Inflazione-livello dei prezzi-banche centrali

più che altro si legge di proiezioni di inflazione per il 2026 sotto l'obiettivo del 2%. Non ha un gran valore una proiezione per il 2026, ma per l'anno in corso siamo al 2,3% e soprattutto nel caso di crescita della disoccupazione ci vuol poco a far meno. Per questo a me la bce pare in ritardo. Potrebbe già tagliare ora di 0,25, con l'idea di mantenere i tassi più elevati a lungo termine e di limitare/non ripetere cose come il qe, l'acquisto di bond bancari e societari in generale e i prestiti alle banche a tassi agevolati a lungo termine.
Se invece l'obiettivo è quello di rendere più probabile lo svegliarsi una mattina e dire: "Oh, quant'è bassa l'inflazione, tagliamo i tassi rapidamente e fermiamo l'alleggerimento del portafoglio bce e magari tra 3 mesi riniziamo pure a comprare. Siam pure in recessione"...basta dirlo chiaramente e compreremo/terremo i vari bond centenari e cinquantennali, e saremo tutti felici, tranne quel 90% dei cittadini che manco sa cos'è un bond
 
La lagarde è famosa per aver paura della sua stessa ombra, abbasseranno a giugno forse, è stata due anni a prendere istruzioni da draghi e company forse ha il suo memento di gloria adesso lasciamoglielo, il che non è detto che sia un male bene essere prudenti oltremodo visto quello che succede con il petrolio.
 
rendimenti a breve titoli di stato europei: 3,8 % Strettamente legati ai tassi bce

rendimento titoli di stato tedeschi su scadenze più lontane: scende sino al 2,36%

E' quindi abbastanza chiaro che questo scenario, in un modo o nell'altro, è assai probabilmente destinato a cambiare. I rendimenti a medio e lungo termine non riflettono particolarmente i tassi bce, ma aspettative e da tempo abbiamo curva dei rendimenti invertita. Probabilmente la cosa è stata accentuata dalla rapidità del rialzo dei tassi e dal fatto che negli ultimi 10 anni erano stato emessi molti titoli a rendimenti bassi con scadenze lontanissime (sia gli stati, sia le aziende, se hanno emesso molto debito con scadenze lontane ed hanno una durata media elevata, subiscono poco i rialzi dei tassi, o meglio li subiscono con un impatto assai ritardato. Si immagini il caso estremo di debito tutto a brevissimo, a 6 mesi: l'impatto del rialzo dei tassi sarebbe immediato) e quindi la politica monetaria e le scelte della bce stentano ad impattare sull'economia, impattano con notevole ritardo.

Naturalmente, come detto in passato, più i tassi di mercato a medio e lungo termine restano bassi e più la bce deve prolungare il periodo di mantenimento di tassi al livello attuale.

Non si può però credere che possa esser un tasso sostenibile a lungo, poichè in tal caso anche i rendimenti dei bond ed i tassi di mercato salirebbero fortemente, annullando l'inversione della curva. E non è molto credibile che le economie europee reggano rialzi dei tassi di mercato di oltre un 1% sui bond statali che comporterebbero rialzi superiori sui bond ad alto rendimento ed in generale sui tassi di mercato.

Rendimenti sui bond statali europei dal 3,8% in su (quindi assai superiori al livello attuale), con inflazione poco sopra il 2% causerebbero pure problemi di debito pubblico.
La bce dovrà quindi tagliare i tassi, nel caso in cui non lo faccia entro giugno ed inizi a rinviare, ci penserà il mercato a far salire nettamente i rendimenti favorendo poi il completo diffondersi dell'effetto della politica monetaria ed il successivo taglio.
 
facciamo il punto sulla situazione tassi-rendimenti bond ed inflazione.

1) Dovrebbe ormai esser chiaro che quell'idea di avere bc che definiscono in maniera credibile quali sono (o dovrebbero essere) le aspettative di inflazione, al fine di contenere l'inflazione, non funziona. L'idea sarebbe: la bce dichiara in maniera credibile che l'inflazione tornerà ben presto al 2% e così si ancora l'aspettativa di inflazione a quel 2% e non ci sono grandi pretese salariali, le aziende pure alzano poco i prezzi e aspettandosi inflazione bassa non concedono rialzi salariali e così, se tutti si attendono inflazione bassa, convinti dalla BCE, allora ecco che l'inflazione resta o torna rapidamente bassa.
Abbiamo infatti ascoltato a turno Lagarde, Powell, Yellen, negli anni passati, sostenere che l'inflazione fosse transitoria e che a breve sarebbe tornata assai contenuta.

Peccato che tutta questa roba, tutto questo credere di poter ottenere inflazione bassa convincendo le persone, gli operatori del mercato, che sarà bassa, paia sempre più una controproducente fesseria. Perchè? Perchè i tassi di mercato (quelli che regolano gran parte dell'economia, mutui, prestiti di ogni tipo, bond societari, finanziamenti...) non a brevissimo, seguono le aspettative, non i tassi della bc.

Quindi se la bce convince "tutti" che tra poco l'inflazione torna al 2%, i tassi di mercato a 2, 5, 10, 20, 40 e 50 anni, quelli che regolano maggiormente ed influiscono maggiormente sull'economia e sull'inflazione restano bassissimi, molto più bassi dei tassi della bc e dei tassi a 3 e 6 mesi imposti direttamente dalla bc. E l'inflazione stenta a scendere, anche con bc che alzano assai i tassi, poichè i tassi di mercato restano bassissimi.

2) Quindi a settembre 2023 i banchieri di fed e bce han pensato bene di far impennare i tassi di mercato vendendo il film "higher for longer". E sappiamo bene quanto così siano saliti i rendimenti dei bond, i tassi sui mutui ecc, sino ad ottobre 2024. Con conseguente netto calo dell'azionario e delle quotazioni dei bond, sino appunto ad ottobre 2023. Cali delle quotazioni azionarie e dei bond che hanno un effetto di contenimento dell'inflazione.

3) poi da novembre 2024 in poi i banchieri di fed e bce, sorpresi dalla riuscita del loro piano (netto rialzo dei tassi di mercato mentre l'inflazione calava), non hanno confermato il film "higher for longher". Ed il mercato ha risposto in maniera immediata: borse in netto rialzo, bond saliti anche del 40% e più. Cose che hanno effetto inflattivo, uno scenario che può anche aver ridato fiato in generale all'economia, ai consumi, al credito, con tassi riscesi a valori assai contenuti, il decennale tedesco è arrivato a rendere meno dell' 1,9% a fine dicembre. Sono tassi di mercato bassi con inflazione assai superiore. Ha poco senso concentrarsi principalemnte sui tassi a brevissimo e sui tassi bce.

4) Così con tassi di mercato che in realtà son stati alti giusto per poche settimane tra settembre ed ottobre e son poi riscesi a valori contenuti, siamo arrivati a gennaio 2024. Con tassi di mercato ancora contenuti, economia americana in buone condizioni, europea un po' meno, ma soprattutto inflazione americana oltre le attese ed europea non bassa come ci si poteva attendere 3 mesi prima. Ed oggi fed e bce non sanno bene se confermare o no i tagli dei tassi.

5) A me sembra che questi tassi di fed e bce, a questi livelli, siano troppo alti. E' difficile credere che siano sostenibili sul lungo periodo e che si possano lasciare così, con rendimenti dei bond a 7 anni che si adeguerebbero e dovrebbero salire (dal rendimento attuale) di un 1,5% circa nel rendimento e con tutti i vari rendimenti di mercato che salirebbero ancor più. L'effetto sull'economia sarebbe quasi certamente notevole e si avrebbero grandi perdite sull'obbligazionario, ed anche sull'azionario, probabilmente, con effetti deflattivi. Oltre a possibili tensioni su alcuni debiti pubblici.

Non capisco quindi il senso di avere tassi bce e fed così alti, ma con fed e bce che buttano acqua sul fuoco e limitano la crescita dei rendimenti, se questi tendono ad adeguarsi ai tassi imposti da fed e bce stesse.

Non sarebbe meglio smettere di far danni con tutta quella comunicazione ? Con quella creazione di aspettative (è transitoria, tra poco torna al 2%, ottimo così i tassi di mercato restano bassissimi e l'inflazione cresce). E poi con quell'higher for longer durato un mese e mezzo e soprattutto buttato via prima che i tassi a lungo si allineassero a quelli a breve, giustamente, perchè i tassi a breve sono troppo alti.

Ma allora non sarebbe meglio tagliare subito di 0,25 e poi eventualmente di un altro 0,25 e semplicemente attendere, mesi, forse anni ? Limitando quella comunicazione che ha fatto essenzialmente danni? Così nel tempo, con calma, tagliando di 0,25 (e poi forse, a seconda dei dati di un altro 0,25) e limitando la comunicazione, i tassi di mercato di medio e lungo periodo salirebbero, magari si arriverebbe a curva dei tassi non invertita. Ma senza tassi bc troppo alti e quindi senza l'esigenza di doversi esprimere per favorire cali dei rendimenti non appena tendono ad adeguarsi ai tassi bc. Anche perchè i mercati amplificano, interpretano 2 frasi come dovish ed i rendimenti di un decennale crollano da un 3% all'1,8% in pochi mesi, con un riflesso su tutti gli altri tassi ai quali funziona il mercato, con un impatto sui listini e soprattutto sull'inflazione.
Tagliando i tassi di 0,25 e poi forse di 0,25 ancora, si potrebbe poi limitare la comunicazione e banalmente attendere la risalita dei tassi di mercato, senza più pensare di dover intervenire per contenerla. Con la prosecuzione dell'alleggerimento del portafoglio di fed e bce

Inoltre questi ormai secondo me eccessivi tassi a breve garantiscono alle banche rendimenti ed utili veramente importanti, come fa notare Boldrin in qualche video.
 
qualche link per confrontare l'andamento dell'eurirs (irs ad esempio a 10 anni ed a 25), rispetto ai tassi bce, nel 2006-2007 e negli ultimi anni-

Osservatorio tassi e andamento inflazione | 24 Ore Conti – ConfrontaConti

EURIBOR | SegugioConti.it

Eurirs storico 2007

Tassi mutui 2023: andamento BCE, Euribor e IRS - MutuiSupermarket

Eurirs oggi

Screenshot 2024-03-18 003747.png
 
probabilmente questa situazione di tassi bce alti, ma rendimenti di mercato bassi (tranne quelli a brevissimo) ha accentuato la capacità delle banche di realizzare notevolissimi utili, banalmente depositando presso la bce.
Nel senso che la bce, dato che i tassi a medio e lungo termine di mercato sono rimasti bassi, ha scelto di alzare notevolmente i tassi, compreso il tasso di remunerazione dei depositi delle banche presso la bce. Con curva dei rendimenti non invertita avremmo rendimenti di mercato a medio e lungo periodo molto più elevati, ed i tassi bce potrebbero esser più contenuti, compreso appunto il tasso di remunerazione dei depositi delle banche presso la bce.

Quindi si potrebbe ipotizzare che buona parte dei notevoli utili delle banche sia stata favorita proprio da questa situazione di bce che alza i tassi continuando a raccontare che l'inflazione è transitoria e dopodomani tornerà al 2% (con tassi che quindi scenderanno verso il 2% o meno).

In generale mi pare decisamente sopravvalutato il lavoro dei banchieri centrali e della banca centrale europea, con tutte le sue sedi nei singoli stati: una quantità enorme di dipendenti, studi e ricerche che in gran parte serviranno principalmente a giustificare lo stipendio di chi li scrive. Tutta sta roba per poi raccontar che l'inflazione è transitoria...per "tener ancorate le aspettative", che altrimenti l'operaio, ascoltando la Lagarde che non ancora le aspettative, poi chiede l'aumento...
 
In un articolo pubblicato oggi su Investing, si dice che i tassi potrebbero non venire abbassati nel 2024, e anzi la FED se l'economia tira come ora potrebbe anche alzarli...

Questo quanto dice Torsten Slok, economista di Apollo Global Management, tra gli altri.
 
tutto può accadere, ma ormai a me pare assai improbabile che non vengano tagliati i tassi in Europa ed Us quest'anno.
Potrebbero già tagliare adesso, di 0,25 e poi basta. Naturalmente nell'attesa di dati e conferme

Nessuno conosce il futuro; e visto il ritardo col quale hanno effetto i tagli/rialzi dei tassi è ovvio che ogni tanto le bc sbagliano. Nel senso che oggi si dovrebbero alzare/abbassare i tassi anche a seconda di andamenti futuri di inflazione-disoccupazione-crescita economica... Che non conosciamo.

Quindi chi sceglie come agire sui tassi deve bilanciare i rischi, il rischio di anticipare troppo il taglio favorendo una risalita dell'inflazione ed il rischio di tagliare troppo tardi in uno scenario che perlomeno per l'europa è già ora di modestissima crescita.
 
fed e bce potrebbero valutare in questo periodo di far il possibile per comunicare ai politici che il deficit pubblico di alcuni paesi europei e degli Usa è eccessivo e sul lungo periodo pericoloso. Molti, troppi politici non si rendono conto di quanto lo scenario internazionale possa variare rapidamente. Non è detto che prevalgano sempre gruppi favorevoli all'integrazione europea ed alla sopravvivenza dell'unione europea. Limitare i deficit dovrebbe esser scelta ovvia e di prudenza.
Già oggi ed ancor più nel caso di rielezione di Trump, chi abbia perso quelle elezioni dovrà chiedersi cosa ha sbagliato negli ultimi 15-17 anni, dovrà chiedersi se è stata produttiva la politica estera americana degli ultimi 2 decenni. O se magari un minor attivismo, maggiori limiti nella volontà di esportare altrove modelli nostri, occidentali, non sarebbe stato preferibile.
Si rischia un prolungato periodo di conflittualità e lotte, in particolare se mancheranno persone in grado di mediare ragionevolmente tra le posizioni, persone che conoscano e rispettino le esigenze di tutti, della Cina, di Israele, degli Usa, della Russia, degli europei e dei vari gruppi e gruppetti più o meno potenti

In questa situazione scelte prudenti su debito e deficit pubblico dovrebbero esser naturali. Poi è ovvio, se si entrasse in una guerra, le priorità divengono altre..
 
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