Donaldino, il catalogo è questo. Osservate, leggete con me...

Donaldino dittatore transitorio

L’America nel 2024 non saprebbe difendersi da un altro golpe elettorale – La Voce di New York

Il presidente voleva violare la costituzione, rimanere al potere e diventare una sorta di neo dittatore transitorio. Alla fine ha prevalso il senso civico di Pence, ma non va dimenticato che alla Camera ci sono stati ben 124 deputati repubblicani hanno votato contro la certificazione della vittoria di Biden. È questa l’America che fa paura. Un’America ideologizzata e armata che potrebbe puntar ad una vera rivolta nel 2024 se Trump si dovesse ripresentare e perdere un’altra volta contro un candidato democratico.

Le elezioni di medio termine a novembre dovranno dimostrare se per il popolo americano sia più grave un’insurrezione rispetto all’inflazione. Sul comportamento di Trump durante e dopo il 6 gennaio sarà il ministero della giustizia a stabilire se la legge è uguale per tutti o se non è successo niente.
Ma se non si farà chiarezza sulla proclamazione del presidente e sull’ ”ordinato trasferimento dei poteri”, il 6 gennaio 2025 l’America potrebbe davvero finire nel chaos.

:rolleyes:

bord.jpg
 
Donaldino non dimentica San Michele (aveva un gallo...)

Usa. Pence da “eroe” americano a rivale di Trump | Notizie Geopolitiche

Pence non parlò con Trump cinque giorni dopo la certificazione di Biden ma alla fine i due fecero pace. Si tratta però di una tregua poiché Trump non dimentica. Adesso i due hanno preso strade diverse. Pence, dopo mesi di silenzio ha dichiarato in un discorso che Trump aveva torto. Secondo lui, “la presidenza degli Stati Uniti non appartiene a un singolo individuo” ma al popolo americano. Trump, da parte sua, continua nella sua “big lie”, la grande menzogna dell’elezione rubata. I due con ogni probabilità potrebbero essere rivali nelle elezioni del 2024. Pence ha ricominciato a fare discorsi e offrire il suo endorsement a repubblicani che rientrano nelle caratteristiche dell’establishment, opposto al 45esimo presidente. Pence però non ha attaccato l’ex presidente. Sa benissimo che per potere prevalere nelle primarie repubblicane avrà bisogno di questi elettori.


:rolleyes:

mike.jpg

L'ultima tentazione L'inferno di cristallo
Fino all'ultimo respiro San Michele aveva un gallo
Roma città aperta Italiani brava gente Pane amore e fantasia Amici miei
Via col vento Il vento della steppa
Balla con Jurij il piccolo cosacco...

:bow: :bow: :bow:
 
Donaldino in testa

Usa: elezioni 2024, Trump in testa ai sondaggi in un’ipotetica sfida contro Biden

Il 44 per cento degli elettori negli Stati Uniti voterebbe per l’ex presidente Donald Trump se questi sfidasse l’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, in occasione delle elezioni del 2024. Lo indica un nuovo sondaggio condotto da Emerson College, che rileva anche come il 12 per cento degli elettori preferirebbe votare per un candidato terzo. Se si votasse oggi, stando alla rilevazione, Biden si fermerebbe al 39 per cento. Il consenso a favore di Trump appare costante dal maggio scorso, quando lo stesso istituto aveva condotto un simile sondaggio. Gli intervistati intenzionati a votare per Biden, invece, sono calati di tre punti percentuali nel giro di un mese. Naturalmente al momento non è ancora detto che la corsa alla presidenza del 2024 sarà tra gli stessi protagonisti del 2020. Biden ha fatto sapere che intende candidarsi per un secondo mandato, ma nelle ultime settimane diverse voci all’interno del Partito democratico si sono levate contro tale prospettiva.

:o :bye: :bye:

don2024.jpg
 
Qui Radio America: Donaldino al gabbio. Ripeto: Donaldino al gabbio

Usa: Bannon-show, parte il processo all'ex stratega di Trump


Il 5 gennaio 2021 Trump e Bannon avrebbero parlato telefonicamente almeno due volte. E l'ex stratega era - secondo indiscrezioni - al Willard Hotel di Washington nei giorni precedenti all'assalto in qualità di componente del 'command center' dei fedelissimi di Trump, al lavoro giorno e notte per negare a Joe Biden la presidenza.
Proprio sui giorni precedenti il fatidico 6 gennaio la commissione speciale per l'assalto a Capitol Hill vuole sentire Bannon. E l'ex stratega, dopo un anno di rifiuti, è ora pronto a farlo: vuole raccontare la sua versione dei fatti, forse in accordo con Trump che, in un'eventuale testimonianza del suo ex braccio destro, potrebbe contare sull'unica voce amica di fronte a una commissione "fantoccio", come l'ha spesso definita, e dove siede la nemica per eccellenza Liz Cheney.


:rolleyes:

cover-july-29-2022.jpg
 
La rivoluzione di Donaldino

Trump, rivoluzione radicale per il 2024

Donald Trump e i suoi alleati stanno lavorando a un piano radicale per ridisegnare il governo americano nel caso in cui il tycoon dovesse candidarsi alle elezioni presidenziali 2024 e vincere.

Secondo quanto riportato da Axios, il piano prevede la rimozione di migliaia di dipendenti pubblici e la loro sostituzione con i fedelissimi dell'ex presidente e coloro che meglio rappresentano l'ideologia dell'America First.

L'obiettivo è quello di una 'pulizia' radicale del governo tramite lo 'Schedule F', il nome del piano segreto, per mettere fine alla 'farsa' dei dipendenti non schierati politicamente e che invece sono stati scelti dai democratici per minare l'attività dei presidenti repubblicani.

:o

23072022-issue.jpg
 
Donaldino dimostrabilmente colpevole

Trump “dimostrabilmente colpevole” del crimine il 6 gennaio: Laurence Tribe

Laurence Tribe, professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Harvard, ha dichiarato sabato di ritenere che Donald Trump sia “dimostrabilmente colpevole” di aver commesso un crimine il 6 gennaio 2021, elencando diverse possibili accuse che l’ex presidente potrebbe dover affrontare dal Dipartimento di Giustizia.

Se alla fine Trump dovesse essere accusato del reato di ostacolo a un procedimento ufficiale, potrebbe rischiare una multa e fino a cinque anni di carcere se condannato.

Tribe ha lanciato la possibilità che l’ex presidente potesse anche essere incriminato per cospirazione sediziosa, dicendo che c’erano “prove molto forti” di colpevolezza. L’esperto di diritto costituzionale ha anche suggerito che Trump potrebbe essere accusato di aver frodato il paese e di aver favorito una violenta insurrezione.

:rolleyes:

insu.jpg
 
Donaldino al tappeto

6 gennaio, il cerchio si stringe: gran giurì chiama a testimoniare l’ex legale della Casa Bianca

Un gran giurì federale ha convocato l’ex consigliere legale della Casa Bianca Pat Cipollone, i cui avvocati hanno già avviato le trattative per la deposizione.

Non è chiaro quale grand jury federale abbia spiccato la richiesta di convocazione: se quello che indaga sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio o quello sul complotto ordito dagli avvocati di Trump per sostituire i grandi elettori al fine di ribaltare il risultato elettorale. Ma il segnale che il Dipartimento della Giustizia ha mandato è inequivocabile: le indagini sono in corso.

La convocazione di Cipollone è un segnale molto forte e pericoloso per l’ex presidente Trump. Rafforza la serietà dell’indagine su una vicenda che molti repubblicani minimizzano addossando tutte le responsabilità a John Eastman, l’avvocato che ha praticamente escogitato il folle piano per ribaltare le elezioni “, ha detto il congressman Adam Kinzinger alla CNN. Aggiungendo che che la convocazione di Cipollone probabilmente segnala che l’indagine del Dipartimento di Giustizia ha un “interesse molto profondo” per ciò che ha fatto Trump. “Vedremo dove l’indagine andrà a finire. Ma non c’è dubbio che questa inchiesta si è sviluppata ulteriormente rispetto a qualche mese fa”.

:rolleyes:

donpunch.jpg
 
Strada spianata per Donaldino?

Trump, ecco perché la perquisizione dell’Fbi può favorirlo: una mancata incriminazione lo lancerebbe verso la candidatura per il 2024

E' chiaro a tutti, anzitutto nel partito repubblicano, che l’irruzione degli agenti federali offre a Trump un’immensa opportunità: quella di soffiare sul fuoco della persecuzione politica, trasformando l’ex presidente in una vittima, nell’alfiere della resistenza a un regime che cerca incessantemente di privare gli americani delle loro più sacre libertà. “Possiamo chiudere qua”, è stato il commento di John Thomas, uno stratega repubblicano che lavora alla candidatura di Ron DeSantis per le presidenziali 2024. Come a dire, non c’è più storia, il raid spiana la strada a Trump per il 2024, fa fuori tutti gli altri possibili candidati, compatta il mondo conservatore attorno al suo leader.

:o

stern-cover-2022-21-issue.jpg
 
Donaldino come sopra, edizione UK

Trump ridisegna il gop e si sbarazza dei dissidenti

Esiste un GOP senza Donald Trump? E Donald Trump senza GOP? Questa è la domanda principale che accompagna la lunga attesa verso le midterm ma anche l’interrogativo chiave per le elezioni del 2024. Negli Stati Uniti la vita partitica è molto differente da quella europea e si può affermare, con una certa approssimazione, che i partiti “esistono” soprattutto quando ci si avvicina alle scadenze elettorali, trasformandosi in vere macchine da guerra. Gli ultimi anni, all’insegna della polarizzazione estrema, le cose sono di gran lunga cambiate.

Il trumpismo non è morto con la sconfitta del 2020 così come un certo “bidenismo” non è davvero mai nato. Ed è proprio tra le fila del GOP che si sta consumando la vendetta di Trump, verso quel partito che da due anni è sospeso tra l’indignazione e nessuna vera alternativa al tycoon.


:o

walkuk.jpg
 
Donaldino seminatore

Trump può aver passato segreti ai russi, dice Moises Naim

Quando Trump ha ricevuto alla Casa Bianca il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’ambasciatore di Mosca a Washington Sergey Kislyak potrebbe aver condiviso informazioni sensibili di intelligence. Lo spiega alla Stampa Moises Naim, esperto del Carnegie Endowment for International Peace, che spiega come all’ex presidente degli Stati Uniti: «quando si davano informazioni sensibili a Trump si omettevano i dettagli più delicati, quelli che riguardavano per esempio le fonti e i metodi, perché si pensava ci fosse il rischio che lui li seminasse in giro. Molte volte gli veniva sottoposto il risultato finale ma non tutta la procedura che aveva portato alla sua individuazione».

:rolleyes:

box.jpg



:bow: :bow:
 
Un' occhiata all'ufficio di Donaldino

I documenti sequestrati dall'Fbi nella residenza di Trump a Mar-a-Lago

Da due giorni è diventata la foto simbolo delle perquisizioni dell'Fbi nel resort di Donald Trump a Mar-a-Lago: mostra documenti sparpagliati sul tappeto in quello che potrebbe essere il famoso "45 Office", l'ufficio del 45 presidente degli Stati Uniti. I media americani hanno analizzato l'immagine per cercare di cogliere più aspetti dalla foto. Nell'immagine appaiono documenti "molto segreti", alcuni legati all'attività di intelligence satellitare e altri raccolti da testimonianze di "spie" che lavorano in incognito.

:rolleyes:

dondoc.jpg
 
L'ombra di Donaldino

Trump sostiene il suo amico Bolsonaro: "E' un bravo ragazzo..."

8 Settembre 2022 - 16.44

Jair Bolsonaro ha rimediato l’appoggio elettorale del suo omologo – per ideologia – Donald Trump. L’ex numero uno della Casa Bianca giovedì ha dato il suo “pieno sostegno” alla campagna di rielezione del leader brasiliano, “un bravo ragazzo”, nelle parole dell’ex presidente americano.

“Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, il Trump dei Tropici come è soprannominato, ha fatto un ottimo lavoro per il meraviglioso popolo brasiliano”, ha elogiato Donald Trump sulla sua rete social, Truth Social.

Il leader brasiliano di estrema destra è un grande estimatore di Donald Trump, noto come lui per l’ uso inopportuno dei social network, il suo stile provocatorio e i numerosi slittamenti. “È un ragazzo eccezionale che ha il mio pieno sostegno”, ha assicurato il miliardario repubblicano.

:o :bye::bye:

20220910_DE_US.jpg
 
La cautela di Donaldino

Trump si fa cauto e medita di rinviare l'annuncio della sua corsa nel 2024

Donald Trump sta considerando di aspettare dopo le elezioni di Midterm per lanciare la sua terza campagna presidenziale, per le difficoltà giudiziarie legate all’inchiesta sui documenti classificati e il timore che alcuni dei suoi candidati al Senato possano essere più deboli di quanto pensasse.

Lo riferisce la Cnn citando alcuni fonti a lui vicine. Finora le indiscrezioni avevano indicato il weekend del Labor day (il prossimo) come data del possibile annuncio.

Anche diversi consiglieri di Trump sarebbero favorevoli all’idea di attendere le midterm di novembre, adducendo questioni economiche legate alla gestione dei finanziamenti. “Tutti ragionavano partendo dal presupposto che poco dopo il Labor Day sarebbe stato il momento migliore per il lancio – ha detto uno di loro – ma le cose sono cambiate e gli e’ stato detto di occuparsi prima delle questioni legate all’Fbi”.

:rolleyes:


Yuge - slang dictionary

Trump’s use of yuge proved particularly notable because he boasted about personal accomplishments (how he “built a yuge company”) often. Trump used yuge throughout his campaign: during television interviews (“I’m a yuge second amendment person”), stump speeches (“New Hampshire has a yuge heroin problem”), and in presidential debates (“We have to get very tough on cyber warfare. It is a yuge problem.”)

:o

Ami584.jpg

Biden-is-now-BEATING-Trump-in-a-hypothetical-rematch-by.jpg
 
L'erede naturale di Donaldino

L'incognita DeSantis: "Un Trump ma con il cervello"

E DeSantis cos’è? C’è chi lo chiama l’erede naturale di Trump, e chi invece ne vede il probabile antagonista principale nel 2024. DeSantis, che ha implementato alcune delle politiche più blande nei confronti del Covid-19, schierandosi contro l’obbligo della mascherina e dei lockdown, ha un curriculum presidenziale: Yale, poi Harvard Law, la marina nei corpi speciali e l’Iraq nel 2007. Ha 43 anni ed è sposato con la giornalista televisiva, specializzata in programmi sul golf, Casey Black; hanno tre figli, Madison, Mamie e Mason. Alcuni lo definiscono “un Trump ma con il cervello”.

:o

ronde1.jpg




 
Raffica di iniziative anti-Donaldino

Usa 2024: le inchieste saranno trampolino di lancio per Trump?

La raffica di iniziative anti-Trump stimolano la solidarietà dei repubblicani verso l’ex presidente. Anche chi nel partito lo critica e molti che nelle primarie hanno preferito candidati non appoggiati da lui intravvedono nel cumulo di azioni quello che noi chiameremmo un ‘fumus percecutionis’ o una ‘giustizia ad orologeria’. Ma c’è chi pensa che, in chiave elettorale, verso il voto di midterm dell’8 novembre e le presidenziali del 2024, i repubblicani e il magnate possano persino trarne vantaggio. A meno che non ne risultino misure che interdicano l’ex presidente dai pubblici uffici (resta, però, da vedere se sarebbero valide, in caso di elezione alla presidenza).

:rolleyes:

W20v37cover-2.png
 
Donald, quanto ci manchi...i pazzi democratici ci stanno portando dritti verso la guerra nucleare...
 
Indietro