Unicredit: solo news n. 4

23/05/2019 10:13

Unicredit, i soci di Commerzbank difendono l'M&A internazionale

Critiche al portavoce del sindacato dei lavoratori Ver.di, Stefan Wittmann, che ha usato parole dure la settimana scorsa contro la banca guidata dal ceo Jean Pierre Mustier. Il nuovo piano strategico a ottobre​

di Elena Dal Maso

Molto volatile anche oggi il titolo Commerzbank sul Dax, che alle ore 11:15 cede lo 0,64% a 6,85 euro per azione. All'assemblea di ieri è accaduto un fatto non usuale in Germania, il portavoce del sindacato dei lavoratori Ver.di, nonché membro del Consiglio di sorveglianza della banca, quel Stefan Wittman che la settimana scorsa ha parlato di "molto, molto sangue dovrà scorrere se ci fondiamo con gli italiani", è stato messo con le spalle al muro da alcuni azionisti. Questi ultimi al contrario vedono positivamente la possibilità di una fusione internazionale fra banche. Secondo il Financial Times e l'agenzia Reuters, si tratta dell'interesse di Unicredit a rilevare il gruppo guidato dall'amministratore delegato Martin Zielke.

Wittmann ieri si è difeso sostenendo che la sua opinione è stata travisata dalla stampa. Del resto è stato proprio lui a opporsi a chiare lettere ad una fusione interna in Germania fra Deutsche Bank e Commerzbank . Gli azionisti ieri lo hanno accusato, riporta il quotidiano Handelsblatt, di fare dichiarazioni dannose per il gruppo con effetti negativi sull'andamento del titolo in borsa. Due i casi citati: prima Deutsche Bank e poi, in maniera chiara, anche Unicredit .

Klaus Nieding, legale e vice presidente dell'Associazione tedesca degli azionisti (Deutsche Schutzvereinigung für Wertpapierbesitz, DSW), è rimasto particolarmente infastidito dalle dichiarazioni di Wittmann. E ha citato ieri la frase del portavoce dei Ver.di riferita a DB-Commerz (progetto di fusione ufficialmente dichiarato fallito): "ogni potenziale acquirente stima i rischi degli asset tossici combinati in due banche così grandi".

Nieding ha accusato Wittmann di parlare a sproposito prima ancora che la banca presenti un concreto piano di M&A su cui discutere. E' stato un altro azionista, Rolf Mugrauer, a muovere poi contro le dichiarazioni di Wittmann su Unicredit , giudicando la frase "marziale" e scandalosa. "Dovrebbe vergognarsi che in tempi di un'Europa pacifica questa frase sia pronunciata da lei, che siede nel Consiglio di sorveglianza. Si tratta di un patrimonio linguistico da populista ed è stato in passato il patrimonio linguistico dei nazisti", ha detto Mugrauer rivolgendosi a Wittmann. "Per me è insostenibile che lei sieda nel Consiglio di sorveglianza di questa banca", ha poi concluso.

Wittmann si è difeso spiegando che "in qualità di rappresentante dei lavoratori, osservo criticamente ogni fusione". E ha poi aggiunto: "il fatto che un azionista mi chiami nazista è insopportabile. Non sono un populista, ma una persona seria e impegnata a garantire i nostri posti di lavoro", ha aggiunto. I sindacati sono entrati in fibrillazione quando è emerso mesi fa che un'eventuale fusione fra Deutsche Bank e Commerzbank avrebbe cancellato il 20% della forza combinata dei due gruppi, ovvero 30 mila posti di lavoro.

Ieri l'ad Martin Zielke non ha chiuso le porte ad un progetto di M&A, anzi, ha detto che intende aprire ad un'altra operazione. Non ha escluso neppure l'interesse per rilevare una banca regionale, non tanto NordLB (un interesse passato, l'istituto naviga in cattive acque), indiscrezioni in Germania parlano oggi di BayernLB. Il punto fermo è che Zielke non è soddisfatto della redditività raggiunta da Commerzbank a causa anche di tassi negativi da troppo tempo e da una forte concorrenza in Germania.

Il manager ha quindi promesso ieri in assemblea un aggiornamento della strategia del piano industriale a settembre quando si riunirà il Consiglio di sorveglianza. Agli inizi di ottobre il cda dovrebbe illustrare il mercato gli obiettivi nel corso dell'Investor Day. Gli analisti, intanto, non danno tregua al gruppo di Wiesbaden: da solo non riuscirà a stare in piedi per lungo tempo, ha bisogno di crescere per vie esterne.
 
23/05/2019 11:11

Mediobanca, su quali banche posizionarsi in vista del voto europeo

L'investment bank avverte che questa volta il test delle elezioni parlamentari non deve essere sottovalutato perché c'è il rischio di immobilismo politico con conseguenze rilevanti sul sistema bancario europeo, che invece ha bisogno di chiarezza normativa e istituzionale. In Italia gli analisti preferiscono Unicredit e sono negativi su Intesa​

di Paola Valentini

Il test delle elezioni parlamentari europee questa volta non deve essere sottovalutato, non soltanto per i risvolti politici, ma anche per le conseguenze che l'esito potrà avere in uno dei settori, quello delle banche, che maggiormente richiede una visione unitaria in Europa per la stabilità di tutto il sistema. Le urne si sono aperte oggi e si chiuderanno domenica con un calendario scadenzato per Paese (in Italia si vota l'ultimo giorno).

"Di solito le elezioni europee sono sempre considerate da tutti un evento di importanza secondaria, ma questa volta è diverso per una serie di ragioni", premette Mediobanca Securities in una nota dedicata alle banche europee.

In primo luogo, osserva l'investment bank, "l'erosione dei partiti politici tradizionali ha fatto spazio a nuove forze politiche, questo può causare una frammentazione più elevata e quindi maggiore imprevedibilità politica". Il tutto mentre "i partiti nazionalisti e populisti mettono in discussione il modo in cui l'Ue è gestita, senza il Regno Unito, i maggiori Paesi europei perdono potere, e i partiti pro-Ue stanno reagendo aggregandosi e affermando che un'ulteriore integrazione politica, economica e militare è necessaria e urgente".

Senza dimenticare che il mondo è nel mezzo della trade war e i mercati sono in attesa per capire cosa farà l'Ue su questo fronte. A proposito dei rapporti di forza tra Paesi, Mediobanca osserva che "paradossalmente il fatto che il Regno Unito prenda parte alle elezioni potrebbe favorire i progetti di integrazione pro-Ue".

In questo contesto il rischio di stallo politico è tangibile nel caso in cui i partiti populisti e nazionalisti raggiungano una minoranza di blocco in Parlamento. "Sulla base degli ultimi sondaggi, la probabilità che questi partiti avranno un ruolo cruciale nel Parlamento Ue è remota data la loro eterogeneità, insieme dovrebbero avere una quota del 24-25%. Malgrado ciò, vediamo poco spazio per essere costruttivi dal momento che secondo noi l'esito più probabile che uscirà dal voto sarà quello di una grande coalizione molto eterogenea che potrebbe comportare il rischio di immobilismo politico, con accordi su singole iniziative molto complessi da raggiungere e con il possibile trasferimento del potere decisionale dalle autorità federali e quelle intergovernative, ovvero dal Parlamento e Commissione europei al Consiglio", commenta Mediobanca Securities.

E questa situazione di blocco non farà bene alle banche. "Siamo stati e restiamo cauti sulle banche Ue, nonostante le loro storicamente basse valutazioni. Crediamo che la presenza del rischio di impasse politica in Europa sia di ostacolo per dare quella chiarezza regolamentare e istituzionale di cui le banche europee hanno molto bisogno", prosegue Mediobanca Securities concentrandosi sull'evoluzione del business degli istituti di credito e sui relativi impatti a livello di valutazioni e bilanci.

"Riteniamo che ci siano ulteriori rischi di ribassi delle stime di consenso sull'utile per azione dal momento che il trading e la riduzioni dei costi non riusciranno a compensare l'erosione del margine netto da interessi e delle commissioni, in presenza di una ricostruzione lenta del capitale", aggiungono gli analisti di Piazzetta Cuccia.

Detto ciò, a livello di singoli titoli, Mediobanca Securities "si posiziona sulle banche che mostrano un ritorno sul capitale più visibile, come la belga Kbc o la norvegese Dnb, su quelle che hanno una diversificazione geografica degli utili fuori dalla zona euro, come l'austriaca Erste Group Bank o la svizzera Credit Suisse, e sui nomi che possono registrare una diminuzione della differenza tra valutazioni molto basse e fondamentali come Unicredit ".

Di contro, "restiamo negativi su Deutsche Bank , per la sua prolungata bassa generazione di utili, su Lloyd's per la pressione sui ricavi, su Caixa Bank per via dei rischi sia sul Cet1 sia sui ricavi, e su Intesa Sanpaolo a causa di attese troppo elevate sui ricavi e il rendimento del capitale", conclude Mediobanca Securities.
 
BORSA: UNICREDIT IN EVIDENZA (+2,5%), MERCATO SI INTERROGA SU MOSSE MUSTIER

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 24 mag - Unicredit in rialzo a Piazza Affari, mentre gli investitori si interrogano sulle mosse dell'a.d., Jean Pierre Mustier, che potrebbe procedere a nuove cessioni, dopo la vendita di una parte della quota detenuta in Fineco. I titoli segnano un progresso del 2,5%, attestandosi a 10,38 euro

Il Sole 24 Ore di oggi sostiene che i vertici di Unicredit si sono confrontato con gli advisor Jp Morgan e Goldman Sachs per valutare eventuali misure da prendere in modo da scongiurare l'intervento di fondi attivisti che, puntando l'indice sulla sottovalutazione in Borsa della banca, potrebbero richiedere una qualche forma di break up. 'L'obiettivo del board - e' scritto sul Sole - resta quello di mantenere integro il perimetro industriale paneuropeo del gruppo, liquidando tutte le partecipazioni finanziarie che generano plusvalenze e rafforzano il capitale', proprio per neutralizzare eventuali richieste di fondi attivisti. Rientrerebbe in questa logica la recente sequenza di annunci di cessioni di asset 'non core': dal patrimonio immobiliare in Italia, Austria e Germania fino alla vendita della quota in Fineco. Non sarebbe invece allo studio la cessione della quota in Mediobanca, visto che i prezzi di carico sono inferiori a quelli attuali

Gli analisti di Mediobanca hanno raccomandato un giudizio positivo sulle azioni ('Outperform' con target di prezzo a 18 euro), visto che la banca di piazza Gae Aulenti tratta con un rapporto tra prezzo e utili attesi al 2020 pari solamente a sei volte. 'Le attuali valutazioni non riflettono il taglio dei costi e del livello di rischio realizzato negli anni passati, ne' la futura profittabilita' dell'istituto, oltre che il rendimento del potenziale dividendo', si legge in un report. Il management, hanno sottolineato ancora gli esperti di Piazzetta Cuccia, sta cercando di creare valore per gli azionisti sia con le misure recentemente annunciate, sia centrando i target del piano industriale, come il cuscinetto da 200-250 punti base rispetto alle richieste patrimoniali della Bce (MDA buffer target) e l'innalzamento del payout ratio al 50%. In altre parole, hanno spiegato gli analisti, 'riteniamo che Unicredit abbia il potenziale per trasformarsi da una storia di ristrutturazione a una storia di successo in termini di ritorno sul capitale con un rendimento dei dividendi attesi per il 2020 al 10% e un payout del 50%'.

emi- (RADIOCOR) 24-05-19 11:47:22
 
News di ieri mattina:

24/05/2019 10:05

Fidentiis, i dividendi di Unicredit potranno rendere come Intesa. Con meno sforzi

Gli analisti sottolineano che la principale differenza tra i due è rappresentata dal dividend yield attuale, il 6% di Unicredit rispetto al 10% di Intesa Sanpaolo. Ma la distanza tra i due scompare considerando la politica di pay-out, che se sarà del 50% nel 2020 per la banca guidata da Mustier potrà avvicinare lo yield a quello della concorrente sulla base di un pay-out all'80%

di Paola Valentini

Unicredit nel mirino degli analisti dopo le indiscrezioni sulle possibili mosse dei fondi attivisti soci della banca che, a causa della bassa valutazione della banca, potrebbero essere tentati di chiedere un break up o vendite di asset no-core per aumentare la capitalizzazione del gruppo guidato dall'ad Jean Pierre Mustier.

E secondo Fidentiis "la bassa valutazione di Unicredit è ben evidente in termini relativi se consideriamo l'ampio sconto nel rapporto prezzo/net asset value della banca rispetto a quello di Intesa Sanpaolo , che si attesta nel 2019 a 0,38 rispetto a 0,65 di quest'ultima, con la principale differenze tra i due concorrenti rappresentata dal dividend yield attuale, il 6% di Unicredit rispetto al 10% di Intesa Sanpaolo ".

Fidentiis afferma però che "il rendimento da dividendo è a favore della banca guidata dal ceo Carlo Messina soltanto in termini assoluti, perché la distanza tra tra i due scompare se si considera la politica di pay-out, pari al 30% per Unicredit e all'85% per Intesa Sanpaolo . Dal 2020 i rendimenti da dividendi potrebbero essere simili con Unicredit , che distribuirà molto meno del suo utile per azione, ovvero il 50% contro più dell'80% di Intesa Sanpaolo ".

In sostanza gli analisti ritengono che "l'attuale struttura patrimoniale e la redditività delle due banche, nella parte alta della singola cifra per entrambe, non possono portare a un gap di valutazione così elevato", conclude Fidentiis, che conferma il giudizio buy su Unicredit con target price compreso nell'intervallo tra 19 e 20 euro. :eek:

Al momento il titolo Unicredit segna un rialzo del 2,27% a 10,356 euro.
 
Unicredit: governance sotto esame (Mi.Fi.)

MILANO (MF-DJ)--Ameno di sei mesi dalla presentazione del piano industriale Jean Pierre Mustier e' concentrato nel disegnare la strategia futura della banca. Per il ceo di Unicredit la priorita' sara' individuare una nuova storia da raccontare al mercato, una storia con forti elementi di discontinuita' rispetto a quella illustrata nel dicembre del 2016. Ad affiancare Mustier in questo ambizioso lavoro e' la prima linea della banca, profondamente rivista qualche mese fa. La novita' piu' importante del nuovo organigramma, si legge su Milano Finanza, e' l'assenza del direttore generale, un incarico che era stato ricoperto prima da Roberto Nicastro e poi da Gianni Franco Papa ed e' finora servito come punto di raccordo tra l'amministratore delegato e il top management. La figura del dg e' peraltro prevista da gran parte delle banche italiane anche se talvolta, come accade per Ubi e Intesa Sanpaolo , viene accorpata con quella di amministratore delegato. Se Papa lascera' definitivamente piazza Gae Aulenti il prossimo 1 giugno dopo 39 anni di servizio e la sua carica e' stata di fatto cancellata, il mercato si attende pero' che una nuova figura forte possa presto spuntare nell'organigramma della banca. Anche se formalmente l'assetto definito a febbraio non lascia spazio a un primus inter pares, si fa notare che la nuova divisione Finanza e Controllo e' rimasta senza responsabile. Non c'e' dubbio che si tratti di una casella strategica che, oltre alle tradizionali attivita' di finanza (cfo), ingloba anche le funzioni pianificazione, contabilita' e investor relation, includera' anche Group identity e communication, regulatory and institutional affairs, strategy and m&a e l'area del chief lending officer. Per il momento la carica e' affidata ad interim a Mustier, ma e' sensazione diffusa che la banca possa individuare un candidato a cavallo dell'estate e comunque in tempo per la presentazione del piano industriale. Una scelta che andrebbe comunque concordata con la Vigilanza Bce. red/alb (fine) MF-DJ NEWS
 
28/05/2019 12:20

Unicredit, Bank Austria prepara un covered bond da massimi 500 milioni

La banca del gruppo Unicredit sta preparando una nuova emissione garantita a scadenza otto anni. In borsa il titolo Unicredit paga come le altre banche italiane l'allargamento dello spread Italia/Germania​

di Francesca Gerosa

Bank Austria prepara una nuova emissione garantita a scadenza otto anni dell'importo massimo di 500 milioni di euro. E' quanto ha reso noto stamani Ifr, servizio Refinitiv, aggiungendo che le prime indicazioni di rendimento per l'operazione con scadenza 3 giugno 2027, che verrà prezzata oggi, sono di un premio intorno a 10 punti base sulla curva swap. La banca è entrata a far parte del gruppo Unicredit dopo che quest'ultimo ha acquisito HypoVereinsbank.

Capofila della transazione, garantita da mutui residenziali (Hypothekenpfandbrief) denominati in euro, sono BayernLB, Erste Group, Hsbc, Santander e la stessa Unicredit . A Piazza Affari il titolo Unicredit paga (-2,36% a 9,885 euro) come le altre banche italiane l'allargamento dello spread Btp/Bund a 289 punti base con il rendimento del decennale italiano salito al 2,7% perché Bruxelles sta prendendo in considerazione un'azione disciplinare per il mancato rispetto del debito pubblico da parte di Roma.

"I rischi legati alle notizie politiche restano molto alti per quanto riguarda i titoli di Stato italiani e la volatilità è destinata a rimanere elevata", hanno commentato gli strategist di Unicredit . Con "l'aumento dell'incertezza politica e diversi collocamenti attesi nelle prossime sedute, la pressione al rialzo sullo spread è destinata a continuare", hanno avvertito.

Passa così in secondo piano la notizia positiva che la Commissione Europea ha approvato le norme sulle Gacs, introdotte nel decreto Brexit (dl 25 marzo 2019), autorizzando la proroga del meccanismo fino al 2021. Le Gacs potranno assistere solo i crediti in sofferenza e non gli unlikely to pay e potranno riguardare solo tranche accompagnate da un giudizio almeno BBB o equivalente.

Come riportato dalla Commissione europea, tra febbraio 2016 e novembre 2018 le Gacs sono state attivate 17 volte, consentendo l'eliminazione di 51 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi (in quel periodo gli Npl lordi totali sono passati da 196 a 117,5 miliardi di euro, perciò le Gacs hanno contribuito per circa 2/3 alla riduzione totale dei crediti deteriorati).

A fine marzo 2019 gli Npl lordi si attestavano a 92 miliardi e la proroga della garanzia statale, anche se leggermente più onerosa rispetto al passato, a causa dell'allargamento dello spread Italia/Germania, potrebbe dare un ulteriore stimolo alla riduzione del rischio nel bilancio delle banche. "La notizia è complessivamente positiva sia per le banche sia per i servicer in quanto favorirà un'accelerazione dei processi di derisking e l'afflusso di nuove masse sul mercato", hanno spiegato gli analisti di Equita .
 
30/05/2019 08:55

Astaldi: Unicredit e Bnp frenano su Progetto Italia (Messaggero)

ROMA (MF-DJ)--Banche divise su Progetto Italia, il maxi-polo delle costruzioni in cantiere da parte di Salini Impregilo e Cdp per il salvataggio Astaldi coinvolgendo altri gruppi. Intesa Sanpaolo e Banco Bpm sono favorevoli all'operazione, non la stessa cosa per Unicredit che si porta dietro Bnp -Bnl. Lo scrive Il Messaggero spiegando che due giorni fa a Milano c'e' stato un vertice fra advisor: Vitale e Bofa Merrill Lynch per Salini , Lazard per Cdp, Houlihan Loke per gli istituti. La bozza di piano oggia sulla ricapitalizzazione di Salini Impregilo di 600 milioni, di cui 300 a carico di Cassa; 150 di Intesa Sp, Unicredit , Banco Bpm , Bnp -Bnl; 50 di Salini Simonpietro, 100 garantiti da Morgan Stanley nel caso in cui il mercato non dovesse assorbirlo. Dei 150 milioni del ceto bancario, 50 a testa la quota di Intesa Sp e Unicredit , 25 l'uno di Banco Bpm , Bnp . Unicredit che e' la banca piu' esposta con 390 milioni per cassa sarebbe sull'aventino mostrando contrarieta' a coprire l'intera quota e sulla sua scia ci sarebbe Bnp . L'altro nodo e' la governance: futuro cda ridotto da 19 a 15 di cui Cdp vorrebbe 11 indipendenti ma Salini non sarebbe d'accordo. pev (fine) MF-DJ NEWS
 
Oggi sul quotidiano

MF - NUMERO 107 PAG. 14 DEL 31/05/2019

Mettono a disposizione 500 milioni di euro per finanziare le medie imprese italiane

Unicredit e Bei aiutano le mid cap

Ne beneficiano le imprese attive in tutti i settori. E fino a 50 milioni possono essere erogati sotto forma di mini-bond

di Claudia Cervini -MF-DowJones
 
03/06/2019 11:31

Unicredit, Mediobanca e Credem hanno raggiunto il target del 3% sugli Npe

E' l'obiettivo che Francoforte ha dato agli istituti italiani per il 2021. Le banche, secondo i calcoli di Fidentiis, devono smaltire 18 miliardi di crediti non performanti anche se ormai restano per lo più Utp (crediti recuperabili). A partire da Mps, prima col 10%, seguita da Ubi, Bper, Popolare di Sondrio, Creval e Banco Bpm

di Elena Dal Maso

Nella Relazione annuale sul 2018, il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha spiegato venerdì scorso che, "al netto delle svalutazioni, il rapporto tra crediti in sofferenza e crediti totali è sceso al 4,3% per il sistema bancario nel suo complesso, dal 9,8% al fine del 2015. Secondo i piani richiesti da tutte le banche da parte delle autorità di vigilanza, ci si attende oradi raggiungere il 3% alla fine del 2021".

Oggi gli analisti di Fidentiis notano che, secondo la formula utilizzata dal governatore, il requisito del 3% "pare sia già stato assegnato alle banche" e che quindi i loro attuali piani sui Non Performing Loans dovrebbero essere già conformi al regolamento. A livello di settore, i broker si attendono accantonamenti su credit (LLP, Loan Loss Provisions) complessivi di settore, per quanto riguaerda gli istituti quotati, pari a 18 miliardi di euro. Con strutturali differenze fra un caso all'altro.

Infatti per Fidentiis i gruppi Mediobanca , Credem e Unicredit hanno bilanci già conformi alle richieste da parte di Francoforte. In linea generale, il settore sta correndo velocemente con gli Npl e la maggior parte delle dismissioni è stata messa a punto. In questo senso i broker ricordano che la grande maggioranza delle esposizioni non performanti (Npe) è composta oggi da Utp (Unlikeky to Pay) di cui una metà è di tipo forborne e che di conseguenza sono esposizioni con una grande probabilità di tornare in bonis, quindi di essere recuperate dalle stesse banche.

I tecnici hanno calcolato, nello specifico, rimanendo molto conservativi, che Mps deve smaltire 5,16 miliardi per raggiungere l'obiettivo del 3%, ovvero il 152% del target di margine operativo lordo (Gop) nel periodo 2019-2021.

Ubi Banca, invece, deve smaltire 3,14 miliardi di Npe, pari al 75% del margine operativo lordo, mentre Bper ne ha 1,762 miliardi da cedere (69% del margine operativo), Banco Bpm si deve occupare di 3,396 miliardi (pari al 62% del amrgine) e Intesa Sanpaolo di 4,431 miliardi, ovvero il 17% del margine operativo. La media di settore è del 42%.

Oggi la stessa Mediobanca Securities ha scritto che nel corso dell'ultimo anno la Banca d'Italia ha incoraggiato gli istituti di credito a riclassificare i titoli di Stato italiani spostandoli dal capitolo di bilancio "detenuti per la negoziazione" (held for trading) a quello "detenuti fino a scadenza" (held to maturity) per potersi proteggere dalla forte volatilità dei Btp. Fatto, questo, recepito da tempo da Intesa Sanpaolo , che, come ricorda Piazzetta Cuccia, ha un target sugli Npe del 2,9% al 2021, migliore delle attese di Francoforte.

Gli analisti di Mediobanca fanno a loro volta un calcolo in percentuale delle esposizioni Npe in pancia alle banche italiane: prima è Mps con il 10%, seguono Ubi Banca, Bper , popolare di Sondrio con il 7%, quindi Creval e Banco Bpm con il 6%, Intesa Sanpaolo ha il 4%, mentre Unicredit il 3% e il Credem è addirittura sotto, a quota 2%. La media italiana si assesta sul 5%.

Oggi l'amministratore di Banco Bpm , Giuseppe Castagna, rispondendo alla domanda se una possibile aggregazione sarà un capitolo del piano industriale atteso in autunno, ha risposto di sì, ma che "ci vuole però una situazione macro e politica più chiara, per capire in che direzione sta andando il Paese. E un regolatore che dia tempi che consentano la realizzazione di un progetto industriale che si auspica possa essere almeno a tre anni". Per il manager "la forza della fusione è la geografia. Siamo ben strutturati nelle quattro regioni più industrializzate del Paese, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Semmai dovessimo pensare ad altre operazioni, le penseremmo lì". La Liguaria, con Carige , non è compresa. Castagna la settimana scorsa aveva spiegato che potrebbe farci una riflessione se il govenro potesse proporre condizioni simili al salvataggio delle popolari Venete fatto da Intesa . Costato però allo Stato, due anni fa, 4,7 miliardi di deficit.
 
Stralcio da un report odierno di MF dove RBC indica 10 big cap con un total return superiore al 30%. Unicredit si trova al punto 7:

7) Unicredit . Target price di 17 euro, contro una quotazione attuale di 10,19, che implica un total return (performance + rendimento della cedola) del 74%, grazie ai progressi messi a segno dal management negli ultimi anni. Il rendimento della cedola 2019 del titolo, che capitalizza 22,7 miliardi di euro, è 7,4%.

Qui l'intero report:

Rbc, 10 big cap con un total return superiore al 30% - MilanoFinanza.it
 
Stralcio da un report odierno di MF dove RBC indica 10 big cap con un total return superiore al 30%. Unicredit si trova al punto 7:

7) Unicredit . Target price di 17 euro, contro una quotazione attuale di 10,19, che implica un total return (performance + rendimento della cedola) del 74%, grazie ai progressi messi a segno dal management negli ultimi anni. Il rendimento della cedola 2019 del titolo, che capitalizza 22,7 miliardi di euro, è 7,4%.

Qui l'intero report:

https://www.milanofinanza.it/news/r...tal-return-superiore-al-30-201906032003161193
 
postato da BORDER sull'altro forum UNICREDIT post 831 ore 16,36 di oggi

ESCLUSIVA-Italia gioca carta deficit 2019 più basso per evitare procedura Ue

Deficit/Pil 2019 potrebbe scendere al 2% o anche meno -
fonti

* Borghi (Lega) accredita un livello a quota 1,8%

* M5s preme per usare risorse disponibili a sostegno economia

di Gavin Jones e Giuseppe Fonte e Angelo Amante

ROMA, 7 giugno (Reuters) - I conti pubblici italiani vanno meglio del previsto e rafforzano la posizione del governo nella
trattativa per scongiurare la procedura d'infrazione minacciata dalla Commissione europea.

Secondo quanto riferiscono due rappresentanti di peso della coalizione al governo, dati recenti suggeriscono che il deficit
2019 sarà non solo più basso del 2,5% del Pil previsto dalla Commissione, ma potrebbe anche essere inferiore al 2,04%
concordato con Bruxelles lo scorso dicembre.

Resta tuttavia da vedere fino a che punto il governo di Giuseppe Conte sarà disposto a ridurre l'attuale obiettivo del
2,4%, perché alcune frange del Movimento 5 stelle premono per destinare i risparmi al finanziamento di nuove misure espansive.

Non è nemmeno certo che un deficit 2019 sorprendentemente basso basti a rassicurare Bruxelles sulla sostenibilità delle
finanze pubbliche italiane. Ma gli ultimi dati, quantomeno, concedono a Roma margini di manovra che pochi mesi fa sembravano
impossibili.

La Commissione mercoledì scorso ha aperto la strada a una procedura disciplinare lamentando che nel 2018 il debito
pubblico italiano è salito anziché scendere e continuerà ad aumentare anche quest'anno e nel 2020. Roma, inoltre, non ha
ridotto il deficit come proesso. [nL8N23C2JC]

Un'analoga procedura, che può portare a sanzioni, era stata già evitata all'ultimo momento lo scorso dicembre, quando
l'Italia ha abbassato l'obiettivo di deficit al 2,04% dal precedente 2,4%, in accordo con la Commissione.

Ad aprile, a causa del peggiorato quadro macroeconomico, il governo italiano è tornato all'obiettivo originario del 2,4%,
contro il 2,5% previsto ora da Bruxelles.

Palazzo Chigi, sorprendendo gli osservatori, mercoledì scorso ha risposto ai rilievi dellaCommissione annunciando che
alla fine il deficit del 2019 potrebbe fermarsi a quota 2,1%.
[nS8N22X028]
Secondo figure di primo piano del governo, sia della Lega sia del Movimento 5 stelle, il rapporto deficit/Pil potrebbe
essere alla fine ancora più basso
.
Claudio Borghi, responsabile economico della Lega, dice a Reuters che si potrebbe addirittura arrivare all'1,8% se
l'attuale trend continuasse nella seconda metà dell'anno.

RISPARMI REDDITO CITTADINANZA E QUOTA 100 SOPRA PREVISIONI
La dinamica migliore delle attese è dovuta soprattutto al fatto che reddito di cittadinanza e quota 100, le due misure
porta bandiera della maggioranza, si stanno rivelando meno onerose del previsto.

Palazzo Chigi ha già ipotizzato una minore di spesa di circa 1,3 miliardi.

Secondo Borghi il costo complessivo dei due interventi potrebbe alla fine essere inferiore di 4 miliardi rispetto alle
dotazioni di bilancio. La stima è confermata da una fonte governativa strettamente coinvolta nella pianificazione della
politica economica, che ha voluto mantenere l'anonimato.

Borghi ha detto che le sanatorie fiscali varate dall'esecutivo stanno fruttando più del previsto, così come le
misure contro l'evasione.

I conti dello Stato migliorano anche grazie ad una serie di accordi fiscali con grandi multinazionali accusate di evasione.
Il più rilevante riguarda Kering, la holding della casa di moda Gucci, che ha accettato di versare al fisco 1,3 miliardi di
euro.

Una fonte del Tesoro non ha confermato l'1,8% indicato da Borghi, ma ha spiegato che è "possibile" raggiungere un
indebitamento del 2% o anche meno.

I dati sulla finanza pubblica di quest'anno sono finora incoraggianti. Le entrate fiscali sono aumentate ad aprile
dell'1% su base annua, nonostante un'economia stagnante.

Inoltre, nei documenti inviati a Bruxelles, il Tesoro scrive che utili e dividendi riscossi da Bankitalia e società
partecipate dallo Stato supereranno le stime di oltre lo 0,1% del Pil.

((in redazione a Roma Francesca Piscioneri,
reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 02 66129809, Reuters
Messaging: angelo.amante.thomsonreuters.com@reuters .net))


16:02-07/06
 
Analisi di Jim Cramer

Jim Cramer: Contagion Stories Don't End Quickly
Altogether it's a picture that's too scary, and too frightening to refute, but refute I will do anyway.



Now the reality is that European turmoil is good for business for our banks. Italy, itself, is under banked - there is no mortgage market -and wealthy people would much rather have their money in our banks than Unicredit (UNCFF) which is really the only truly solvent entity in the entire country. Plus, there are real reasons for Italian political weakness: horrendously interventionist government and an 11% unemployment rate. It is crazily and confoundingly regulated and it's so hard to do any business there without running afoul of the "authorities." That's why things don't end quickly in these kinds of crises. Too many moving parts. Plus, you have the endless Mussolini remembrances in the media, a total Chicken Little narrative that will gain steam in the coming weeks.

Altogether it's a picture that's too scary, and too frightening to refute, but refute I will do anyway. Why not? On that down 390 day I was on a panel in Michigan asking then-Republican presidential candidates about what they would do about the European debt crisis, particularly Italy. To a person the candidates said that the Europeans would handle it. Playing the journalist skeptic I scoffed at their lack of knowledge.

But they were right; it didn't matter. I just wish that one of us would have been bold enough to say buy.
 
UNICREDIT COLLABORA CON FINDYNAMIC A SOLUZIONI PER OTTIMIZZARE IL CAPITALE CIRCOLANTE

Unicredit avvia una collaborazione con FinDynamic, fintech Italiana che offre programmi di sconto dinamico, con l'obiettivo di migliorare la propria offerta alla clientela corporate di soluzioni per ottimizzare il capitale circolante.

Il Gruppo bancario di Piazza Gae Aulenti ha anche acquisito una partecipazione di minoranza nella società, in coerenza con la volontà di collaborare con selezionate fintech per guidare il processo di innovazione.

Le imprese piccole e grandi sono sempre più alla ricerca di soluzioni di gestione del capitale circolante efficaci e personalizzate. Lo sconto dinamico consente ai clienti di offrire ai loro fornitori un pagamento anticipato delle fatture in cambio di uno sconto, che varia dinamicamente in relazione al numero di giorni di anticipo rispetto alla data di pagamento concordata in fattura. Questo rende possibile ai buyer fare leva sulla loro forte posizione di liquidità per concedere ai propri fornitori flessibilità nell'incasso dei pagamenti.

La soluzione di FinDynamic, forte di una tecnologia proprietaria, consente sia al buyer che ai suoi fornitori di visualizzare automaticamente le fatture all'interno di una piattaforma web o mobile e di selezionare in modo semplice le fatture per il pagamento anticipato. Unicredit, una delle prime banche a unirsi alla piattaforma di sconto dinamico, sta iniziando a proporre questa soluzione alle imprese clienti in Italia.

(TELEBORSA) 10-06-2019 01:26
 
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