j'accuse...!

PS. la Gioconda è sostanzialmente l'unico quadro che Leonardo ha tenuto sempre con sè. Ben prima del furto e del marketing dei media che lo hanno reso il dipinto più famoso al mondo fu dunque il suo stesso autore ad attribuirgli un primato. Questo anche va detto.

e ti credo:p

Secondo lo storico Silvano Vinceti l’opera è stata realizzata basandosi su due modelli: la moglie di un ricco mercante fiorentino, Lisa Gherardini, e l’apprendista di Leonardo da Vinci, Gian Giacomo Caprotti, che era anche notoriamente l'amante di Leonardo.;)

... sai com'è ... a quei tempi mica si discuteva sul DdL ZAN:D
 
il salaino, che vendette la Gioconda, ereditata da Leonardo, al re di Francia.
 
Del resto, ci sono artisti e opere che costano molto e valgono poco, che costano molto e valgono molto, che costano poco e valgono poco e anche che costano poco e valgono nulla

ciao Biagio,artisti che costano poco e valgono molto non ci sono anche secondo te.
anni fa alla radio parlava un critico d'arte il quale affermava che nella storia dell'arte c'è stato un solo artista ingiustamente incompreso in vita ed è stato Vincent Van Gogh.
l'affermazione di genio incompreso è UNA CAZZ....CHE NE PENSATE????:confused::confused::confused:

Scusa, un mio refuso, quello che intendevo è:
Del resto, ci sono artisti e opere
- che costano molto e valgono poco,
- che costano molto e valgono molto,
- che costano poco e valgono MOLTO (avevo scritto "poco" ma qui intendevo molto)
- che costano poco e valgono nulla

PS. quindi artisti che costano poco e valgono molto secondo me si che ci sono. Poi, può essere che continuino a costare poco pur valendo molto o che il mercato si accorga di loro.
Boetti ad esempio 20 anni fa costava poco, ma valeva molto. Oggi costa più di ieri, ma dal mio punto di vista, vale ancora molto di più di quanto costi... ;)
 
E' un artista e nemmeno tanto sconosciuto, per lo meno sotto il profilo culturale che non di mercato.;)

Le sue opere sono presenti qui:
Accademia Nazionale di San Luca,
Beinecke Library, Yale University, New Haven (CT), USA.
Collezione BNL,
Collezione Scuola di Specializzazione in beni storico artistici, Università di Siena.
Fondazione Lercaro, Bologna.
Galleria Civica, Modena.
GNAM, Roma.
MAAM, Roma.
MACRO, Roma.
MAMBO, Bologna.
MAR, Ravenna.
MART, Trento-Rovereto.
MAXXI, Roma.
MIC, Faenza.
Museo del Novecento, Milano.
Vittoriale degli Italiani, Gardone

;)

Echaurren lo conosco, non avevo capito che le parole fossero sue. In ogni caso la mia valutazione rispetto a quelle due affermazioni non è che cambia a seconda di chi l'ha scritta.

E poi, se proprio vogliamo, Echaurren è già uno di quelli che costano, non certo uno "sconosciuto" per il mercato (decine e centinaia di migliaia di euro). Non so se costa più o meno di quanto valga... su questo ognuno si farà la sua idea.
 
:mmmm: Echaurren ha sempre lavorato ed esposto per istituzioni culturali e museali
non mi risulta sia mai stato gestito da gallerie
ed infatti nelle aste si vedono solo operette minori che vanno via a due lire.

Lui ha da sempre denunciato i meccanismi di mercificazione del mondo dell’arte, ha mantenuto saldo il rapporto con un’idea di arte moltiplicata e diffusa.

Alla domanda dove sta andando l’ arte in Italia e nel mondo e come vede il futuro culturale del nostro Paese ha risposto:

A ramengo, schiacciata dalle grandi multinazionali degli affari, dal grande giro dell’arte superquotata e superprotetta. ";)

Se però hai notizia di qualche aggiudicazione > 10 mila euro sarei ben lieto di saperlo.
Grazie:bow:
 
Ultima modifica:
:mmmm: Echaurren ha sempre lavorato ed esposto per istituzioni culturali e museali
non mi risulta sia mai stato gestito da gallerie
ed infatti nelle aste si vedono solo operette minori che vanno via a due lire.

Lui ha da sempre denunciato i meccanismi di mercificazione del mondo dell’arte, ha mantenuto saldo il rapporto con un’idea di arte moltiplicata e diffusa.

Alla domanda dove sta andando l’ arte in Italia e nel mondo e come vede il futuro culturale del nostro Paese ha risposto:

A ramengo, schiacciata dalle grandi multinazionali degli affari, dal grande giro dell’arte superquotata e superprotetta. ";)

Se però hai notizia di qualche aggiudicazione > 10 mila euro sarei ben lieto di saperlo.
Grazie:bow:

Amico mio, tu prendi sempre e solo le aste come parametro di riferimento... non ti pare un po' un cortocircuito per chi si professa disinteressato al mercato e invece vede sempre e solo le aste, aste, aste?

Probabilmente scrivendo "centinaia" di migliaia di euro ho esagerato, ma prova a contattare direttamente lui ad esempio, e vediamo quanto chiede.

Ma al di là di tutto, ognuno fa le sue scelte in modo diretto o in modo forzato.
Un artista che decide di vivere "denunciando meccanismi di mercificazione del mondo dell’arte", tendenzialmente lo fa per due alternative: la prima è che abbia delle convinzioni effettivamente così radicali (ce ne sono, può essere benissimo anche lui lo sia), la seconda (molto più comune, ma non la sto attribuendo a lui) è che nel mercato non sia riuscito ad entrarci.

A quel punto, se è una scelta per principi radicali, forse sarebbe coerente anche che le opere realizzate costassero pochissimo, quel tanto per arrivare a portare a casa a fine mese 1500-2000 euro. Diciamo 4 opere a 500 euro l'una.

La domanda che a questo punto vorrei farti, tornando all'argomento dell'intervista: mettiamo che un'opera di Echaurren costi 10.000 euro. Costerebbe secondo te più di quanto vale o meno di quanto vale?

O quanto dovrebbe costare in base a quanto tu ritieni valga?
 
La domanda che a questo punto vorrei farti, tornando all'argomento dell'intervista: mettiamo che un'opera di Echaurren costi 10.000 euro. Costerebbe secondo te più di quanto vale o meno di quanto vale?

O quanto dovrebbe costare in base a quanto tu ritieni valga?


Pablo lo conobbi anni fa.OK!

E' un caro amico di Paolo e Bruno Tonini dell'Arengario qui a Brescia.
Non ha gallerie di riferimento quindi - in questo caso - puoi verificare solo i passaggi in asta :yes:

alla domanda mi verrebbe da dire "se mi interessa il suo linguaggio e mi faccia compagnia fra le pareti di casa il valore sarebbe la cifra in cui mi troverei disposto a pagare"
e per fortuna - almeno per una volta - al di fuori del giro dell’arte superquotata e superprotetta, come ci direbbe Lui.

ciao;)

detto ciò personalmente le sue opere non mi interessano, ma non certo per una questione di mercato, eh?:no:
 
Pablo lo conobbi anni fa.OK!

E' un caro amico di Paolo e Bruno Tonini dell'Arengario qui a Brescia.
Non ha gallerie di riferimento quindi - in questo caso - puoi verificare solo i passaggi in asta :yes:

alla domanda mi verrebbe da dire "se mi interessa il suo linguaggio e mi faccia compagnia fra le pareti di casa il valore sarebbe la cifra in cui mi troverei disposto a pagare"
e per fortuna - almeno per una volta - al di fuori del giro dell’arte superquotata e superprotetta, come ci direbbe Lui.

ciao;)

detto ciò personalmente le sue opere non mi interessano, ma non certo per una questione di mercato, eh?:no:

Quindi, in parole povere, è un artista che a te non interessa.
E giustamente, il fatto che abbia o meno un mercato non fa alcuna differenza se un artista non interessa.

Però sulla questione relativa all'intervista che hai citato, andando nel concreto la tua è una risposta-non-risposta. Che ci può anche stare, però allora è chiaro che il tema diventa il "valore" in termini del tutto soggettivi, e non è più nè una questione di costo/prezzo nè di mercato.
Invece il tema sollevato era che si parla solo degli artisti che costano facendo l'ipotetica equazione "costano tanto quindi valgono tanto". Ma alla fine questo è un ragionamento invece del tutto generalista, perchè in realtà ognuno di noi soggettivamente attribuisce un valore in base alle proprie valutazioni (il classico "non mi piace Picasso e non lo vorrei nemmeno in regalo" che tutti abbiamo sentito dire).
C'è a chi piace Bansky perchè costa, c'è a chi piace perchè è di suo gusto e c'è a chi non piace a prescindere da quanto costi.
E questo vale un po' in tutte le fasce di prezzo anche senza arrivare ai milioni.

Metterei lì anche un'altra riflessione del tutto personale: per me che un artista sia (più o meno) volontariamente "fuori dal giro dell’arte superquotata e superprotetta" non significa nulla. Si, ok. è una presa di posizione legittima, magari idealista (o magari nel "giro" uno non è riuscito ad entrarci, come succede per moltissimi artisti). Ma non è che in termini valoriali sotto il profilo artistico significhi qualcosa. Quello che conta è la validità della ricerca artistica. E' lì che dovrebbe esserci un valore (che appunto non è nè il costo/prezzo nè il mercato).
 
Mi pare che Echaurren faccia considerazioni condivisibili ma nulla di nuovo per chi scrive qui, prezzo diverso da valore, arte "addomesticata" finalizzata al risultato economico, ricerca "originale" spesso scambiata per stravaganza, giovani orientati a popolarità e successo e non mossi da un'urgenza, come influencer qualsiasi.
 
Pure lui :eek::eek::eek:

L'arte italiana? Siamo ai minimi storici. Parla Gian Enzo Sperone

L'arte italiana? Siamo ai minimi storici. Parla Gian Enzo Sperone

quanto pesa il fatto che oggi non esista più una critica d’arte come quella degli anni Sessanta e Settanta?
La domanda contiene già la risposta, nel senso che la critica ormai ha una posizione marginale: i consultant dominano, fatturano cifre che io e Lei non immaginiamo nemmeno, esattamente come nei settori più ordinari (come la moda) ci sono i cosiddetti influencer.

Come vede invece l’attuale panorama dell’arte italiana?
Devo essere sincero fino alla brutalità: mi sembra che, al contrario di quello che succede con la Nazionale italiana di calcio, nell’arte siamo ai minimi storici. E come già accennavamo prima, non esistendo movimenti, non ci sono teorici e critici, non ci sono studiosi che condividono le stesse esperienze degli artisti.

E come è stato possibile secondo Lei arrivare fino a questo punto?
Ci siamo arrivati perché questa è una società imperfetta. Possiamo dare un numero all’imperfezione? No: stiamo andando verso una presenza soffocante del marketing. E anche gli intellettuali e gli artisti assumono i modi e le cadenze di quelli degli uffici pubblicitari delle grandi aziende.
A me a scuola hanno insegnato che la qualità va di pari passo con la rarità. Dunque se tu produci un quadro al giorno e pensi che ognuno sia un capolavoro, sei fuori strada.
 
Altro intervento illuminante, se mai ce ne fosse ancora bisogno... Business uber alles.. Non mi stupirei se Chiara Ferragni ( bella, eh!) diventasse una super influencer anche in campo artistico...D'altronde, nel mio piccolo, ho già visto questa triste evoluzione anni fa... un pittore che iniziò a vendere nel giro delle veline, calciatori del Milan, Lele Mora & C.... è diventato milionario in Euro... è stato bravissimo a sfruttare quel palcoscenico.. ma mi chiedo come mai sia rimasto un illustre sconosciuto nel mondo del Collezionismo " serio".. Ne avevo parlato tempo fa... e Accipicchia mi aveva " accusato" di fargli, involontariamente, pubblicità... vabbè.. :wall::wall::wall:
 
Ultima modifica:
Pure lui :eek::eek::eek:

L'arte italiana? Siamo ai minimi storici. Parla Gian Enzo Sperone

L'arte italiana? Siamo ai minimi storici. Parla Gian Enzo Sperone

quanto pesa il fatto che oggi non esista più una critica d’arte come quella degli anni Sessanta e Settanta?
La domanda contiene già la risposta, nel senso che la critica ormai ha una posizione marginale: i consultant dominano, fatturano cifre che io e Lei non immaginiamo nemmeno, esattamente come nei settori più ordinari (come la moda) ci sono i cosiddetti influencer.

Come vede invece l’attuale panorama dell’arte italiana?
Devo essere sincero fino alla brutalità: mi sembra che, al contrario di quello che succede con la Nazionale italiana di calcio, nell’arte siamo ai minimi storici. E come già accennavamo prima, non esistendo movimenti, non ci sono teorici e critici, non ci sono studiosi che condividono le stesse esperienze degli artisti.

E come è stato possibile secondo Lei arrivare fino a questo punto?
Ci siamo arrivati perché questa è una società imperfetta. Possiamo dare un numero all’imperfezione? No: stiamo andando verso una presenza soffocante del marketing. E anche gli intellettuali e gli artisti assumono i modi e le cadenze di quelli degli uffici pubblicitari delle grandi aziende.
A me a scuola hanno insegnato che la qualità va di pari passo con la rarità. Dunque se tu produci un quadro al giorno e pensi che ognuno sia un capolavoro, sei fuori strada.

Caro Sperone, ce lo dice Noam Chomsky, uno dei piu' importanti intellettuali oggi in Vita, perché siamo arrivati qui.
Dalle sue riflessioni sulla manipolazione attraverso i mass media:

- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un ********** mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".

- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.
 
Mamma mia sempre a criticar tutti, ma Sperone sarà libero di dire quel che gli pare?
Se non gli interessan piu cose che ha in collezione sarà libero di darle in asta senza passare per il vostro giudizio?
Un gallerista che fa parte della storia dell'arte moderna avrà pure un minimo di credibilità o sapete tutto voi?

E che noia...
 
Mamma mia sempre a criticar tutti, ma Sperone sarà libero di dire quel che gli pare?
Se non gli interessan piu cose che ha in collezione sarà libero di darle in asta senza passare per il vostro giudizio?
Un gallerista che fa parte della storia dell'arte moderna avrà pure un minimo di credibilità o sapete tutto voi?

E che noia...

Senza dubbio.
Il succo del discorso e che ormai il mondo arte contemporanea e radicalmente cambiato rispetto ai suoi tempi che ha saputo cavalcare magistralmente.
Ora lui e fuori perché è un mondo che ormai non comprende più.
Trovo intelligenza in questa ammissione consapevole e ben fa a dedicarsi ad altro.
 
@techne sai bene che apprezzo i tuoi interventi pero' veramente non capisco il tuo contributo, datosi che sei una persona che rispetto voglio rispondere punto per punto poi non insisto...ci tengo a precisare che Sperone non è un mio amico nè sono suo cliente pero' quello che ha fatto lo conosco, ho anche due bellissimi volumi sull'attivita' di Sperone che ti consiglio di acquistare e leggere. Criticare tutti per principio no, non e' uno sport a cui mi piace assistere soprattutto se le critiche vengono da chi da Sperone od altri avrebbe solo da imparare.

Se vuol far cassa vendendo in asta (da Sotheby's e Christies quindi cose che prendono Sotheby's e Christie's, non roba da buttare al macero) artisti che non riscontrano piu' interesse nel mercato, mi spieghi qual'è il problema? E quale sarebbe l'alternativa? Dovrebbe tenerseli per far piacere a te o a qualcun'altro? Cosa ci sarebbe da criticare? Lui non puo' vendere oggetti di sua proprietà? Dovrebbe comprare tutta la vita e non vendere niente? BOH!

Sulla scultura ha detto la verità...oppure credi che gli artisti si mettan li da soli a scolpire tutti i blocchi di marmo, a trafilare il metallo e via dicendo? Ti suggerisco un giro a Pietrasanta e dintorni. Poi cosa ci sarebbe di male criticare un'artista che lavorava con lui e con il quale non e' piu in linea. Io scommetto che se avesse detto che fosse stato contento di avere un'artista che iperproduce tu o altri avreste detto "ah ecco Sperone e' commerciale vuole gli artisti che iperproducono per il mercato". Lui dice che l'ha mollato perche' produce troppo...e comunque lo si critica. Ma dai...

Va bene criticare ma con una base, su questo forum leggo solo critiche a tutti, galleristi, artisti, dealers, musei, curatori c'è sempre qualcosa da criticare...servirebbe un pochino piu di umiltà e di voglia di imparare e di ascoltare a mio parere, visto che a parte comprare due quadretti siamo solo degli appassionati che stanno qui per cercare di capirne qualcosa di piu' e non per insegnare il mestiere agli altri.
 
Molto interessante l'intervista; è sempre stimolante leggere i punti di vista di chi, come Sperone, ha contribuito a farla la storia dell'arte, e che è tutt'ora attivo nel settore, sia come gallerista che collezionista.

@toni non direi proprio che Sperone "ormai è fuori", perchè ha tutt'ora uno spazio INCREDIBILE nel cuore pulsante della Bowery, composto da un intero edificio di diversi piani (nella foto: è quello con il fronte tutto in vetro), dove organizza mostre spettacolari di livello museale.
E' ancora oggi uno dei protagonisti!

Per quanto riguarda i "consultants" e gli "influencers", certamente questi rappresentano una parte del panorama, ma parliamo di giri e livelli altissimi che non c'entrano nulla con il mondo dell'arte che seguiamo noi nè con gli artisti che collezioniamo.
Chi si affida a queste figure è come quelli che possono rivolgersi alle Archistars e si fanno disegnare la villa o la fondazione da Renzo Piano piuttosto che Jean Nouvel.
Certamente è un mondo che Sperone frequenta e per questo lui focalizza su queste presenze - che in buona parte critica - ma è una realtà per super ricchi che spendono milioni.
E' proprio l'opposto degli influencer tipo Ferragni che propongono un "lifestyle" (tendenzialmente piuttosto discutibile) ma sostanzialmente dedicato alle masse.

PS. Forse invece che qui sul 3D "J'accuse", l'intervista poteva stare più comoda su "Mostre ed articoli di interesse".

Screenshot 2021-08-17 at 13-52-23 Gallery - Sperone Westwater.png
 
mi pare più un minimo storico per galleristi della sua tipologia (senza nulla togliere a ciò che ha fatto nel passato, ottima la frase che ha detto @toni77 sul fatto che lui abbia cavalcato magistralmente un periodo.... :), e altresì condivisibile, sempre secondo me, il fatto che oramai sia da darsi atto che lui sia fuori da un certo mercato. E la prova evidente è che per far cassa debba vendere all'asta :)
Secondo me :)

La galleria Sperone Westwater è a New York dal 1975 ed ancora in piena attività e punto di riferimento dell'arte internazionale da 50 anni. Vai sul loro sito, magari curiosa un po', guardati anche a che fiere partecipano...non mi sembra che Enzo Sperone sia con l'acqua alla gola, tutt'altro direi. Ripeto, un po' piu' di orecchie aperte ed umiltà per imparare invece di affannarsi a scrivere critiche senza logica. Senza rancore eh, ma certe robe non si possono leggere.
 
Come intervista l'ho trovata interessante, non mi è piaciuto solo la dichiarazione sull'invadenza delle donne nel mondo dell'arte ed il resto sempre sulle donne. L'ho trovato molto maschilista come intervento, perché una bella donna non può essere in grado di consigliare un'opera d'arte? Sono comunque dichiarazioni figlie del tempo che viviamo, magari la stessa Intervista fatta negli anni'60 avrebbe avuto più o meno gli stessi toni.
 
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