Aste Il Ponte

il fatto che il Ponte non faccia parte dell'ANCA, ci suggerisce la risposta.
 
A me invece sembra che si stia facendo confusione.

L’ANCA è un’associazione di case d’aste. A me non risulta che ci sia alcun obbligo di farne parte.

Il regolamento vincola i soci dell’associazione. Se il Ponte non ne fa parte, detto regolamento non è rilevante in alcun modo (anche se personalmente non ravvedo alcun loro comportamento che sia contrario ai principi che lì vengono elencati). Per le singole case d’aste, anche non facenti parte dell’ANCA, valgono comunque, nei confronti della clientela, le condizioni di acquisto e di vendita di ciascuna.

Non capisco continuare a fare polemica su una materia (le stime), che è chiaramente soggettiva (banalmente: lo stesso bene lo valuti di più se lo possiedi e di meno se lo devi acquistare).

L’appartenenza o meno all’ANCA, così come fare stime prudenti mi pare siano elementi che rientrano nella libertà d’impresa. Ovviamente, si è liberissimi di rivolgersi ad altre case d’aste.


Ma,perdonami, se tu ti rechi da un perito x farti valutare, per esempio, un canterano lombardo, saresti contento se ti desse come stima ( e lo certificasse in un documento ) un terzo del valore medio del mercato? Io non credo… in caso contrario, hai ragione tu ed evviva il Ponte e le sue STIME!:clap:
P.s.
se si limitasse ad abbassare la base x stimolare la licitazione , sarebbe una scelta commerciale eventualmente condominio visibile… ( ti puoi difendere , come venditore, apponendo una riserva minima per la vendita) ma una stima al ribasso NON ha alcun senso logico :no:, ma, spt, NON È CORRETTO perché , da perito, stai dando una valutazione non corretta che nuoce il patrimonio del potenziale venditore.
 
A me invece sembra che si stia facendo confusione.

L’ANCA è un’associazione di case d’aste. A me non risulta che ci sia alcun obbligo di farne parte.

Il regolamento vincola i soci dell’associazione. Se il Ponte non ne fa parte, detto regolamento non è rilevante in alcun modo (anche se personalmente non ravvedo alcun loro comportamento che sia contrario ai principi che lì vengono elencati). Per le singole case d’aste, anche non facenti parte dell’ANCA, valgono comunque, nei confronti della clientela, le condizioni di acquisto e di vendita di ciascuna.

Non capisco continuare a fare polemica su una materia (le stime), che è chiaramente soggettiva (banalmente: lo stesso bene lo valuti di più se lo possiedi e di meno se lo devi acquistare).

L’appartenenza o meno all’ANCA, così come fare stime prudenti mi pare siano elementi che rientrano nella libertà d’impresa. Ovviamente, si è liberissimi di rivolgersi ad altre case d’aste.



Ma,perdonami, se tu ti rechi da un perito x farti valutare, per esempio, un canterano lombardo, saresti contento se ti desse come stima ( e lo certificasse in un documento ) un terzo del valore medio del mercato? Io non credo… in caso contrario, hai ragione tu ed evviva il Ponte e le sue STIME!:clap:
P.s.
se si limitasse ad abbassare la base x stimolare la licitazione , sarebbe una scelta commerciale eventualmente condominio visibile… ( ti puoi difendere , come venditore, apponendo una riserva minima per la vendita) ma una stima al ribasso NON ha alcun senso logico :no:, ma, spt, NON È CORRETTO perché , da perito, stai dando una valutazione non corretta che nuoce il patrimonio del potenziale venditore.
 
Ma,perdonami, se tu ti rechi da un perito x farti valutare, per esempio, un canterano lombardo, saresti contento se ti desse come stima ( e lo certificasse in un documento ) un terzo del valore medio del mercato? Io non credo… in caso contrario, hai ragione tu ed evviva il Ponte e le sue STIME!:clap:
P.s.
se si limitasse ad abbassare la base x stimolare la licitazione , sarebbe una scelta commerciale eventualmente condominio visibile… ( ti puoi difendere , come venditore, apponendo una riserva minima per la vendita) ma una stima al ribasso NON ha alcun senso logico :no:, ma, spt, NON È CORRETTO perché , da perito, stai dando una valutazione non corretta che nuoce il patrimonio del potenziale venditore.
Premessa, prima di risponderti: ho acquistato da molte case d’aste in Italia, ma non mi pare di avere mai acquistato dal Ponte. Non per una mia politica, ma semplicemente perché non è capitato.

Non sarei contento se mi capitasse quello che dici, ma nel nostro caso il perito non lavora per me e io non ho l’obbligo di affidare i miei beni ad una casa d’aste che li sottostimi. Se lo faccio, senza pistole puntate, mi sta bene. Vuol dire che ritengo che i vantaggi potenziali che quella casa d’aste mi offre siano superiori a questo aspetto sconveniente.

A dirla tutta, a me sembra che gli unici che abbiano un vero danno da stime troppo basse non siano i collezionisti che vendono o acquistano, ma i galleristi. Preferirebbero sempre stime allineate con i loro listini. È comprensibile, perché magari investono soldi per mostre e promozione degli artisti per riuscire a sostenere certe quotazioni. Ma io non faccio il gallerista e cerco di mantenermi equilibrato e lasciare fare al mercato. Se queste pratiche davvero non piacciono, verranno punite dalla clientela. E non voglio neanche insegnare a chi ha imprese ben avviate a fare gli imprenditori o accusare a bella posta chicchessia di comportamento scorretto.

Permettimi una provocazione: ma delle stime allineate ai listini di galleria, per opere che a stento vanno via alla base di un terzo o un quarto, di quelle non ci lamentiamo? Quelle non sono “stime”, ma “prezzi”, fissati da qualcuno. Ci sono case d'aste che pubblicano tali "stime". Quello va bene. Tutto correttissimo.
 
Vedi Stefano, io valuto le persone circa le loro capacità.
Possono essere bianchi, neri, verdi, alti, bassi, donne, uomini, non conta.
Se sbagli tutte le stime, vuol dire che sei un incapace.
Oppure che lo fai di proposito.
 
Vedi Stefano, io valuto le persone circa le loro capacità.
Possono essere bianchi, neri, verdi, alti, bassi, donne, uomini, non conta.
Se sbagli tutte le stime, vuol dire che sei un incapace.
Oppure che lo fai di proposito.
Ma infatti penso che le stime prudenti siano una scelta e non frutto di incompetenza.

Ma non sono d’accordo che sia una pratica illecita, né scorretta. Non concordo nemmeno sul concetto di stime “sbagliate”. Rispetto a cosa, alle aggiudicazioni precedenti in tutti passaggi d’asta, ai passaggi presso di loro o ai prezzi di galleria?

Facciamo un esempio: io, casa d’aste X, so che i miei clienti non amano la Transavanguardia. Ho sempre faticato a vendere questi artisti, sempre a cifre basse. Se propongo una stima bassa, segnalando agli affidatari che da me quei lotti non vanno bene, sto facendo un cattivo servizio? La stima è davvero “sbagliata”?

Ti ripropongo la mia provocazione: la casa d’aste telefona al gallerista di Pinco Pallino e chiede: “A quanto mettete un 60x80 di Pinco Pallino?”. Risposta: “10k”. La casa d’aste pubblica la stima “10k”. Il quadro di Pinco Pallino va via a 1000. La stima al “prezzo di mercato” era corretta?

A me pare che la questione delle stime basse del Ponte sia stata evidenziata fin dal post #6 del 2018. Penso che chiunque legga il forum ne abbia consapevolezza. Non capisco a cosa serva continuare a ripeterlo, oltretutto con un certo strabismo verso altre storture del sistema.
 
La chiudo concettualmente con Agnetti:D:D:D

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Caro Stefano, io sono pagato per fare valutazioni e stime.
Le stime "prudenti" sono una chiave di marketing.
Ma sono una chiave sbagliata, nelle aste la chiave di marketing è la base d'asta.
Non vi è correlazione tra le stime di una casa d'asta ed il prezzo di galleria.
Le case d'asta devono basare le loro stime sui dati storici attualizzati.
Il mio pensiero, non è il tuo, ma non è detto che il tuo sia giusto ed il mio sbagliato.
Come quando ho chiesto come mai un archivio in un anno raddoppi i suoi costi. la tu a risposta?
"Per evitare che gli vengano sottoposte opere false"
Per me, è una risposta fuori dal mondo, ma probabilmente non tutti ragioniamo nello stesso modo.
Ciao
 
Caro Stefano, io sono pagato per fare valutazioni e stime.
Le stime "prudenti" sono una chiave di marketing.
Ma sono una chiave sbagliata, nelle aste la chiave di marketing è la base d'asta.
Non vi è correlazione tra le stime di una casa d'asta ed il prezzo di galleria.
Le case d'asta devono basare le loro stime sui dati storici attualizzati.
Il mio pensiero, non è il tuo, ma non è detto che il tuo sia giusto ed il mio sbagliato.
Come quando ho chiesto come mai un archivio in un anno raddoppi i suoi costi. la tu a risposta?
"Per evitare che gli vengano sottoposte opere false"
Per me, è una risposta fuori dal mondo, ma probabilmente non tutti ragioniamo nello stesso modo.
Ciao
Ciao, mmt.

Ci mancherebbe, io non sarei su un forum a discutere, se pensassi di essere nel giusto. Porto i miei argomenti, giusti o sbagliati che siano. Sono prontissimo a cambiare opinione, ma devono esserci contro-argomentazioni che mi convincono. Se poi si rimane sulle posizioni di partenza, amici come prima.

Ti invito, però, a rileggere la mia risposta sul perché l’Archivio Salvo abbia aumentato i prezzi, perché non è come l’hai riassunta tu. Ho parlato di legge di domanda e dell’offerta e di richieste di archiviazione aumentate. Cosa poi confermata dalla figlia di Salvo e da te accettata. Per fortuna, incidentalmente, è anche un disincentivo alle richieste “azzardate”, quindi va nella direzione giusta per il mercato. È una cosa in più, conseguente; non la motivazione.

Qui l’originale mia risposta, con una parte evidenziata:
Scusate, ma io non vedo la cosa negativamente. Al crescere delle quotazioni dell’artista, cresce la domanda di archiviazioni. Trovo corretto che il prezzo del servizio salga di conseguenza. Una rigidità dei prezzi comunicherebbe qualcosa di scorretto al mercato. L’aumento dei prezzi funziona da disincentivo a sottoporre all’Archivio, proprio perché il valore delle opere è aumentato, anche quelle dubbie o proprio farlocche. D’altra parte, il segnale al mercato è corretto anche per comunicare un disincentivo dell’Archivio al moral hazard: visto l’aumento delle domande di archiviazione, un mancato incremento di prezzo potrebbe spingerli ad adottare parametri meno stringenti, per compensare con le quantità.
 
confermo le mie posizioni.
Ciao.
 
Sintetizzerei sentenziando che Il Ponte e' la tecnocasa della arte. Con i pro e i contro del caso. E chi mastica di immobiliare capisce al volo.
 
OK!Premessa, prima di risponderti: ho acquistato da molte case d’aste in Italia, ma non mi pare di avere mai acquistato dal Ponte. Non per una mia politica, ma semplicemente perché non è capitato.

Non sarei contento se mi capitasse quello che dici, ma nel nostro caso il perito non lavora per me e io non ho l’obbligo di affidare i miei beni ad una casa d’aste che li sottostimi. Se lo faccio, senza pistole puntate, mi sta bene. Vuol dire che ritengo che i vantaggi potenziali che quella casa d’aste mi offre siano superiori a questo aspetto sconveniente.

A dirla tutta, a me sembra che gli unici che abbiano un vero danno da stime troppo basse non siano i collezionisti che vendono o acquistano, ma i galleristi. Preferirebbero sempre stime allineate con i loro listini. È comprensibile, perché magari investono soldi per mostre e promozione degli artisti per riuscire a sostenere certe quotazioni. Ma io non faccio il gallerista e cerco di mantenermi equilibrato e lasciare fare al mercato. Se queste pratiche davvero non piacciono, verranno punite dalla clientela. E non voglio neanche insegnare a chi ha imprese ben avviate a fare gli imprenditori o accusare a bella posta chicchessia di comportamento scorretto.

Permettimi una provocazione: ma delle stime allineate ai listini di galleria, per opere che a stento vanno via alla base di un terzo o un quarto, di quelle non ci lamentiamo? Quelle non sono “stime”, ma “prezzi”, fissati da qualcuno. Ci sono case d'aste che pubblicano tali "stime". Quello va bene. Tutto correttissimo.

A dirla tutta, a me sembra che gli unici che abbiano un vero danno da stime troppo basse non siano i collezionisti che vendono o acquistano, ma i galleristi. Preferirebbero sempre stime allineate con i loro listini.”

Su questo punto concordo pienamente.OK!
 
A dirla tutta, a me sembra che gli unici che abbiano un vero danno da stime troppo basse non siano i collezionisti che vendono o acquistano, ma i galleristi. Preferirebbero sempre stime allineate con i loro listini.”

Su questo punto concordo pienamente.OK!
Come già scritto conosco galleristi milanesi compiacenti che danno regolarmente opere al Ponte.
a loro non frega nulla della stima ..a loro interessa il risultato finale che più delle volte è sempre in linea con il loro listino
 
estraggo dal tuo post "galleristi milanesi compiacenti", e registro.
 
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