Regola n. 1: don't fight the FED. La fine del mondo, comunque, non e' imminente

Forza d'animo

Perché la Federal Reserve aumenterà comunque i tassi

aggiornato alle 07:06 03 giugno 2022

I trader dei future sui tassi d'interesse stanno attualmente valutando una quota del tasso ufficiale della Fed a fine anno compresa tra il 2,75% e il 3%, ben due punti percentuali in più rispetto a oggi. Parlando con il Philadelphia Council for Business Economics, la presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha reclamato la "forza d'animo" della Fed di fronte a quelli che potrebbero essere mercati volatili, un rallentamento della crescita e persino un aumento della disoccupazione, mentre la banca centrale alza i tassi per combattere un'inflazione "inaccettabilmente alta". Per Mester, la Fed ha bisogno di portare i tassi al 2,5% il più rapidamente possibile, ha spiegato, e poi probabilmente anche più alti.

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Dietro la curva

Il dollaro si raffredda e i banchieri della Fed non ci vedono chiaro - la Repubblica

Alcuni dati Usa sul rallentamento dei consumi hanno acceso la spia sull'andamento dell'economia e indebolito il biglietto verde. Il banchiere centrale di Atlanta ha invocato una pausa nella corsa al rialzo dei tassi ma la vicepresidente Brainard ha riconfermato la linea dura

Dopo aver alzato di 0,25% e 0,5% punti tra marzo e aprile, ora sono attesi altri due rialzi da 0,5% a giugno e a luglio, più un altro 1% da distribuire da settembre a dicembre per arrivare al 3-3,25% a fine anno. Tutto ciò per cercare di raffreddare l'inflazione che è arrivata a circa l'8% nelle ultime rilevazioni a causa dell'aumento della domanda di beni e servizi derivante dai forti stimoli fiscali effettuati dall'amministrazione americana per combattere la pandemia.

Ma l'impressione generale degli operatori di mercato, sia negli Stati Uniti sia in Europa, è che sia la Fed sia la Bce stiano ancora rincorrendo un aumento dei prezzi che hanno sottostimato, trovandosi dietro la curva. Ora per tornare ad anticipare le mosse ci vorrà un bel po'.


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Supporto affidabile

Che succede a bond e azioni dopo il rialzo dei tassi della Fed. E perche si rischia il maggiore crollo da 50 anni - MilanoFinanza.it

Con una recessione sempre più in vista, come accaduto negli anni Ottanta con Paul Volcker alla Fed, i mercati stanno rivedendo le loro posizioni. E si aspettano in media una discesa dell'S&P 500 fino a 3.500 punti, Morgan Stanley parla di 3.400 punti dagli attuali 3.790 circa. Significa che l'indice delle blue chip americane dovrà calare del 10% circa dai livelli attuali.

Il calo del sentiment dei consumatori è un rischio per l'economia e il mercato dal punto di vista della domanda, avvertono gli analisti. La banca d'affari americana considera 3.400 punti come un "supporto più affidabile" per l'S&P 500 che rappresenta una riduzione degli utili attesa dal 3% al 5%.

Ed ecco l'altra domanda dei mercati, accanto a quella sulla recessione: assisteremo ad uno storico crollo dei bond? Un calo dei prezzi che non si vede da almeno 50 anni? "Alcuni segnali suggeriscono che il mercato deve ancora affrontare la sua sfida più grande", scrivono gli economisti di Bloomberg. "Powell ha detto che è troppo presto per dichiarare la vittoria sull'inflazione, salita a un massimo di quattro decenni o scorgere prove di un rallentamento economico significativo". La crescita dei tassi fino al 3,8% "aumenterebbe quasi sicuramente quella che è già una delle peggiori perdite dei Treasuries americani almeno dai primi anni '70", mette in evidenza Bloomberg.

"È chiaro che la Fed farà tutto il necessario per ridurre con forza l'inflazione e il tasso finale sarà più vicino al 4% e forse anche più alto", ha scritto Peter Yi, direttore del reddito fisso di Nord Trust. "Un rendimento del 4% sull'emissione di 10 anni ora è un'ipotesi concreta", ha commentato Charles Curry, amministratore delegato e senior portfolio manager sul reddito fisso statunitense presso Xponance, con asset per 15 miliardi di dollari.

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Improbabile

UBS taglia target price su S&P 500 a 3.900 Da Investing.com

Nel caso in cui la recessione non dovesse materializzarsi, Lefkowitz vede l’S&P 500 a 3.300. Lo strategist ricorda ai client che il mercato orso in media impiega 16 mesi per toccare il bottom, mentre l’attuale mercato orso entra nel sesto mese.

“Anche se è difficile sapere quanto durerà, crediamo che gli investitori si concentreranno sui segnali di raffreddamento dell’inflazione e sulla fine della campagna di rialzi della Fed”, ha dichiarato lo strategist in una nota.
Nonostante questi rischi, UBS vede ancora la possibilità di un atterraggio morbido.
“La forte domanda di lavoro sta sostenendo la spesa dei consumatori e la solidità dei bilanci delle famiglie dovrebbe fornire una certa protezione. Tuttavia, se si dovesse verificare lo scenario negativo per l’economia statunitense, gli Stati Uniti potrebbero subire una leggera recessione nei prossimi 12 mesi. Tuttavia, fino a quando l’inflazione non migliorerà o non ci sarà un cambiamento nella politica della Fed, è improbabile che i mercati azionari statunitensi registrino un rialzo significativo e sostenuto nel breve termine”, conclude Lefkowitz.

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Vedono doppio

Perche Fed e Biden hanno cannato sull'inflazione. Report Wsj - Startmag

Un anno fa, i funzionari della Fed prevedevano che l’inflazione, secondo la loro misura preferita, sarebbe scesa al 2,1% entro la fine di quest’anno. Ora la vedono al doppio, ed è improbabile che ritorni all’obiettivo del 2% prima del 2025. È probabile che la Fed continui ad aumentare i tassi almeno a questo ritmo per le prossime riunioni, l’aggiustamento più rapido degli ultimi decenni.

I funzionari sperano in un “atterraggio morbido”, un rallentamento che riduca l’inflazione senza provocare una recessione. Riconoscono anche quanto sia difficile il compito – e si rammaricano di non aver iniziato prima.
“Se si guarda al passato con il senno di poi, sì, probabilmente sarebbe stato meglio alzare i tassi prima”, ha detto il mese scorso il presidente della Federal Reserve Jerome Powell in un’intervista.

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La regola di Taylor

Cosa faranno Biden e Powell con i prezzi lievitati negli Stati Uniti

Per la Fed, il dibattito sulla politica monetaria si è spostato da “è appropriata una politica monetaria restrittiva?” a “quanto restrittiva?”. La regola di Taylor suggerisce che il tasso dei Fed funds dovrebbe essere del 6% o più (a seconda della variante della regola utilizzata) per moderare l’inflazione e riportarla al target. Ora, ci sono ancora molte riserve su queste regole, tra cui il fatto che non siano adatte a gestire gli shock dal lato dell’offerta. Tuttavia, come minimo l’attuale livello del tasso dei Fed funds, ancora accomodante, appare fuori sincrono rispetto alla situazione economica e alle pressioni inflazionistiche interne agli Stati Uniti. Un inasprimento monetario più rapido aumenta anche la fiducia nella nostra previsione di recessione. Riteniamo che la recessione negli Stati Uniti sia più probabile che non nei prossimi 12 mesi e che, con una politica monetaria più restrittiva, la contrazione sarà probabilmente più grave.

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Non abbiate fretta

La Bce alzerà i tassi di 25 punti base non può mostrarsi in preda al panico”

Aggiornato 20 Luglio 2022 alle 09:05


"La Bce non sta affrontando le stesse criticità della Fed. Nell'Eurozona l'inflazione è meno guidata dalla domanda rispetto agli Stati Uniti. Anche i salari nell’Eurozona non si stanno surriscaldando. Stiamo assistendo a una certa ripresa dei salari negoziati a livello di Eurozona, ma gran parte di questa ripresa è stata realizzata grazie a indennizzi speciali per il Covid in Germania, e la tendenza di fondo dei salari nell'Eurozona è inferiore ai livelli attuali. Quindi, come detto, la Bce ha ancora meno fretta di alzare i tassi e normalizzare la politica monetaria rispetto alla Fed”.

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Tu mi turbi

La Fed turberà i mercati?

L’aggressivo programma di inasprimento delle politiche dalla Fed potrebbe comportare ulteriori turbolenze sui mercati. L’analisi di Darrell Spence, economista specializzato negli Stati Uniti di Capital Group

Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo gli utili aziendali saranno messi probabilmente sotto pressione dal peggioramento del contesto economico. Sebbene il risvolto positivo dell’inflazione sia che è in grado di spingere al rialzo la crescita degli utili, quest’ultimo costituisce in genere un fenomeno di breve durata compensato infine dalla riduzione delle attività provocato potenzialmente dall’inflazione stessa, nonché dalla relativa risposta sul fronte delle politiche monetarie. Secondo le nostre previsioni nel 2022 gli utili per azione delle società che compongono lo S&P 500 cresceranno del 7%, per poi tuttavia ridursi di quasi il 10% nel 2023. Nel 2023 il multiplo prezzo di mercato/utili sarà pertanto pari a 18,7. Si tratta di un valore ancora elevato per il contesto da me pronosticato sul versante dei tassi d’interesse, e sussiste la possibilità di ulteriori revisioni al ribasso delle previsioni sugli utili.

In conclusione, le fasi ribassiste legate alle recessioni tendono ad essere più profonde e durature, e i dati storici mostrano che in tali fasi (definite in questo caso da un calo minimo del mercato del 15%) la mediana del calo esibito dai mercati è pari al 33,9%, mentre la mediana della relativa durata è pari a 17 mesi: prima che i mercati tocchino il fondo, pertanto, potremmo continuare a sperimentare una certa volatilità di mercato e ulteriori ribassi.

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Saro' breve

Perché la recessione americana sarà breve

Quali sono le previsioni sulle economie mondiali secondo Steven Bell, chief economist di Columbia Threadneedle Investments

I tassi di interesse sono in rialzo e stiamo andando verso la recessione negli Stati Uniti e in Europa. Negli Stati Uniti, le pressioni sulla domanda interna sono così forti che la Federal Reserve dovrà prevedere una recessione per riportare l’inflazione al suo livello target. L’inflazione è forte e in accelerazione in due aree chiave: affitti e salari.

In tutte le recessioni dal dopoguerra, i titoli azionari statunitensi sono scesi per diversi mesi dopo l’inizio della recessione. E questa non è ancora iniziata. La buona notizia, in una prospettiva di medio termine, è che i titoli azionari si sono sempre ripresi mesi prima della fine della recessione. Inoltre, il forte calo delle azioni di quest’anno si è verificato in un contesto di utili consistenti, per cui le valutazioni sono migliorate in modo significativo.

Ritengo che la recessione statunitense sarà breve: una volta che la disoccupazione inizierà a salire, l’inflazione salariale statunitense si ridurrà rapidamente, questa è la lezione acquisita dalle precedenti recessioni statunitensi. E le economie moderne hanno dimostrato una grande capacità di adattamento. Guardando più lontano, è probabile che le azioni offrano ancora rendimenti superiori, anche se più volatili. Certo, l’immediato futuro sembra difficile, ma la convenienza a lungo termine degli asset di rischio rimane.

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Feroci critiche

In Usa sarà una recessione stile Giappone anni 90

La crisi che sta arrivando sarà molto diversa da quelle che abbiamo visto negli ultimi vent'anni. I governi cercheranno di far galleggiare i dati macro come durante la pandemia ma sarà un tentativo che si scontrerà con la percezione della realtà delle cose da parte dell'opinione pubblica. Le Banche Centrali saranno oggetto di feroci critiche per la conduzione delle politiche monetarie degli anni passati e per l'ennesimo fallimento nei controlli sui rischi di sistema. Le critiche all’operato delle Banche Centrali saranno un freno agli ennesimi salvataggi a carico del bilancio pubblico.

Le politiche di quantitative easing delle Banche Centrali hanno trascinato nella trappola del debito speculativo l'intero sistema che, spinto dalla strategia della caccia al rendimento, si è riempito di debiti sostenibili solo con i tassi a zero. Ma i tassi a zero non bastano, occorre avere anche un'economia che cresce. Oggi stanno venendo a mancare tutte e due le cose. Rimango, quindi, focalizzato sui target di mercato già evidenziati in precedenti note, che vedono livelli indicativi di 3500 per SPX, 12.000 per il Nasdaq 100, 3200 per Eurostoxx e 12.000 per il Dax. I mercati potrebbero anche percepire in modo positivo il probabile calo dell’inflazione procurato da una recessione, ma la recessione o la stagnazione economica che ci attende renderà la colossale mole di debito speculativo in circolazione non ripagabile e questo farà iniziare una balance sheet recession.


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Aggressive fight to cool inflation

Goldman, Bernstein Strategists Say Stocks Rally Set to Fade

4 agosto 2022 10:09 CESTUpdated on4 agosto 2022 13:15 CEST

“We expect another leg down in the market in the short run,” Bernstein strategists wrote.

With Federal Reserve leaders pledging to continue an aggressive fight to cool inflation despite recession risks, strategists have cautioned against assuming a sustained recovery in stock markets.

Berenberg strategists Edward Abbott and Jonathan Stubbs also warned of the threat to equities from weaker earnings to come. The strategists’ top-down model showed corporate earnings are likely to fall 15% to 20% year-over-year as margins come under pressure, they wrote in a note dated Aug. 3.

DayByDay technical analyst Valerie Gastaldy said on Thursday investors should take profits on the rally as “from now on, what happens is very uncertain.” The S&P 500 is at the most appealing level for bears to sell again, she added.

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Prossima fermata a Dicembre

Mercati col fiato sospeso per l'inflazione Usa e le mosse della Fed

aggiornato alle 10:27 07 agosto 2022

Questa settimana di veramente importante ci sono solo i dati di mercoledì sull'inflazione Usa. I prezzi dovrebbero rallentare e scendere sotto al 9%, per effetto del calo dei carburanti. Negli Usa la benzina è scesa molto a luglio, mentre il diesel, che è più legato all'andamento dei mercati globali, resta in rialzo.

"L'aspettativa è di un ribasso all'8,7% dell'inflazione - spiega Vincenzo Bova, strategist di MtsCapitalservices - Il problema è che la componente 'core' tende a salire perché la domanda di servizi resta alta. E questo spingerà l'inflazione al rialzo. In ogni modo gli esponenti della Fed l'hanno ribadito più volte: non basta un calo mensile dei prezzi per convincere la banca centrale a rallentare i tassi, servono almeno un paio di ribassi consecutivi. Per cui non mi aspetto un rallentamento dei tassi a settembre, quando probabilmente avremo un terzo aumento consecutivo di tre quarti di punto. L'ipotesi più probabile è che la Federal Reserve alzi il costo del denaro dello 0,75% a settembre. La conferma l'avremo a fine agosto al tradizionale simposio di Jackson Hole. A fine anno i tassi Usa dovranno arrivare tra il 3,75% e il 4%. Questo significa: +0,75% a settembre, +0,50% a ottobre e +0,25% a dicembre. Questa dovrebbe essere l'ipotesi più probabile. E a dicembre, se l'economia Usa dovesse essere messa molto male, la Fed potrebbe fermarsi".

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In guardia!!

Allentamento condizioni finanziarie minaccia lotta Fed contro inflazione

Diversi esponenti della Fed hanno messo in guardia dal cambiamento di vedute espresso dai mercati, sottolineando la determinazione a mantenere una politica restrittiva fino a quando la pressione dei prezzi non sarà scesa.

Hanno anche detto che è improbabile che la Fed tagli i tassi nel 2023. Escludere tali tagli inasprirebbe le condizioni finanziarie.

Le condizioni finanziarie devono essere allentate di più e perché ciò accada, "occorre assistere a un calo degli asset rischiosi, dei prezzi delle azioni o a un aumento nei rendimenti a lungo. Di solito è un mix di fattori", osserva Saner.

Goldman Sachs si aspetta che i rendimenti dei governativi Usa a 10 anni raggiungano il 3,30% entro fine anno, in rialzo rispetto all'attuale 2,80%.

Altri sono invece scettici sulle attuali valutazioni azionarie. Morgan Stanley prevede che l'S&P 500 perda circa il 9% entro giugno del prossimo anno.

Gli analisti di Ubs osservano che l'azionario è ora in linea con i livelli di un'inflazione 'core' verso l'1,5%-2%. Secondo le loro stime se l'inflazione 'core' dovesse aumentare di un punto percentuale, l'aggiustamento implicherebbe un calo del 25% per l'S&P 500.

"I desideri dei mercati non fanno altro che complicare il lavoro, allentando le condizioni finanziarie e richiedendo un ulteriore irrigidimento monetario per compensare", ragiona Bill Dudley, ex responsabile della Fed di New York, in un editoriale pubblicato su Bloomberg News a inizio agosto.

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Saro' breve

Powell: Fed restrittiva fino a quando necessario, la reazione dei mercati

“Un discorso breve, con un focus ristretto e un messaggio diretto”. Questo l’incipit di Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve, al suo discorso al simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole in Wyoming. E conciso Powell lo è stato davvero con un discorso di una decina di minuti in cui ha chiarito che la Fed andrà avanti con il suo lavoro fino a quando sarà sicura di averlo completato, ossia fino a quando l’inflazione non sarà stata ricondotta a livelli bassi (2%) e stabili.

Jerome Powell ha chiuso tutti gli spazi e altro non poteva fare. Non poteva lasciare spazio a dubbi per difendere la credibilità della politica monetaria della Banca centrale. I mercati finanziari hanno colto il messaggio, breve e deciso del numero uno della Fed. Ora le aspettative per un rialzo dei tassi di 75 punti base, il terzo “inusuale” sono salite al 55%.


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Powell is telling us: don't fight the FED

Bull Cases Were Coming True Before Powell Warnings Wallop Stocks

“Powell is telling us that until we see substantial confirmation of slowing price increases, the Fed will keep its foot on the brakes,” said Kara Murphy, chief investment officer at Kestra Holdings. “With the Fed continuing to hike aggressively, earnings are likely to see further downside in the back half of the year, making the market look even more expensive, all else equal.”

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Vuole portare i mutui trentennali USA al 8% quindi wow
 
Mammoth proportion

Why the stock market wasn’t buying US Fed’s warnings

August 28, 2022

Over the years, the Fed has also been trying to influence long-term rates and, in the process, the size of its balance sheet has burgeoned. Towards the end of August 2008, a few weeks before the financial crisis broke out, the Fed’s balance sheet size was around $910 billion. As of 24 August, it was $8.85 trillion.

Typically, the size of a central bank’s balance sheet should increase at a pace more or less similar to its overall economic growth. The gross domestic product (GDP) of the US was $14.77 trillion in 2008. In 2021, the GDP was $23 trillion, a 56% increase since 2008.

Since 2008, while the Fed’s balance sheet has increased close to nine times, the size of the American economy has grown by just a little over half.

Central banks can print all the money they want to but have no control over where this ends up. As a result, a lot of this money found its way into stock markets, real estate, and cryptocurrencies. A costly real estate market led to home rents increasing fast. Home rents are a major constituent of how retail inflation is calculated in the US. Among other things, high home rents have stoked retail inflation in the US to decadal highs.

Along with raising the federal funds rate, the Fed needs to shrink its balance sheet at the same pace it had announced. That, along with raising the federal funds rate aggressively, will push the stock market to buy its message of how serious it is about controlling inflation.


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Ultima modifica:
Autunno caldissimo

Fed, si allontana il primo taglio dei tassi. È super dollaro, ecco perché lo sarà ancora a lungo

Ultimo aggiornamento: 29/08/2022 11:25

Le parole di Jerome Powell da Jackson Hole allontanano nel tempo l'ipotesi del primo taglio dei tassi, ora atteso solo per fine 2023. Le parole di Joachin Nagel (Bce) di maggiori sacrifici" a costo di una "recessione" pongono l'accento sull'aumento dei tassi al prossimo meeting dell'Eurotower dell'8 settembre. Dopo il discorso di venerdì 26 agosto di Powell per una politica monetaria che deve rallentare la domanda aggregata, c'è chi come Deutsche Bank mette l'accento su tassi elevati per più tempo e chi come Goldman Sachs resta dell'opinione che a settembre l'aumento dei tassi da parte della Fed sarà di "soli" 50 punti base.

"Prepariamoci, sarà un autunno caldissimo, e l'unica speranza è che i prossimi dati Usa siano in peggioramento, per poter dire "mal comune mezzo gaudio", e assistere magari a una Fed meno aggressiva nei prossimi mesi, in relazione a un peggioramento della congiuntura che potrebbe rasserenare le borse. Sembra un paradosso, ma questo è il mercato che ci troviamo di fronte. La settimana entrante sarà caratterizzata dai non farm payrolls, i dati sul mercato del lavoro, ma anche i Pmi e l'Ism Usa. Non dimentichiamo il Pil per Italia, Canada, India, Turchia e i dati sull'inflazione in Eurozona. Una settimana ancora molto volatile che ci porterà all'inizio del mese di settembre, che sarà caratterizzato da alta volatilità fino alle decisioni delle banche centrali", ha avvertito Berlinzani.

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Lo S&P 500 tocca il minimo prima che la FED abbia finito il rialzo dei tassi

Mercati in cerca di equilibrio

30/08/2022 Alessandro Fugnoli (Kairos)

“Per qualche tempo, molto probabilmente, il mercato non toccherà più i recenti massimi che hanno visto l’indice Standard and Poor’s superare per qualche ora quota 4300. Non per questo tornerà subito a rivisitare i minimi di giugno di 3666. Se non ritorneremo sui massimi - spiega Fugnoli - è perché la Federal Reserve ha comunicato con chiarezza la sua intenzione di alzare i tassi oltre il livello che era scontato dal mercato e, soprattutto, di mantenerli alti, verosimilmente per gran parte del 2023. Il mercato, ricordiamo, si era invece convinto che già nella prossima primavera la Fed, rassicurata dall’andamento dell’inflazione e preoccupata per le prospettive della crescita e dell’occupazione, avrebbe dato avvio a un ciclo di tagli dei tassi”.

L’errore che secondo Fugnoli il mercato ha fatto nei mesi scorsi e che continua probabilmente a fare adesso è di immaginare la recessione con molti mesi di anticipo rispetto alla realtà. Anticipando erroneamente i tempi della recessione, il mercato ha anticipato erroneamente anche i tempi della ripresa e continua probabilmente a farlo. In pratica il mercato si è preoccupato troppo nella prima metà di quest’anno e si è convinto di essere già in recessione quando in realtà abbiamo visto solo un rallentamento del manifatturiero per un eccesso di scorte, mentre i servizi, che costituiscono i tre quarti delle economie avanzate, hanno continuato a fare bene. In cambio il mercato si è preoccupato troppo poco per il 2023, che ha immaginato come un anno di ripresa quando invece sarà l’anno in cui la recessione dispiegherà davvero i suoi effetti. Se questo scenario è corretto, tuttavia, il mercato non avrà nemmeno motivo per ritornare subito verso i minimi di giugno, a condizione che l’inflazione americana prosegua la veloce discesa che abbiamo iniziato a vedere”.


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E' qua sopra, tanto vale tenerselo...

Nouriel Roubini avverte la Fed, ecco fino a dove dovrà alzare i i tassi per domare l’inflazione

02/09/2022 19:08

L’economista soprannominato Dr. Doom, Nouriel Roubini, vede la salita dei tassi di interesse negli Stati Uniti ancora a metà strada. In un’intervista a Bloomberg TV, Roubini ha avvertito che gli investitori sono “illusi” se si aspettano che il ciclo di rialzo dei tassi avrà vita breve. A detta di Roubini i tassi dovrebbero arrivare al di sopra del 4%, in un intervallo tra il 4,5% e il 5%, per spingere davvero l’inflazione al 2%.

Negli scorsi mesi lo stesso economista aveva affermato che gli Stati Uniti stanno andando incontro a una profonda recessione visti i tassi di interesse in continua crescita e l’economia è gravata da elevati carichi di debito, definendo “deliranti” coloro che si aspettano una leggera recessione.

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