Unicredit: solo news n. 4

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UNICREDIT, MARSHALL WACE RIDUCE LO SHORT SELLING

La Consob rende noto che Marshall Wace, dal 27 luglio, ha limato le vendite su Unicredit dallo 0,72% allo 0,67%.

(TELEBORSA) 28-07-2022 16:35
 
Azioni, chi comprare e chi no fra le banche europee secondo Société Générale

https://www.milanofinanza.it/news/a...e-secondo-societe-generale-202207282103475894

Lo stralcio:

2) Unicredit. Il rating è hold (mantenere) con un prezzo obiettivo di 10,5 euro, che implica un total return (performance + rendimento della cedola) del 17,2% rispetto alla quotazione attuale. Il titolo, che capitalizza 20,6 miliardi di euro, ha un dividend yield 2022 e 2023 pari rispettivamente al 5,3% e al 7,2%. La performance a 12 mesi è -2,4%.
 
UNICREDIT, MARSHALL WACE TAGLIA LA POSIZIONE RIBASSISTA

Marshall Wace, dall'1 agosto, ha ridimensionato lo short selling su Unicredit dallo 0,67% allo 0,56%. Lo si apprende dalle comunicazioni della Consob relative alle posizioni nette corte.

(TELEBORSA) 02-08-2022 16:35
 
Ancora...

UNICREDIT, MARSHALL WACE TAGLIA LA POSIZIONE RIBASSISTA

Marshall Wace, dal 4 agosto, ha ridimensionato lo short selling su Unicredit dallo 0,56% allo 0,47%. Lo si apprende dalle comunicazioni della Consob relative alle posizioni nette corte.

(TELEBORSA) 05-08-2022 16:35
 
Italia: Moody's abbassa outlook ma per Mef decisione e' opinabile

MILANO (MF-DJ)--L'agenzia Moody's ha comunicato la variazione dell'outlook per il rating sovrano assegnato all'Italia da "stabile" a "negativo". Sebbene il peggioramento dell'outlook, come noto, non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che puo' perdurare anche per molti mesi, la decisione appare opinabile, afferma il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall'incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre, le condizioni economiche dell'Italia non giustificano tale orientamento, ribadisce il Mef. Superata la fase piu' acuta della crisi economica causata dalla pandemia, l'Italia ha conseguito tassi di crescita del Pil fra i piu' elevati dell'Unione Europea. Dopo il 6,6% registrato lo scorso anno, la crescita annuale acquisita del Pil per il 2022 e' pari al 3,4 per cento, superiore alle previsioni elaborate in aprile nel Def. Nel 2021 l'indebitamento netto e' sceso significativamente e in misura superiore alle attese. Nei primi sette mesi dell'anno il fabbisogno del settore statale e' stato pari a 34,4 miliardi, in miglioramento di circa 45 rispetto allo stesso periodo del 2021; si e' fortemente ridotto anche al netto delle sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility (10 miliardi). Dopo essere sceso di 4,5 punti percentuali nel 2021, al 150,8%, anche quest'anno il rapporto debito/PIL e' atteso diminuire in misura significativa. A cio' si aggiungono l'avanzamento nell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (tutti gli obiettivi sono stati finora raggiunti, inclusi quelli riguardanti le riforme), l'andamento degli investimenti fissi lordi (cresciuti nel 17 per cento nel 2021 e del 13 per cento nel primo trimestre dell'anno rispetto al primo trimestre 2021. Quest'ultima dinamica dovrebbe confermarsi anche nel secondo trimestre), l'evoluzione del mercato del lavoro (l'occupazione in giugno segna un aumento dell'1,8 per cento rispetto all'anno precedente), i progressi compiuti nel conseguimento della sicurezza energetica del Paese (la percentuale di stoccaggio delle riserve di gas naturale ha raggiunto il 74 per cento e continua a crescere regolarmente). Il Governo e' poi nuovamente intervenuto per calmierare il costo dell'energia per imprese e famiglie e per sostenere le fasce piu' deboli della popolazione, senza modificare l'obiettivo di disavanzo pubblico fissato dal Def per il 2022, ricorda il Mef. L'elevato livello del debito pubblico italiano a confronto con altri Paesi e' gia' pienamente riflesso nel rating assegnato all'Italia da Moody's. Inoltre, il peggioramento delle aspettative economiche segnalato dalle indagini congiunturali di luglio accomuna tutte le economie avanzate, prosegue il Mef. "Riguardo ai fattori politici, le elezioni anticipate non costituiscono un'anomalia nel contesto delle democrazie europee. Restiamo fiduciosi che l'attuazione del Pnrr, delle politiche di rilancio degli investimenti e dell'innovazione e della strategia di sicurezza energetica continuera' in modo spedito dopo le prossime elezioni", conclude il Mef. alb alberto.chimenti@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

08/08/2022 08:16
 
Banche: congelate in Russia (MF)

ROMA (MF-DJ)--L'ultimo avvertimento e' arrivato nei giorni scorsi: un decreto del Cremlino impedisce ai paesi cosiddetti ostili di vendere pacchetti azionari nei settori dell'energia e delle banche sino alla fine dell'anno, in risposta alle sanzioni arrivate da Ue, Uk e Usa. Non si tratta di una novita' assoluta. Gia' nel corso di luglio, scrive Mf-Milano Finanza, il governo russo aveva minacciato misure analoghe, agitando lo spettro della nazionalizzazione. In quell'occasione il vice ministro Alexei Moiseev aveva lanciato un appello alla finanza internazionale: "finche' la situazione non migliorera', non daremo l'autorizzazione alla vendita delle controllate di banche estere e dei loro asset in Russia". Il nuovo decreto comunque non riguarda solo gli istituti di credito, ma anche lo strategico settore dell'energia. C'e' peraltro chi ritiene che la misura sia stata definita appositamente per impedire l'uscita di Exxon dal progetto Sakhalin-1 che coinvolge anche la Rosneft oltre a societa' giapponesi e indiane. Una lista dei gruppi coinvolti nel provvedimento dovrebbe comunque essere definita in tempi rapidi, a stretto contatto con la banca centrale guidata da l'vira Nabiullina. Il nuovo provvedimento non fa che complicare ulteriormente il quadro in cui da mesi si muovono alcune delle principali banche internazionali. Non a caso quasi tutti gli istituti stranieri presenti in Russia per ora hanno continuato ad operare nel paese. L'unica eccezione e' costituta da Socie'te' Ge'ne'rale che, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ha venduto l'intera quota in Rosbank e delle filiali assicurative a Interros Capital, incassando una perdita di oltre tre miliardi. Piu' cauta si e' mostrata Citi, che pure gia' a marzo si era sbarazzata delle proprie attivita' di consumer banking nel Paese, ha per il momento deciso di mantenere la licenza bancaria. Proprio nei giorni scorsi, dopo l'annuncio del nuovo decreto del governo russo, la banca americana ha comunque confermato la volonta' di ridurre le operazioni e l'esposizione verso il paese. Va detto pero' che, se la exit rimane l'obiettivo principale dei grandi gruppi bancari, il primo semestre si e' confermato meno catastrofico del previsto. Il rally del rublo ha permesso a gran parte degli istituti di realizzare risultati positivi dimostrando che, a determinate condizioni, il mercato russo puo' ancora essere remunerativo. I profitti record che Unicredit ha riportato nel secondo trimestre dell'anno sono per esempio attribuibili per circa 400 milioni alla performance della valuta russa. Ovviamente e' salito anche il valore delle attivita' che in qualche caso ha quasi bilanciato il lavoro di deleveraging. Per esempio Citi ha da un lato ridotto gli asset di 3,1 miliardi di dollari, ma dall'altro lato ha visto lievitare il valore delle attivita' ancora in bilancio per 3,6 miliardi, con una plusvalenza di 500 milioni. Raiffeisen similmente ha tagliato l'esposizione verso Mosca del 22% ma ha visto crescere le attivita' di 3,1 miliardi di euro grazie al fatto che il rublo si e' rafforzato del 40% sul dollaro e sull'euro nel secondo trimestre dell'anno. In un quadro del genere sarebbe del tutto comprensibile se i tempi delle exit si allungassero, anche considerevolmente. Come detto del resto sinora solo SocGen ha fatto un passo indietro dal mercato russo. All'insegna della prudenza si stanno muovendo quasi tutte le altre banche, a partire dalle italiane Unicredit e Intesa. Al vaglio della banca di piazza Gae Aulenti per esempio ci sarebbe un'uscita temporanea dal mercato russo con la possibilita' di rientrare in possesso degli asset alla fine della crisi geopolitica in corso. L'obiettivo? Limitare le perdite nell'ambito di un'operazione che consentirebbe a Unicredit di non tagliare i ponti con Mosca. L'operazione potrebbe essere strutturata come uno swap o un repo che scambi poste di attivo con controparti non sanzionate per neutralizzare il rischio su un arco temporale che potrebbe andare da qualche mese a un anno. Intesa per il momento continua a esplorare diverse opzioni, pur non avendo preso decisioni definitive. alu fine MF-DJ NEWS

09/08/2022 09:29
 
Unicredit: Moody's allinea outlook a quello sovrano dell'Italia

MILANO (MF-DJ)--L'agenzia di Rating Moody's ha allineato l'outlook di UniCredit con quello sovrano dell'Italia. Nel dettaglio l'outlook e' stato modificato a "negativo" da "stabile" a seguito della stessa azione sul rating per l'Italia. Confermate le raccomandazioni di UniCredit a lungo termine Baa1 e a breve termine P-2. alb alberto.chimenti@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

10/08/2022 08:47
 
Un razionamento del gas è gestibile per le banche europee, ecco perché
di Francesca Gerosa

Il prezzo del gas continua a salire. Più a rischio le banche austriache di quelle tedesche per l'impatto del razionamento del gas sulle perdite sui prestiti, secondo Berenberg. Tra i 6 buy c'è l'italiana Unicredit

https://www.milanofinanza.it/news/u...banche-europee-ecco-perche-202208171145144879

Lo stralcio:

Focus sui piani di distribuzione del capitale delle banche meglio capitalizzate, Unicredit compresa (buy)

"Poiché aumentano le preoccupazioni circa la durata di un potenziale rallentamento/recessione nei prossimi trimestri, le riserve di capitale delle banche europee dovrebbero fornire conforto agli investitori sulla loro capacità di resistere a questa tempesta. Ciò dovrebbe anche aggiungere fiducia", ha precisato Berenberg, ai piani di distribuzione del capitale delle banche meglio capitalizzate (rendimenti totali medi del 9-10% nel periodo 2022-2024) come Nordea (rating buy e target price a 125), Ing (buy e target price a 13 euro), NatWest (buy e target price a 350) e Unicredit (buy e target price a 14,50 euro). Berenberg consiglia anche l'acquisto di Bank of Ireland (target price a 7,50 euro) e CaixaBank (target price a 3,50 euro).
 
Finanza: frena l'investment banking Ue (MF)

MILANO (MF-DJ)--L'investment banking europeo ha tirato bruscamente il freno nel primo semestre di quest'anno. A pesare sui bilanci dei maggiori istituti di credito, secondo una recente analisi di S&P Global Market Intelligence, e' stata la contrazione delle attivita' di advisory e di underwriting, che solo tra aprile e giugno scorsi hanno perso circa un terzo dei ricavi rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Il trend non stupisce, scrive MF. Per il settore il secondo trimestre e' stato il peggiore a livello globale dall'inizio del 2019, come ha documentato un recente report di Refinitiv. Nella prima meta' del 2022, inoltre, le commissioni sono scese ai livelli piu' bassi degli ultimi tre anni a quota 56,7 miliardi, in calo del 31% rispetto all'analogo periodo del 2021. Particolarmente in difficolta' le attivita' di equity & debt capital markets, penalizzate dal rallentamento globale nelle emissioni di titoli dovuto alla frenata dell'economia, alla crescita dell'inflazione e alla svolta restrittiva della politica monetaria di Bce e Fed. Per quanto riguarda le sole emissioni azionarie (crollate del 72% nel semestre), il calo ha portato l'investment banking al livello piu' basso degli ultimi 11 anni, mentre la frenata dei bond e' stata del 26%. Male e' andata anche l'attivita' di m&a con una contrazione del 23% in termini di valori e del 20% come numero di operazioni. red/lab MF-DJ NEWS

19/08/2022 08:48
 
Oggi sul quotidiano

La campagna elettorale e il ruolo delle banche-bancomat della politica

I partiti politici da anni lasciano il campo completamente libero ai regolatori bancari europei. E ai gruppi bancari, che grazie al senato che elargiscono operano ormai con un'evidente superiorità e autonomia colmando e occupando sistematicamente ogni tipo di spazio possibile. Un sistema che deve essere regolamentato, perché ogni forma di finanziamento proviene dai depositi della clientela

MF - pag. 6 del 25/08/2022
 
Speculazione contro l'Italia, scommesse al ribasso record degli hedge fund in vista delle elezioni
di Paola Valentini​

I fondi speculativi hanno creato la più grande scommessa ribassista sui titoli di Stato italiani dalla grande crisi finanziaria a un mese dal voto del 25 settembre e con il rischio recessione sempre più pressante: lo evidenzia il Financial Times su dati di S&P Global market intelligence.

https://www.milanofinanza.it/news/s...nd-in-vista-delle-elezioni-202208251328232536
 
Banche: la filiale torna di moda (MF)

MILANO (MF-DJ)--Nella relazione tra i cittadini europei e le banche lo sportello tradizionale sta tornando di moda a scapito dal canale digitale. Un canto del cigno forse, reso possibile dalla fine dei lockdown, che ha permesso ai clienti bancari di tornare in parte alle abitudini pre-pandemiche. Ma i numeri parlano da se': nel 2022 la corsa ai servizi di credito digitale, che pareva inarrestabile, ha vissuto una battuta d'arresto rispetto all'anno precedente. A rivelarlo e' uno studio di Kearney, consultato in anteprima da MF-Milano Finanza, che ha raccolto 7.500 interviste a clienti delle banche retail in 13 Paesi europei, Italia inclusa. Lo studio ha rilevato che, se nel 2021 i clienti bancari che sceglievano canali come mobile banking, siti o app erano il 49% del totale, quasi uno su due, la percentuale e' scesa al 44% nel corso di quest'anno. I rapporti di forza si sono ribaltati: la filiale e' tornata a essere la prima scelta per la meta' esatta degli utenti, dal 43% del 2021. Una traiettoria che ha interessato tutte le fasce d'eta' (grafico in pagina), con i soli giovanissimi tra 18 e 24 anni che, come prevedibile, continuano a preferire (46% contro 44%) lo smartphone all'incontro in carne e ossa. Interessante inoltre notare che sono proprio i clienti piu' giovani quelli piu' permeabili al terzo tipo di canale coinvolto nell'indagine: il call center. Il 10% della fascia 18-24 anni e' ben disposto a usufruire di servizi bancari parlando al telefono, contro il 7% medio complessivo. Non va tuttavia dimenticato che durante la pandemia la preferenza verso i canali online e' salita di 30 punti, dal 20% al 50%, aumento che in circostanze normali avrebbe richiesto, secondo lo studio, almeno 10 anni. red/lab MF-DJ NEWS

26/08/2022 10:14
 
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