Con te partiro'...




A Sorrento un luogo di suggestiva bellezza in cui la natura domina sull’opera dell’uomo: Il Vallone dei Mulini

Il Vallone dei Mulini è una valle della costiera in cui il verde si è (ri)impadronito del suo spazio.
La zona deve il proprio nome alla presenza di un vecchio mulino, utilizzato nei tempi antichi per la macinazione del grano.
La penisola sorrentina era solcata da cinque valloni, che indicavano i confini tra un paese e l’altro e che nel tempo hanno
subito l’intervento dell’uomo. Quello dei Mulini, in cui venivano macinati grandi quantità di grano per tutta la zona, è l’esempio
meglio conservato se si pensa che le pale dell’edificio cessarono il loro lavoro nella seconda metà dell’Ottocento, quando
avvenne la costruzione di Piazza Tasso. Numerosi dipinti e stampe del passato testimoniano il valore sociale che questa
valle rappresentava per la popolazione sorrentina. Accanto al mulino si trovava una segheria che veniva alimentata dalle
acque sorgive provenienti dalle colline e un lavatoio pubblico, punto di ritrovo delle donne del popolo che andavano a fare il bucato.

La chiusura dell’area ha favorito al suo interno un’umidità costante, attorno all’80% tutto l’anno che permette la crescita di specie
arboree particolari .
Un tempo si accedeva alla valle grazie al ponticello di porto di Marina Piccola, oggi, delle precedenti vie per raggiungere il Vallone
dei Mulini, non rimane altro che un cancelletto, visibile dalla strada che collega Piazza Sant’Antonio con il porto. La zona del Vallone
dei Mulini è di proprietà privata e non è aperta ai visitatori.



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Elio Vittorini
Sardegna come un'infanzia

Infine, scendiamo verso il mare.
In Sardegna si sente sempre, a cento e cento chilometri dalle coste, che splende nell'aria da ogni lato.
E' una vera isola Sardegna, dentro il suo splendore e le sue tempeste.
E di qualcosa di salmastro odora anche su a mille metri.
Ma qui in special modo, nell'aria.
La terra è saccheggiata dal maestrale. Che non soffia ,intanto. Lunghe terre oscure appaiono sospese nell'aria.
Disabitato come la luce del Primo Giorno. Ma gli alberi sono piegati dal maestrale e hanno il fogliame arrovesciato,
come chiome da pettinare.
Anche i cespugli. Tutta la pianura arrovesciata. Si direbbe che il vento s'è arrestato ora di colpo.
E le case di Castelsardo, sul pollaio della rocca, al sole, sono accovacciate anch'esse per la trascorsa furia.


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PARTIRE...PARTIRE...quante mete sulle quali fantasticare...:)


Delle partenze mi piace l’agitazione, il senso d’attesa,
l’immaginazione che fantastica su mappe e atlanti,
e l’anima che si incanta.
(Fabrizio Caramagna)



Irene Grandi – Prima di partire per un lungo viaggio


Canzone inclusa nell’album “Prima di Partire” scritta da Vasco Rossi, Gaetano Curreri e Roberto Drovandi e cantata da Irene Grandi.
Il viaggio qui può essere inteso in maniera diversa a seconda dell’umore. Il lungo viaggio può essere l’intera durata della nostra vita
o anche un vero e proprio lungo viaggio che si sta per affrontare.



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La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione. Lei sta lì a guardare questa fiammella morire d’asfissia.
Il sesso non prospera nella monotonia. Senza sentimento, invenzioni, stati d’animo, non ci sono sorprese a letto.
Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie
della paura, di viaggi all’estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza,
di oppio, di vino.”

ANAIS NIN


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La Transahariana è una strada che riesce a essere straordinariamente silenziosa.

È una caratteristica di quasi tutte le piste che attraversano il deserto, ma la sensazione di essere circondati dal Sahara
rapisce la mente di chi la percorre, spazzando via le idee, i ragionamenti e a volte anche le rotture di palle, lasciando al loro posto un grande silenzio.

I pensieri sono come incantati dallo spazio e dalla luce, ed è come se a poco a poco la mente smettesse di funzionare,
e si lasciasse andare, cullata da una sensazione di assenza un po’ mistica.

Il paesaggio è solo apparentemente monotono. Cambia all’improvviso e disorienta il viaggiatore disattento.
Appaiono all’orizzonte grandi falesie, brune e imponenti, e un istante dopo sembrano scomparire come miraggi che si prendono
gioco di chi ha la ventura di attraversare quelle lande.


La Transahariana è un tracciato lungo migliaia di chilometri, fatto di asfalto, terra battuta, sabbia e ghiaia.
Una strada che ha rappresentato molto per interi popoli che vi hanno migrato, faticato, gioito e sofferto.
È una strada che per secoli ha dato la vita e se l’è ripresa, applicando sempre la sua beffarda e impassibile giustizia.

In un punto imprecisato della Transahariana, la ruota anteriore di una moto girava sempre più lenta sotto i raggi del sole di mezzogiorno.

I riflessi sulle poche parti cromate si disperdevano nell’immensità del cielo. Il cerchione anteriore continuava a girare, ma le forcelle
erano rivolte verso l’alto, piegate in modo innaturale. Il parafango era volato via, e anche il resto della moto, riversa su un fianco sulla pista
polverosa, non sembrava essere in condizioni migliori. Fluidi infiammabili e lubrificanti gocciolavano sul terreno color ambra, disturbando
l’attività di formiche, termiti e altri piccoli animali del deserto.

Sul tratto di strada che precedeva la carcassa della moto c’erano circa dieci metri di frenata. Adesso non pensate che si tratti di un circuito
di velocità: sulla Transahariana riuscire a fermare qualsiasi mezzo di trasporto è sempre un piccolo miracolo e dieci metri di frenata non sono poi così tanti.

La moto era una Harley piuttosto recente, una di quelle che dovevano anche andare forte. Detto tra noi, un modello del *****, ma pur sempre una Harley.

ROBERTO PARODI


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In un viaggio in auto tra Stoccolma e Lund l'anziano professore Isak Borg riconsidera la sua vita.

Dov'è l'amico che il mio cuore ansioso
| ricerca ovunque senza avere mai riposo? |
Finito il dì ancor non l'ho trovato
e resto sconsolato.
La Sua presenza è indubbia ed io la sento
in ogni fiore e in ogni spiga al vento.
L'aria che io respiro e dà vigore
del Suo Amore è piena.
Nel vento dell'estate
la Sua voce intendo. (Isak)

Il posto delle fragole - Ingmar Bergman


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Allora avevamo assaggiato il Mole di Oaxaca con il cioccolato. Quest'ultimo :D lo ritroviamo sempre in Messico :D con una bella pellicola del 1992, tratta dal libro della scrittrice Laura Esquivel .


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Ambientato in un piccolo ranch della cittadina di Piedras Negras, sulla riva messicana del Rio Grande. Un amore impetuoso fra Pedro Muzquiz, di origine texana, e la giovane Tita, contrastato dall'altera madre di lei, Elena, la quale impone la tradizione messicana secondo cui la figlia minore non poteva maritarsi per doversi dedicare alla cura della genitrice durante la vecchiaia. Pur di restar vicino alla sua amata, Pedro decide di sposare sua sorella Rosaura.
Mentre il rapporto prosegue furtivamente, Tita riversa la sua bruciante passione inespressa nella cucina, i cui segreti ha appreso dalla cuoca Nacha, la sua unica figura materna.

Sullo sfondo storico, i tempestosi tempi d'inizio novecento, quando il popolo messicano combatte contro il dittatore José Porfirio Diaz, raccogliendosi in bande pittoresche e disorganizzate ai comandi di Pancho Villa.

La regia è di Alfonso Arau, che avevamo già incontrato :) giusto un annetto fa in World of Love con un altro film, ambientato in Baja California.
 
Trascorri una meravigliosa :) giornata , Maf

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Buongiorno Diago:bow:...anch'io ti auguro una giornata splendida splendente...wow!:bow:

Baja California... Nord del Messico, tra dune di sabbia dorata, i cactus saguaro, i resti delle antiche
missioni religiose e il cristallino Mar di Cortéz.
Una regione colma di emozionante cultura popolare; di manifestazioni folkloristiche più originali;
di "pueblos" coloniali tra i più affascinanti del continente americano; di deserti sconfinati al confine
con gli Stati Uniti, tra popolazioni indigene lontane dal progresso e dalla tecnologia.


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:clap::clap::clap: che spettacolo! :D

A cabo san luca si possono avvistare anche le balene .


.



Stiamo facendo il giro del mondo :D

 
L’alba. Il primo giorno del mio matrimonio. Ero sul letto a terrazza nella grande casa di mia madre nella vecchia città murata
e guardavo le case intonacate di bianco, i minareti snelli che svettavano dovunque, il quartiere che faceva parte di me
tanto
quanto le strade alberate dei suburbi e le case in stile coloniale di Minneapolis.
Cinque volte al giorno da ognuna delle moschee d’angolo un azan diverso che spandeva nell’aria l’adorazione di Dio, la sua
grandezza, e un attimo dopo le parole umili svanivano, soppiantate dai canti dei galli, dai belati delle capre, dal latrato solitario
di un cane. Cosa provavo in quel primo giorno di matrimonio?
A ben vedere, come le lodi a Dio che svanivano lasciandosi dietro una scia di rumori insopportabili, rumori di animali sporchi,
l’anima che trascendeva il corpo e piombava sulla terra, anche la mia paura, la mia apprensione, la mia piccola speranza di
fuggire al vincolo matrimoniale si erano dileguate e il sentimento che aveva preso il sopravvento non era affatto un sentimento,
ma una piattezza che si intonava e cantava una resa diversa.

Samina Ali, Giorno di pioggia a Madras


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L'isola di Bergman

"Il taxi alla fine ci portò ai faraglioni nella parte settentrionale dell’isola. Stavamo in piedi nel mezzo della tempesta
e guardavamo, con gli occhi lucidi, queste figure misteriose, divine, che alzavano le loro fronti contro le onde e l’orizzonte
che si oscurava […]. Non sono sicuro di cosa accadde a questo punto. Se volessi essere solenne, potrei dire di aver
finalmente trovato paesaggio ideale; la mia vera casa. Se volessi essere divertente, potrei parlare di amore a prima vista…”

Così Ingmar Bergman descrive la sua prima visita a Fårö nella sua autobiografia Lanterna Magica del 1987.
Mentre cercava una location per Through A Glass Darkly nel 1960, cercò per mesi di convincere la casa di produzione svedese a
girare nelle isole Orkney, al largo della Scozia. Voleva un paesaggio desolato, freddo e inospitale, vicino al mare, e avendo sorvolato
tutte le coste della Svezia in elicottero, si era convinto che non avrebbe mai trovato niente di simili nel suo paese.
Questo fino a quando non raggiunse l’isola di Gotland, e un isolotto al largo della sua estremità settentrionale chiamata Fårö.


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L’alba. Il primo giorno del mio matrimonio. Ero sul letto a terrazza nella grande casa di mia madre nella vecchia città murata
e guardavo le case intonacate di bianco, i minareti snelli che svettavano dovunque, il quartiere che faceva parte di me
tanto
quanto le strade alberate dei suburbi e le case in stile coloniale di Minneapolis.
Cinque volte al giorno da ognuna delle moschee d’angolo un azan diverso che spandeva nell’aria l’adorazione di Dio, la sua
grandezza, e un attimo dopo le parole umili svanivano, soppiantate dai canti dei galli, dai belati delle capre, dal latrato solitario
di un cane. Cosa provavo in quel primo giorno di matrimonio?
A ben vedere, come le lodi a Dio che svanivano lasciandosi dietro una scia di rumori insopportabili, rumori di animali sporchi,
l’anima che trascendeva il corpo e piombava sulla terra, anche la mia paura, la mia apprensione, la mia piccola speranza di
fuggire al vincolo matrimoniale si erano dileguate e il sentimento che aveva preso il sopravvento non era affatto un sentimento,
ma una piattezza che si intonava e cantava una resa diversa.

Samina Ali, Giorno di pioggia a Madras


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OK! :clap::clap: splendida Maf :), buongiorno :flower:



Chennai per gli indiani, già nota come Madras.
Nell'ultima foto si possono notare i tuktuk o rickshaw . Sfrecciano nel traffico cittadino :D come uno sciame impazzito . Praticamente delle apecar :D adibite al trasporto di breve distanza, ogni città ha il suo colore, Chennai vedete giallonero, Delhi gialloverde, Mumbai nero , blu a Rikishesh e così via.
Fortunatamente hanno parzialmente sostituito i risciò a piedi (cosiddetti uomini-cavallo :()

*

La foto sopra, uno slum, le baraccopoli affollatissime, in stato di povertà estrema, presenti nelle maggiori città indiane. In una di esse (a Kolkata) è ambientato un romanzo di Dominique LaPierre

NZO



Si mescolano le vite di tre persone, un contadino che ha perso tutto e va in città per diventare proprio un uomo cavallo. Poi un missionario francese, quindi un giovane medico statunitense


La storia si svolge negli anni settanta, i protagonisti, in particolar modo quelli occidentali, giungeranno a riconoscere in ciascun abitante dello slum una dignità e una forza nel superare le avversità, da far capire loro a pieno il perché del nome "La città della gioia".

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E da uno slum, stavolta a Mumbai, parte il sogno di un giovane che partecipa al noto programma tv "Chi vuol essere milionario", nella pellicola che si è aggiudicata 8 statuette Oscar qualche anno fa. Sotto la regia di Boyle , con la collaborazione della regista indiana Loveleen Tandan, un flashback sull'infanzia nella bidonville, ogni risposta data in trasmissione, infatti, corrisponde a qualcosa che ha imparato nei momenti cruciali.

Se vi può interessare, non volendo svelare troppo a chi non l'avesse visto, v. ad. es.

Recensione The Millionaire (2008) - Movieplayer.it


La colonna sonora è stata composta dal musicita indiano Allah Rakha Rahman e contiene ben due hit: Paper Planes di M.I.A. e Jai Ho cantata dalle Pus.syc.at Dolls con lo stesso Rahman.

Quest'ultima è un'esplosione di gioia :):):) di vivere OK!, for You


 
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:clap:BUONGIORNO DIAGO...e grazie :bow:per tutte le precisazioni che arricchiscono il nostro bagaglio ...di conoscenza,
grazie per tutto il tempo dedicato
.:)

«Correre per me è vita, tutto quello che viene prima o dopo è soltanto attesa»
Alla fine degli anni ‘50, Steve McQueen e un gruppo di amici fecero un viaggio in moto a Cuba nel pieno dell’insurrezione rivoluzionaria
di Castro contro il regime di Batista, viaggiando giorni fra le strade dissestate delle campagne e incontrando militari in uniforme
da ogni parte: ….“abbiamo avuto una grande avventura, che è una delle cose che rendono così grande il motociclismo perché
non manca mai di dare una sensazione di libertà e di avventura"
…. dichiarò Steve in una intervista.




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