Mobili di ieri, di oggi e oggetti di design

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Foliae di Opinion Ciatti: la natura si trasforma in arredo


Il tavolino da caffè Foliae, concepito da Roberto Mora nel 2018 è il risultato di un'abilità artigianale senza pari, che fonde insieme piccole foglie di metallo attraverso un processo di saldatura. Mora ha tratto ispirazione dall'eleganza e dalla vitalità delle foglie, osservando la loro fragilità individuale e la loro imponenza unite in una chioma folta. "Nelle foglie ho visto la possibilità di fare gruppo, unirsi e seguire una forma." e aggiunge "Unirsi per creare un volume e insieme una pelle di natura". La Foliae Collection, di cui fa parte il tavolino, incarnano questo concetto, trasmettendo un forte simbolismo attraverso il susseguirsi di vuoti e pieni. Gli arredi della collezione, come gli sgabelli e i tavolini, ma anche le lampade a muro, sono vere e proprie espressioni decorative capaci di aggiungere romanticismo e poesia all'ambiente. La loro eleganza è accentuata dalla finitura metallica in oro o argento, che evoca la leggerezza delle fronde degli alberi pur trasmettendo una sensazione di solidità.

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Hotel creativi e dal design particolare in Europa, per soggiorni insoliti e indimenticabili:

Hotel Marqués de Riscal, Elciego – Spagna

Con l’Hotel Marqués de Riscal ci troviamo in Spagna, zona Bilbao, città che, non a caso, è sede del Guggenheim.
Il museo di arte contemporanea spagnolo è stato progettato dallo stesso architetto canadese che ha progettato il nostro Hotel Marqués de Riscal e cioè Frank O. Gehry.
Già a colpo d’occhio, in effetti, non si fa fatica a trovare affinità tra le due opere: entrambe sono in acciaio e titanio e disegnano forme armoniche e curve delicate.
L’impatto dell’Hotel Marqués de Riscal, poi, è forse ancora più potente di quello del Guggenheim perché si trova all’interno di un piccolo borgo agricolo. Uno base perfetta per degustare i vini della zona e le bontà locali

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Hotel Not Hotel, Rotterdam – Paesi Bassi

Tra gli hotel creativi e particolari in Europa che, più in assoluto, sono capaci di stupire c’è l’Hotel Not Hotel, a pochi passi dalla stazione centrale di Rotterdam e con un concept innovativo e decisamente estroso: 36 stanze, una diversa dall’altra, tutte arredate da artisti diversi. Praticamente una galleria d’arte, più che un hotel.

Ogni stanza è un’opera di creatività che ha la forma di una piscina verticale o di una villa italiana, di una casa fatta di caramelle o di un enorme orologio a cucù.
Per soddisfare la fame, non solo quella di cultura: un ristorante messicano e un cocktail bar.

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Ford KA

La Ka debuttò nel 1996, basata sulla stessa piattaforma della Fiesta. Quando la Ka venne introdotta sul mercato, destò pareri differenti fra il pubblico a causa del nuovo design New Edge, creato da Jack Telnack, inoltre molti dettagli estetici vennero ripresi dalla concept car Ghia Saetta disegnata da Filippo Sapino. Appunto la Saetta della Ghia era un colpo di stile che non poteva passare inosservato. Un baricentro basso, parafanghi e plastiche volutamente vistose la resero un "caso". Di anno in anno, versione dopo versione venne "normalizzata" per ridurla a un'anonima city car di poche pretese.

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Blast Quadrato disegnato da Philippe Starck per Kartell

Il tavolino Blast Quadrato, una creazione firmata Philippe Starck per Kartell, disponibile in forme quadrate o rettangolari con angoli arrotondati, presenta una base e piani trasparenti che ricordano il celebre tavolo Sir Gio della stessa azienda.

Kartell offre la possibilità di abbinare e combinare diverse tonalità di colori sia per la base che per i piani. Il cuore pulsante di questo capolavoro è rappresentato dal nucleo centrale della base, disponibile in finitura cromata o rame metallizzato.

"Kartell è una filosofia di famiglia o una famiglia filosofica." dice lo stesso designer e aggiunge "Solo Kartell, e prima di chiunque altro, ha intuito che esclusivamente la plastica avrebbe potuto aumentare la qualità e dare vita a prodotti interessanti e onesti, per più persone possibile."
Con il tavolino Blast Quadrato, Starck continua a rafforzare questa visione, offrendo al pubblico un prodotto originale, funzionale ed innovativo.

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Blast Quadrato disegnato da Philippe Starck per Kartell

Il tavolino Blast Quadrato, una creazione firmata Philippe Starck per Kartell, disponibile in forme quadrate o rettangolari con angoli arrotondati, presenta una base e piani trasparenti che ricordano il celebre tavolo Sir Gio della stessa azienda.

Kartell offre la possibilità di abbinare e combinare diverse tonalità di colori sia per la base che per i piani. Il cuore pulsante di questo capolavoro è rappresentato dal nucleo centrale della base, disponibile in finitura cromata o rame metallizzato.

"Kartell è una filosofia di famiglia o una famiglia filosofica." dice lo stesso designer e aggiunge "Solo Kartell, e prima di chiunque altro, ha intuito che esclusivamente la plastica avrebbe potuto aumentare la qualità e dare vita a prodotti interessanti e onesti, per più persone possibile."
Con il tavolino Blast Quadrato, Starck continua a rafforzare questa visione, offrendo al pubblico un prodotto originale, funzionale ed innovativo.

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Scusa...potresti prendermi il quattordicesimo libro da destra della seconda fila dall'alto della colonna centrale? Grazie, mando poi un un influencer decaduto a ritirarlo.
 
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Presentata in occasione della Milano Design Week 2024, la collezione Vitamin di Seletti è l'inedito progetto di lighting design firmato per l'azienda da Marcantonio.

"Fin da piccoli", osserva il designer, "ci hanno insegnato che non si gioca con il cibo, ma se proprio il gioco fosse un modo per poter celebrare l’importanza e la bellezza di questi alimenti che ogni giorno ci regalano energia e nutrimento? Per questo nuovo progetto con Seletti ho voluto dare origine a sculture funzionali di melanzane, carote, limoni, zucche, pesche in un improbabile e magico equilibrio".

Il risultato è quindi una famiglia di luci fantasiosa che comprende: abat-jour, candelabri, lampadari e portacandele.

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È morto Gaetano Pesce, designer e scultore che ha portato nel mondo il made in Italy

L’artista ligure, nato a La Spezia nel 1939, si è spento all’età di 84 anni nella sua casa di New York. Presto sarebbe stato tra i protagonisti della Design Week, con una mostra e una grande installazione. Tra le sue creazioni più celebri la poltrona “UP”

La sua incredibile e prolifica attitudine a creare, Pesce l’aveva maturata dapprima in ambito architettonico, laureandosi nel 1965 alla IUAV di Venezia, conoscendo in facoltà anche Carlo Scarpa ed Ernesto Nathan Rogers.

Negli anni Sessanta aveva cominciato a lavorare nell’ambito del design, collaborando inizialmente con l’azienda C&B (ora chiamata B&B Italia)
. La sua prima, indelebile firma nel mondo del design industriale l’avrebbe lasciata nel ’69 con le poltrone UP una serie composta da sette modelli, di cui la più celebre è la poltrona UP5, che riprendeva le forme delle antiche statue votive delle dee della fertilità.

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Arrivò in scia il riconoscimento internazionale, con la partecipazione, nel 1972, alla mostra Italy: The New Domestic Landscape, con la quale il MoMa di New York omaggiava la creatività italiana.

Accanto al design, però, Pesce continuò a coltivare la passione per la scultura: oggi le sue opere sono esposte nei principali musei del mondo, dal MoMA di New York al Met di San Francisco, al Victoria and Albert Museum di Londra, al Vitra Museum di Weil am Rhein, al Centre Pompidou di Parigi (che nel 1996 gli dedicò una retrospettiva). Numerosissime anche le mostre personali dedicate al suo lavoro ultradecennale.

Un anno fa, la galleria Luisa delle Piane di Milano dedicò un focus alle sue “pelli industriali” (fogli di resina poliuretanica), nate trent’anni fa dal desiderio dell’artista – da cultore dei materiali poveri e plastici qual è stato – di trovare supporti alternativi alla carta, da lui considerata obsoleta, su cui disegnare utilizzando altra resina.

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Tra le sue invenzioni entrate nella storia del design, anche la lampada Moloch del 1972, versione macro della celebre lampada da tavolo L1 (1937) di Jacob Jacobsen, e diverse creazioni per Cassina, dal tavolo Sansone (1980) alle dieci sedute componibili Cannaregio (1987).

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Design Fiction: Quando la vita imita l’Arte.

Martin Cooper, il progettista del primo cellulare al mondo (il Motorola DynTAC 8000x), dice di essersi ispirato ai dispositivi di comunicazione wireless tascabili visti nella serie Star Trek del 1966.

Oggi, molte aziende (comprese Apple e Microsoft) invitano persone che scrivono di fantascienza per parlare di ciò che sta accadendo nella tecnologia.
Questa relazione è spesso definita design fiction e parlarne ha lo scopo di ispirare ingegneri e creativi a elaborare idee di prodotto nuove e rivoluzionarie.

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Negli anni ’60 il cartone The Jetsons (un po’ la versione futuristica dei Flintstones) ha predetto con successo
varie tecnologie moderne:

TV a schermo piatto, videochiamate, smartwatch, aspirapolvere robotici, droni, cibo stampato in 3D.

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toc toc :flower:, ciao Maf :)

(Sperando di non disturbare) una delle automobili più belle di sempre è stata disegnata nel nostro Paese per la Lamborghini: la Diablo.

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Nel 1990, i manager avevano il sogno che quest’auto raggiungesse una velocità massima di almeno 320 km/h. Gli ingegneri trasformarono questo desiderio in realtà con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi. Il disegno è dello storico professionista Marcello Gandini, torinese, che aveva iniziato la carriera alla Bertone.

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A Bertone erano piaciuti i miei disegni, lì si facevano le cose più azzardate ed era il posto adatto a realizzare ciò che avevo in mente”.


Splendido il modelle SE30, con la sua invitante apertura ad ali di farfalla, e la particolare cura degli interni

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Un mese fa è venuto a mancare anche lui.

Genio del design italiano, anche industriale e di arredo, nell'automobilistico Marcello Gandini aveva tracciato -fra le altre- le linee della Ferrari GT4, della Lambo Miura e Countach, nonché della futuristica Lancia Stratos HF.


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Mio padre - aveva raccontato - era un direttore d’orchestra e voleva farmi diventare un pianista. Solo quando è salito a bordo della Lamborghini Miura ha capito che sapevo far suonare altre note: quelle dei motori."




In un'altra intervista Gandini aveva esposto che: "....Persino nei bambini più piccoli c'è un istinto che li porta ad amare l'auto, a giocare con le macchinine. Non si capiscono bene le ragioni di questa passione, ma io l’attribuisco, almeno in parte, a un aspetto fenomenale, che non viene quasi mai riconosciuto: il fatto che l’auto è strettamente connessa con l’unica invenzione dell’umanità non esistente in natura, la ruota. La nave esisteva già, sotto forma di tronco galleggiante; l'aereo pure, nelle sembianze di milioni di uccelli; l'elettronica anche, perché il nostro stesso corpo è costituito da elettroni. La ruota, invece, no. Questo produce un fascino che non esiste in nessuno degli altri oggetti. Già il bambino che gioca con una macchinina utilizza questa invenzione, frutto dell'ingegno dell'uomo, subendone l'attrazione. Da qui, la nascita di una passione che va ben oltre l'utilizzo di questa formidabile scoperta ed è legata al fatto che, oggi come nel passato, l'auto è qualcosa che sta a metà tra il tappeto volante e la casa."​
 
Ultima modifica:

Film, in cui il design è protagonista
LICORICE PIZZA (2021), di Paul Thomas Anderson. Con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Bradley Cooper

La production designer Florencia Martin ricrea la losangelina San Fernando Valley dei Seventies attraverso paesaggi urbani che la identifichino oggi come allora: parcheggi, distributori, marciapiedi, vicoli ciechi.
La protagonista vive in una tipica casetta a schiera aperta su un appezzamento di terreno.
All'interno, tappezzeria floreale e divani ricoperti di plastica. Il leggendario locale Tail o' the Cock è ricostruito in un ristorante abbandonato: se ne mantengono le originali cabine rosse, mentre le vetrate colorate sono un'invenzione.


75

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è normale avere nostalgia di posti in cui non sono mai stato?:eek

Film, in cui il design è protagonista
LICORICE PIZZA (2021), di Paul Thomas Anderson. Con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Bradley Cooper

La production designer Florencia Martin ricrea la losangelina San Fernando Valley dei Seventies attraverso paesaggi urbani che la identifichino oggi come allora: parcheggi, distributori, marciapiedi, vicoli ciechi.

La protagonista vive in una tipica casetta a schiera aperta su un appezzamento di terreno.
All'interno, tappezzeria floreale e divani ricoperti di plastica. Il leggendario locale Tail o' the Cock è ricostruito in un ristorante abbandonato: se ne mantengono le originali cabine rosse, mentre le vetrate colorate sono un'invenzione.


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