Regola n. 1: don't fight the FED. La fine del mondo, comunque, non e' imminente

Pasti gratis nighese (cit.)

Investimenti: ecco perchè il risk off durerà ancora a lungo

8 Settembre 2022 | 16:01

“È abbastanza paradossale assistere a un intenso dibattito sulle future mosse della FED e delle strategie di politica monetaria quando il sistema è tuttora inondato da un colossale eccesso di liquidità che non trova alcun impiego nell’economia”. L’avvertimento arriva da Maurizio Novelli, gestore del fondo Lemanik Global Strategy di Lemanik AM, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Il mercato parla di politiche “restrittive” quando in realtà siamo ancora in piena politica monetaria espansiva in tutto il mondo e, in particolare, in America. Il bilancio della FED è ancora di 8 trilioni di dollari e l’inflazione si muove in modo libero da qualsiasi restrizione monetaria. Se l’inflazione scenderà, prima o poi, non sarà per le mosse delle Banche Centrali ma per la situazione macroeconomica e per un calo della domanda. La massa monetaria negli Stati Uniti è oggi superiore al 40% rispetto al dicembre 2019 e sul mercato dei Reverse Repo continua a circolare liquidità in eccesso per 2,5 trilioni di dollari che le banche non sanno dove mettere.

Le strategie delle Banche Centrali, che tutti credevano fossero a costo zero, iniziano ora a rivelare i loro rischi e i loro costi futuri, facendo ricordare che in economia nulla è gratis. A questo punto è altamente probabile che, pur con un bilancio della FED di 8 trilioni di USD, i mercati possano continuare a scendere e per interrompere il bear market il bilancio dovrebbe tornare ad espandersi (cosa altamente improbabile).

La posizione strategica del Global Strategy Fund rimane dunque ribassista sui principali indici del mercato azionario (Nasdaq, Eurostoxx e Dax). I mercati obbligazionari, in questa fase di aumento nominale dei tassi, sono un’opportunità per accumulare posizioni long, in attesa di un duraturo e prolungato cedimento del ciclo di crescita mondiale. Il calo dell’inflazione non sarà determinato dal livello dei tassi d’interesse ma dalla caduta della domanda aggregata. Per questo motivo, la fase di ribasso dei mercati azionari, dopo il primo impatto determinato dallo spauracchio dei tassi, sarà guidata poi dalla discesa del ciclo dei profitti. Poiché tale fase è solo al suo inizio, i livelli di ribasso attesi si prospettano significativi. Nel frattempo è tuttora abbastanza evidente che le posizioni rialziste degli investitori retail – che sono stati i principali fautori della bolla speculativa – sono ancora decisamente long.

:eek: :rolleyes:

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Si compra ai minini, si vende ai massimi

I mercati hanno capito la nuova decisione della Fed?

La Fed si atterrà alla sua attuale politica di inasprimento, anche a rischio di mandare l’economia in recessione. Si tratta di un cambiamento di paradigma da parte delle banche centrali? Qual è la migliore strategia di investimento in questo nuovo contesto?

Gli investitori sembrano avere ancora la sensazione che le banche centrali siano sempre presenti in caso di “difficoltà”. Ma questa “protezione implicita” sembra ora vacillare dopo l’ultimo discorso di Powell.

In breve, nessuno è in grado di comprendere appieno questo stato di inflazione senza precedenti o di dire quanto durerà. Le banche centrali non hanno quindi altra scelta se non quella di assumere una posizione molto ferma.

Le banche centrali hanno comunicato chiaramente la loro volontà di combattere l’inflazione, anche a costo di compromettere la crescita. Ciò è in contrasto con le previsioni dei mercati di un allentamento ai primi segnali di rallentamento dell’economia. Le banche centrali hanno risposto anche alle aspettative di inflazione, che ancora una volta stavano andando fuori controllo. Il loro tono è stato pienamente prezzato nelle sezioni lunghe delle curve dei rendimenti, che ora sono tornate a livelli che riteniamo molto più coerenti con il ciclo di rialzi dei tassi a breve termine e con le incertezze sull’inflazione. I mercati azionari continuano a oscillare tra le basse valutazioni e le forti incertezze sulle sfide dei prossimi mesi. Quindi, ci atteniamo al nostro approccio, che consiste nell’aggiungere rischio durante i ribassi del mercato e nel ridurlo durante i rialzi, senza che al momento si manifesti una chiara tendenza.


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credo che vogliano svalutare gli attivi dei risparmiatori attraverso una loro svalutazione reale
 
La Fed rimarra' in modalita' di stretta più a lungo

Inflazione Usa più forte del previsto: si attende una Fed aggressiva

Sorpresa Usa: il tasso di inflazione è stato superiore alle previsioni ad agosto, mantenendo la pressione sulla Federal Reserve per un forte aumento dei tassi di interesse nella riunione del 21 settembre.

I rendimenti dei Treasury sono balzati più in alto, con il bond a due anni aumentato di circa 16 punti base. I trader di swap stanno ora valutando un intervento sul tasso di tre quarti di punto percentuale.

Secondo Peter Cardillo, Chief market economist di Spartan Capital Securities, la possibilità che la Fed torni a rialzi dei tassi meno aggressivi nel prossimo trimestre è fuori discussione. Forse ci sarà ancora un aumento del tasso di 75 punti base a novembre e forse uno in più a dicembre.

Stuart Cole, Head Macro Economist di Equiti Capital ha sottolineato: “la vera storia è il fatto che il tasso core sta continuando a salire e che ora fa sembrare un altro aumento di 75 punti base dal FOMC questo mese come una cosa certa...
Il rilascio dell’IPC avrà respinto le speranze che le pressioni inflazionistiche stiano rallentando al livello sperato. Ciò implica che la Fed rimarrà in modalità di stretta più a lungo, suggerendo che i tassi di interesse hanno ancora molta strada da fare prima che raggiungano il tasso terminale.”

Karl Schamotta, Chief Market Strategist di Copray, ha evidenziato che il dato metterà a tacere l’idea di un’inflazione transitoria per ora e ancorerà i rendimenti statunitensi e il dollaro sostanzialmente più in alto.

:rolleyes:

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Il 20% non è proprio "un crollo", dai Ray!!!

cosa ha detto di sbagliato? l'unico errore è il titolo dell'articolo "si scaglia contro la fed". Non è così, magari ha iniziato ad accumulare short, chi può saperlo.
Lui ha detto le sue impressioni su dove andranno i mercati, non ha criticato l fed. Sono i giornalisti ignoranti a modificare il senso delle sue parole. Inoltre ormai sono decenni che i tassi sono a zero, gente che ha fatto milioni o miliardi grazie solo alla fed, se questa gente poi i soldi l perde non è colpa certo della fed anzi dovrebbero ringraziare per aver avuto molti soldi senza alzare un dito.
 
Il 20% non è proprio "un crollo", dai Ray!!!

cosa ha detto di sbagliato? l'unico errore è il titolo dell'articolo "si scaglia contro la fed". Non è così, magari ha iniziato ad accumulare short, chi può saperlo.
Lui ha detto le sue impressioni su dove andranno i mercati, non ha criticato l fed. Sono i giornalisti ignoranti a modificare il senso delle sue parole. Inoltre ormai sono decenni che i tassi sono a zero, gente che ha fatto milioni o miliardi grazie solo alla fed, se questa gente poi i soldi l perde non è colpa certo della fed anzi dovrebbero ringraziare per aver avuto molti soldi senza alzare un dito.

Comunque quello che volevo evidenziare è che secondo Finanzaonline:

“Sembra che che la Fed dovrà alzare tassi di interesse di più (portandoli verso il range più alto dal 4,5% al ​​6%)”, ha scritto il miliardario fondatore di Bridgewater Associates in un’articolo su LinkedIn. Questo porterà la crescita del credito del settore privato, che a sua volta aumenterà la spesa del settore privato e, quindi, l’economia americana.

mentre secondo Yahoo Finanza:

"Sembra che i tassi di interesse dovranno aumentare molto (verso l'estremità più alta della fascia compresa tra il 4,5% e il 6%)", ha scritto Dalio. "Ciò ridurrà la crescita del credito al settore privato, il che farà crollare la spesa del settore privato e, di conseguenza, l'economia”.

:rolleyes: :fiufiu:
 
Comunque quello che volevo evidenziare è che secondo Finanzaonline:

“Sembra che che la Fed dovrà alzare tassi di interesse di più (portandoli verso il range più alto dal 4,5% al ​​6%)”, ha scritto il miliardario fondatore di Bridgewater Associates in un’articolo su LinkedIn. Questo porterà la crescita del credito del settore privato, che a sua volta aumenterà la spesa del settore privato e, quindi, l’economia americana.

mentre secondo Yahoo Finanza:

"Sembra che i tassi di interesse dovranno aumentare molto (verso l'estremità più alta della fascia compresa tra il 4,5% e il 6%)", ha scritto Dalio. "Ciò ridurrà la crescita del credito al settore privato, il che farà crollare la spesa del settore privato e, di conseguenza, l'economia”.

:rolleyes: :fiufiu:

ma è chiaro che finanzaonline capisce zero in questo caso. Se ti aumenta il costo dei mutui e finanziamenti è evidente che ci sarà meno gente o aziende disposta a farli e ci saranno molti pure più rischi di insolvenze oltre al fatto che le banche concederanno sempre meno proprio perchè molti di più sforano i requisiti minimi di ingresso (esempio banale: stipendio 1500, rata 500. mutuo te lo concedono. Stesso mutuo Stipendio 1500 rata 600 perchè i tassi sono più alti, no la banca non concede sfora il rapporto 1a3). Mio punto di vista, secondo finanza online invece ottimo aumenta tutto tutti pagano e aumenta pil. Certo lehman brother 2 la vendetta :D
 
Una Fed con l’elmetto

Il Rosso e il Nero

Ultimo aggiornamento: 16/09/2022 10:28

Per il momento conviene ancora mantenere il livello di 4000 sull’SP 500 come perno intorno al quale ruotare da qui a fine anno.

La battuta più bella e feroce l’ha fatta Stephanie Kelton. La Fed continuerà ad alzare i tassi finché il morale non migliora. La Kelton è una delle massime autorità della Modern Monetary Theory, sostiene che l’inflazione è già finita e che la banca centrale, alzando i tassi, riuscirà solo a uccidere l’economia.

La dose di euforizzanti che abbiamo assunto nel 2020 e nel 2021 è tale che il Pil americano nel terzo e nel quarto trimestre riaccelererà, restando positivo anche nei primi mesi dell’anno prossimo nonostante tassi che potranno arrivare al 4.5 per cento. Una Fed con l’elmetto non avrà quindi remore nel proseguire a testa bassa sulla sua linea restrittiva. Si tenga anche presente che subito dopo le elezioni dell’8 novembre cesseranno le vendite di scorte strategiche di petrolio americano, che hanno dato un grosso contributo a farne scendere il prezzo. Le scorte, accumulate nei quarant’anni passati, saranno a quel punto quasi azzerate in un contesto geopolitico globale tutt’altro che tranquillo e dovranno quindi essere ricostituite. Un recupero del prezzo del greggio, a quel punto, non sarà certo da escludere. Muoversi nei mercati in questo flusso incrociato di euforizzanti e sonniferi diventa ora davvero complicato.

Se l’orizzonte è a 12 mesi, settembre 2023, da qui in avanti i rialzi sono da vendere. Fra 12 mesi infatti, l’America sarà molto probabilmente in recessione e la Fed non avrà ancora iniziato a tagliare i tassi (se non nel caso in cui la recessione sia particolarmente seria). Se invece l’orizzonte è a 24 mesi sono da comprare (con calma) i ribassi. Nel settembre 2024, con l’inflazione ridimensionata, l’economia in ripresa e le presidenziali americane imminenti, borse e bond saranno infatti più in alto di dove si trovano adesso. Questi schemi operativi vanno poi immersi in un bagno di prudenza.


:o

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ma è chiaro che finanzaonline capisce ...

La Aleksandra Georgieva conosce bene la lingua barbarica e fa sempre delle ottime traduzioni al vivo.
Qui è successo qualche piccolo pasticcio e dovrebbe essere apportata la correzione. Anche per essere coerente con il resto del commento.
La frase originale è "This will bring private sector credit growth down, which will bring private sector spending and, hence, the economy down with it."
 
Higher rates for longer

Usa, quanto saliranno ancora i tassi d'interesse

Ultimo aggiornamento: 22/09/2022 11:47

Se l’inflazione dovesse assestarsi su livelli più bassi (3-4%) di quelli attuali, ma ben sopra il target (2%), che cosa farebbe la Fed? Non c’è una risposta ovvia. Da un lato, la Fed potrebbe continuare ad alzare i tassi in maniera più aggressiva (ad esempio, ben oltre il 5%), deprimendo al massimo la domanda interna per creare una recessione severa e cercare di tornare al 2% in tempi brevi, costi quel che costi. In alternativa, la Fed potrebbe portare i tassi verso il 5% e tenerli a quei livelli per molti mesi, “accettando” implicitamente che nel muovo mondo post-pandemia poterebbe volerci più tempo per portare l’inflazione più vicina al target e di fatto allungando il suo orizzonte temporale. In pratica, la Fed starebbe accettando un tasso d’inflazione corrente superiore al target per un periodo di tempo. La seconda ipotesi – che potremmo riassumere in “higher rates for longer” - sembra, al momento, la più plausibile. Implica che la Fed non sarà in condizione di tagliare i tassi e rilassare le condizioni monetarie per ancora molto tempo. Al più, potrà smettere di alzarli.


:rolleyes:

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Dopo il FOMC un rimbalzo ci può stare... ;)

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Anche sulla prima paGGina del Sole oggi :o

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Copertura efficace

Investimenti, non rinunciate ora al mercato azionario

Malkiel scrisse 50 anni fa “A Random Walk Down Wall Street” che ha ispirato generazioni di investitori. Ora spiega perché, nonostante l'incertezza, la giusta strategia di investimento in azioni può garantire la stabilità del vostro portafoglio

Sembra che la Federal Reserve non abbia altra scelta che continuare ad aumentare i tassi di interesse, rendendo sempre più probabile una recessione. E questo è solo nel breve termine; abbondano anche le preoccupazioni a più lungo termine.

L'economia potrebbe facilmente trasformarsi in una combinazione stile anni '70 di inflazione persistente e crescita insoddisfacente.
Nessuno di questi esiti è predestinato, e i macroeconomisti non sono riusciti a prevedere alcuni degli eventi più importanti del secolo scorso.
:asd: :censored: :rolleyes:

Il multiplo prezzo-utili aggiustato per il ciclo, o Cape, si attesta attualmente a 29 per il mercato nel suo complesso. È inferiore al recente picco di 38 raggiunto nel dicembre 2021 e ben al di sotto del picco storico di 44 raggiunto all'apice della bolla delle dot-com all'inizio del 2000. Tuttavia, è sostanzialmente superiore alla media, pari a 16. Sebbene i multipli Cape non siano in grado di prevedere l'andamento del mercato nel breve periodo, presentano un'elevata correlazione con i rendimenti a lungo termine. Storicamente, con valutazioni così elevate, i rendimenti azionari futuri a 10 anni sono stati ben al di sotto della media.

Le azioni sono state una copertura efficace contro l'inflazione per più di un secolo

Nonostante le incertezze, non è il momento di rinunciare alle azioni. Gli investitori a lungo termine che risparmiano per costruire un gruzzolo per la pensione devono investire in un portafoglio fortemente ponderato con azioni ordinarie. Le azioni, che rappresentano la proprietà di beni reali, sono state una copertura efficace contro l'inflazione per più di un secolo e probabilmente lo saranno anche in futuro.

:o

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Cura di ferro

Jerome Powell lascia intendere che il mercato immobiliare ha bisogno di una correzione

26 Set 2022

Dopo la pandemia, il mercato immobiliare americano è esploso a nuovi livelli ed è salito vertiginosamente a causa dell’aumento dell’inflazione. Nel frattempo, il Presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell ha accennato questa settimana che il mercato immobiliare statunitense ha bisogno di una correzione e crede che possa essere modificato in modo tale che “le persone possano di nuovo permettersi le case”.

La Banca Centrale Americana mira a raggiungere la massima occupazione e un tasso di inflazione del 2% una volta che la cura di ferro della Federal Reserve a suon di corposi rialzi dei tassi sarà cessata.

A tal proposito, gli analisti di Goldman Sachs, la più grande banca d’affari al mondo hanno pubblicato una relazione su come il mercato immobiliare americano abbia avuto una battuta d’arresto dopo un timido boom nel periodo pandemico, la ricerca prende il titolo “La crisi immobiliare: ulteriore caduta” ed è stata riportata da tutti i giornali di settore.

Goldman Sachs riporta come il calo delle vendite di nuove case nel 2022 sarà del 22%, quello delle case già esistenti del 17% e il PIL delle abitazioni registrerà un -8,9%.
Per quanto riguarda il 2023, prevede che la flessione del mercato immobiliare non avrà tregua e la vendita delle nuove abitazione si ridurrà di un ulteriore 8% rispetto all’anno in corso, le esistenti caleranno di un ulteriore 14% e il PIL delle abitazioni subirà un altro calo del 9,2%.

:eek:

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Prepararsi alla vendemmia in Ottobre...

Prospettive cupe per l’S&P 500: ecco i target di Goldman Sachs e Ubs

23 Settembre 2022 - 19:22

Michael Hartnett, Chief Investment Strategist di BofA, ha ricordato che l’S&P 500 si trova nel ventesimo «bear market» degli ultimi 140 anni, con un calo medio dal picco al minimo del 37,3% in 289 giorni.
Harnett è ben conscio che la storia non possa essere una guida per il futuro, ma dice che il mercato orso potrebbe terminare a metà ottobre con l’S&P 500 a 3.020 punti. Un ribasso inevitabile con il rialzo dei Fed funds e dei rendimenti statunitensi che si stanno muovendo verso il 4%-5%.

:cool:

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In The Long Run

Bond, corrono i rendimenti in tutto il mondo. Ecco fino a dove potrebbero salire - Milano Finanza

Ultimo aggiornamento: 28/09/2022 18:37

I rendimenti dei titoli di Stato continuano a correre nella zona euro, nel Regno Unito così come negli Stati Uniti dove il Treasury a 10 anni, nel corso della mattina del 28 settembre, ha superato la storica soglia del 4% (poi ritracciato al 3,89%). Nel frattempo, il pari scadenza italiano è ancora in rialzo al 4,6%, il Bund tedesco oltre il 2%, mentre dall'altra parte della manica il costo di finanziamento del Gilt inglese è al 4,5%.

Per gli analisti di Danske Bank i rendimenti dei titoli di Stato a lunga scadenza dovrebbero continuare a salire nei prossimi tre mesi, a causa del continuo aumento dei dati sull'inflazione, dell'ulteriore inasprimento delle politiche monetarie da parte delle Banche centrali e della crescente preoccupazione per l'offerta di titoli di Stato.

Su un orizzonte di tre mesi, il rendimento del Bund tedesco a 10 anni dovrebbe salire al 2,35%, mentre quello Treasury decennale dovrebbe arrivare al 4,05%, afferma Arne Lohmann Rasmussen, capo analista di Danske Bank. I rischi per queste previsioni sono al rialzo. Danske prevede che i rendimenti obbligazionari raggiungeranno il picco nel 2022 e scenderanno leggermente nel 2023.

"Con un'inflazione elevata e persistente e archiviati i decisi cali sul mercato da inizio anno, siamo convinti che sia il momento giusto perché gli investitori possano cogliere le opportunità di lungo termine offerte dal reddito fisso", spiega Jim Leaviss, chief investiment officer public fixed income di M&G Investments. L'esperto evidenzia che secondo le stime, l'inflazione annuale scenderà nel corso del 2023, dando respiro ai mercati obbligazionari.


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Crocevia della morte (*)

Mercati Usa al bivio: sarà ancora inflazione o recessione?

27.9.2022

Goldaman Sachs ritiene che la Fed continuerà ad aumentare i tassi a livelli più alti di quelli in precedenza ipotizzati, impattando anche sulle valutazioni azionarie. Nel suo scenario centrale, rispetto a un rapporto p/e del 18 x per l’S&P 500 di qualche settimana fa, ora la banca ipotizza un rapporto pari a 15x il che implica un prezzo target per l’indice statunitense a fine anno di 3600 punti (-5%) con una previsione a 12 mesi di 4000 punti (+6%). Se invece il calo degli utili societari si dovesse accompagnare a una recessione, e dunque quello della Fed sarebbe un atterraggio non certo morbido, le prospettive per l’S&P 500 sarebbero molto meno rosee con previsioni a 3,6 e 12 mesi rispettivamente del -10%, -17%, - 1%.

:rolleyes:

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(*)
 
Don't Fight the FED

Tetto S&P 500 a 3900 punti: parla l'analista più importante :rolleyes:

Crisafulli, uno dei commentatori di mercato più seguiti, sostiene che l'S&P 500 potrebbe avere il suo tetto massimo intorno a 3900.

"3900 è nelle migliori condizioni di un PE di 17x e di un EPS di 230 dollari, numeri che molti ritengono troppo ottimistici - l'opinione comune è ancora di 15x e 220 dollari, per un SPX di 3300", ha scritto Crisafulli in una nota giornaliera ai clienti.
Dal punto di vista tecnico, le azioni statunitensi potrebbero ricevere una spinta a breve termine dal sentimento estremamente ribassista, che potrebbe contribuire a facilitare il rally del mercato orso. Gli strateghi di Bernstein hanno dichiarato di aspettarsi il terzo rally del mercato ribassista di quest'anno in presenza di un sentimento di mercato molto negativo.

"Ricordiamo che la Fed vuole vedere non solo un raffreddamento dell'inflazione, ma anche un aumento del tasso di disoccupazione e/o del tasso di partecipazione (affinché Powell e i suoi colleghi possano tirare un sospiro di sollievo, l'economia statunitense deve iniziare a stampare rapporti mensili sui posti di lavoro di almeno <200K)", ha aggiunto l'analista in una nota.


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No Signs of Worry: arrendetevi!

Stocks Have Not Capitulated Yet

30.09.2022

At this point, we have failed to see the make a substantial move higher. Historically, it is when the VIX closes above 36 following a very sharp move lower that we tend to start a bottoming process; at this time, the S&P 500 continues to make lower lows, while the VIX has made a series of lower highs.

While the market can bottom and bounce anytime, history suggests that this current bear market cycle has yet to play out entirely. It isn’t clear at this point whether inflation has peaked or when this Fed rate hiking cycle may end, and until some of these critical points can be answered, it seems unlikely for a bottom to have been reached.

:rolleyes:

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