Armi da fuoco, bianche, contundenti, di difesa, etc. Etc....

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Un'arma è un qualsiasi dispositivo, strumento meccanico o elemento di natura chimica, nucleare o elettromagnetica
che venga utilizzato allo scopo di offendere oppure sia progettato per la difesa personale dell'utilizzatore.

La clava si ritiene sia stata la prima e quindi la più antica arma fabbricata dall'uomo.

"Wilma, dammi la clava!" è una frase che Fred Flintstone urla a sua moglie.
Gli antenati (The Flintstones), è una serie televisiva a cartoni animati prodotta dalla Hanna-Barbera creata nel 1959
da William Hanna e Joseph Barbera con il contributo di Dan Gordon,
La frase divenuta celebre in Italia grazie alla pubblicità televisiva dell’insetticida Neocid Florale degli anni Sessanta,
accompagna l’istante in cui il cavernicolo si dispone a far giustizia di nugoli di mosche aggressive.

 

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"L'arma di quel tempo [l'età della pietra] era la clava, e chi non ce l'aveva era morto
perché senza clava non ci si poteva difendere.
Chi non teneva la clava si difendeva coi calci, i pugni, le capate, gli sputi.
Ma alla fine moriva lo stesso.
(Io speriamo che me la cavo)


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La clava è una mazza corta, ingrossata ad un'estremità, usata, sin dai primordi dell'umanità, tipicamente dai cavernicoli
come arma contundente.
Nella mitologia greca è l'arma sovente utilizzata da Eracle e dai suoi uomini, uno dei quali, Melampo, insegnerà poi a usarla ai suoi due figli Cisseo e Gia.
Costituita generalmente da un pezzo di legno, in antico (o attualmente presso i popoli primitivi) all'estremità grossa della clava veniva talvolta infilato
un anello di selce oppure venivano inseriti pezzi di selce o di osso per rendere più micidiale l'arnese.


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Il bronzo dorato Ercole del Teatro di Pompeo (Musei vaticani).

L'Ercole del Foro Boario, noto anche come Ercole capitolino, è una statua in bronzo dorato scoperta nel sito del Foro Boario
dell'antica Roma quando i resti del tempio a lui dedicato furono demoliti durante il papato di Sisto IV (1471–84).
È probabilmente la statua di culto citata da Plinio nel tempio circolare, il tempio di Ercole Vincitore che si trovava nell'antico
mercato del bestiame, e che presentava anche un altare all'aperto dedicato a Ercole.

La figura di Ercole ha la sua clava nella mano destra e tiene nella sinistra le tre mele del giardino delle Esperidi.
Le mele lo identificano specificatamente come l'Ercole dell'occidente, il luogo dove vinse Gerione.
Nelle versioni romane del mito delle fatiche di Ercole, Caco, sull'Aventino, rubò il bestiame mentre Ercole dormiva.
Ercole guidò il resto della mandria vicino al luogo dove Caco aveva nascosto gli animali rubati, ed essi cominciarono a
chiamarsi gli uni con gli altri. Ercole allora uccise Caco e, secondo i romani, fondò un altare dove in seguito si tenne il
Forum Boarium, il mercato dei bovini.


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L'Ercole del Teatro di Pompeo è una delle due statue di bronzo greco-romane a grandezza intera
che ci sono giunte e che dimostrano la reazione degli scultori ellenistici e romani classicheggianti allo stile di Lisippo.

Mostra caratteristiche simili all'Ercole del Foro Boario: entrambe le sculture mostrano il chiasmo tipico dello stile di Lisippo, in
cui il peso della figura è tutto su un piede. La figura si appoggia leggermente sulla clava tenuta in verticale; la pelle del leone
di Nemea è drappeggiato sul suo avambraccio sinistro.
La statua si trova al museo Pio-Clementino.
 

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Onfale, regina di Lidia, donna imperiosa e fascinosa, seppe dominare e legare a sé per alcuni anni nientemeno che Eracle,
il grande eroe greco, figlio di Zeus e di Alcmena, della stirpe dei Re di Micene, destinato a trionfare in terra e ad essere
divinizzato alla sua morte, come uno degli Dèi dell’Olimpo.

Neanche il grande guerriero Eracle, il più virile di tutti gli uomini, lo sterminatore di Amazzoni, riuscì a resistere davanti
alla potenza di Onfale.


Comprato dalla lasciva e ambiziosa Regina di Lidia per pochi soldi Eracle ne divenne ben presto lo schiavo.
È la regina che lo sceglie e lo vuole suo, cosa da sottolineare, poiché richiama il principio delle civiltà ginecocratiche:
il diritto della donna a scegliersi da sola il proprio uomo.

Come scrive Bachofen, nella sua celebre opera Das Mutterrecht, a proposito del mondo ginecocratico:
"La donna si sceglie l’uomo sul quale è destinata a esercitare la sua sovranità nel matrimonio…
La signoria della donna incomincia con la sua scelta autonoma. È la donna che corteggia, non l’uomo
 

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Sedotto dalle arti femminili di Onfale, Eracle “aveva rinunciato alla pelle di leone e alla corona di pioppo e portava invece collane di pietre preziose,
braccialetti d’oro, un turbante da donna, un manto purpureo e una cintura meonia. E che, così agghindato, sedeva tra lascive fanciulle ioniche,
cardando la lana, oppure intento a filarla. Tremante come una foglia se la sua padrona lo sgridava, o lo puniva percuotendolo con la pantofolina
dorata se per caso, con le dita maldestre, gli capitava di spezzare il fuso. O quando lei, per suo piacere lo costringeva a raccontare le sue passate
avventure per divertirla. Ma a quanto pare Eracle non se ne vergognava. Ecco perché certi pittori ci mostrano l’eroe con una sopravveste gialla
indosso, che si lascia pettinare dalle ancelle di Onfale mentre Onfale stessa, coperta dalla pelle del leone, regge la sua clava e il suo arco” .

Vestito da donna l’eroe serve la Regina vestita da uomo, da guerriero, da eroe.
Il principio maschile si perde nel femminile e viene da esso castrato, fisicamente, psicologicamente e spiritualmente.

Il nome stesso della Regina, Onfale, richiama l’omphalos, l’ombelico della Terra, un oggetto cultuale in pietra che esisteva a Delfi, dedicato a Gea,
la Madre Terra, la Dea sovrana e primigenia, e a Pafo, dedicato ad Afrodite, la bella e potente Dea dell’amore e della sessualità.

La pratica di indossare vesti femminili, d’altronde, era normale per i sacerdoti delle grandi Dee.

“Ad Efeso, Artemide era associata all’ape come suo animale di culto e l’organizzazione del santuario in epoca classica si è ispirata all’analogia
simbolica di un alveare, con sciami di sacerdotesse-api, melissai, ed esseni, fuchi, che erano sacerdoti eunuchi” .

Il sacrificio della virilità dei sacerdoti della Grande Madre in Siria, a Creta, e a Efeso, si esplicava non solo con l’indossare vestiti femminili,
ma anche con la pratica della prostituzione maschile .


Eracle, riuscirà poi a sottrarsi da tale umiliante schiavitù, slegandosi dal dominio della donna e superandola, riacquistando il suo spirito eroico ed olimpico, sino alla divinizzazione.

Nel dipinto seicentesco di Michele Desubleo, Ercole e Onfale, bellissimo e potente, Onfale è raffigurato con la pelle del leone nemeo e la clava,
mentre Ercole stringe nella mano un fuso.


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Il samurai "colui che serve" era un militare del Giappone feudale, appartenente a una delle due caste aristocratiche giapponesi, quella dei guerrieri.

I samurai costituivano una casta colta, che oltre alle arti marziali, praticava arti zen come il cha no yu (arte del the) o lo shodō (arte della scrittura). Durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare e in seguito la loro spada veniva usata soltanto per scopi cerimoniali, per sottolineare la loro appartenenza di casta.

I samurai usavano una grande varietà di armi. L'uso delle armi da fuoco costituì una parziale eccezione, in quanto fu fortemente scoraggiato durante il XVII secolo dagli shogun Tokugawa, fino a proibirle quasi completamente e ad allontanarle del tutto dalla pratica della maggior parte dei samurai.

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Nel periodo Tokugawa si diffuse l'idea che l'anima di un samurai risiedesse nella katana che portava con sé.
Raggiunti i tredici anni, in una cerimonia chiamata genpuku, ai ragazzi della classe militare veniva dato un wakizashi (specie di spada con lama lunga dai 30 ai 60 centimetri) e un nome da adulto, per diventare così vassalli, cioè samurai a tutti gli effetti. Questo dava loro il diritto di portare una katana (arma bianca a lama curva e a taglio singolo, di lunghezza superiore ai 60 centimetri). Insieme, katana e wakizashi vengono chiamati daishō (letteralmente: "grande e piccolo") e il loro possesso era la prerogativa del buke, la classe militare al vertice della piramide sociale. Portare le due spade venne vietato nel 1523 dallo shogun ai cittadini comuni che non erano figli di un samurai, per evitare rivolte armate, perché prima della riforma tutti potevano diventare samurai.


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La katana veniva usata principalmente per colpire con fendenti, impugnata principalmente a due mani; ciò, sebbene Musashi Miyamoto, ne Il libro
dei cinque anelli, raccomandasse la tecnica a due spade, che presupponeva l'impugnatura singola. Essa veniva portata alla cintura (obi) con
il filo rivolto verso l'alto, in modo che potesse essere sguainata velocemente con abili movimenti e che in nessun modo il filo della lama potesse
danneggiarsi nel tempo sfregando, a causa dell'attrito e della forza di gravità, contro l'interno del fodero.

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Akira Kurosawa è noto per aver diretto alcuni tra i più celebri film con samurai come protagonisti (Rashomon, I sette samurai, Il trono di sangue,
La fortezza nascosta, La sfida del samurai, Sanjuro, ...).

Nel film I sette samurai, il personaggio di Toshirō Mifune usa una spada ōkatana, che riflette l'atteggiamento del personaggio rispetto all'essere un samurai.


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La Trilogia del Samurai è una serie di film diretti da Hiroshi Inagaki, con protagonista Toshiro Mifune.
La trilogia è tratta da un romanzo di Eiji Yoshikawa sulla vita e le gesta di Musashi Miyamoto,
celebre samurai autore de Il libro dei cinque anelli, considerato il più grande spadaccino della storia nel suo paese.

I film dai quali essa è composta sono:
Samurai I: Musashi Miyamoto (1954)
Samurai II: Duel at Ichijoji Temple (1955)
Samurai III: Duel at Ganryu Island (1956)

Queste pellicole seguono il percorso di crescita di Miyamoto dalla giovinezza fino alla maturità, culminando nel duello con il suo più grande avversario, Kojirō Sasaki


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Nella scena finale di Kill Bill: Volume 1, la Sposa uccide O-Ren Ishii con la stessa identica tecnica che Kojirō Sasaki utilizza contro Musashi Miyamoto,
anche se con un risultato completamente diverso.
Tarantino, inoltre, ha girato la scena quasi in maniera identica al duello finale di Samurai III: in entrambi i film, infatti, prima di sferrare i rispettivi
colpi i duellanti corrono parallelamente e, dopo aver utilizzato le loro tecniche, del sangue che gocciola a terra fa intuire al pubblico che uno dei due
sia stato colpito, lasciandolo però incerto sull'esito dello scontro.
Lo stesso Bill fa riferimento al terzo capitolo della trilogia quando parla di "vecchia scuola" e di un duello all'alba sulla spiaggia.


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La spada di Kill Bill è stata realizzata davvero
In un video pubblicato su Youtube, i fabbri di Man at Arms mostrano come hanno ricostruito la lama donata da Hattori Hanzo alla Sposa del film.
La spada utilizzata da Uma Thurman/Beatrix Kiddo che ha affettato l’intera gang degli 88 folli nella pellicola di Quentin Tarantino.



In passato i fabbri hanno già ricreato armi e oggetti tra i più celebri della cultura pop contemporanea: dalla Master Sword di Link nella serie The Legend of Zelda
ad Ago, la spada di Arya Stark in Game of Thrones.
Hanno utilizzando tecniche il più possibile fedeli ai metodi di forgiatura tradizionali utilizzati in Giappone all’epoca in cui visse il samurai Hattori Hanzo.


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La Master Sword è la spada che affianca Link, protagonista di ogni episodio della serie di Legend of Zelda, nelle sue avventure.
Viene definita come "La Spada che Esorcizza il Male".
In tutti gli episodi in cui è presente, la Master Sword deve essere estratta da un piedistallo,
il che è un chiaro riferimento a Excalibur, la famosa spada nella roccia di Re Artù.
La Master Sword compare nella maggior parte degli episodi della saga a partire da The Legend of Zelda: A Link to the Past.


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Nell'episodio per Super Nintendo la Master Sword viene trovata da Link nella Lost Woods, e solo
colui che riesce a recuperare i tre pendagli potrà estrarla dalla base in cui è inserita.
È l'unica arma a poter rompere il sigillo messo da Aganhim all'entrata dell'Hyrule Castle.
La spada può inoltre essere temperata, in modo da aumentarne la potenza e, successivamente,
resa ancora più forte dalla Regina delle Fate all'interno della Pyramid of Power.

Insieme alle Frecce d'argento, è l'unica arma in grado di danneggiare Ganon.



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Giornali!!
Il Messaggero, l’Unità,
La Stampa, il Corriere della Sera,
La Notte, La Gazzetta del Popolo,
Il Ventesimo Secolo e poi
il Resto del Carlino.

Giornale video.
Casal Pusterlengo, 24 sera.
La casalinga Teresa U, accortasi
che il marito Properzio H la tradiva
con una certa amica, Veronica S,
lo accoglieva al suo rientro
col fucile spianato minacciandolo di morte.
Da testimonianze finora raccolte
risulta che il marito infedele
si giustificava pressapoco così:

Teresa, ti prego,
non scherzare col fucile.
Per la rabbia, la tua bile
può scoppiar.

Teresa, ti prego,
io non sono certo un vile, ma
se tocchi quel fucile
può sparar.

É stata una follia!
L’hò incontrata per la via,
disse: “Vieni a casa mia
Cosa mai potevo far?

Un bacio ha domandato,
te lo giuro, hò rifiutato,
ed abbiamo poi parlato,
pensa un pò, sempre di te.

Vigliacco!

Perciò, Teresa, ti prego,
non scherzare col fucile,
far così non è gentile.
Ma lascia andar!

No, Teresa, dai
non mi sparare, Teresa! Su!

Vigliacco!

É stata una follia!
L’hò incontrata per la via,
disse: “Vieni a casa mia”.
Cosa mai potevo far?

Un bacio ha domandato,
te lo giuro, hò rifiutato,
ed abbiamo poi parlato,
pensa un pò, sempre di te.

Teresa...(NO!)
Non mi sparar!


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Nel marzo 1963, Lee Harvey Oswald, sotto la falsa identità di "A. Hidell", acquistò per corrispondenza un fucile Carcano Mod. 91/38.
Con le stesse modalità acquistò anche un revolver da una diversa società.

È ufficialmente accettato che il fucile fu usato nel Texas School Book Depository di Dallas (Texas) per assassinare il presidente John
F. Kennedy al passaggio del corteo di auto il 22 novembre 1963.
Fotografie di Oswald che tiene il fucile, un'impronta digitale scoperta esaminando l'arma, e il lavoro degli investigatori nel ricostruire
le vicende dell'arma dopo la vendita, tutto alla fine portava a Oswald.

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Aveva quarantasei anni JFK quando fu assassinato, ed era Presidente degli Stati Uniti d'America da appena 1035 giorni.
Fu ucciso a Dallas, in Texas, il 22 novembre del 1963 alle 12.30, mentre sfilava su una limousine decappottabile con la moglie
Jacqueline, nella Dealey Plaza.

Alle 13.50 fu arrestato in un cinema poco distante dal luogo dell'attentato Lee Harvey Oswald, un ventiquattrenne originario
di New Orleans di simpatie castriste. Quindi, alle 19.00 Oswald fu accusato di aver ucciso un poliziotto di Dallas che lo aveva fermato
per un controllo dopo l'attentato a JFK; alle 23.30 seguì l'accusa di aver assassinato il presidente.
Oswald si dichiarò tuttavia innocente e completamente estraneo all'attentato.


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Due giorni dopo il suo arresto, il 24 novembre, nei sotterranei della centrale di polizia di Dallas, mentre veniva trasferito
alla prigione della contea - e quindi senza che ci fosse stato il tempo di intentare a suo carico alcun processo - Lee Harvey Oswald
fu a sua volta ucciso da Jack Ruby, che dichiarò di aver agito per vendicare la morte del presidente USA.

Tuttavia Ruby era ritenuto vicino alla mafia italo-americana, e ciò diede adito alla teoria del complotto.

Tre colpi o quattro? Oswald avrebbe sparato tre colpi in un tempo record: 6,75 secondi.
Troppo rapido secondo quelli che non hanno mai creduto alla ricostruzione dell'omicidio da parte della Commissione Warren,
incaricata di fare luce su quanto accadde a Dallas. Ma un documentario del canale tv CBS ha dimostrato che invece è un tempo
più che ragionevole per un tiratore scelto: mettendone alla prova 11, gli esperti hanno cronometrato un tempo medio di 5,6
secondi per sparare tre colpi. Ma alcuni testimoni asseriscono di aver udito anche un quarto colpo, che sarebbe stato sparato da una collinetta adiacente. Non vi sarebbero però riscontri evidenti.
L'arma utilizzata da Oswald era il moschetto Carcano, usato per molti anni dalle nostre forze armate Conosciuto come 91/38,
è un fucile a ripetizione progettato nel 1891 da Salvatore Carcano per l'esercito di Torino. L'esemplare di Oswald era stato fabbricato a Terni nel 1940.


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Sia la commissione Warren che la famiglia Kennedy optarono per il segreto di stato sui documenti riguardanti l'omicidio.
Una scelta boomerang, perché non ha fatto che rafforzare le ipotesi degli scettici.
In macchina con Kennedy e la first lady, quel giorno a Dallas c'era il Governatore del Texas John Connally.

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Un nome che curiosamente comparirà nei verbali delle varie inchieste italiane sulla Loggia Massonica P2:
Connally, fervente anticomunista, in seguito ministro del tesoro sotto Nixon, era infatti amico e sodale del venerabile Licio Gelli.

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Come ha scritto l'ex giudice Ferdinando Imposimato nel libro La repubblica delle stragi impunite:
"È sorprendente, ma nelle storie tragiche di Kennedy e Moro si ritrovano gli stessi personaggi, legati alla mafia
e alla massoneria, come il governatore del Texas, John Connally, e il suo braccio destro Philip Guarino"
.


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Hotel Ambassador, Los Angeles. Ore 00:10 del 5 giugno 1968

il sogno di Bobby di diventare presidente come suo fratello John Fitzgerald si infranse poco dopo la mezzanotte
negli angusti corridoi di servizio dell'Ambassador, dove il candidato di passaggio stava salutando il personale di servizio
dopo il verdetto favorevole.

Atteso in un'altra ala dell'hotel per annunciare alla stampa la vittoria, il Senatore ed ex Ministro della Giustizia percorse
gli stretti corridoi adiacenti alle cucine protetto soltanto da due bodyguard privati e dall'agente dell'FBI William Barry.

Durante il percorso Bobby Kennedy si fermò più volte a stringere la mano ai dipendenti dell'Ambassador.
Poi, d'improvviso, la tragedia.

Piombato in mezzo al corridoio da una pila di carrelli di servizio, il cittadino giordano di origini palestinesi Sirhan Sirhan
faceva fuoco con la sua calibro 22 a poca distanza dal Senatore. Kennedy è colpito in tre punt
i: un proiettile attraversa
la spalla, uno penetra nel collo e l'altro, che si rivelerà fatale, si conficcava a frammenti nel cervello dopo essere entrato
poco sotto l'orecchio destro.


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"Si può uccidere una persona con una calibro 22. Bob Kennedy venne freddato proprio da
un proiettile di questo calibro, sparato da distanza ravvicinata. Solitamente queste sono armi che vengono utilizzate al poligono,
ma c'è anche chi le detiene in casa, senza alcun problema».


L'attentatore di Bob Kennedy vennebloccato dalla sicurezza ad un soffio dal linciaggio.
Sirhan aveva ferito anche altre 5 persone che si trovavano a breve distanza dalla vittima.

La moglie di Robert, Ethel, in attesa dell'undicesimo figlio, era presente mentre Bobby agonizzava
ancora cosciente, sincerandosi delle condizioni degli altri feriti .

Kennedy fu trasportato all'ospedale più vicino per essere stabilizzato dopo un massaggio cardiaco
e quindi trasferito al Good Samaritan Hospital dove è sottoposto ad un delicato quanto inutile intervento chirurgico.
Robert Kennedy non riprenderà mai conoscenza e morirà all'1:44 del 6 giugno 1968.


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Confesso :o che non sono appassionato di armi (peraltro il corpo umano è a sua volta uno strumento d'attacco micidiale) ma provo a partecipare :) lo stesso.

.


La prima che ho "conosciuto" è stata un pugnale avente una foggia inconsueta, impugnato dall'eroe di una serie televisiva: Sandokan, dai romanzi del veronese :D Emilio Salgàri. Per chi era bambino in quegli anni fu indimenticabile il duello aereo, fra la Tigre della malesia ed il felino da cui prende il soprannome.





E' il KRISS, un tipico pugnale malese con lama a forma di serpente, diffuso in tutto l'arcipelago indonesiano.
Secondo alcune leggende fu inventato a Giava all'epoca in cui governava sull'Insulindia la dinastia degli imperatori Majapahit (1294-1478), ed un antico manoscritto dell'isola lo attribuisce al guerriero semidivino Sunang Bonang.

Ha lama doppia e grazie alla punta ondulata è capace di infliggere ferite profonde e rimarginabili con molta difficoltà. Infatti, quando la lama penetra all'interno del corpo non produce un taglio netto, ma una lacerazione asimmetrica dei tessuti, per cui risulta più complicata la medicazione anche tramite punti di sutura.


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La lama è detta « occhio del kriss», mentre « luk» è l'ampiezza dell'onda della lama. Le ondulazioni sono sempre in numero dispari. L' elsa è interamente in acciaio con l'impugnatura rivestita in corno di cervo. La guardia è in acciaio. Un kriss sacro doveva essere perfetto in tutte le sue parti ed essere antico; il suo proprietario doveva cioè conservarlo con cura, onorarlo e pulirlo secondo formule rituali in particolari occasioni: passandogli del limone fresco sulla lama che veniva poi conficcata nella polpa di un tronco di banano.

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Il Kriss ha un alto contenuto simbolico per le popolazioni indonesiane, poiché secondo la tradizione esso, soprattutto se molto antico e di ottima fattura, contiene una propria "anima" (tuah). Sul kriss sacro venivano effettuati i giuramenti e, per dare maggiore solennità alle parole, la lama veniva immersa in un bambù ricolmo d'acqua, che doveva essere poi bevuta (sumpah).

Il kriss era l'arma del coraggio e della vendetta, il suo valore si moltiplicava a seconda del numero dei nemici che con esso venivano uccisi, in quanto si credeva che nel colpire aspirasse l'anima dell'avversario accrescendo, la forza che già esisteva di per se stessa nell'arma.



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(Bandiera del : Mataram Sultanate - Wikipedia



Ancora oggi il Kriss rappresenta un simbolo di eroismo, abilità marziale e autorità. La tradizione giavese vuole che il Kriss sia portato dietro la schiena a significare che la violenza è l'ultima risorsa.



(Dal web)
 
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