certamente avrei potuto postarlo nel 3D di Claudio Parmiggiani, ma ho preferito qui
Queste Sue parole sintetizzano i motivi per cui prendo le distanze da tanti gettonatissimi artisti
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Il silenzio lo considero una presenza ed un gesto estetico oggi necessari all’interno di un discorso sull’arte e, anche se potrà sembrare un paradosso, un modo di assumere una posizione,
una reazione a quel linguaggio che fa del clamore, del gratuito e della superficialità il suo obbiettivo artistico. Il silenzio lo considero quindi un segno di fermezza perché silenzio non significa solo silenzio ma significa anche non concedersi e non concedere nulla.
C’è l’esigenza che l’arte di oggi, in gran parte asservita alla moda e al mercato , esca da molte ambiguità e compromessi.
Invece di attardarsi attorno a obsolete formule stilistiche, a mode da rincorrere, si dovrebbe prendere coscienza di una nostra globale condizione tragica e sentirci piuttosto come condannati al rogo che chiamano attraverso le fiamme.
Questo asservimento credo sia principalmente alla base della demoralizzazione attuale e riguarda, appunto, una forma di cultura che si sottrae al preciso dovere di essere tale.
Una cultura che non coincide con la vita e che è fatta per dettare legge alla vita.
Per un artista l’arte, quando é vissuta con veritá, è l’unica, anche se silenziosa, forma di esistenza e di resistenza.
Per la società, per quella cultura dell’ effimero di cui parlavo, l’arte che amiamo, che difendiamo e attraverso la quale ci opponiamo, cosi come la letteratura o la poesia, sono parole spesso dimenticate. Sono problematiche, pongono domande, non danno risposte, offrono solo dubbi. Per chi ha una responsabilità politica e quindi etica, tenerne conto, difenderle come un dovere e sentirle come un bene, significa accettare un rischio, nella consapevolezza che un bene spirituale è ricchezza, che “cultura” è essenza di benessere.
Noi abbiamo bisogno di questa arte.
L’arte deve ritornare ad essere arte, tornare a parlare al cuore dell’uomo.
Nell’infanzia del tempo l’arte fu preghiera. Poco è rimasto di quella infinita bellezza.
Ora non siamo più capaci nemmeno di pregare.
Camminiamo come ciechi erranti tra la rovine."