quando arriva il bottom (o l'abbiamo già toccato)?

ezra stone

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Salve a tutti, sto seguendo diversi thread e la discussione in modo diretto o indiretto si riduce sempre a: è il momento giusto per entrare visto che le azioni sono scese di molto? magari oltre il 33% in meno dai massimi di febbraio non si va, oppure è meglio temporeggiare, siamo in mare aperto e non si intravede nulla di buono all'orizzonte, dopotutto le altre crisi si sono prolungate per circa 18 mesi prima di vedere il punto più basso, il 33% in meno è molto ma entrare oggi rispetto ad un -60% o di più può essere un azzardo.
questo thread ha come obiettivo di unificare la discussione dei diversi thread qui, avanti con le vostre opinioni
 
avendo aperto il thread ritengo sia giusto che cominci io. per il bottom ci vorrà tempo, non penso lo vedremo prima del 2021 almeno, e non solo per il coronavirus. questo è quello che scrivevo in un altro thread (Saldi fuori stagione..........iniziamo gli acquisti?) il 4 marzo "...ritengo che la crisi azionaria in atto sia agli inizi, i segnali di recessione li abbiamo già nel corso del 2019 (inversione dei tassi USA,recessione in Germania, rallentamento economia cinese, nazionalizzazione banche cinesi). le materie prime sono crollate ed anche il dollaro si è indebolito (non essendo considerato bene rifugio), le aziende americane al primo caso di contagio tra dipendenti dovranno mettere interi settori a riposo per evitare cause di richieste danni. la quarantena cinese ha dimostrato la debolezza della catena produttiva mondiale (ad esempio la maggior parte dei principi attivi dei medicinali consumati negli USA si producono in Cina, tra cui molti antibiotici usati per malattie polmonari che ora scarseggiano). sia Cina che USA vengono da periodi di crescita lunghi e "drogati" dal credito statale agevolato e dai maxi-investimenti edili in Cina e dall'abbondanza artificiale di liquidità generata dalla Fed negli Stati Uniti. i mercati azionari negli Stati Uniti crescevano praticamente ininterrottamente da 11 anni (marzo 2009).Fondi pensione e hedge fund avevano fatto indigestione di titoli tecnologici spingendo i quattro big dell' economia digitale sopra i mille miliardi di valore. La vera incognita è l' impatto che lo shock azionario avrà sull' economia reale: una perdita di ricchezza azionaria può moltiplicare l' effetto- coronavirus in termini di sfiducia dei consumatori e delle imprese.
Ieri all'annuncio della Fed del taglio dei tassi di 50 punti base le borse sono andate giù, perchè hanno interpretato che la mossa di Powell volesse dire recessione (tutti si attendevano un taglio di 25 punti, la metà).
la Fed può intervenire quando le variabili che deve attenzionare per statuto (variazione dei prezzi al consumo ed occupazione) si muovono in modo non desiderato.Però Powell nel comunicato con cui annunciava la riduzione dei tassi parla di fondamentali dell'economia Usa robusti. Si
potrebbe pensare ad un'intervento preventivo, in cui si prevedano cambiamenti macroeconomici per il futuro, ma nemmeno di questo si parla nel comunicato della Fed.
Infine in relazione al coronavirus penso che negli USA brancolano nel buio peggio che in Italia, perché in un paese federale senza sistema sanitario nazionale, dove i tamponi costano 3mila dollari l'uno, gestire un'epidemia è praticamente impossibile, figuriamoci ricostruire eventuali movimenti di persone e nascita di focolai.
".
la recessione già si intravedeva, il coronavirus ha fatto da detonatore e finirà con l'ampliare i suoi effetti.
in questi 23 giorni cosa è cambiato? giravolta di trump e johnson, istituzioni europee a dir poco ridicole, lagarde non all'altezza, si naviga a vista giorno per giorno. le premesse no sono per niente buone...
 
Io sparo un -60% dal max... Entro fine anno. Parlo di usa..
 
borse Usa come riferimento anch'io...il 60% è plausibile,chissà se già entro l'anno per poi risalire la china...in tutti i casi siamo solo agli inizi, sono passate 5 settimane dai massimi di febbraio
 
senza contare con un -60% ci sarebbe poi l'imbarazzo della scelta su cosa comprare, a inizio anno non mi sarei mai immaginato di poter vedere a breve azioni apple a 130 o microsoft a 80 (ma nemmeno un virus che mettesse in ginocchio il mondo), oggi ne stiamo discutendo
 
avanti con le vostre opinioni

In una prima fase i mercati sono stati colpiti da un shock da tempesta perfetta: paura allo stato puro subentrata dopo un periodo di assoluta euforia. Dalla sovra-percezione della redditività del mercato alla sovra-percezione del suo rischio.

Sulla base dei FONDAMENTALI (es. dividendi e interessi distribuiti rispetto all'invesitmento privo di rischio ed all'inflazione) banalmente in 3 settimane il mercato è passato da caro ad economico con punte di discesa del -35%/-40%.

Questo effetto fa da 'floor': il mercato ad un certo punto non perde più perché è a 'sconto'.
Il pensionato italico dice: perché devo vendere anziché comprare ad esempio ENI, che ha un dividendo di X, è sempre stata intorno a quota Y e ora costa la metà di Y??

La percezione cambierà nei prossimi mesi.
Questa crisi, in questa prima fase (la devastazione) è una crisi sia di domanda che di offerta: non hai nessuno che vende aperitivi o maglioni, ma non hai neppure nessuno che può comprarli.

NON è una crisi di liquidità: tutti noi stiamo notando che a marzo abbiamo speso meno del solito e, tranne le mascherine, non è che sia aumentato nulla di prezzo, anzi la benzina è scesa se mai avesse senso fare il pieno.

Al contempo i governi hanno iniziato a schierare delle armi preventive: Trump punta un cannone da 2000 miliardi, l'Italia svicola dai patti di stabilità, si aiutano le persone a sospendere i mutui e quant'altro. Magari qualcuno è quasi contento e pensa pure di approfittarne.

Inutile dire che i prossimi 30-60 giorni saranno neri per l'economia.
Innanzitutto gli interventi governativi non andranno avanti a lungo. Secondo la pandemia potrà essere rallentata da qualche parte, ma non FINISCE né si 'guarisce' dall'oggi al domani, è verosimile che abbiamo davanti 1 o 2 anni di seri problemi sanitari e alcuni settori non ripartiranno nel breve (turismo, compagnie aeree, palestre ed altre attività voluttuarie... ciao ciao).

A seconda delle scelte fatte (ovviamente un mega-eurobond è uno scenario diverso dall'andare vestiti di sacco a chiedere aiuto al fondo salva stati) la crisi diventerà rapidamente di liquidità. Da una crisi 'simmetrica' di offerta-domanda si passerà ad una crisi dell'una più che dell'altra.
Secondo me avremo una crisi di offerta (stile 1973, non stile 2009-2010): alcune attività non usciranno dalla quarantena, altre saranno state 'riconvertite', le ultime assaporeranno un'eccedenza di domanda rispetto alle loro possibilità, la minore liquidità bancaria (mutui sospesi, tasse spostate non sono una cosa 'bella', sono cose belle solo per gli sciocchi che vedono l'uovo oggi ma non il fatto che il pollaio non avrà un seguito domani) impedirà a quelle che potrebbero di espandersi.
A quel punto partirà la fase più dura: i governi e le istituzioni dovranno mettere sul campo le loro armi. Se faranno fallire banche, se non sosterranno la produzione per farla ripartire (riaprire e mettere in moto le aziende con qualsiasi mezzo) se non manterranno elevata la liquidità, sarà la fine. Ovviamente se non potranno farlo, si spera che non ci sia l'eventualità che non vogliano farlo.
E per fine dico disoccupazione, crisi che dall'offerta si trasmette alla domanda (la gente ha perso il lavoro e non PUO' più consumare), assenza di capitali, depressione economica di lungo corso. Chi crede che una crisi di offerta (1973) sia meglio di una di domanda/liquidità (2009-11) può riflettere sul fatto che la scala mobile ed altri provvedimenti presi nella predetta crisi hanno generato gran parte dell'attuale debito pubblico che non siamo mai riusciti a ripagare e che ha minato la prosperità futura del paese.

Ovviamente alcuni settori saranno da prediligere per chi è difensivo: beni di prima necessità, sanitari, utilities (nessuno avrà interesse a staccarci la corrente).

Altri settori potrebbero essere molto interessanti per i portafogli aggressivi/rischiosi perché potrebbero svalutarsi, ma conserveranno nel lungo periodo (orizzonti temporali minimo di 5+ anni) un valore che 'ritornerà' nel tempo e potranno essere il motore della futura espansione: immobiliare (legata a fondamentali non esclusivamente finanziari e di produzione), produzione primaria (che non ha bisogno di una filiera articolata di servizi per essere messa/tenuta in moto), infrastrutture (potenziale bersaglio di politiche pubbliche), assicurazioni (che possiedono capitali non a leva ma a deposito/garanzia), tecnologici (che dispongono del know how).

Ultimi settori potrebbero essere vittima di crisi di più lungo corso o di svalutazioni 'lunghe' e quindi da gestirsi davvero con attenzione e con una strategia opportunity: banche, trasporti, beni voluttuari (ci sarebbe da distinguere parecchio qui tra quali beni voluttuari), oil&gas.

Inutile dire che a fronte di situazioni estreme (la Pandemia è roba più da storici che da economisti) alcuni scenari impensabili potrebbero verificarsi: default di Stati sovrani, situazioni politiche che la nostra generazione o la precedente hanno letto in vecchie enciclopedie ingiallite.
Al contempo non è detto che non cambi la nostra percezione del rischio su asset tradizionali come il debito (considerato da manuale più prudente) rispetto all'equity (considerando capitale 'a rischio').

Sicuramente i REPORT sull'andamento di tutta questa vicenda inizieranno a circolare nel corso del II trimestre 2020 e se non saranno rassicuranti dopo la prima 'botta di panico' ed il tipico rimbalzetto (forse) da gatto morto, i mercati potranno 'somatizzare' avviandosi verso un più tendenziale e meno 'impulsivo' trend di sgonfiamento.
Andare alla ricerca non tanto della loro valutazione sulla base dei dati odierni (per i quali i mercati di 10 giorni fa erano decisamente a SCONTO), ma la nuova valutazione sulla base dei dati che usciranno (per cui i valori odierni potrebbero essere equi... oppure da ridurre ancora).

Secondo me il mercato non ha affatto perso molto, dato quello che sta accadendo, personalmente (io ero al 90% liquido grazie al cielo a inizio marzo ed ho lasciato correre non senza sforzo due mesi euforici come gennaio e febbraio essendo uscito principalmente a fine anno) mi sto orientando per entrate progressive, immettendo sui forti ribassi una fetta del capitale (per non sentirmi troppo stupido se, come spero vivamente, questa analisi fosse sbagliata ed il peggio fosse ormai alle spalle per i prossimi 10 anni), ma tenendo la briglia per agire con metodo e diluire l'ingresso su 6-12 mesi (a seconda della prudenza e del pessimismo che uno si sente). A inizio febbraio per una strategia che misi in piedi valutai un secondo ingresso a ferragosto... chissà che non ci abbia preso con il darmi quel margine temporale semestrale (ovviamente era imprevedibile quanto accaduto, per me, altrimenti sarei entrato all-in su un leva 20 short).

Ovviamente è una valutazione pessimistica (ogni tanto anche lo scenario pessimista va contemplato) che lascia il tempo che trova, solo una riflessione su possibili scenari, e spero tanto di sbagliarmi e che da qui ai prossimi 36 mesi il mercato sia sotto il segno del toro.

P.S.
E' meglio che da storico non faccia un excursus sulle conseguenze economiche delle Pandemie (non delle epidemie che in epoca pre-antibiotica erano eventi all'ordine del giorno come l'influenzetta stagionale anche se riempivano i carretti di cadaveri), tuttavia diciamo che se le grandi guerre hanno segnato per generazioni nazioni e imperi ed impoverito popoli, le pandemie li hanno cancellati.
 
Ultima modifica:
In una prima fase i mercati sono stati colpiti da un shock da tempesta perfetta: paura allo stato puro subentrata dopo un periodo di assoluta euforia. Dalla sovra-percezione della redditività del mercato alla sovra-percezione del suo rischio.

Sulla base dei FONDAMENTALI (es. dividendi e interessi distribuiti rispetto all'invesitmento privo di rischio ed all'inflazione) banalmente in 3 settimane il mercato è passato da caro ad economico con punte di discesa del -35%/-40%.

Questo effetto fa da 'floor': il mercato ad un certo punto non perde più perché è a 'sconto'.
Il pensionato italico dice: perché devo vendere anziché comprare ad esempio ENI, che ha un dividendo di X, è sempre stata intorno a quota Y e ora costa la metà di Y??

La percezione cambierà nei prossimi mesi.
Questa crisi, in questa prima fase (la devastazione) è una crisi sia di domanda che di offerta: non hai nessuno che vende aperitivi o maglioni, ma non hai neppure nessuno che può comprarli.

NON è una crisi di liquidità: tutti noi stiamo notando che a marzo abbiamo speso meno del solito e, tranne le mascherine, non è che sia aumentato nulla di prezzo, anzi la benzina è scesa se mai avesse senso fare il pieno.

Al contempo i governi hanno iniziato a schierare delle armi preventive: Trump punta un cannone da 2000 miliardi, l'Italia svicola dai patti di stabilità, si aiutano le persone a sospendere i mutui e quant'altro. Magari qualcuno è quasi contento e pensa pure di approfittarne.

Inutile dire che i prossimi 30-60 giorni saranno neri per l'economia.
Innanzitutto gli interventi governativi non andranno avanti a lungo. Secondo la pandemia potrà essere rallentata da qualche parte, ma non FINISCE né si 'guarisce' dall'oggi al domani, è verosimile che abbiamo davanti 1 o 2 anni di seri problemi sanitari e alcuni settori non ripartiranno nel breve (turismo, compagnie aeree, palestre ed altre attività voluttuarie... ciao ciao).

A seconda delle scelte fatte (ovviamente un mega-eurobond è uno scenario diverso dall'andare vestiti di sacco a chiedere aiuto al fondo salva stati) la crisi diventerà rapidamente di liquidità. Da una crisi 'simmetrica' di offerta-domanda si passerà ad una crisi dell'una più che dell'altra.
Secondo me avremo una crisi di offerta (stile 1973, non stile 2009-2010): alcune attività non usciranno dalla quarantena, altre saranno state 'riconvertite', le ultime assaporeranno un'eccedenza di domanda rispetto alle loro possibilità, la minore liquidità bancaria (mutui sospesi, tasse spostate non sono una cosa 'bella', sono cose belle solo per gli sciocchi che vedono l'uovo oggi ma non il fatto che il pollaio non avrà un seguito domani) impedirà a quelle che potrebbero di espandersi.
A quel punto partirà la fase più dura: i governi e le istituzioni dovranno mettere sul campo le loro armi. Se faranno fallire banche, se non sosterranno la produzione per farla ripartire (riaprire e mettere in moto le aziende con qualsiasi mezzo) se non manterranno elevata la liquidità, sarà la fine. Ovviamente se non potranno farlo, si spera che non ci sia l'eventualità che non vogliano farlo.
E per fine dico disoccupazione, crisi che dall'offerta si trasmette alla domanda (la gente ha perso il lavoro e non PUO' più consumare), assenza di capitali, depressione economica di lungo corso. Chi crede che una crisi di offerta (1973) sia meglio di una di domanda/liquidità (2009-11) può riflettere sul fatto che la scala mobile ed altri provvedimenti presi nella predetta crisi hanno generato gran parte dell'attuale debito pubblico che non siamo mai riusciti a ripagare e che ha minato la prosperità futura del paese.

Ovviamente alcuni settori saranno da prediligere per chi è difensivo: beni di prima necessità, sanitari, utilities (nessuno avrà interesse a staccarci la corrente).

Altri settori potrebbero essere molto interessanti per i portafogli aggressivi/rischiosi perché potrebbero svalutarsi, ma conserveranno nel lungo periodo (orizzonti temporali minimo di 5+ anni) un valore che 'ritornerà' nel tempo e potranno essere il motore della futura espansione: immobiliare (legata a fondamentali non esclusivamente finanziari e di produzione), produzione primaria (che non ha bisogno di una filiera articolata di servizi per essere messa/tenuta in modo), infrastrutture (potenziale bersaglio di politiche pubbliche), assicurazioni (che possiedono capitali non a leva ma a deposito/garanzia), tecnologici (che dispongono del know how).

Ultimi settori potrebbero essere vittima di crisi di più lungo corso o di svalutazioni 'lunghe' e quindi da gestirsi davvero con attenzione e con una strategia opportunity: banche, trasporti, beni voluttuari (ci sarebbe da distinguere parecchio qui tra quali beni voluttuari), oil&gas.

Inutile dire che a fronte di situazioni estreme (la Pandemia è roba più da storici che da economisti) alcuni scenari impensabili potrebbero verificarsi: default di Stati sovrani, situazioni politiche che la nostra generazione o la precedente hanno letto in vecchie enciclopedie ingiallite.
Al contempo non è detto che non cambi la nostra percezione del rischio su asset tradizionali come il debito (considerato da manuale più prudente) rispetto all'equity (considerando capitale 'a rischio').

Sicuramente i REPORT sull'andamento di tutta questa vicenda inizieranno a circolare nel corso del II trimestre 2020 e se non saranno rassicuranti dopo la prima 'botta di panico' ed il tipico rimbalzetto (forse) da gatto morto, i mercati potranno 'somatizzare' avviandosi verso un più tendenziale e meno 'impulsivo' trend di sgonfiamento.
Andare alla ricerca non tanto della loro valutazione sulla base dei dati odierni (per i quali i mercati di 10 giorni fa erano decisamente a SCONTO), ma la nuova valutazione sulla base dei dati che usciranno (per cui i valori odierni potrebbero essere equi... oppure da ridurre ancora).

Secondo me il mercato non ha affatto perso molto, dato quello che sta accadendo, personalmente (io ero al 90% liquido grazie al cielo a inizio marzo ed ho lasciato correre non senza sforzo due mesi euforici come gennaio e febbraio essendo uscito principalmente a fine anno) mi sto orientando per entrate progressive, immettendo sui forti ribassi una fetta del capitale (per non sentirmi troppo stupido se, come spero vivamente, questa analisi fosse sbagliata ed il peggio fosse ormai alle spalle per i prossimi 10 anni), ma tenendo la briglia per agire con metodo e diluire l'ingresso su 6-12 mesi (a seconda della prudenza e del pessimismo che uno si sente). A inizio febbraio per una strategia che misi in piedi valutai un secondo ingresso a ferragosto... chissà che non ci abbia preso con il darmi quel margine temporale semestrale (ovviamente era imprevedibile quanto accaduto, per me, altrimenti sarei entrato all-in su un leva 20 short).

Ovviamente è una valutazione pessimistica (ogni tanto anche lo scenario pessimista va contemplato) che lascia il tempo che trova, solo una riflessione su possibili scenari, e spero tanto di sbagliarmi e che da qui ai prossimi 36 mesi il mercato sia sotto il segno del toro.

P.S.
E' meglio che da storico non faccia un excursus sulle conseguenze economiche delle Pandemie (non delle epidemie che in epoca pre-antibiotica erano eventi all'ordine del giorno come l'influenzetta stagionale anche se riempivano i carretti di cadaveri), tuttavia diciamo che se le grandi guerre hanno segnato per generazioni nazioni e imperi ed impoverito popoli, le pandemie li hanno cancellati.

intervengo solo su questo punto, dicendo che mai come oggi abbiamo armi e strumenti per difenderci da questa pandemia, la spagnola di 100 anni fà fece milioni di morti, ma quanto è andata avanti la medicina in 100 anni?!
 
intervengo solo su questo punto, dicendo che mai come oggi abbiamo armi e strumenti per difenderci da questa pandemia, la spagnola di 100 anni fà fece milioni di morti, ma quanto è andata avanti la medicina in 100 anni?!

E' per quello che non si possono fare previsioni facili. Ci fosse stata una pandemia 20 anni fa, grossomodo conosceremmo tempi, costi e decorso.
1- Nell'antichità una pandemia copriva l'eurasia in 2 anni, non in 3 mesi
2- Nell'antichità la depressione generalizzata che ne conseguiva non era riassorbibile dalle politiche economiche dei paesi (Giustiniano rinunciò alla rifondazione dell'Impero Romano che politicamente e militarmente aveva già attuato, per dire, gli ebrei da possidenti terrieri e guerrieri mercenari si inurbarono e dedicarono ai servizi, le bellicose popolazioni della penisola araba colsero gli insegnamenti di un certo profeta come motivi d'unione per sconfinare dato che i confini erano deboli, il Papa e l'Imperatore assistettero ad un indebolimento del ceto feudale che era la base della loro concezione del potere temporale dovuto all'aumentato costo della manodopera contadina per far tramontare l'idea di un impero universale e favore di nazioni, comuni e istituzioni più moderne, la macchinizzazione dell'economia resa sensata dalla scarsità di braccia introdusse innovazioni quali la Stampa, le civiltà pre-colombiani non immuni... ops, quali civiltà precolombiane? etc...), quindi le pandemie sono viste dagli storici come 'chiavi di svolta' della storia.
3- Oggi come mai abbiamo gli strumenti scientifico-sanitari per difenderci da una pandemia
3b- Oggi come mai le istituzioni politiche sono incerte sul da farsi (oggi bisogna votare a Bruxelles se fare gli eurobond quando banalmente il Granduca di Toscana già aveva fatto arrivare le casse di grano per mare), oggi come mai la società è strutturata e vulnerabile a shock da economia di guerra. Mi spiego: nel 1348 il 90% della popolazione coltivava la terra, pandemia, tanti morti (soprattutto nella città), più terra e si riprende in mano la zappa il giorno dopo. Nel 1918 l'economia era già uscita da una Grande Guerra e comunque gli addetti al settore primario non erano il 90% ma forse l'80%. Oggi quanta gente lavora nel primario? Il 10%? E nel secondario (meccanici, edili, operai, falegnami, fabbri)? Tutto il resto (il grosso) è pubblica amministrazione, servizi, logistica, bancassicurazione, marketing, professioni intellettuali... youtuber e quant'altro... è vero che abbiamo più anticorpi economici, è anche vero che una volta lanciavi un mattone in una capanna oggi in un negozio di cristalli. Speriamo che siano infrangibili.
 
Ultima modifica:
In una prima fase i mercati sono stati colpiti da un shock da tempesta perfetta: paura allo stato puro subentrata dopo un periodo di assoluta euforia. Dalla sovra-percezione della redditività del mercato alla sovra-percezione del suo rischio.

Sulla base dei FONDAMENTALI (es. dividendi e interessi distribuiti rispetto all'invesitmento privo di rischio ed all'inflazione) banalmente in 3 settimane il mercato è passato da caro ad economico con punte di discesa del -35%/-40%.

Questo effetto fa da 'floor': il mercato ad un certo punto non perde più perché è a 'sconto'.
Il pensionato italico dice: perché devo vendere anziché comprare ad esempio ENI, che ha un dividendo di X, è sempre stata intorno a quota Y e ora costa la metà di Y??

La percezione cambierà nei prossimi mesi.
Questa crisi, in questa prima fase (la devastazione) è una crisi sia di domanda che di offerta: non hai nessuno che vende aperitivi o maglioni, ma non hai neppure nessuno che può comprarli.

NON è una crisi di liquidità: tutti noi stiamo notando che a marzo abbiamo speso meno del solito e, tranne le mascherine, non è che sia aumentato nulla di prezzo, anzi la benzina è scesa se mai avesse senso fare il pieno.

Al contempo i governi hanno iniziato a schierare delle armi preventive: Trump punta un cannone da 2000 miliardi, l'Italia svicola dai patti di stabilità, si aiutano le persone a sospendere i mutui e quant'altro. Magari qualcuno è quasi contento e pensa pure di approfittarne.

Inutile dire che i prossimi 30-60 giorni saranno neri per l'economia.
Innanzitutto gli interventi governativi non andranno avanti a lungo. Secondo la pandemia potrà essere rallentata da qualche parte, ma non FINISCE né si 'guarisce' dall'oggi al domani, è verosimile che abbiamo davanti 1 o 2 anni di seri problemi sanitari e alcuni settori non ripartiranno nel breve (turismo, compagnie aeree, palestre ed altre attività voluttuarie... ciao ciao).

A seconda delle scelte fatte (ovviamente un mega-eurobond è uno scenario diverso dall'andare vestiti di sacco a chiedere aiuto al fondo salva stati) la crisi diventerà rapidamente di liquidità. Da una crisi 'simmetrica' di offerta-domanda si passerà ad una crisi dell'una più che dell'altra.
Secondo me avremo una crisi di offerta (stile 1973, non stile 2009-2010): alcune attività non usciranno dalla quarantena, altre saranno state 'riconvertite', le ultime assaporeranno un'eccedenza di domanda rispetto alle loro possibilità, la minore liquidità bancaria (mutui sospesi, tasse spostate non sono una cosa 'bella', sono cose belle solo per gli sciocchi che vedono l'uovo oggi ma non il fatto che il pollaio non avrà un seguito domani) impedirà a quelle che potrebbero di espandersi.
A quel punto partirà la fase più dura: i governi e le istituzioni dovranno mettere sul campo le loro armi. Se faranno fallire banche, se non sosterranno la produzione per farla ripartire (riaprire e mettere in moto le aziende con qualsiasi mezzo) se non manterranno elevata la liquidità, sarà la fine. Ovviamente se non potranno farlo, si spera che non ci sia l'eventualità che non vogliano farlo.
E per fine dico disoccupazione, crisi che dall'offerta si trasmette alla domanda (la gente ha perso il lavoro e non PUO' più consumare), assenza di capitali, depressione economica di lungo corso. Chi crede che una crisi di offerta (1973) sia meglio di una di domanda/liquidità (2009-11) può riflettere sul fatto che la scala mobile ed altri provvedimenti presi nella predetta crisi hanno generato gran parte dell'attuale debito pubblico che non siamo mai riusciti a ripagare e che ha minato la prosperità futura del paese.

Ovviamente alcuni settori saranno da prediligere per chi è difensivo: beni di prima necessità, sanitari, utilities (nessuno avrà interesse a staccarci la corrente).

Altri settori potrebbero essere molto interessanti per i portafogli aggressivi/rischiosi perché potrebbero svalutarsi, ma conserveranno nel lungo periodo (orizzonti temporali minimo di 5+ anni) un valore che 'ritornerà' nel tempo e potranno essere il motore della futura espansione: immobiliare (legata a fondamentali non esclusivamente finanziari e di produzione), produzione primaria (che non ha bisogno di una filiera articolata di servizi per essere messa/tenuta in moto), infrastrutture (potenziale bersaglio di politiche pubbliche), assicurazioni (che possiedono capitali non a leva ma a deposito/garanzia), tecnologici (che dispongono del know how).

Ultimi settori potrebbero essere vittima di crisi di più lungo corso o di svalutazioni 'lunghe' e quindi da gestirsi davvero con attenzione e con una strategia opportunity: banche, trasporti, beni voluttuari (ci sarebbe da distinguere parecchio qui tra quali beni voluttuari), oil&gas.

Inutile dire che a fronte di situazioni estreme (la Pandemia è roba più da storici che da economisti) alcuni scenari impensabili potrebbero verificarsi: default di Stati sovrani, situazioni politiche che la nostra generazione o la precedente hanno letto in vecchie enciclopedie ingiallite.
Al contempo non è detto che non cambi la nostra percezione del rischio su asset tradizionali come il debito (considerato da manuale più prudente) rispetto all'equity (considerando capitale 'a rischio').

Sicuramente i REPORT sull'andamento di tutta questa vicenda inizieranno a circolare nel corso del II trimestre 2020 e se non saranno rassicuranti dopo la prima 'botta di panico' ed il tipico rimbalzetto (forse) da gatto morto, i mercati potranno 'somatizzare' avviandosi verso un più tendenziale e meno 'impulsivo' trend di sgonfiamento.
Andare alla ricerca non tanto della loro valutazione sulla base dei dati odierni (per i quali i mercati di 10 giorni fa erano decisamente a SCONTO), ma la nuova valutazione sulla base dei dati che usciranno (per cui i valori odierni potrebbero essere equi... oppure da ridurre ancora).

Secondo me il mercato non ha affatto perso molto, dato quello che sta accadendo, personalmente (io ero al 90% liquido grazie al cielo a inizio marzo ed ho lasciato correre non senza sforzo due mesi euforici come gennaio e febbraio essendo uscito principalmente a fine anno) mi sto orientando per entrate progressive, immettendo sui forti ribassi una fetta del capitale (per non sentirmi troppo stupido se, come spero vivamente, questa analisi fosse sbagliata ed il peggio fosse ormai alle spalle per i prossimi 10 anni), ma tenendo la briglia per agire con metodo e diluire l'ingresso su 6-12 mesi (a seconda della prudenza e del pessimismo che uno si sente). A inizio febbraio per una strategia che misi in piedi valutai un secondo ingresso a ferragosto... chissà che non ci abbia preso con il darmi quel margine temporale semestrale (ovviamente era imprevedibile quanto accaduto, per me, altrimenti sarei entrato all-in su un leva 20 short).

Ovviamente è una valutazione pessimistica (ogni tanto anche lo scenario pessimista va contemplato) che lascia il tempo che trova, solo una riflessione su possibili scenari, e spero tanto di sbagliarmi e che da qui ai prossimi 36 mesi il mercato sia sotto il segno del toro.

P.S.
E' meglio che da storico non faccia un excursus sulle conseguenze economiche delle Pandemie (non delle epidemie che in epoca pre-antibiotica erano eventi all'ordine del giorno come l'influenzetta stagionale anche se riempivano i carretti di cadaveri), tuttavia diciamo che se le grandi guerre hanno segnato per generazioni nazioni e imperi ed impoverito popoli, le pandemie li hanno cancellati.

analisi molto lucida, condivido in toto quanto hai scritto. mi soffermo sulla quotazione dei mercati, molti scrivono che gli indici sono calati parecchio ed è il momento giusto per entrare, ma non solo veniamo da 11 anni di salite,ma alla fine i valori attuali sono quelli di gennaio 2019
 
E' per quello che non si possono fare previsioni facili. Ci fosse stata una pandemia 20 anni fa, grossomodo conosceremmo tempi, costi e decorso.
1- Nell'antichità una pandemia copriva l'eurasia in 2 anni, non in 3 mesi
2- Nell'antichità la depressione generalizzata che ne conseguiva non era riassorbibile dalle politiche economiche dei paesi (Giustiniano rinunciò alla rifondazione dell'Impero Romano che politicamente e militarmente aveva già attuato, per dire, gli ebrei da possidenti terrieri e guerrieri mercenari si inurbarono e dedicarono ai servizi, le bellicose popolazioni della penisola araba colsero gli insegnamenti di un certo profeta come motivi d'unione per sconfinare dato che i confini erano deboli, il Papa e l'Imperatore assistettero ad un indebolimento del ceto feudale che era la base della loro concezione del potere temporale dovuto all'aumentato costo della manodopera contadina per far tramontare l'idea di un impero universale e favore di nazioni, comuni e istituzioni più moderne, la macchinizzazione dell'economia resa sensata dalla scarsità di braccia introdusse innovazioni quali la Stampa, le civiltà pre-colombiani non immuni... ops, quali civiltà precolombiane? etc...), quindi le pandemie sono viste dagli storici come 'chiavi di svolta' della storia.
3- Oggi come mai abbiamo gli strumenti scientifico-sanitari per difenderci da una pandemia
3b- Oggi come mai le istituzioni politiche sono incerte sul da farsi (oggi bisogna votare a Bruxelles se fare gli eurobond quando banalmente il Granduca di Toscana già aveva fatto arrivare le casse di grano per mare), oggi come mai la società è strutturata e vulnerabile a shock da economia di guerra. Mi spiego: nel 1348 il 90% della popolazione coltivava la terra, pandemia, tanti morti (soprattutto nella città), più terra e si riprende in mano la zappa il giorno dopo. Nel 1918 l'economia era già uscita da una Grande Guerra e comunque gli addetti al settore primario non erano il 90% ma forse l'80%. Oggi quanta gente lavora nel primario? Il 10%? E nel secondario (meccanici, edili, operai, falegnami, fabbri)? Tutto il resto (il grosso) è pubblica amministrazione, servizi, logistica, bancassicurazione, marketing, professioni intellettuali... youtuber e quant'altro... è vero che abbiamo più anticorpi economici, è anche vero che una volta lanciavi un mattone in una capanna oggi in un negozio di cristalli. Speriamo che siano infrangibili.

è così e potrebbe esserlo pure oggi. tante volte nella vita di tutti i giorni così come su fol si discute di euro,unione europea,istituzioni europee. quante discussioni,libri,articoli,convegni,sono stati fatti con questi argomenti. lo stesso governo Monti doveva tutelare i conti pubblici italiani ed essere gradito alle cancellerie europee (e fare riforme),ed ha avuto come risultato far diventare primo partito un movimento fatto di persone comuni che non si conoscevano,senza nessuna esperienza politica,con a capo un comico, che 5 anni dopo sarebbero andati al governo. di fronte ad una situazione senza precedenti per il mondo moderno,che colpisce tutti gli stati europei e non, ci troviamo la BCE che con la Lagarde che dice non siamo qua a far diminuire gli spread e gli Stati del nord Europa che non vogliono gli eurobond. tralasciando che se finisse così i partiti antieuropei prenderanno il 90% alle elezioni, ma è la dimostrazione che questa Unione Europea che si riempie la bocca di solidarietà non serve a nulla. abbiamo Stati che servono solo come paradisi fiscali,che se uscissero dall'euro o dall'Unione Europea nessuno se ne accorgerebbe,differente il caso dell'Italia che rimane comunque la terza economia euro. non credo che si possa compromettere l'alleanza atlantica diventando filocinesi o fiorussi, ma si può iniziare realmente a pensare ad una nuova comunità europea,con nuove regole e una nuova moneta,formata da Italia Francia Spagna Portogallo Grecia ecc
 
analisi molto lucida, condivido in toto quanto hai scritto. mi soffermo sulla quotazione dei mercati, molti scrivono che gli indici sono calati parecchio ed è il momento giusto per entrare, ma non solo veniamo da 11 anni di salite,ma alla fine i valori attuali sono quelli di gennaio 2019

non conta quanto siano salite in passato ma vanno considerati i multipli delle società e dalle loro previsioni degli utili......potrebbero essere troppo care anche se facessero un altro -50% o essere a buon prezzo già ora a prescindere da quello successo negli ultimi 5 10 15 anni
 
non conta quanto siano salite in passato ma vanno considerati i multipli delle società e dalle loro previsioni degli utili......potrebbero essere troppo care anche se facessero un altro -50% o essere a buon prezzo già ora a prescindere da quello successo negli ultimi 5 10 15 anni

concordo, è il motivo per cui preferisco singole azioni selezionate anzichè ETF globali, al limite qualche ETF tematico ben selezionato

iniziato vuol dire che gli ingressi verranno diluiti nei prossimi mesi, o anni, in una fase come questa nessuno è in grado di capire quale possano essere le dinamiche dei mercati

qualche azione in portafoglio da gennaio sta andando molto bene, del resto erano tutti portafogli difensivi
 
concordo, è il motivo per cui preferisco singole azioni selezionate anzichè ETF globali, al limite qualche ETF tematico ben selezionato

iniziato vuol dire che gli ingressi verranno diluiti nei prossimi mesi, o anni, in una fase come questa nessuno è in grado di capire quale possano essere le dinamiche dei mercati

qualche azione in portafoglio da gennaio sta andando molto bene, del resto erano tutti portafogli difensivi

Quali azioni e ETF tematici vedi bene nel breve medio periodo?
 
concordo, è il motivo per cui preferisco singole azioni selezionate anzichè ETF globali, al limite qualche ETF tematico ben selezionato

iniziato vuol dire che gli ingressi verranno diluiti nei prossimi mesi, o anni, in una fase come questa nessuno è in grado di capire quale possano essere le dinamiche dei mercati

qualche azione in portafoglio da gennaio sta andando molto bene, del resto erano tutti portafogli difensivi

Non vedo affatto in maniera negativa l'idea di associare "basket" si singole azioni ad ETF (magari per i mercati dove è difficilino comprare azioni, insomma quelle quotate in Sudafrica a me non girano sull'homebanking).
Ovviamente rispettando alcuni criteri:
- non innamorarsi del singolo titolo o giudicarlo sulla base delle performance passate, ma approcciarsi in maniera razionale sulla base di mercato e fondamentali e diversificazione, come fosse un indice
- diversificando molto, ovvero creando una sorta di piccolo indice fai da te

Detto questo se il mio "basket" di 10-15 azioni riuscisse a fare meglio del benchmark (es. L'ETF eurostoxx 600 se europee) sarei sprecato come consulente e dovrei fare il fund manager perché riesco in quello in cui tanta consulenza "attiva" fallisce. Immagino che potrei chiedere qualsiasi remunerazione se so battere il mercato sistematicamente.
Posso avere fortuna in un momento, ma non sistematicamente, salvo concentrare esageratamente il rischio nelle world market leader (banalmente 50% in Apple ed Amazon) ed ottenere performance superiori per diversi anni (finché la ruota non gira ed a quel punto ho esposto il portafoglio ad un rischio capitale, come sa chi c'era quando la market leader si chiamava Tiscali in Italia o chi ha comprato Fiat qualche giorno prima che prendesse un colpo a Marchionne... tutti rischi specifici che secondo me non sono adatti al risparmiatore, se ne occupi il trader o l'affarista).
Quindi soprattutto per svangarla in periodi simili per me l'indice è un'ancora di salvezza. Chi ha ETF globali e fatti bene e quei soldi li ha lì da anni e ce li lascerà anni deve temere solo la sua testa e le sue ansie in questa fase e non il mercato, della crisi attuale deve preoccuparlo solo economia reale e malattia... e se sono a distribuzione godersi i dividendi.
 
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