Testi di Macroeconomia

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

frankjpunto ha scritto:
Ti consiglio

Piccolo, Vitale: Metodi statistici per l’analisi economica, Il Mulino, anno 1984

è un Must, non contiene esempi numerici ma è molto orientato verso l'analisi delle serie storiche, oltre che naturalmente contenere buone basi di statistica, inferenza, non si sofferma sulle dimostrazioni.


Piccolo Vitale è sicuramente un testo valido, ma cerco qlcosa di meno manualistico...
 
re

Io all'Università di Torino ho usato questo:

Elementi di analisi macroeconomica

di Daniele Ciravegna (mio docente)

Utet
 
riuppo questa vecchia discussione, ormai sono passati 4 anni dall'ultimo messaggio.
leggevo sopra che per un approcio generale c'e' Blanchard (aazzzz 700 pagine ... tante) e per le valute De Grauwe.
c'e' qualcosa di meglio uscito in questi ultimi anni (possibilmente in italiano, possibilmente niente di troppo "filosofico" ne' ossessivamente matematico) o mi butto su quelli ?

grazie OK!
 
riuppo questa vecchia discussione, ormai sono passati 4 anni dall'ultimo messaggio.
leggevo sopra che per un approcio generale c'e' Blanchard (aazzzz 700 pagine ... tante) e per le valute De Grauwe.
c'e' qualcosa di meglio uscito in questi ultimi anni (possibilmente in italiano, possibilmente niente di troppo "filosofico" ne' ossessivamente matematico) o mi butto su quelli ?

grazie OK!

Mi permetto di risegnalare il sempre ottimo Blanchard che è uscito l'anno scorso nella sua quinta edizione edito da Prentice Hall in inglese e per la versione in italiano da Il Mulino.
 
Consiglio libro MacroEconomia

Ciao a tutti,

sono nuovo nel forum, leggo sporadicamente qualche thread che ritengo interessante.

Volevo chiedervi se potete consigliarmi un buon libro di macroeconomia che mi spieghi per bene i concetti generali del funzionamento economico globale.
Ora come ora c'e' abbastanza confusione nella mia testa e vorrei poter capire meglio come funziona la macchina dell'economia, come si genera ricchezza, ecc...

Grazie mille!
 
Io sarò polemico, ma non credo davvero che da questi testi "classici" uno possa capire come funziona il sistema economico.
Il modello IS LM ed i suoi soci credo abbiano già corrotto un numero sufficiente di menti.

Anzi, dirò una cosa: se si vuole capire come funziona, meglio partire da un testo di micro, e non di macro. Classico va bene, lì fregnacce ce ne sono poche.
 
Io sarò polemico, ma non credo davvero che da questi testi "classici" uno possa capire come funziona il sistema economico.
Il modello IS LM ed i suoi soci credo abbiano già corrotto un numero sufficiente di menti.

Anzi, dirò una cosa: se si vuole capire come funziona, meglio partire da un testo di micro, e non di macro. Classico va bene, lì fregnacce ce ne sono poche.

:)
Cosa suggerisci ?
 
Se vuoi un libro senza tropp matematica, consiglio "Macroeconomics" by N. Gregory Mankiw, che pero' andrebbe letto dopo il suo Principle of Macroconomics, dove invece la matematica c'e'....
 
Io sarò polemico, ma non credo davvero che da questi testi "classici" uno possa capire come funziona il sistema economico.
Il modello IS LM ed i suoi soci credo abbiano già corrotto un numero sufficiente di menti.

Anzi, dirò una cosa: se si vuole capire come funziona, meglio partire da un testo di micro, e non di macro. Classico va bene, lì fregnacce ce ne sono poche.

:)
Cosa suggerisci ?

Io suggerirei "Microeconomics" di Samuelson e Nordhaus. Inoltre condivido il consiglio di kasparek di partire da testi micro, anche perchè l'importante Nuova Macroeconomia Classica propone la microfondazione delle sue ipotesi di partenza. E i Nobel conferiti negli ultimi anni a tutti gli esponenti della NMC, ultimi proprio Sims e Sargent, ne dimostrano tutta l'opportunità di studiarla bene...
 
E' difficile dire che libri "scolastici" suggerire, per me.

Però davvero io consiglio di partire da micro: domanda ed offerta, prezzi e quantità, concorrenza e monopolio, "surplus" (come si crea, chi se lo piglia), cosa succede con le imposte, e quant'altro.
Si tratta di roba semplice, che non richiede grandi capacità di smanettare con modelli e matematica, ma molto efficace.

Immagino che un testo valga l'altro - anche se proprio Samuelson mi fa un po' specie - perchè tutto sommato si tratta di cose abbastanza pacifiche e dove non c'è chi dice tutto e chi dice tutto il suo contrario.

Poi studiare macro bene è un altro paio di maniche: i modellini semplici e classici sono delle stupidaggini di solito non aderenti alla realtà. Se si vuole qualcosa che cerchi di non essere smentito dalla realtà le cose si complicano parecchio e richiedono una quantità di impegno ben superiore.
Su queste cose lascio la parola ad altri: di certo ai libri "scolastici" abbinerei letture - anche semplici e divulgative - di autori liberali, tipo Friedman e gli austriaci.
 
grazie,

sebbene non abbia mai studiato micro conosco piu' o meno i principi fondamentali che stanno alla base dell'economia di tuti i giorni, sia per lo studio della filosofia economica alle superiori, sia per la vita quotidiana, sia perche' ho sempre vissuto in casa di commercianti.
Quello che vorrei approfondire meglio ora e' proprio la macroeconomia, totalmente oscura ai miei occhi...
 
Mass-Colell, Winston, Green, Microeconomic Theory, Oxford University Press, 1994
(anche se è un pò difficile)

Il termine stesso "macroeconomia" non esiste ed è fuorviante. È stato inventato dai seguaci di quel venditorie di olio di serpente di JM Keynes, perché le cose che diceva il lord avrebbero cancellato tutto il pensiero economico. Dunque si sono inventati questa simpatica finzione secondo cui gli agenti sono utility maximizing, ma poi misteriosamente a livello aggregato fanno C=a+cY

Non esiste "micro" e "marco", esiste l'economia.
 
Ultima modifica:
Mas-Colell è bello ma t'ammazza come introduzione :D

IMHO il libro di Samuelson è interessante, leggermente meno complesso del Mas-Colell.
 
scusate quindi alla fine per uno che parte dal principio,senza troppa matematica e in italiano che consigliereste??

grazie :D
 
salve! c'è qualche libro che può rispondere in maniera generalizzata (non generale ^^) alle 8 domande da me proposte in questo topic http://www.finanzaonline.com/forum/macroeconomia/1375635-confronto-italia-spagna-2.html ?

Secondo me fai molto prima a chiedere che ti rispondano qui, alcuni quesiti non sono difficili, tanto che posso rispondere persino io.

Dunque:

4) perchè è così banale considerare le percentuali di crescita del PIL? certo la dimensione storica impone il riconoscimento di un trend nella serie ma cmq è un dato importante. e se questo non è vero (o è impreciso) quale è il fattore che rende relativo tale dato? [si faceva l'esempio del Vietnam]

Il Pil, che è il calcolo dei beni e servizi prodotti in un anno all'interno di un determinato paese, misura per così dire l'"ampiezza" dell'attività economica. Con questo dato si possono fare utili confronti fra paesi.
Raggiunti certi livelli di sviluppo, il Pil cessa di essere una misura interessante, perché è stato dimostrato che il livello di benessere delle persone (alcuni usano il termine "felicità") da un certo punto in poi non aumenta più, anzi scende lievemente.
Certo, se il paese è fortemente indebitato, il Pil comincia a contare parecchio; non tanto in sé quanto la capacità di farlo crescere, che viene considerata un indicatore della possibilità di restituire i debiti contratti.

5) la composizione del debito pubblico è o non è importante rispetto all'incertezza legata alla sua solvibilità? [sto pensando al TARP statunitense]

Non mi è chiara la domanda. Ti riferisci al tipo di utilizzo dei soldi presi in prestito? In questo caso conta poco, perché la parte più consistente del debito dei paesi avanzati è costituita da debiti pregressi e quindi incide molto relativamente la parte contratta di recente per far fronte alla crisi finanziaria. E comunque non si tratta di investimenti volti ad ammodernare il sistema produttivo e quindi, teoricamente, ad alzare il Pil.

6) spread e crescita PIL non dovrebbero avere correlazione positiva? e se non è vero perchè?

E' negativa. Se il PIl italiano ricomincia a crescere allora la possibilità di restituire il debito aumenta. Di conseguenza si riduce il divario di rendimento con i titoli di Stato tedeschi a 10 anni (è questo lo spread), presi come benchmark essendo attualmente la Germania il paese più affidabile sotto questo profilo. (In generale, più un titolo è rischioso, più l'interesse che paga, cioè il rendimento, è elevato.)

7) perchè la situazione giapponese (rapporto deficit/PIL =220%) è meno preoccupante di quella italiana (=115%)? è sempre legata alla scarsa fiducia nella classe politica di affrontare misure strutturali e quindi in ultima analisi la fiducia nella solvibilità dello stesso?

Perché il debito dei giapponesi è in mano prevalentemente ai giapponesi stessi. Finché non crolla la fiducia dei piccoli risparmiatori giapponesi, il sistema può andare avanti tranquillamente così.
 
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