conseguenze Covid19 mercato arte

Ritengo che le gallerie, causa Covid, soffrano maggiormente rispetto al settore delle aste. Questo comporterà che coloro che soffriranno maggiormente saranno gli artisti giovani che non saranno seguiti come negli anni scorsi dalle gallerie. La pandemia ha creato suna situazione di disagio evidente. I conti bancari sono cresciuti ed il clima generale induce a non spendere. I collezionisti hanno la possibilità pertanto di disporre di aste con opere che due anni fa costavano di più, questo a scapito delle gallerie. Vedo un orizzonte molto cupo per gli operatori corretti e per i giovani artisti.
 
Ritengo che le gallerie, causa Covid, soffrano maggiormente rispetto al settore delle aste. Questo comporterà che coloro che soffriranno maggiormente saranno gli artisti giovani che non saranno seguiti come negli anni scorsi dalle gallerie. La pandemia ha creato suna situazione di disagio evidente. I conti bancari sono cresciuti ed il clima generale induce a non spendere. I collezionisti hanno la possibilità pertanto di disporre di aste con opere che due anni fa costavano di più, questo a scapito delle gallerie. Vedo un orizzonte molto cupo per gli operatori corretti e per i giovani artisti.

Le aste forse non soffrono, ma i prezzi, per quanto ho visto, sono calati abbastanza, e quindi sarebbe crisi per i venditori. Certo la casa d'aste guadagnerà un po' meno, ma chi vende ho visto incassare un 40% meno del prevedibile.
Sui giovani credo anch'io tutto bloccato. Comunque non è solo per il covid, chiaro che stanno assorbendo denaro in borsa, come sempre prima di un "imprevedibile" crollo.
 
Intanto NO alla tachipirina, io lo so da un anno. (Gino)

Cioè...perché?
Faccio molta fatica a comprendere le soluzioni che prospetti, mio limite, ma davvero in tutto quel che scrivi è difficile orientarsi.
Mi permetto di invitarti a leggere il mio precedente post e dirmi cosa ne pensi. Grazie

Ora è scritto anche sui giornali e pure qui ... ma due anni prima.
Comunque, siamo già passati alla seconda parte del piano, renderci tutti più poveri (gli italiani) e farci diventare una colonia dipendente. Certamente i sempre più numerosi immigrati clandestini non sono futuri acquirenti di arte, né potranno interessarsi per godere delle bellezze artistiche italiane. Loro sempre di più, noi sempre di meno, se fossi un mercante d'arte metterei tutto in liquidazione - e forse molti lo stanno già facendo.
I prezzi delle opere che comprava la piccola borghesia sono sottozero. Come compratore mi dispiace solo che per età potrò godermele troppo poco tempo.
Sarebbe interessante alla luce di ciò rileggersi le ultime 4/5 pagine di questo 3d. :D Davvero!
 
Ultima modifica:
Ora è scritto anche sui giornali e pure qui ... ma due anni prima.
Comunque, siamo già passati alla seconda parte del piano, renderci tutti più poveri (gli italiani) e farci diventare una colonia dipendente. Certamente i sempre più numerosi immigrati clandestini non sono futuri acquirenti di arte, né potranno interessarsi per godere delle bellezze artistiche italiane. Loro sempre di più, noi sempre di meno, se fossi un mercante d'arte metterei tutto in liquidazione - e forse molti lo stanno già facendo.
I prezzi delle opere che comprava la piccola borghesia sono sottozero. Come compratore mi dispiace solo che per età potrò godermele troppo poco tempo.
Sarebbe interessante alla luce di ciò rileggersi le ultime 4/5 pagine di questo 3d. :D Davvero!

sii ottimista, vedrai che dal 25 settembre cambierà approccio anche nei confronti del virus... chiaramente nell'augurarti lunga vita, ciaoo..
 
https://www.ilgiornaledellarte.com/...96y7j9Kgdbnv6dyUs_SPdl2G89G30Yd5RhDYgwEPqm_So

e sottolinerei "Sarà però difficile premiare le opere di venditori che preferirebbero aspettare il ritorno delle vacche grasse. Il mercato dell’arte disfunzionale opera con una certa dose di interesse personale, quindi ci saranno sempre abbastanza insider-seller a garantire una «sana» apparenza. A mio avviso, questo è probabilmente il meglio che si può sperare in vista di un periodo poco produttivo."

"Il fattore che distingue l’arte da tutto il resto è che il suo mercato si basa più sull’offerta che sulla domanda. La manciata di miliardari e milionari che possono decretare il successo di un’asta sono probabilmente ancora in grado di spendere cifre pari a numeri di telefono." quindi come al solito la fascia altissima declinera' un po' ma resistera'.. per il resto saranno dolori....

il Covid ormai e' la torta, la cigliegina e' tutto il resto..peccato che la ciliegina sia di marmo!

:bye:
 
Sicuramente i tempi che ci aspettano non saranno "rose e fiori".
Di crisi se ne sono viste tante, e questa sarà più pesante, oltretutto arrivando dopo due anni di misure diciamo "penalizzanti" per usare un eufemismo.
Questo si rifletterà probabilmente anche sul mercato dell'arte, con una possibile contrazione delle compravendite e anche delle quotazioni di alcuni artisti.

Se si sono comperati artisti di livello, magari con mercato internazionale, e lo si è fatto per vero amore per l'arte, la crisi non cambia nulla. Anche in termini di investimento, bisogna sempre guardare sul medio-lungo termine.

Le opere di qualità di artisti importanti hanno sempre avuto oscillazioni, ma sono sempre state le prime a ripartire passata la tempesta. Alcune tra l'altro non hanno nemmeno avuto l'influsso della crisi, anzi...

Ad ogni modo sarà tutto da vedere, perchè è anche vero che in questi due anni assurdi c'è tanta gente che è riuscita incredibilmente ad avere guadagni impensabili, soprattutto a certi livelli.

Parlando per quello che è stato il mio percorso collezionistico, posso dire che alcuni dei migliori acquisti li ho fatti proprio nei periodi di crisi, andando in controtendenza.
E se le circostanze si presenteranno, le prenderò in considerazione con molta attenzione: ho sempre preferito avere in mano qualcosa di tangibile e di godibile per lo spirito piuttosto che dei numerini su un conto corrente.
Oltretutto, adesso come adesso, quei numerini hanno ogni giorno che passa un potere di acquisto inferiore a causa dell'inflazione galoppante, a cui c'è da aggiungere il crollo/tonfo dell'euro, ai minimi da 20 anni (pensate cosa comporti per artisti quotati in dollari o sterline, altro che "stabilità dell'euro"...).

Avendo una disponibilità di risparmio extra, personalmente preferisco averla in un bene reale come un'opera d'arte, nè sarei interssato - sia per forma mentis che per dichiarata incompetenza - ad avvicinarmi ad altre situazioni, men che meno a quelle intangibili.
Tra l'altro ho proprio recentemente fatto un acquisto di un'opera di un certo rilievo, e sono davvero molto contento! ;)
 
...mi sembra molto puntuale il tuo intervento e vorrei sottolineare "Le opere di qualità di artisti importanti hanno sempre avuto oscillazioni, ma sono sempre state le prime a ripartire passata la tempesta. Alcune tra l'altro non hanno nemmeno avuto l'influsso della crisi, anzi..." e ancora, appena sopra "Se si sono comperati artisti di livello, magari con mercato internazionale, e lo si è fatto per vero amore per l'arte, la crisi non cambia nulla. Anche in termini di investimento, bisogna sempre guardare sul medio-lungo termine".

Su questa seconda osservazione mi permetto di aggiungere una postilla perche' il mercato dell'arte e' fortemente illiquido: e' un attimo comprare, molto meno vendere rimanendo alla pari o addirittura con ritorni (piu' o meno grandi).
E questo indipendentemete dal range temporale perche' il mercato non sempre premia i protagonisti della storia dell'arte (a me viene sempre in mente il caso Lucio Fontana: se fosse stato americano/inglese costerebbe almeno quanto o piu' delle attuali quotazioni di David Hockney - che trovo un autore notevolissimo, eh -, invece non e' cosi', eccezion fatta per le opere appartenenti al ciclo Fine di Dio, ma volete mettere appunto il peso storico?!).

:bye:
 
Ultima modifica di un moderatore:
...mi sembra molto puntuale il tuo intervento e vorrei sottolineare "Le opere di qualità di artisti importanti hanno sempre avuto oscillazioni, ma sono sempre state le prime a ripartire passata la tempesta. Alcune tra l'altro non hanno nemmeno avuto l'influsso della crisi, anzi..." e ancora, appena sopra "Se si sono comperati artisti di livello, magari con mercato internazionale, e lo si è fatto per vero amore per l'arte, la crisi non cambia nulla. Anche in termini di investimento, bisogna sempre guardare sul medio-lungo termine".

Su questa seconda osservazione mi permetto di aggiungere una postilla perche' il mercato dell'arte e' fortemente illiquido: e' un attimo comprare, molto meno vendere rimanendo alla pari o addirittura con ritorni (piu' o meno grandi).
E questo indipendentemete dal range temporale perche' il mercato non sempre premia i protagonisti della storia dell'arte (a me viene sempre in mente il caso Lucio Fontana: se fosse stato americano/inglese costerebbe almeno quanto o piu' delle attuali quotazioni di David Hockney - che trovo un autore notevolissimo, eh -, invece non e' cosi', eccezion fatta per le opere appartenenti al ciclo Fine di Dio, ma volete mettere appunto il peso storico?!).

:bye:

Grazie Elle!!! :flower:

Vendere è una variabile a parte, anche a prescindere da crisi o non crisi.
Quando uno entra in quell'ottica, deve riuscire a centrare il momento, il luogo, le modalità e una dose di fortuna non guasta.
A me nei decenni (sich!) è capitato a volte di vendere centrando l'obiettivo e altre volte ci ho anche rimesso. In termini di "disinvestimento" bisogna anche saper guardare alla media, perchè se una cosa va molto molto bene e una maluccio, la cosa importante è l'insieme. Del resto altrimenti uno se azzeccasse tutto farebbe il mago... ;)

Sull'esempio di Fontana, che vale un po' per tanti protagonisti della storia dell'arte, tra le tante variabili, tutto dipende sempre dal reale peso storico e rilevanza, perchè ci sono artisti che noi ogni tanto tendiamo a cosiderare "protagonisti", quando in realtà sono figure di terzo o quarto piano già nella nostra storia dell'arte nazionale, figuriamoci su quella internazionale...

Visto che si parla di "crisi", andando parecchio indietro nel tempo, io ricordo piuttosto bene quella dei primi anni '90, e non posso fare a meno di non riuscire a dimenticare (impossibile!) una tela con un taglio rosso di Fontana andata invenduta da Farsetti a 50 milioni di vecchie lire (25k euro...). Un paio d'anni prima ne avrebbe fatti tra i 100 e 200 milioni di lire, ma con la crisi la gente aveva smesso di comperare e soprattutto molti percepivano che Fontana fosse "sopravvalutato" e quindi le quotazioni crollarono tantissimo.
Oggi, crisi o non crisi, liquido o illiquido, è un'opera che probabilmente renderebbe al proprietario 500? 800? mila euro...

Chiaramente rispetto ad allora è cambiato tutto, il mercato e il mondo, ma questo aneddoto (o parabola :rotfl: cit.), qualche spunto di riflessione penso possa darlo.
 
..quando si dice..corsi e ricorsi ;)

E' molto vero quando dici "[...] Ci sono artisti che noi tendiamo a considerare protagonisti, quando in realtà sono figure di terzo o quarto piano già nella nostra storia dell'arte nazionale, figuriamoci su quella internazionale" quindi cari lettori del FoL, un bel giro per musei e fondazioni all'estero come ha fatto un noto protagonista delle televendite, apre la mente ed e' estremamente raccomandabile soprattutto prima di buttarsi a pesce ;) nello shopping d'arte...

Ovviamente anche i musei e le fondazioni italiane hanno il loro peso... eh :)
 
Ultima modifica di un moderatore:
confermo, sottoscrivo, approvo e sollecito.
 
La crisi energetica che stiamo vivendo a mio parere riguarderà principalmente il settore produttivo della classe media italiana comprimendone la capacità di spesa. Essa però rappresenta il cliente di riferimento del mercato dell arte italiano.

A mio modo di vedere occorrerà guardare sempre più al mercato di artisti nazionali storicizzati per opere con esposizioni e provenienza importante, ed ad artisti internazionali; vale a dire con mercato di riferimento non solo nazionale.
In sostanza prevedo una ulteriore polarizzazione dei prezzi e dei pezzi posti sul mercato.
 
La classe media cioè chi prende uno stipendio medio non compra quadri da 5-10-40k...ha altri problemi da risolvere ora, salvo non abbia altre risorse. Chi invece è benestante o molto benestante, della bolletta della luce, della benzina a 1,9€ e di spegnere l'acqua della pasta una volta che bolle, non gli interessa nulla. Il quadro da 5-10-40k se lo compra lo stesso anche con il gas a 270€.
 
La classe media cioè chi prende uno stipendio medio non compra quadri da 5-10-40k...ha altri problemi da risolvere ora, salvo non abbia altre risorse. Chi invece è benestante o molto benestante, della bolletta della luce, della benzina a 1,9€ e di spegnere l'acqua della pasta una volta che bolle, non gli interessa nulla. Il quadro da 5-10-40k se lo compra lo stesso anche con il gas a 270€.


La classe media non è solo chi percepisce uno stipendio medio. Tutta la piccola imprenditoria è classe media. Il tessuto industriale italiano è composto da piccola e media impresa. Se non ricordo male il 90% delle imprese ha meno di 15 dipendenti .
La parte di popolazione cui ti riferisci non penso da sola possa sostenere il mercato dell arte italiano. È un parere e posso sbagliarmi.

PS
All imprenditore benestante forse non interesserà la bolletta di casa, ma quella che arriva in fabbrica penso di sì...
 
Ultima modifica:
se sei diventato benestante, diciamo che guadagni circa 500k lordi annui, stai tranquillo che controlli se il gas viene sprecato e spegni le luci che non servono.
 
Indietro