità per Regioni, Asl ed enti locali, è naufragato perché gli enti hanno chiesto solo due miliardi in due tranche.



Sfumata la leva degli incentivi, resta quella delle sanzioni, sotto forma di obblighi di accantonamento proporzionali ai mancati pagamenti. Perché limitare le possibilità di spesa corrente è sempre l’arma più convincente per cambiare i comportamenti delle Pa. Le norme sono già in Gazzetta Ufficiale, e fin qui sono state sempre congelate. Ma ora per il Mef il tempo delle proroghe sembra finito.

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Non bene di certo, poi c'è pure la normativa su basilea 4 da approfondire. Ci metteranno una pezza come sempre , stampando si risolvono i problemi. Ho dato una valutazione del piffero su una cosa cosi' importante, ma ormai sembra che i denari crescano sugli alberi, mentre la realta' dice ben altro. Questo potrebbe significare non buone cose in futuro prossimo. Buona serata.
Saluti.
 
Dagospia


C’È UNA BOMBA DA 12 MILIARDI CHE STA PER ESPLODERE PER BANCHE, IMPRESE E DEBITO PUBBLICO ITALIANO: SONO I PAGAMENTI IN RITARDO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE DAL 1 GENNAIO DIVENTERANNO CREDITI DETERIORATI, PER VIA DELLE NUOVE NORMATIVE EUROPEE SUL DEFAULT – A CASCATA POTREBBE MINARE L’INTERA ESPOSIZIONE CHE LE BANCHE HANNO VERSO LO STATO, COMPRESI BOT E BTP

...


Slide 15 della presentazione di Farmafactoring trovi tutti i dettagli.

Per Farma l'effetto apparentemente è positivo perché pondera al 100% esposizioni statali (logica con rating esterno DBRS), mentre post riforma dovrà ponderare 20% non scadute e 150% scadute.

Per altre banche specializzate in crediti statali invece, che ponderano già al 20%, l'effetto sarà negativo.

Per le grandi banche invece penso che non cambi nulla, non hanno grossi crediti statali scaduti.
 
Se ho contato i giorni giusti, sabato 21 novembre dovrebbe scadere il lock-up per l'azionista principale.

Personalmente non penso che scaricherà a breve altre azioni a mercato, ma così giusto per info :)
 
azz... seminativo precoce l'ultimo sparso OK!
 
Ho scritto una email direttamente alla Banca, la quale con grande cortesia e celerità mi ha risposto in pochissimo tempo, fornendomi due link a loro documenti contenenti le risposte che cercavo.
https://investor.bffgroup.com/docum...2020.pdf/8239a008-3bc7-4404-c968-9a061f10d88a Pagina 15
https://investor.bffgroup.com/docum...2020.pdf/f61a1e64-6ee6-8e56-bf0e-137999c4dd43 Pagina 7

Riporto qui sotto la versione in Italiano

"La nuova definizione di default emanata dalla European Banking Authority (“EBA”) “Guidelines
on the application of the definition of default under Art. 178 of Regulation (EU) n°575/2013”
(“Nuova DoD”) entra in vigore il 1° gennaio 2021: i) i giorni per il calcolo del past due sono
180/90, rispettivamente per debitori pubblici e privati; ii) viene eliminata la regola che il
pagamento più recente da parte della Pubblica Amministrazione interrompe il conteggio dei
giorni di arretrato; iii) sono previsti criteri più stringenti per il ritorno a uno stato di non default.
In agosto e ottobre 2020 la Banca d’Italia (“BdI”) ha emanato degli orientamenti relativamente
alle linee guida EBA, prevedendo, tra l’altro, che la data per il calcolo dei giorni di arretrato sia
la data di scadenza della fattura.
Le implicazioni operative per il sistema per evitare un aumento dell’esposizione in past due sono
le seguenti: criteri più selettivi per la selezione dei portafogli; un processo strutturato di
16 Calcolata come Attività ponderate per il rischio/Crediti verso la clientela.
8
selezione, monitoraggio e recupero dei crediti; nuovi accordi contrattuali che si basano su una
clientela finanziariamente solida.
BFF ha iniziato a strutturarsi da oltre due anni per essere pronta alla “Nuova DoD”:
i. i nuovi portafogli sono selezionati con criteri più stringenti;
ii. il processo integrato di gestione del credito di BFF è strutturato proattivamente;
iii. il rapporto commerciale di BFF con clienti “blue chip” rende più facile l’esecuzione di nuovi
accordi contrattuali.
Nel contesto delle nuove regole, il portafoglio di crediti in bonis di BFF va considerato con una
durata inferiore a 3 mesi, e pertanto dovrebbe essere ponderato al 20% (ex articolo 116 CRR),
rispetto, per esempio al 100% in Italia, 100% in Portogallo, e 50% in Slovacchia per il Sistema
Sanitario Nazionale. Questa è un’opzione già utilizzata dai concorrenti.
L’impatto potenziale della Nuova DoD è più che controbilanciato dalle regole sulle attività
ponderate per il rischio."


Tradotto in Italiano corrente: si sono già adeguati da due anni in modo tale da affrontare la cosa senza impatti sconvolgenti.

Ringrazio il team della banca per la risposta celere ed esaustiva.
 
Sin che la BCE non permetterà di distribuire i dividendi, sarà difficile salire.
Sembra che gli utili del 2019 non verranno lasciati distribuire.
 
Oggi ne parla anche MilanoFinanza
Assifact, con le nuove regole sul default 12 miliardi di nuovi npl - MilanoFinanza.it
Ci metteranno una pezza prima di Capodanno?
Stando alla relazione dell'associazione di categorica, BFF ha quasi solo npl in mano

Si sono gia tutte preparate,sicuramente una pezza la metteranno,altrimenti salta il sistema.
Non calcolo neanche questo pericolo.
Nel caso il titolo andrebbe a 10 e distribuirebbero.
E un problema che riguarda ogni stato dell'UE,non solo il factoring.
La risposta del relatore e molto esaustiva,ringrazio MagMar per averla postata.

Buon W.K
 
Ultima modifica:
Notizia positiva, no?

Oggi nel corso della riunione dei ministri finanziari della zona euro, si dovrebbe discutere del disinnesco della bomba dei crediti inesigibili. La base di partenza della trattativa dovrebbe essere un documento elaborato dalla commissaria europea Mairead McGuinnes nel quale si ipotizza la possibilità di favorire lo sviluppo di un mercato secondario in grado di assorbire le sofferenze in arrivo. Una seconda opzione, non alternativa alla prima, prevede la creazione di bad bank nazionali, una catena di lavanderie nazionali in grado di ripulire i bilanci della banche. La Vigilanza della BCE, guidata da Enrico Enria, ritiene che si possa arrivare a 1.400 miliardi di euro di crediti deteriorati o in sofferenza, dai 506 miliardi attuali.
 
Ultima modifica:
Non so, quando sento parlare di "bad qualcosa" penso sempre a fregature per chi ci finisce dentro.
 
A giudicare dall'andamento del titolo direi che c'è ancora forte il timore che il dividendo non verrà distribuito e che gli NPL influiranno moltissimo sul prossimo bilancio.
 
Egalitè, fraternitè, son rientreè
 
A giudicare dall'andamento del titolo direi che c'è ancora forte il timore che il dividendo non verrà distribuito e che gli NPL influiranno moltissimo sul prossimo bilancio.

Si ma non verrà distribuito non per via degli NPL a bilancio, bensì per il divieto BCE ...
 
DIREI CHE per BFF conta molto di più il problema della classificazione dei crediti deteriorati che entrerà in vigore, salvo interventi dilatori , a gennaio 2021 ...il tema è tecnico ( ma anche politico a questo punto , visto l'impatto che avrebbe sugli operatori del factoring nei confronti della PA) , ne hanno parlato settimana scorsa i giornali economici
 
Con la ripresa (quando sarà) della possibilità di distribuire dividendi per tutte le banche, voi vi aspettate un rally veloce del nostro indice (pieno di bancari), oppure non ci sarà?
 
Con la ripresa (quando sarà) della possibilità di distribuire dividendi per tutte le banche, voi vi aspettate un rally veloce del nostro indice (pieno di bancari), oppure non ci sarà?

Beh, direi che è fisiologico, soprattutto per quelle che hanno percentuali maggiori di distribuzione rispetto al proprio valore
 
Stato
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