possibili novità anche nei rapporti tra fed e bc dei paesi emergenti.
In tempi "normali", partendo da tassi più elevati, una recessione dell'entità alla quale assisteremo avrebbe probabilmente causato un taglio dei tassi del 4,5-6% circa in america. Questo non è tuttora possibile, o meglio, proprio volendo lo sarebbe, ma con effetti collaterali ed efficacia non certa, visto anche il tipo di crisi.
Però se all'interno degli Usa sono possibili altre scelte (chiamiamole "monetizzazione", per usare un sol termine) a sostegno dell'economia e delle aziende, alternative al taglio dei tassi, questa monetizzazione non è per ora possibile nel caso del debito in dollari contratto dai governi di paesi emergenti e da aziende non americane.
Alcune di queste aziende avevano/hanno notevoli incassi in dollari; ed alcuni di questi paesi pure incassano dollari. Nel caso in cui l'economia rallenti notevolmente questo debito in valuta estera può divenire rapidamente insostenibile esattamente come lo sarebbe il debito italiano senza l'intervento bce od il debito di ford o gm senza fondi statali, nel caso in cui si prolunghi la crisi.
Allora, la fed ha già trovato accordi per l'incremento del prestito di dollari a banche centrali di altri paesi del mondo, ma questa scelta "emergenziale" potrebbe durare se il virus si diffonde nell'emisfero australe sino a bloccarne l'economia per i prossimi 10 mesi. Ricordiamo che in quei paesi il contagio è per ora lento, ma stanno già progressivamente bloccando l'economia e tra appena un mese e mezzo in molte zone inizierà a far fresco, e rimarrà fresco per circa altri 5 mesi, un clima forse ideale per la vita e la riproduzione e diffusione del virus.
La fed può quindi, a breve, prestare e favorire la stabilità finanziaria di paesi come brasile, messico, sud africa, che devono agire per
1) evitare svalutazioni eccessivamente rapide della propria valuta che potrebbero innescare vere e proprie fughe dalla valuta locale, con effetti disastrosi.
2) evitare temporaneamente di rifinanziare il debito pubblico in dollari nel caso in cui i tassi richiesti dal mercato siano cresciuti;
3) erogare eventualmente finanziamenti straordinari ad aziende con elevato debito/spese in dollari, pemex ad esempio
La logica, per minimizzare il costo degli interventi, deve esser sempre la stessa: garantire ed evitare panico e fuga dei capitali privati, cose che incrementerebbero enormemente il costo dell'intervento delle bc e dei governi.
Se però la crisi economica grave si prolungasse appunto di 6-10 mesi, allora ci si dovrebbe chiedere cosa fare: la fed vuol esser prestatore di ultima istanza anche per pemex ed il sud africa?
Ma per ora è prematuro cercare risposte a domande neppure sorte, certo è che se la situazione peggiora, le domande germoglieranno, cresceranno e produrranno frutti acidi.
Vi sono anche altre questioni legate al comportamento della fed e della bce. L'europa non ha saputo produrre sinora un debito europeo e secondo me le incertezze europee legate alla litigiosità dei paesi euro e alla lentezza nel trovare soluzioni, sono un ostacolo alla diffusione dell'euro ed al suo utilizzo come moneta di riserva. Meglio aver a che fare col dollaro e con la fed, la banca del mondo, piuttosto che con la banca di svariati paesi litigiosi, sempre condizionata da questi paesi.
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Ma torniamo alle scelte "locali" di fed e bce. Se divenisse new normal la monetizzazione e l'erogazione più o meno diretta di moneta a stati-cittadini, con tassi circa a zero e scarsamente variabili, la nuova logica sulla quale basare la scelta dell'entità dell'erogazione di fondi a stati-cittadini (quanto monetizzare, in pratica) potrebbe essere l'inflazione.
Se notate, il qe iniziò in un periodo emergenziale come risposta emergenziale a situazioni di scarsa liquidità/panico sui mercati, ma successivamente si è progressivamente trasformato in strumento per la regolazione dell'inflazione e dei tassi sui titoli anche a lungo termine (al fine di ottenere effetti economici, spingere verso l'investimento nell'economia detta reale), con effetti moderati, ma non vorrei ora discuter di questo, sono temi già trattati.
Anche le monetizzazioni alle quali forse assisteremo in alcuni paesi del mondo potrebbero divenire il new normal e potrebbero divenire, con tassi non più tagliabili, il nuovo principale strumento per la ricerca della regolazione dell'inflazione da parte delle bc. E' poi scontato che dietro a questa esigenza "dobbiamo regolare l'inflazione" potrebbe esser fatto passare un po' di tutto, nei sogni di alcuni magari anche il finanziamento ad aeternum all'alitalia.
Tralasciando questi piccoli, costosi, dettagli, credo sia una possibilità che appunto l'entità dell'erogazione diretta di fondi sia prima una risposta emergenziale e divenga successivamente il new normal, sulla base teorica dell'esigenza di supportare l'inflazione, esigenza dietro alla quale metteremo un po' di tutto, in particolare interventi di sostegno al debito pubblico di alcuni stati. Inutile che la lagarde dica che non è affar suo il contenimento dello spread, solo formalmente è così, ma nella sostanza è proprio affar anche suo e della bce, da parecchi anni, ed è erroneo ed ipocrita negarlo.
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Sempre pensando al tempo che non cessa di scorrere, ci si dovrebbe chiedere quali potrebbero essere le mosse non immediate, ma del prossimo futuro delle bc.
Mentre negli Usa un programma di acquisto di bond corporate (anche all'emissione? forse per ora meglio lo faccia il governo americano con un programma chiaro e specifico, se lo ritiene) pare cosa possibile e magari neppure lontana nel tempo, oltre che di grande interesse per chi investe sui bond, visti i cali delle quotazioni; mi pare sempre possibile, ma probabilmente più lontana nel tempo, la possibilità che la fed intervenga acquistando direttamente l'azionario americano.
Una scelta che potrebbe esser considerata nel momento in cui si intravedesse la fine del virus ed un ritorno alla normalità, per produrre il massimo sforzo per far ripartire fiducia-investimenti e ciclo economico. Non dubito che negli Usa e non solo potranno esservi fortissime pressioni del mondo finanziario per spingere verso questa scelta, d'altra parte anche i banchieri ed i gestori di fondi devon mangiare. Difficile poi pensare che i fondi pensione americani vengano abbandonati al loro destino, nel caso in cui la borsa tenda a non riprendersi spontaneamente.
In tutto questo processo, potrebbe crescere l'influenza delle scelte delle bc sulle economie e sui singoli settori.
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E dato che questa crisi è giunta incredibilmente presto (un rallentamento era nell'aria, ma una crisi di questo tipo no); si potrà poi iniziare a parlare delle possibili scelte per la prossima crisi epocale che possa introdurre un altro new normal, magari tra 20 o 30 anni.
Esattamente come il qe iniziato nel 2008, anche queste scelte saranno probabilmente destinate a perdere di efficacia negli anni, forse nei decenni, ad esempio perchè erogando in maniera eccessiva soldi alle persone si disincentiva la ricerca di lavoro e produttività favorendo alla fine solo inflazione, o per altri motivi ancora che, alimentandoci bene e svolgendo attività sportiva settimanale, potremo conoscere nei prossimi decenni.
Secondo me una delle possibilità è che prima o poi la valuta cartacea sparisca e con valuta solamente digitale (il bitcoin ha aperto la strada) si potrebbe allora tornare alla gestione in un certo senso "classica" dei tassi di interesse da parte delle bc, con taglio dei tassi largamente possibile anche scendendo a tassi notevolmente negativi. Così tornerebbe ad essere il taglio dei tassi il tipo di intervento principe per regolare l'inflazione, rispondere alle crisi e far ripartire il ciclo economico, resterebbero qe e monetizzazione ed erogazione a stati/cittadini più che altro per continuare ad avere debiti sostenibili e redditi sostenibili. Ma della questione valuta digitale e tassi negativi, si è già scritto in passato, mi pare in questo 3d.
Poi, persa l'efficacia pure per questo strumento, persa l'efficacia dei tassi negativi, alla crisi successiva...le bc potrebbero...ma ha ragione Keynes, ed è inutile e forse ridicolo congetturare fantasiosamente del proprio post mortem
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Gli stati (non solo l'Italia) emetteranno debito per finanziare la crisi generata dal coronavirus. Il nuovo debito satrà comprato dalla BCE con emissione di moneta...
Ti ho risposto qui
Pandemia e QE; futuro inflazionistico o deflazione perenne?
ed in vari messaggi sparsi. Non vedo però perchè debba azzeccare qualche previsione, è molto più facile prevedere il passato
In ogni caso la bce fa qe e a scadenza reinveste, negli anni potrebbe crescere di molto la % di debito pubblico degli stati europei detenuto dalla bce, cosa che oltre certi livelli, limiterebbe moltissimo gli spread e la volatilità, causati dalle vendite sul mercato in tempi di crisi: la bce non vende certo titoli italiani che ha in portafoglio, lo fanno privati/banche/fondi, ma potrebbero appunto possedere nel tempo sempre meno titoli.
Infatti già da tempo penso e avevo scritto che l'italia, per ridimensionare il suo problema del debito, deve essenzialmente vivacchiare ancora un po' ed evitare follie, nell'attesa che, crisi dopo crisi, la bce/fondi europei tipo mes si comprino larga parte del nostro debito. Sarebbero compratori che ridurrebbero la volatilità ed il rischio di crisi di liquidità acute nel casi di crisi improvvise, poichè appunto continuerrebbero a comprare in quei momenti quanto e più di prima, esattamente al contrario di quanto potrebbe fare un fondo