Costamp group

Veramente i piccoli azionisti (che non hanno venduto) sono ancora nel capitale e la società non ha sborsato alcun denaro.
E' solo la quotazione su Euronext che non c'è più.

Se in futuro sarà fatta un'offerta staremo a vedere.

perfettamente d'accordo....

poi chissa', magari dopo aver fatto varie putt... ci ripensano, come poi in definitiva ha fatto pirelli...

l'importante e' che l'azienda sia profittevole, poi si vedra',in fondo gia' la comandavano al 90 per cento circa e quindi cambia poco per loro...
l'unica sf...e' che non potranno piu' contare(almeno per un po' di tempo)su soldi del mercato,che sembra una azzata ma tante sono le aziende quotate, fuori italia, in italia e' ancora un'altra cosa,che non e' ancora cambiata in meglio in tanti anni
siamo sempre dei poveretti,appena una azienda migliora,scappa via a gambe levate come abbiamo visto fare negli ultimi anni, oppure si vende ad altra azienda piu' grossa.

vogliamo sempre dare un calcio in c. al progresso
 
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Veramente i piccoli azionisti (che non hanno venduto) sono ancora nel capitale e la società non ha sborsato alcun denaro.
E' solo la quotazione su Euronext che non c'è più.

Se in futuro sarà fatta un'offerta staremo a vedere.

Hanno scritto che faranno offerte ai singoli azionisti. Se avessero lanciato un'OPA sulle azioni residuali avremmo già saputo il prezzo, mentre col rischio di rimanere in una società delistata molti accetteranno offerte basse.
 
Hanno scritto che faranno offerte ai singoli azionisti. Se avessero lanciato un'OPA sulle azioni residuali avremmo già saputo il prezzo, mentre col rischio di rimanere in una società delistata molti accetteranno offerte basse.

piu' basse del valore che aveva in borsa,non e' facile averle
tanto piu' che nonostante non esternino i conti,sembra siano buoni
 
Plus24 di oggi

Caso Costamp Il delisting senza Opa e tutele per i soci di minoranza
La società replica che non ha ricevuto manifestazioni di interesse
Stefano Elli

Ufficialmente il delisting lo si è deciso il 29 luglio scorso durante l’assemblea dei soci di Costamp, società della famiglia Corti, con cinque divisioni attive tra Lecco, Torino, Reggio Emilia e Brescia, specialista nella progettazione, ingegnerizzazione e produzione di stampi per la componentistica nel settore automotive. In assise era presente il 94,15% del capitale sociale. Il delisting è stato deciso con il voto favorevole del 95,37% delle azioni presenti in assemblea. Per il Regolamento Emittenti Euronext Growth Milan, la revoca dalle quotazioni è subordinata all’approvazione di non meno del 90% dei voti degli azionisti. Dunque ordine del giorno approvato e delisting pure: a partire dallo scorso 9 agosto. E chi aveva acquistato le azioni in Borsa? Bel dilemma. Sì perché le regole del mercato già Aim Italia non prevedono una soglia oltre la quale chi intende uscire dal listino è obbligato a lanciare un’offerta pubblica sui titoli superstiti. Ora sul mercato resta circa il 10,4% delle azioni.

Tra i piccoli azionisti di Costamp si è aperto un acceso confronto sui social circa quali potranno essere le conseguenze della decisione e quali eventuali iniziative potranno essere intraprese per tutelare il valore delle azioni ancora in loro possesso. Una soluzione all’impasse potrebbe essere quella di una trattativa privata per potere cedere le azioni alla stessa società.

Interpellato da Plus24 il Cfo di Costamp (che è anche consigliere di amministrazione) Davide Corti fa sapere che «Allo stato non è giunta alla società alcuna manifestazione di interesse da parte di alcuno. E comunque i soci, ancorché di minoranza, restano soci a prescindere dalla quotazione del titolo e non hanno perduto alcun diritto in ordine al loro status. Di fatto, dunque, potranno godere della ripartizione degli utili e dei dividendi anche se la società non è più quotata». Del resto i conti di Costamp mostrano una situazione di salute gestionale. La società ha chiuso il 2021 con un fatturato pari a 54,5 milioni di euro contro i 51,2 milioni del 2020 in crescita del 6,3%, un Ebitda (margine operativo lordo) a 8,4 milioni contro i 5,5 del 2020. In crescita anche il Return on equity netto: 18,26% nel 2021 contro il 3,17 del 2020 e il Return on investment a 9,95% contro il 2,68% del 2020. Dunque a uscire dal segmento Egm è una società con le carte in regola per proseguire un percorso di rafforzamento ed espansione. Perché allora uscire dalla Borsa?

A rispondere è ancora Davide Corti: «Il Cda ha valutato i costi e i benefici relativi alla permanenza sul segmento e non ha ritenuto che la valorizzazione del titolo sia stata adeguata al suo potenziale di crescita». Che – ci si immagina – continuerà anche grazie a un percorso di espansione per linee esterne anche rivolto a target internazionali.
 
Plus24 di oggi

Caso Costamp Il delisting senza Opa e tutele per i soci di minoranza
La società replica che non ha ricevuto manifestazioni di interesse
Stefano Elli

Ufficialmente il delisting lo si è deciso il 29 luglio scorso durante l’assemblea dei soci di Costamp, società della famiglia Corti, con cinque divisioni attive tra Lecco, Torino, Reggio Emilia e Brescia, specialista nella progettazione, ingegnerizzazione e produzione di stampi per la componentistica nel settore automotive. In assise era presente il 94,15% del capitale sociale. Il delisting è stato deciso con il voto favorevole del 95,37% delle azioni presenti in assemblea. Per il Regolamento Emittenti Euronext Growth Milan, la revoca dalle quotazioni è subordinata all’approvazione di non meno del 90% dei voti degli azionisti. Dunque ordine del giorno approvato e delisting pure: a partire dallo scorso 9 agosto. E chi aveva acquistato le azioni in Borsa? Bel dilemma. Sì perché le regole del mercato già Aim Italia non prevedono una soglia oltre la quale chi intende uscire dal listino è obbligato a lanciare un’offerta pubblica sui titoli superstiti. Ora sul mercato resta circa il 10,4% delle azioni.

Tra i piccoli azionisti di Costamp si è aperto un acceso confronto sui social circa quali potranno essere le conseguenze della decisione e quali eventuali iniziative potranno essere intraprese per tutelare il valore delle azioni ancora in loro possesso. Una soluzione all’impasse potrebbe essere quella di una trattativa privata per potere cedere le azioni alla stessa società.

Interpellato da Plus24 il Cfo di Costamp (che è anche consigliere di amministrazione) Davide Corti fa sapere che «Allo stato non è giunta alla società alcuna manifestazione di interesse da parte di alcuno. E comunque i soci, ancorché di minoranza, restano soci a prescindere dalla quotazione del titolo e non hanno perduto alcun diritto in ordine al loro status. Di fatto, dunque, potranno godere della ripartizione degli utili e dei dividendi anche se la società non è più quotata». Del resto i conti di Costamp mostrano una situazione di salute gestionale. La società ha chiuso il 2021 con un fatturato pari a 54,5 milioni di euro contro i 51,2 milioni del 2020 in crescita del 6,3%, un Ebitda (margine operativo lordo) a 8,4 milioni contro i 5,5 del 2020. In crescita anche il Return on equity netto: 18,26% nel 2021 contro il 3,17 del 2020 e il Return on investment a 9,95% contro il 2,68% del 2020. Dunque a uscire dal segmento Egm è una società con le carte in regola per proseguire un percorso di rafforzamento ed espansione. Perché allora uscire dalla Borsa?

A rispondere è ancora Davide Corti: «Il Cda ha valutato i costi e i benefici relativi alla permanenza sul segmento e non ha ritenuto che la valorizzazione del titolo sia stata adeguata al suo potenziale di crescita». Che – ci si immagina – continuerà anche grazie a un percorso di espansione per linee esterne anche rivolto a target internazionali.

sto corti deve essere corto di rispetto dei soci e quindi dell'azienda tutta

e' succeduta alla brambilla e che era piu' piccola ma non passava praticamente mese senza dichiarare un contratto di qua,un contratto di la', fatturato,utile ecc.ecc.insomma quello che normalmente si fa con una societa' quotata, gia'....normalmente si fa

siccome io a parte la storia dello scorporo della real estate,non ho visto in questi pochi anni nient'altro ecco che ho anche temuto che l'azienda fosse in crisi..e che volessero avere le real per avere almeno gli immobili onde avere qualcosa di concreto in mano ed e' quello che ho poi fatto anch'io...tenermi le real

anche perche' cosa fai con un'azienda in crisi? la tralasci e non ci investi piu' niente
questi per salvare il c..danno la colpa di qua,la colpa di la' ma ritengo che sia solo ed esclusivamente loro

mi avevano fatto incazz.tanto che decisi di tenere le real,anziche' concambiarle con le azioni dell'industria

sono comunque arrivati a pagarmele in soldoni e così immagino avranno fatto con tutti i recidivi del concambio, e non capisco neppure perche' visto che loro hanno dichiaratamente esclusa la quotazione in bolsa e trovo strano che si possano permettere di appropriarsene come hanno poi fatto,quando era mia implicita volonta' di tenermele sine qua non.
e' stata una brutta trovata, sig corti... di rispetto agli azionisti piccoli,cosa che nel mio caso mi sta impedendo e mi impedira' di comprare azioni vecchie e nuove di questo mercato.
in quasi 40 anni di investimento azionario ho visto di tutto ma proprio di tutto,ma quello che hanno combinato questi non me lo aspettavo proprio
 
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Interrompo il silenzio stampa di più di un mese,per sapere se qualcuno di voi è stato contattato dall azienda per pagarvi le azioni in vostro possesso:mmmm:
 
un altro mese e' passato ed ancora niente notizie.:no::no:

ho capito di essere ormai rimasto l'unico del fol ad essere ancora dentro:D

spero sia un bene:eek:
 
Interrompo il silenzio stampa di più di un mese,per sapere se qualcuno di voi è stato contattato dall azienda per pagarvi le azioni in vostro possesso:mmmm:

Se hai deciso di rimanere nella non quotata, spero tu sappia che tipicamente l'orizzonte per liquidare si misura in anni, non in mesi.
Più che aspettare di essere contattato, dovresti tenere monitorate le performance aziendali e formare un fronte unico con gli altri azionisti.
 
dovremmo organizzarci per andare all'assemblea DEI SOCI, per vedere in faccia i capi aziendaOK!

Aquisto Fonderie Cervati​


Sembra ormai definitivamente raggiunto l'accordo per la cessione delle Fonderie Cervati - con stabilimenti a Brescia e Castegnato, quest'ultimo acquisito poco meno di due anni fa: la società è stata dichiarata fallita il 12 dicembre scorso, ora è attesa a breve la firma del contratto per un affitto (della durata di 6 mesi) con opzione di acquisto da parte della Alunext, newco con sede a Sirone (Lecco) specializzata nella produzione di getti in lega d'alluminio la cui maggioranza (il 51%) è di proprietà del gruppo Streparava di Adro, il restante della Costamp di Sirone. La fase di affitto sarebbe propedeutica alla successiva acquisizione di entrambi gli stabilimenti.


Sospiro di sollievo, si spera, anche per i lavoratori ancora in forza alle Fonderie Cervati (ad oggi 95 dipendenti): anche per loro è atteso a breve l'accordo per il trasferimento in Alunext, alle stesse condizioni contrattuali precedenti. Il risultato è stato raggiunto al termine di una intensa trattativa coordinata dalla Fiom di Brescia. Nel frattempo sarebbero stati sbloccati i pagamenti della busta paga di novembre, di parte di quella di dicembre e della tredicesima.

Le Fonderie Cervati​


Le Fonderie Cervati sono state fondate nel 1953: l'azienda è specializzata nella pressocolata e nella lavorazione meccanica delle leghe leggere in alluminio, in particolare Magsimal-59, lega primaria utilizzata per la costruzione di getti strutturali, in particolare per il settore automotive. Il gruppo è stato travolto dalla crisi negli ultimi mesi: la società, che a quanto pare negli ultimi tempi avrebbe lavorato in perdita, ha presentato una proposta di concordato preventivo in continuità ma che è stata bocciata dal Tribunale, che come detto ne ha dichiarato il fallimento poco prima della fine dell'anno. Ora l'accordo con Alunext.

L'azienda nei fatti, sta proseguendo il processo di espansione.
Vediamo gli aggiornamenti futuri...
 
Per il futuro di Fonderie Cervati è stato raggiunto un accordo fondamentale. Ieri, intorno all’ora di pranzo, i rappresentanti dei 95 lavoratori ancora in capo alla società siderurgica dichiarata fallita il 12 dicembre hanno siglato un’importante intesa con i vertici di Alunext, realtà attiva dal 2021 sempre nell’ambito siderurgico, controllata dalla bresciana Streparava Holding e, soprattutto, pronta far ripartire i forni per l’alluminio in città e a Castegnato.


In sostanza, con il supporto della Fiom Cgil, i dipendenti di Fonderie Cervati hanno accolto il trasferimento in Alunext - mantenendo le attuali condizioni contrattuali - a partire da oggi e per almeno i prossimi sei mesi. Centottanta giorni sarà anche la durata del contratto di affitto di ramo d’azienda che sempre oggi - se tutto andrà per il verso giusto, come in molti auspicano, a partire appunto dai 95 lavoratori coinvolti in questa vicenda - i legali della Alunext firmeranno con il curatore fallimentare di Fonderie Cervati, il commercialista Luigi Meleleo.


Tuttavia, l’obiettivo della società compartecipata al 51% dalla Streparava Holding (gruppo dell’automotive con quartier generale ad Adro e volume d’affari di oltre 271 milioni) e al 49% dalla Costamp Group di Sirone, in provincia di Lecco (azienda fino qualche mese fa quotata a Piazza Affari, con oltre 50 milioni di fatturato e specializzata nella progettazione e nella realizzazione di stampi prevalentemente destinati al mondo dell’auto) è quello di rilanciare i due stabilimenti di Fonderie Cervati: per questo motivo il contratto di affitto di ramo d’azienda contempla anche l’opzione dell’acquisto della stessa società.


Operazione, quest’ultima, che se si realizzasse rappresenterebbe a tutti gli effetti l’inizio di un nuovo capitolo della lunga storia di Fonderie Cervati, e che inevitabilmente sarà soggetta a tutti i vincoli prescritti dalla legge fallimentare. Uno scenario che Streparava e soci affronteranno con le opportune cautele e attenzioni a suo tempo.


Sotto la lente​


L’accordo tra lavoratori e potenziale investitore è una delle aoperazioni che normalmente il Tribunale considera propedeutica e quindi determinante per la cessione di una società in crisi. «Siamo molto soddisfatti per l’esito di questa trattativa - ammette a tal proposito il segretario della Fiom Cgil di Brescia, Antonio Ghirardi -. Il gruppo Streparava, attraverso la Alunext, ha dato un nuovo futuro ai lavoratori di Fonderie Cervati, garantendo loro una solidità finanziaria e ottime intenzioni di sviluppo». Per di più, pochi giorni fa il Tribunale di Brescia ha autorizzato Meleleo al pagamento della tredicesima mensilità legittimamente attesa degli stessi lavoratori.


Inoltre, il progetto industriale delineato dalla famiglia di Adro in sinergia con gli industriali di Lecco (la famiglia Corti) pare a lunga scadenza e rientra in un piano strategico di sviluppo delle due realtà attive nel settore dell’automotive.


Tant’è che già nel bilancio depositato dalla società lecchese ad aprile, il presidente e amministratore delegato Marco Conti non nascondeva: «A fine 2020 abbiamo annunciato un importante accordo per la creazione di una joint venture, attraverso la costituzione di Alunext. L’iniziativa congiunta con un operatore specializzato di carattere industriale (la Streparava, ndr) - aggiungeva - si inserisce all’interno della strategia di crescita e investimento di Costamp Group, come elemento differenziale per accelerare l’incremento della redditività e solidità del gruppo».


Fonderie Cervati, con quasi settant’anni di attività alle spalle, possiede una notevole esperienza nella lavorazione delle leghe leggere in alluminio. E se è vero che il futuro dell’auto sarà contrassegnato da un «alleggerimento» dei suoi componenti, l’alluminio ricoprirà un ruolo fondamentale in questa partita. Da qui nasce l’interesse di Streparava e Costamp per la società bresciana, che nonostante il momento di difficoltà finanziaria palesato da lungo tempo, non ha mai interrotto la sua attività (nemmemo con l’ammissione al concordato preventivo) finché non è giunta la sentenza di fallimento dal Palagiustizia. Il registro degli ordini però resta pieno di commesse da completare.
 
torno a scrivere della costampina dopo mesi

valore di chiamiamolo mercato totale di 0,001 euro cioe' 7,8 euozzi tutti in una volta:eek:

spero bene, visto che avete postato di fallimento di qua,fallimento di la'

spero non si intendesse parlare di fallimento costamp insomma e che questi continui ad esistere...

ciao a tutti;)
 
è contabilizzato cosi perche non quota, nessun fallimento hai solo x ora il capitale immobilizzato ciao
 
Come vi state muovendo? Domanda in generale.
Le tengo ovviamente.
Andranno agli eredi, l'importante è che non sia fallita e che diano il dividendo,che non mai avuto,ma in fondo non l'ho mai avuto neppure con Oracle e Microsoft
 
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Come vi state muovendo? Domanda in generale.
La maggiornaza dei piccoli azionisti si è coordinata attorno alle iniziative del dottor Matteo Podestà che qui ringrazio pubblicamente.
Se qualcuno ancora non lo avesse fatto lo inviterei a dare un'occhiata al link dedicato che ha creato e nel caso, contattarlo.

Inoltre dal verbale assembleare abbiamo potuto appurare che ci sono dei fondi presenti nel capitale con un quota considerevole.

Per quanto riguarda l'azienda, credo che si stia muovendo molto bene e questa ultima acquisizione ne è una tangibile riprova.
Non resta che aspettare e magari presentarci in assemblea per l'approvazione del bilancio così da capire come questa intende muoversi.

Personalmente credo che occorra del tempo prima che eventualemente, possano riprendere il considerazione il discorso sul 10% del capitale sociale che ancora non possiedono.
 
gli imprenditori italiani solitamente si quotano in borsa quando hanno bisogno di raccogliere denaro dalla piazza col contributo del parco buoi, e solitamente si delistano quando la società è sana e produce utili e non vogliono dividerli col parco buoi......
 
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