Eni - solo news - n.3

Eni, il titolo scende a Piazza Affari dopo la trimestrale. Ma i target price degli analisti restano alti
Eni, il titolo scende a Piazza Affari dopo la trimestrale. Ma i target price degli analisti  restano alti
Claudio Descalzi, ceo Eni

Eni, il titolo scende a Piazza Affari dopo la trimestrale. Ma i target price degli analisti restano alti​

di Angela Zoppo

Fra i pareri degli esperti prevalgono i rating buy nel giorno della pubblicazione dei conti del quarto trimestre e del preconsuntivo 2023. Sorprende positivamente il risultato del business gas, sopra le attese la valutazione di Plenitude



Il titolo Eni è scambiato in flessione del 2,8% a Piazza Affari, dopo la pubblicazione dei conti del quarto trimestre e del preconsuntivo 2023, con risultati in calo che hanno interrotto la corsa di tre trimestri in crescita costante. L’utile netto rettificato di 1,64 miliardi di euro è stato leggermente al di sopra delle stime del consenso, mentre per l’utile operativo di 2,7 miliardi di euro l’attesa era di 2,9 miliardi di euro.

I giudizi degli analisti sui numeri diffusi venerdì 16 febbraio restano in maggioranza positivi, con target price decisamente elevati, fino a 20 euro, rispetto ai corsi attuali del titolo, che viaggia sui 14,2 euro.
Ecco nel dettaglio i rating delle principali banche d’affari.

Bernstein: riflettori sul Capital Market Day di marzo

Secondo Bernstein (overweight, prezzo obiettivo 19 euro), i conti 2023 sono in linea con le attese e l’utile netto rettificato di 1,63 miliardi di euro è leggermente superiore (+ 1%) al consensus. «Nel complesso», si legge nel report di Bernstein, «nessuna vera sorpresa, ma una buona opportunità per guardare ai progressi del 2023, dal momento che la guidance per ques’anno è riservata al Capital Market Day del 14 marzo 2024. Positivo il giudizio sulla produzione annuale, cresciuta del 3% nella fascia alta dell'intervallo atteso a 1,655 milioni di barili al giorno, e sulle nuove scoperte per 900 milioni di barili equivalenti di risorse, rispetto agli obiettivi di 700 milioni. Menzione per Plenitude, la controllata delle energie rinnovabili e per Enilive (biocarburanti), che hanno entrambe generato un ebitda di un miliardo di euro ciascuna.

La valutazione implicita di 10 miliardi di euro, derivata dalla vendita del 9% di Plenitude a Eip, è sopra le aspettative. Nel complesso, conclude Bernstein, Eni ha superato le previsioni annuali di ebit (13,8 miliardi di euro contro 13) e ha quasi raggiunto gli obiettivi di generazione di cassa operativa (16,5 miliardi di euro contro circa 17 miliardi di euro) nonostante i prezzi delle materie prime più deboli.

Barclays: Eni miglior titolo nel settore oil

Anche Barclays guarda al 14 marzo 2024, quando Eni presenterà le strategie aggiornate, e resta overweight con prezzo obiettivo di 19 euro, mentre giudica i conti comunque coerenti con la strategia e le linee guida per l’anno in corso.

La banca d’affari ricorda che Eni, tra i petroliferi europei, nel 2023 è stato quello con le migliori performance. L’utile netto è considerato in linea con le attese, mentre il contributo del business del gas ha sorpreso positivamente gli analisti.

Goldman Sachs: buyback quasi completato

Confermando il buy con target price di 18 euro, Goldman Sachs sottolinea i risultati superiori alle attese nel segmento Gas & Power, con un utile operativo di 788 milioni di euro, il 21% in più rispetto al consensus di 650 milioni di euro, mentre quello del settore Exploration & Production, a 2,4 miliardi di euro è inferiore del 2%. Goldman Sachssottolinea anche che la perdita operativa nel segmento Refining & Marketing è stata doppia rispetto alle previsioni: 87 milioni di euro rispetto a un consensus di 40 milioni di euro.

Riflettori anche sul buyback. Al completamento del programma mancano circa 400 milioni di euro, dovrebbe essere chiuso entro aprile 2024.

Equita: attenzione ai costi

Con raccomandazione buy e target price di 19,5 euro, Equita attribuisce il declino anno su anno dell’utile netto prevalentemente alla discesa dei prezzi degli idrocarburi e del margine di raffinazione. I principali indicatori di ebit rettificato, utile netto e flusso di cassa operativa sono leggermente migliori delle attese, mentre a livello divisionale il segmento Gas e Gnl ha battuto largamente le stime, superando l’outlook per l’intero anno 2023 (3,25 miliardi contro una guidance tra i 2,7 e i 3 miliardi). I costi sono invece stati peggiori delle attese.

Akros: obiettivo flusso cassa raggiunto

Per Akros, Eni merita il rating buy con un prezzo obiettivo di 18,5 euro. L’obiettivo del flusso di cassa per il 2023 raggiunto, secondo la banca d’affari, a 16,5 miliardi di euro. Idem per l’utile operativo, a circa 14 miliardi. Giudizio positivo per l’aumento della produzione a 1,7 milioni di barili al giorno, media raggiunta nel quarto trimestre, e per le attività del gas, che hanno beneficiato anche di un esito arbitrale favorevole.

Orario di pubblicazione: 16/02/2024 15:15
Ultimo aggiornamento: 16/02/2024 15:37
 

Eni, parla il ceo Claudio Descalzi: ecco come farò emergere il valore del titolo

Eni, parla il ceo Claudio Descalzi: ecco come farò emergere il valore del titolo
Claudio Descalzi, ceo Eni

Eni, parla il ceo Claudio Descalzi: ecco come farò emergere il valore del titolo​

di Angela Zoppo

Battuta d’arresto degli utili nei conti del quarto trimestre, e in borsa l’azione innesta la retromarcia. Ma gli analisti mantengono alti i loro target a suon di raccomandazioni buy. Nei piani non c’è solo Plenitude




Dopo tre trimestri di fila in crescita, il Cane a sei zampe rallenta il passo in un mercato volatile, che ha visto scendere ancora i prezzi delle principali commodity energetiche: -5% per il petrolio Brent rispetto al quarto trimestre 2022 e -57% per il gas. Il titolo si è accodato, reagendo ai conti del quarto trimestre e del preconsuntivo 2023, pubblicati il 16 febbraio, con un calo del 3% a 14,2 euro, nonostante le banche d’affari abbiano confermato raccomandazioni buy con prezzo obiettivo medio di 19 euro, e proclamato Eni (lo scrive Barclays) il miglior titolo del settore petrolifero europeo nel 2023. La reazione ribassista sembra enfatizzare una convinzione condivisa dalle principali merchant bank: il titolo Eni è ancora trattato ancora a sconto, ben il 30%, rispetto a quello dei concorrenti.

Descalzi: i conti sono buoni

Eppure i cosiddetti catalizzatori sono tutti presenti, dall’ulteriore valorizzazione di Plenitudeal settore gas-gnl che ha preso il volo. Claudio Descalzi, l’amministratore delegato di Eni, analizzando la giornata con MF-Milano Finanza, spiega: «Resto convinto che l’azione Enipotrà esprimere il suo valore più compiutamente quando ci sarà un’assimilazione completa del nostro modello satellitare, che in tanti hanno già timidamente iniziato a copiarci. I risultati del quarto trimestre sono buoni, la produzione è aumentata del 6% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno con oltre 1,7 milioni di barili equivalenti e il risultato netto di 1,63 miliardi di euro è superiore alle stime del consensus.

Credo semplicemente che l’attesa degli analisti a questo punto sia più per l’aggiornamento delle linee strategiche che comunicheremo il 14 marzo». E infatti, questa attenzione già spostata al Capital Market Day si ritrova in tutti i giudizi post-conti delle principali banche d’affari.

Plenitude ed Enilive, test superato

Il modello delle società satelliti che è diventato uno dei punti di forza di Eni, prevede di sbloccare il valore dei business attraverso spin-off, ed è considerato dagli analisti il catalizzatore-chiave che ha maggiormente contribuito alla corsa delle azioni nel 2023. L’esempio più citato è proprio Plenitude, la società delle rinnovabili che è anche una delle ipo più attese dal mercato, in particolare da quando l’ingresso del fondo Eip (Energy Infrastructure Partners), che si porterà fino al 9%, ha fatto emergere un valore implicito di 10 miliardi di euro, superiore alle attese. «Era un passaggio importante poter dimostrare l’interesse di un primario investitore istituzionale disposto a investire in Plenitude, e che la valutazione sarebbe venuta direttamente dal mercato, non ce la saremmo fatta da soli», sottolinea il top manager.

Ipo ma senza correre

«Ripeto che il collocamento dovrà avvenire nelle migliori condizioni di mercato, che non sono evidentemente quelle attuali. Non c’è fretta, perché prendersi rischi inutili forzando i tempi mentre ci sono in corso addirittura due guerre? Agire con prudenza finora ci ha premiato», ribadisce Descalzi, ricordando i numeri raggiunti dalla controllata e dall’altra sussidiaria Enilive, attiva nei business dei biocarburanti e dei servizi di mobilità. Plenitude ha già raggiunto i 3 GigaWatt di capacità rinnovabile e superato gli obiettivi di ebitda, che nel 2023 ha raggiunto i 900 milioni di euro rispetto ai 700 milioni attesi. Anche da Enilive è arrivato un contributo economico di circa un miliardo di euro, sempre alla voce ebitda.

Gli analisti stanno iniziando a considerare un catalizzatore per la crescita del titolo anche le attività di Ccs, la cattura e lo stoccaggio di CO2, che Eni sta portando avanti in Gran Bretagna e, con Snam, a Ravenna. «Al momento stiamo conducendo un test di mercato sul sito di Ravenna, ma abbiamo già raccolto grande interesse tra gli operatori industriali, soprattutto energivori. Ma già noi siamo ottimi clienti di noi stessi, saremmo quasi autosufficienti. Al momento il fronte di business più grande per la Ccs è la Gran Bretagna, dove si va veloci anche sul piano regolatorio, e infatti abbiamo raggiunto un accordo per fare della Ccs un business regolato. Gli energivori interessati sono già stati contattati dal governo».

Il buyback e gli altri numeri

Sul buyback, del quale il mercato non perde un passo da quando si è capito che consentirà al Mef di cedere fino al 4% di Eni senza scendere sotto il 30%. Descalzi conferma che il programma continua a scorrere più velocemente del previsto. «Lo chiuderemo entro marzo, per raggiungere l’obiettivo di 2,2 miliardi di euro mancano ancora 400 milioni».

Venendo ai numeri in dettaglio, Eni ha chiuso il quarto trimestre del 2023 con un utile nettorettificato di 1,63 miliardi di euro, leggermente al di sopra delle stime del consenso, e un utile operativo, ugualmente rettificato, di 2,7 miliardi di euro che, invece, si confronta con un’attesa di 2,9 miliardi di euro. Per l’intero esercizio 2023 l’utile netto è di 8,3 miliardi di euro (-38%) e l’utile operativo di 13,8 miliardi (- 32% anno su anno). La generazione di cassa operativa pari a 16,5 miliardi di euro su base adjusted, prima dell’assorbimento del circolante, è scesa anno su anno del 19% ma, compreso anche un ritorno di cassa agli azionisti per 4,8 miliardi di euro (di cui 3 miliardi di euro per il pagamento dei dividendi e 1,8 miliardi per il buyback) , ha mantenuto un rapporto di indebitamento di 0,2.
Per l’intero esercizio 2023 l’utile netto è di 8,3 miliardi di euro (-38%) e l’utile operativo di 13,8 miliardi (- 32% anno su anno). La generazione di cassa operativa pari a 16,5 miliardi di euro su base adjusted, prima dell’assorbimento del circolante, è scesa anno su anno del 19% ma, compreso anche un ritorno di cassa agli azionisti per 4,8 miliardi di euro (di cui 3 miliardi di euro per il pagamento dei dividendi e 1,8 miliardi per il buyback) , ha mantenuto un rapporto di indebitamento di 0,2. L’utile operativo proforma adjusted nel quarto trimestre 2023 è stato invece di 3,8 miliardi di euro, e di 17,8 miliardi di euro per l’intero anno.

Eni sottolinea la performance record della Ggp (Global Gas & Lng portfolio) che ha decuplicato l’utile operativo da 66 a 673 milioni di euro nel quarto trimestre e raggiunto un incremento di quasi il 60% anno su anno, a 3,2 miliardi di euro. Il gruppo attribuisce l’impennata all’ottimizzazione del portafoglio di gas naturale e gas naturale liquefatto e ai benefici derivanti dalle rinegoziazioni contrattuali.
Il business dell’Exploration & Production ha totalizzato un utile operativo adjusted di 2,4 miliardi di euro nel quarto trimestre, con un calo del 17% rispetto al quarto trimestre 2022. L’indebolimento dei prezzi di realizzo è stato in parte compensato dalla ripresa della produzione. Anche su base annua l’utile operativo rettificato dell’ E&P si è fermato a 9,9 miliardi rispetto ai 16,5 del 2022, risentendo dei prezzi di realizzo più deboli, oltre che degli effetti del deconsolidamento di Azule in Angola.

Descalzi ha ricordato anche il recente closing per l’acquisizione di Neptune: «è sinergica ai nostri asset in Nord Europa, Indonesia e Nord Africa, e costituirà un elemento chiave per i nostri piani di sviluppo», ha sottolineato. Nel 2023 sono stati avviati i due progetti Baleine in Costa d’Avorio e Floating Gnl Congo (fase 1). A fine 2023 Eni può contare su riserve certe di idrocarburi per 6,4 miliardi di barili. Nello scorso esercizio, l’attività esplorativa ha incrementato il portafoglio risorse di circa 900 milioni di barili equivalenti grazie principalmente alla scoperta Geng North in Indonesia, una delle maggiori del settore, e alle altre in Egitto, Messico, Algeria, Tunisia ed Emirati Arabi.

Milano Finanza - Numero 035 pag. 28 del 17/02/2024
 
Continua il buyback, siamo a circa al 95% (BuyBack Seconda Tranche)
(con questo ritmo, mancano ancora 2 / 3 settimane alla fine del BB)

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ENI, RUMORS: VALUTA CESSIONE QUOTA MINORANZA O IPO DI ENILIVE​

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(Teleborsa) - Eni, colosso energetico italiano, sarebbe pronta a dare a Mediobanca e JPMorgan l'incarico di sondare l'interesse degli investitori per Enilive, la società delle bioraffinerie e della mobilità del Cane a sei zampe. Lo scrive il Corriere della Sera, citando "più fonti" e segnalando il no comment di Eni.

Secondo quanto ricostruito, le strade possibili sono due: da un lato, la quotazione in Borsa, dall'altro la vendita di una partecipazione di minoranza a un fondo specializzato che fornisca risorse e fissi una valutazione minima in vista di un successivo approdo a Piazza Affari.

Dopo aver tentato il primo, Eni ha optato per il secondo percorso per la controllata delle rinnovabili, Plenitude. Secondo il Corriere, il valore di Enilive à potrebbe essere simile a quello di Plenitude, valutata intorno ai 10 miliardi di euro debito incluso dal fondo EIP, entrato con una quota del 9%.

(TELEBORSA) 23-02-2024 08:21
 

PLENITUDE COMPLETA IMPIANTO FOTOVOLTAICO DI RAVENNA PONTICELLE​

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(Teleborsa) - Plenitude, Società Benefit di Eni, annuncia che è operativo il nuovo impianto fotovoltaico di Ravenna Ponticelle. L'impianto, con una capacità installata di 6 MW, si sviluppa su un'area industriale di 11 ettari ed è costituito da oltre 10.000 pannelli fotovoltaici di ultima generazione in silicio monocristallino. I pannelli, di tipo bifacciale, utilizzano anche il retro per la produzione di energia e sono montati su strutture speciali.

Il nuovo parco fotovoltaico rientra nell'iniziativa di riqualificazione produttiva di un'area industriale dismessa di complessivi 26 ettari, completamente bonificata e di proprietà di Eni Rewind. La stessa area, a seguito dell'intervento di risanamento ambientale, ospiterà inoltre una piattaforma di bio recupero dei terreni e una piattaforma polifunzionale di pretrattamento dei rifiuti, quest'ultima in partnership con Herambiente.

L'impianto fotovoltaico, che sarà connesso alla rete elettrica nelle prossime settimane, ha già la predisposizione di un sistema di un accumulo di energia, che utilizzerà una nuova generazione di batterie (batteria a flusso), su cui l'unità di ricerca e sviluppo di Eni sperimenterà soluzioni innovative. A regime l'impianto fotovoltaico produrrà energia equivalente al fabbisogno di oltre 3.000 famiglie".

Alessandro Della Zoppa, Head of Renewables di Plenitude, ha affermato"con l'impianto fotovoltaico di Ravenna Ponticelle, Plenitude continua a crescere nella generazione di energia rinnovabile in Italia, in sintonia con l'impegno di Eni per valorizzare le potenzialità dei propri siti industriali e cogliere tutte le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica".

(TELEBORSA) 26-02-2024 10:46
 

ENI: CELEBRATO AVVIO PRIMO CARICO DI GNL DAL CONGO, "RISULTATO DEL FORTE IMPEGNO"​

Il presidente Sassou-N'Guesso con Descalzi e Zafarana (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

- Roma, - In occasione del primo carico di Gnl dalla Repubblica del Congo, il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou-N'Guesso, il presidente di Eni, Giuseppe Zafarana e l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno celebrato l'avvio della produzione di Gnl nel Paese. Con questo primo carico, la Repubblica del Congo entra nel gruppo dei Paesi esportatori di Gnl, aprendosi a nuove opportunita' di crescita economica e contribuendo all'equilibrio energetico globale, precisa una nota. Descalzi ha commentato che: "Il primo carico di Gnl dal Congo e' il risultato del forte impegno di Eni e dei suoi partner e del costante supporto del Governo della Repubblica del Congo. Eni e i partner locali hanno condiviso competenze, know-how e tecnologie, garantendo ulteriori entrate al Paese e contribuendo alla sicurezza energetica dell'Europa".

Il progetto Congo LNG, approvato nel dicembre 2022, ricorda la nota, ha iniziato la produzione di gas dopo solo un anno, in linea con la tempistica iniziale: un risultato reso possibile dall'approccio fasato e parallelizzato caratteristico di Eni e da un suo piano di esecuzione altamente efficiente. Il primo carico di Gnl e' in corso e salpera' per il terminale di rigassificazione di Piombino nei prossimi giorni.

Il progetto, situato nel permesso Marine XII, raggiungera' una capacita' di liquefazione del gas a plateau di circa 4,5 miliardi di metri cubi all'anno e comportera' l'azzeramento del flaring dalle attivita' gestite nel Paese. I volumi saranno commercializzati da Eni, andando a rinforzare e ampliare il portfolio GNL dell'azienda, nel quadro del percorso verso la sicurezza e la transizione energetiche.

Eni e' presente in Congo dal 1968 ed e' l'unica azienda attiva nello sviluppo delle risorse di gas del Paese: attualmente fornisce gas alla Centrale E'lectrique du Congo (CEC), che copre il 70% della capacita' di generazione elettrica del Paese. Eni e' fortemente impegnata a promuovere la transizione energetica nel Paese attraverso diverse iniziative, tra cui il Centro di Eccellenza Oyo per le Energie Rinnovabili e l'Efficienza Energetica, promosso e sostenuto da Eni e gestito dal Ministero dell'Istruzione Superiore, della Ricerca Scientifica e dell'Innovazione Tecnologica della Repubblica del Congo insieme all'UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale). Inoltre, Eni includera' il Congo nella catena del valore della mobilita' sostenibile attraverso la produzione di agri feedstock per la bioraffinazione, e promuove iniziative di cucina pulita, per ridurre il consumo di biomassa e le emissioni associate alla combustione.

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(RADIOCOR) 27-02-24 12:52:47
 
Eni, per la chimica ancora in rosso arriva la terapia d’urto di Descalzi
Eni, per la chimica ancora in rosso arriva la terapia d’urto di Descalzi
Claudio Descalzi ceo Eni

Eni, per la chimica ancora in rosso arriva la terapia d’urto di Descalzi​

di Angela Zoppo

Il ceo promette «azioni radicali» nel nuovo piano per rilanciare il settore, che nel 2023 ha accusato un ebit negativo di oltre 600 milioni. Leva sulle sinergie con Novamont nella biochimica



Per la chimica di casa Eni è il momento di «iniziative più radicali». Il ceo Claudio Descalzi ha risposto così agli analisti che gli chiedevano cosa il gruppo ha in animo di fare per sostenere il settore, fiaccato da una lunga serie di trimestri consecutivi di risultati poco brillanti. La controllata Versalis soffre un contesto di mercato difficile per i prodotti chimici europei, stretti tra la debolezza della domanda e i maggiori costi di produzione che hanno ridotto la competitività a vantaggio di americani e asiatici. Nel 2023, per l’insieme di questi fattori, ha accusato un calo del 18% nelle vendite, che si sono fermate a 3,2 milioni di tonnellate dai 3,8 del 2022.

Modello bioraffinerie per Versalis

Il modello scelto da Descalzi per rilanciare la chimica si ispira a quanto fatto per le bioraffinerie. «Dobbiamo trasformare il piano», è l’intento del top manager, «E chiaramente la direzione da prendere è quella della biochimica, anche alla luce dell'acquisizione di Novamont (a ottobre 2023, Versalis ha perfezionato l'acquisto del restante 64%, ndr) e dei nuovi progetti portati avanti dalla Ricerca & Sviluppo. Vanno intraprese azioni più forti perché quella è davvero un'area in cui possiamo creare un valore enorme».

Ma quali sono stati nel 2023 i numeri della chimica Eni? L’ebit è negativo per 614 milioni di euro, e si confronta con un risultato di -254 milioni di euro del 2022. La perdita si è allargata in particolare nel quarto trimestre, con un rosso di 237 milioni in aumento di ben il 172% rispetto a -87 milioni dello stesso trimestre 2022.
Nell’analisi di Adriano Alfani, ceo di Versalis, il rilancio poggia su più pilastri. Il primo è il recupero di efficienza lungo l’intera catena del valore. Il secondo è la circolarità. «Quest'anno inizieremo la prima fase del riciclaggio meccanico a Porto Marghera», ha spiegato Alfani. «Ed entro il 2024 contiamo di completare la costruzione del primo impianto di riciclo chimico a Mantova. Si tratta di un impianto pilota o semi-industriale con l'intenzione poi di accelerare in termini di processi industriali».

Tutti i progetti pilota

A ottobre 2023 Versalis ha avviato nello stabilimento mantovano la costruzione dell’impianto di Hoop®, la tecnologia proprietaria per il riciclo chimico dei rifiuti in plastica mista. Hoop® nasce da un progetto congiunto con la società italiana di ingegneria Srs. per sviluppare una tecnologia innovativa, complementare al riciclo meccanico, per trasformare i rifiuti in plastica mista in materia prima da cui produrre nuovi polimeri vergini. A Marghera invece si produrranno polistirene espanso e compatto 100% da riciclo. Una prima fase è prevista entro agosto prossimo.«E ovviamente», sempre secondo Alfani, «l'acquisizione di Novamont è un altro grande cluster per differenziare e far crescere questa piattaforma. Non solo nella direzione che Novamont stava già prendendo, ma anche integrando i portafogli per crescere davvero a doppia cifra in termini di biochimica».

Altro atout è l’offerta di prodotti sempre più specializzati grazie all’altra controllata, Finproject (quella che ha ideato il materiale per le Crocs).

Il primo carico di gnl dal Congo va a Piombino

Intanto dal Congo è partito il primo carico di gas naturale liquefatto. Destinato al rigassificatore galleggiante di Piombino, segna l’avvio della produzione di gnl nel Paese africano, promuovendolo nel club degli esportatori e aiutando Europa e Italia a chiudere col gas russo. Il progetto, situato nel permesso Marine XII, avrà una capacità di liquefazione a regime di circa 4,5 miliardi di mc all'anno.

MF - Numero 042 pag. 9 del 28/02/2024
 
Continua il buyback, siamo a circa al 97% (BuyBack Seconda Tranche)
(con questo ritmo, mancano ancora 1 / 2 settimane alla fine del BB)

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28/02/2024 17:15 - MF-DJ​

MARKET DRIVER: Eni, Jefferies conferma buy​

MILANO (MF-NW)--Jefferies conferma il giudizio buy e il target di 18 euro su Eni e, in vista del Capital Markets Day, si aspetta sulla base della scoperta del giacimento di Geng nel 2023 di estendere la guidance oltre il 2026 sulla produzione giornaliera a 2 milioni di barili di petrolio equivalenti. Attese conferme per la guidance (soprattutto in vista del calo di prezzo del gas), per le capex (circa 9 mld all''anno) e per la politica di distribuzione, che pero'' potrebbe riservare sorprese a livello di durata o per una revisione al rialzo dell''ammontare grazie ai miglioramenti della normativa nel settore. Per quanto riguarda il piano di disinvestimenti, gli analisti rilevano che per raggiungere l''obiettivo indicato nella guidance, entro il 2026 Eni dovrebbe cedere asset per complessivi 1,1 mld, ma secondo Jefferies il numero potrebbe essere rivisto al rialzo.
 
Continua il buyback, siamo a circa al 99% (BuyBack Seconda Tranche)
praticamente concluso !!!

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Terminato il buyback (seconda Tranche)

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...OMISSIS
Eni promette un potenziamento della “remunerazione agli azionisti”. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi intende, infatti, distribuire tra il 30%-35% del CFFO (cash flow from operation) annuale attraverso dividendi e buyback, in aumento rispetto al precedente 25%-30%. Il dividendo proposto per il 2024 è pari a 1,00 per azione, con una crescita di oltre il 6% e il buyback è fissato a 1,1 miliardi.
...OMISSIS
 
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