Ipo h-farm

H-Farm: scadenza degli obblighi di lock-up, sale flottante
26/05/2017 13:19 di Luca Fiore QUOTAZIONI H-Farm

Scadono oggi gli obblighi di lock-up su 56.558.748 di azioni ordinarie, pari al 63,38% del capitale, H-FARM. È quanto emerge da una nota diffusa dalla società. A partire da domani, il flottante sarà di 34.087.902 azioni salendo così dal 36,34% al 38,20%. Il titolo a Milano perde un punto e mezzo percentuale a 0,827 euro.
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ma non ho capito . . . HFARM acquisisce luxottica ? :D

Titolo: 15:48 H-Farm: domani al via H-ACK Luxottica

Testo:
MILANO (MF-DJ)--Aggregazione, strategia e integrazione.

Queste le parole chiave della seconda edizione, che si tiene domani e
domenica 28 maggio, di H-ACK Luxottica, l'hackathon organizzato da
Luxottica in collaborazione con H-Farm, societa' quotata su Aim Italia e
uno degli incubatori di startup piu' importanti d'Italia.

Anche quest'anno, come nell'edizione 2015, con un format consolidato,
Luxottica ha intrapreso un percorso per valorizzare i talenti,
un'opportunita' che rispetto alla precedente edizione permette anche ai
dipendenti di partecipare.

In 24 ore non-stop, come si legge sul sito di Luxottica, i partecipanti,
messi di fronte al brief dell'azienda, dovranno presentare un progetto che
risponda alla sfida di disegnare nuove esperienze di acquisto per il
consumatore dei marchi Luxottica.

I giovani talenti che prenderanno parte a H-ACK Luxottica potranno
dimostrare spirito imprenditoriale e sensibilita' nei riguardi di un
mercato in continua evoluzione.

I progetti verranno valutati da una giuria imparziale, composta da
manager di H-farm e rappresentanti di altre aziende. Il giudizio si
basera' su diversi criteri, quali, per esempio, creativita' e innovazione,
fattibilita' e scalabilita' e portera' alla premiazione delle idee piu'
meritevoli.
fus
marco.fusi@mfdowjones.it
(fine)

MF-DJ NEWS
2615:48 mag 2017
 
i dati parziali dell'OPA che è in corso si trovano da qualche parte ? dico per es. quanti hanno aderito fin ora ecc.

quota un 2% sotto il prezzo di OPA
 
Titolo: 08:32 H-Farm: adesioni per 7mln azioni a Opa volontaria, domani pagamento

Testo:
MILANO (MF-DJ)--H-Farm, incubatore di startup quotato sull'Aim Italia,
ha confermato i risultati provvisori sull'Opa volontaria che hanno visto
portare in adesione all'offerta 7.137.771 azioni, con un coefficiente di
riparto pari a 35,025%.

Gli aderenti all'Opa, si legge in una nota, sono costituiti per il 45%
da investitori privati pre Ipo, per il 40% da investitori istituzionali
proprietari, per l'8% da investitori istituzionali gestori e per il
residuo da altri investitori privati.

Per effetto dell'applicazione del coefficiente di riparto e dei relativi
arrotondamenti, alla data del pagamento H-Farm acquistera' 2.500.000 di
azioni pari a circa il 2,80% del capitale sociale, per un controvalore
complessivo di 2.125.000 euro e ilcorrispettivo, pari a 0,85 euro per
azione, sara' pagato domani, venerdi' 22 giugno.
com/gtd

(fine)

MF-DJ NEWS
2208:31 giu 2017
 
Titolo: 08:58 H-Farm: dopo Opa volontaria concluse due operazioni di M&A

Testo:
MILANO (MF-DJ)--H-Farm - incubatore di startup quotato su Aim Italia -
dopo l'Opa volontaria appena conclusa ha siglato due importanti accordi di
M&A in ambito industry ed education.

La prima operazione, spiega una nota, riguarda l'acquisizione del 100%
di Celi - Language Technology, societa' torinese, riconosciuta a livello
internazionale, leader nel campo dell'intelligenza artificiale, del
machine learning e dell'analisi del linguaggio.

Celi - che si avvale di una ventina di dipendenti e di una rete
internazionale di consulenti madrelingua, operando in Italia e all'estero
- andra' ad arricchire l'offerta della divisione Industry di H-Farm.

Il valore complessivo dell'operazione e' di 2,3 mln, di cui 1,2 mln con
corrispettivo in denaro e il restante con l'attribuzione in azioni di
H-Farm, da poco acquisite con l'operazione di Opa (il 50% erogate alla
data di sottoscrizione dell'accordo e il restante 50% al 30 giugno 2018,
con obbligo di lock- up a 18, 24, 30 e 36 mesi).

Il secondo accordo, invece, e' relativo all'acquisizione della Little
English School, la scuola internazionale di Vicenza, che entra a far parte
a tutti gli effetti dell'offerta formativa dell'incubatore di startup,
dopo la firma del preliminare lo scorso 8 giugno.

Il valore dell'operazione ammonta a 535.000 euro di cui 250.000 con
corrispettivo in denaro e il restante in azioni di H-Farm, con obbligo di
lock up a 12, 18 e 24 mesi.

"I risultati del primo semestre sono molto buoni e sono contento che
dopo aver consolidato i nostri segmenti di servizio, Consulenza e
Formazione, oggi iniziamo ad arricchire la nostra offerta con un
gioiellino dell'area tecnologia ed allarghiamo la famiglia dei nostri
studenti conuna bella realta' scolastica del nostro territorio", ha
dichiarato Riccardo Donadon, fondatore e amministratore delegato di
H-Farm. "Chiusa la fase dell'Opa ora siamo rientrati in una fase di
sviluppo che mira a espandere e rendere sempre piu' solido il nostro
modello di business".
com/gco

(fine)

MF-DJ NEWS
2708:57 giu 2017
 
H-Farm: continua la sua strategia di crescita con due ulteriori
acquisizioni in ambito Education, BigRock, la prima scuola
in Italia di computer grafica e l'English International School di Rosa'.


(fine)

MF-DJ NEWS
2908:40 giu 2017
 
bello

H-FARM (AIM) – AL VIA IL PIANO DI BUYBACK
08/09/201716
H-Farm dà avvio al piano di acquisto e di vendita di azioni proprie in esecuzione della delibera dell’assemblea dei soci dello scorso 21 aprile 2017.

Per la sua esecuzione la piattaforma di innovazione quotata su Aim da novembre 2015 ha dato incarico a Mediobanca ad operare in qualità di intermediario specializzato per l’acquisto di un quantitativo massimo di 2,5 milioni di azioni. Il numero non potrà mai superare in qualunque momento il limite massimo consentito dalle disposizioni di legge e in ogni caso non oltre i 5 milioni di azioni.

Il piano di buyback è volto a contenere eventuali anomalie delle quotazioni del titolo e a regolarizzare l’andamento delle negoziazioni e dei corsi legati ad un eccesso di volatilità o di scarsa liquidità degli scambi.

Il tutto attraverso la costituzione di un “magazzino titoli”, al fine di concretizzare operazioni straordinarie di M&A nei settori della formazione e dei servizi alle aziende, ambiti industriali del modello di business di H-Farm.

H-Farm ha chiuso la seduta di ieri in rialzo del 2,2% a 0,78 euro con 15.000 titoli scambiati (30mila pezzi la media degli ultimi 30 giorni). Da inizio anno le azioni hanno guadagnato il 15,5 per cento.
 
Ciao Mele, visto che segui solo tu questo 3D scrivo a te! Tra un pochino ci sarà la semestrale e vedendo tutte le acquisizioni si può ipotizzare una non troppo male anche se da quando ha aperto gli tili netti sono stati sempre negativi: -477 (2014), -4,929 (2015), -6,288 (2016) in migliaia di euro, ma con ricavi nettamente in crescita (non ho mai capito come faccia un'azienda a sopravvivere con solo passivi). Quindi potrebbe essere che si salga in attesa della semestrale. Cosa ne pensi?
 
è un titolo che scambia 2 lire quindi lo portano dove gli pare in un attimo

non saprei dirti io faccio tradatine di breve o brevissimo

ma qua se vuoi entrare con cifre importanti svuoti il book lo stesso per uscire . . .
 
Non entrerei con cifre importanti, ci rifletto grazie!
 
Ma perchè nessuno segue questo titolo dal roseo futuro?
 
a 0,75 ci stavo facendo un pensierino....mi è scappata....comunque, anche questa, mai andata sopra il prezzo ipo di 1 euro.....
 
https://www.corriere.it/economia/18_aprile_20/campus-h-farm-bloccato-cavillo-ci-spostiamo-milano-donadon-ed9b1444-43ff-11e8-8c6c-5ab8ac5380d3.shtml
 
Veramente, i conti resi pubblici, sembrerebbero tutt'altro che "non male".


24/03/2017 - 10:33

Opa e buyback per 5 milioni di azioni

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 24 mar - H-Farm,
l'acceleratore di startup di Roncade (Treviso), ha chiuso il
2016 con un valore di produzione in aumento a 31,9 milioni
(+30% rispetto al 2016), a fronte di una perdita d'esercizio
di 6,2 milioni e un Ebitda negativo di 3 milioni. I risultati
rispecchiano le attese del gruppo. Lo ha comunicato questa
mattina la societa', quotata sul segmento Aim da novembre
2015. Nel dettaglio, il valore di produzione
dell'acceleratore trevigiano e' dipeso in larga parte dalla
divisione di servizi alle imprese 'industry' (28,1 milioni,
+25,7%), mentre rivestono una quota ancora marginale la
divisione di formazione 'education' (comunque in crescita da
2 a 3,3 milioni, +69,6%) e quella dedicata agli investimenti
(da 414mila a 117mila euro). Il gruppo attribuisce la
performance negative dell'Ebitda ai massicci investimenti in
education e ai costi corporate che non 'sono ancora in grado
di generare ricavi'. Tra le spese piu' incisive l'aumento del
personale, incrementato da 239 a 309 unita' nella fase
successiva alla quotazione. Quanto allo stato patrimoniale,
l'acceleratore registra un patrimonio in calo di 6 milioni (a
33,3 milioni da 39,8 milioni) e debiti in aumento da 10,9 a
13,7 milioni. La societa' ha proposto all'assemblea dei soci
una Opa su 2,5 milioni di azioni proprie con forchetta di
0,7-0,9 euro e un'operazione di buy back dello stesso valore,
finalizzate anche a operazioni straordinarie.

Col-mag

(RADIOCOR) 24-03-17 10:33:56 (0198) 5 NNNN


Vedi l'allegato 2380815


Passato un anno, aggiorniamo lo status:

27/03/2018 - 11:27 H-Farm: valore produzione 2017 a 47,9 mln (+47% a/a)

MILANO (MF-DJ)--Il Cda di H-Farm, piattaforma di innovazione quotata sull'Aim Italia, ha dato l'ok ai conti 2017 dai quali e' emerso una crescita dei ricavi del 47% a/a con un valore della produzione che ha raggiunto i 47,9 milioni con una crescita di 15,3 mln sul 2016, ben oltre le previsioni e le attese del mercato.
L'andamento delle tre business unit, spiega una nota, conferma la divisione che si occupa delle soluzioni per la Trasformazione Digitale come motore della crescita e della redditivita', oltre che la forte espansione dell'Education trainata dalle acquisizioni.
L'Ebitda e' risultato in miglioramento malgrado i continui investimenti nell'area education ma ancora negativo per 1,6 milioni rispetto ai -3 mln del 2016.
Tra i costi H_farm ha aumentato molto il costo del lavoro passato da 12,1 mln del 2016 ai 21,2 milioni nel dato proforma 2017, incremento ascrivibile alle operazioni di M&A e alle nuove assunzioni che nel 2017 contano 124 nuove risorse raggiungendo la soglia di 521 persone.
La perdita si e' attestata a 6,2 milioni, sostanzialmente in linea con l'esercizio precedente dopo ammortamenti su immobilizzazioni immateriali per 2,6 milioni, in crescita rispetto a 1,7 milioni dell'esercizio precedente e in maggior parte ascrivibile alla necessita' di ammortizzare in dieci anni l'avviamento generato dalle operazioni di M&A.

hfarm.jpg
 
Vediamo come si muoverà nei prossimi mesi, certo che il blocco (stupido) della regione per i lavori di costruzione delle nuove scuole rallenterà solamente i tempi per l'avvio dei nuovi interessanti progetti in altre sedi, che comunque certamente avverranno......
 
H-Farm (Aim) - Conferma parole Ad su operazioni straordinarie
27/08/2018 08:37 MKI
In un comunicato reso noto venerdi' pomeriggio, a mercati chiusi, H-Farm ha confermato le anticipazioni del Presidente e Ad, Riccardo Donadon, riportate in un’intervista su “Il Sole 24 Ore” lo scorso 22 agosto.
In particolare la societa' veneta, piattaforma di innovazione in grado di supportare la creazione di nuovi modelli d'impresa e la trasformazione ed educazione dei giovani e delle aziende italiane in un'ottica digital, ha ribadito che si stanno valutando alcune operazioni straordinarie di crescita per linee esterne, non ancora definite nei dettagli e per le quali non sono stati firmati accordi vincolanti.
Qualora tali operazioni/azioni/interventi si concluderanno entro l'anno solare, porterebbero a un Ebitda positivo nel bilancio pro-forma della societa' e consentirebbero di raggiungere il target dei 100 milioni di fatturato gia' dal 2019.

Ora 0,78 +5,69% (+0,042€)
 
Rai1 ha portato inconsapevolmente fortuna a Bio On dopo un servizio della trasmissione Petrolio su quella società....e lo stesso presentatore anni fa ospitava un servizio su un altra società quotata su AIM ossia H-Farm nella trasmissione Uno Mattina...
In 4 anni di acqua sotto i ponti ne è passata ma questo servizio rende un idea di cosa sia questa realtà che in molti definiscono la "Apple italiana".

H-FARM a UnoMattina - YouTube

La scuola di H-Farm citata da Tim Cook nell’evento Apple sul futuro del coding

L'Italia che funziona: H-FARM - YouTube

H-FARM - Allo studio operazioni per crescere per la small cap trevigiana - Websim Action
 
Ultima modifica:
Conte in Cina, il movimento di H-Farm e le similitudini di intento...

DOMENICA, 26 AGOSTO 2018 18:51
I piani del governo in Cina, dall'economia all'immigrazione
Written by Redazione Esteri
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I piani del governo in Cina, dall'economia all'immigrazione
Intervista al sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci, l'uomo incaricato dall'esecutivo per la missione a Pechino del prossimo settembre

Il governo Conte esplora l’Oriente. Manca poco alla partenza del sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci per la sua prima missione in Cina (dove ha vissuto dieci anni), che si svolgerà tra fine agosto e inizio settembre, in parallelo a quella del ministro dell’Economia Giovanni Tria (27 agosto-1 settembre). Due missioni distinte con l’obiettivo convergente di rafforzare il dialogo economico tra Italia e Cina. La visita di Geraci è mirata all’aumento della cooperazione commerciale e degli investimenti.

Non solo: il Mise, che ha da pochi giorni lanciato la Task Force Cina, vuole aumentare l’interscambio commerciale con Pechino e la quota di investimenti diretti. Per farlo deve risolvere l’handicap che da sempre condiziona negativamente l’approccio dell’Italia nei confronti della Cina, che risulta frammentario e anti-sistemico. Il governo italiano appare ora intenzionato a elaborare una “nuova strategia nazionale di sistema, dice il sottosegretario in una intervista all’Agi.

Geraci parte da solo per una “missione esplorativa”, mirata a riagganciare i contatti nel mondo delle istituzioni e delle imprese, rinverdendo la solida rete di connessioni che il professore ha costruito negli ultimi anni in Cina, soprattutto a Shanghai, dove insegna finanza in prestigiose università, con lo scopo di preparare la “futura” missione con il ministro Luigi Di Maio, e una serie di incontri con le imprese in occasione degli eventi fieristici di Chengdu e di Shanghai, tra settembre e novembre. In cima all’agenda, l’attrazione di investimenti greenfield, soprattutto nei porti e nelle infrastrutture. Si parlerà anche di Alitalia, per la quale si ipotizza l’ingresso di capitali cinesi. Il sottosegretario chiarisce subito il dossier: “Per Alitalia cerchiamo un investitore non finanziario, asiatico e non necessariamente cinese, un azionista di minoranza con un progetto strategico”.

Tria, come anticipato dal Corriere della Sera, andrà a cercare investitori che possano sostituire la Banca centrale europea nell’acquisto di titoli italiani. Con l'agenzia di rating Moody’s che ha rivisto al ribasso le stime di crescita del pil italiano dall'1,5% all'1,2% per il 2018, e la fuga degli investitori stranieri dalle obbligazioni italiane (70 miliardi in due mesi secondo le stime della Bce), forse non è un momento favorevole per piazzare i bond e cercare investimenti.

Alcuni mesi fa, prima della nascita del governo giallo-verde, Geraci suggeriva l’opzione cinese per l’acquisto di titoli del debito italiano sul blog di Beppe Grillo, in un articolo che affrontava molti altri temi sui quali Italia e Cina possono cooperare, tra cui, appunto, la gestione del debito e dello spread. Del resto, in quel periodo insegnava Fixed Income Analysis alla New York University di Shanghai, quindi il professore si intende di debito e di obbligazioni. Del resto la Cina possiede 3mila miliardi di dollari equivalente in riserve valutarie. Nel lungo articolo il professore illustrava alcuni dei capisaldi del Piano Geraci, che ha l’obiettivo dichiarato di evitare di farsi travolgere dall’avanzata cinese sulla scena mondiale, cercando di cavalcare l’onda dei progetti strategici lanciati da Pechino: la Nuova Via della Seta e Made in China 2025, “uno tsunami che spazzerà via la manifattura europea a meno che non siamo in grado di trasformare un rischio in una opportunità”.

Non solo: Geraci è convinto che la Cina possa aiutarci a gestire il flusso di migranti in arrivo dall’Africa rafforzando la cooperazione tra Pechino e Roma sul continente africano. Il tema da cui parte questa intervista. “Abbiamo creato la Task Force Cina per analizzare il modello cinese, per capire quali sono le aree sulle quali possiamo cooperare con la Cina”

Anche in tema di migrazione?

"La Cina ha gestito negli anni dieci anni un flusso migratorio interno tra le zone rurali e le zone urbane di circa 15-20 milioni di persone l’anno, per un totale di centinaia di milioni. Per me questo è un caso di analisi interessante perché il controllo del flusso migratorio è stato uno dei pilastri del successo, della stabilità e continuità della crescita economica degli ultimi 40 anni; anche se ha pagato un prezzo sociale, nell’insieme il sistema ha retto molto bene".

Ma per questo governo resta fondamentale la redistribuzione dei migranti

"Sulla redistribuzione delle migliaia di migranti che probabilmente arriveranno nei prossimi mesi, si possono trovare accordi temporanei. Il problema però non è come gestire le poche migliaia che arrivano di anno in anno, ma come gestire il potenziale migratorio dei prossimi dieci, venti, trent’anni, che riguarderà centinaia di milioni di persone. Ci tengo a ribadire un punto: questo governo non è contro l’immigrazione ma è contrario ai migranti illegali".

Ci spieghi

"Nei miei anni trascorsi all’estero mi è sempre stato chiaro che l’obiettivo della Lega, ora al governo con i Cinque Stelle, non è stato quello di essere contro l’immigrazione ma contro i migranti illegali; un dibattito chiaro dalla risposta ovvia. Mi sorprende invece costatare che, arrivando in Italia, i media e gli osservatori siano divisi su questo tema. Sul versante economico, non abbiamo mai detto che i migranti legali non portano beneficio alla nostra economia. Il contributo economico di un migrante sul pil pro capite è positivo se il nuovo arrivato produce più del reddito pro capite nazionale. Se invece il valore prodotto mediamente dai migranti è al di sotto della media nazionale, il pil procapite si abbassa. Chi è a favore della migrazione illegale dovrebbe suggerirmi fino a che punto è disposto a vedere il proprio reddito scendere"

In che modo la Cina può aiutarci a gestire i flussi migratori?

"Il problema è come stabilizzare la situazione sociale ed economica dell’Africa. Per farlo la Cina può venirci in aiuto. Pechino ha investito in Africa oltre 300 miliardi. Numeri, fatti, senza ideologia. Il tasso di povertà in Cina ha cominciato a decrescere a partire dalla metà degli anni ’90 (dal 60% al 40%) in coincidenza con l’aumento degli investimenti cinesi in Africa. Le infrastrutture nel continente africano migliorano, il Pil sale. La Cina sta portando in Africa il proprio modello di sviluppo basato su infrastrutture e urbanizzazione. Pechino non è Babbo Natale, non fa beneficienza. Va in Africa perché ha interessi commerciali, investe in risorse naturali ed energia. Gli interessi cinesi coincidono con la spinta positiva allo sviluppo sociale ed economico del continente africano. Prima che la Cina investisse in Africa, tra gli anni ’50 e gli anni ’90, il numero dei poveri era raddoppiato; il modello dell’occidente in Africa non ha dato i risultati sperati. Vogliamo avere un flusso migratorio incontrollato dall’Africa all’Europa? Non dobbiamo sottovalutare che accogliere migranti dall’Africa crea anche un forte problema per gli Stati africani che si vedono svuotati delle risorse produttive, probabilmente quelle migliori. Vogliamo che l’Africa si svuoti di risorse e di cervelli? Perché questa è la vera trappola. La Cina offre all’Europa, e all’Italia in particolare, un’opportunità storica di cooperazione per la stabilizzazione socio-economica dell’Africa che non possiamo assolutamente lasciarci sfuggire; dobbiamo quindi rafforzare la cooperazione tra in Italia e Cina in Africa".

Quindi cosa fare? Qual è la strategia del governo?

"Alla base della riduzione dei flussi migratori c’è l’economia. La prima cosa da fare è aumentare il benessere economico e sociale dell’Africa, a partire dalle industrie che impiegano capitale umano; agricoltura, infrastrutture, estrazione di risorse naturali. Ci vogliono persone per fare le ferrovie, i porti; costruttori, architetti, ingegneri. "Dove passano le merci, non passano le armi" recitava un antico brocardo. Noi diciamo, “dove cresce l’economia, la gente non lascia la propria terra”".

Sono questi i settori sui quali collaborare?

"L’Italia ha varie cose di cui l’Africa ha bisogno, tra cui agricoltura, sicurezza alimentare, dove siamo all’avanguardia, macchinari agricoli, e società che costruiscono infrastrutture in giro per il mondo. L’Italia può aiutare la Cina ad aiutare l’Africa".

Avete già accordi in cantiere per costruire la cooperazione tra Italia e Cina nei Paesi Terzi anche nell’ambito della Nuova Via della Seta?

"Siamo qui da due mesi, si lavora per disegnare la cornice istituzionale. Stiamo rivendendo i documenti che abbiamo ereditato, stiamo lavorando per arrivare a un accordo concreto".

Lo firmerete già nel corso di questa prima missione a settembre?

"Stiamo ancora definendo il programma della visita, che è di supporto alle missioni successive. Stiamo studiando con l’obiettivo di portare presto a casa accordi concreti su infrastrutture, agricoltura, macchinari. Metto tutto in un paniere: mi presento al tavolo delle discussioni con un approccio sistemico per la promozione del brand Italia".

Partiamo dalla proposta di venire a investire, cosa proporrete ai cinesi?

"Ai cinesi andiamo a proporre cooperazione win-win, sia sulla partita corrente che sul conto capitale".

Sia più preciso

"Il mio obiettivo prioritario è l’aumento dell’interscambio. Oggi esportiamo in Cina per circa 15-16 miliardi e importiamo per circa 32. Possiamo aumentare l’export, che già mostra segnali di miglioramento, ma a ma va bene anche aumentare l’import. A partire dai settori dell’agroalimentare e della meccanica. Dobbiamo aiutare soprattutto le piccole e medie imprese italiane a vendere di più in Cina, perché sono quelle che hanno più bisogno del nostro aiuto; e stimolare gli investimenti cinesi in Italia. Avendo vissuto in Cina, so esattamente cosa cercano i cinesi e cosa possiamo offrire loro. In Europa siamo dobbiamo diventare il partner privilegiata della Cina, cosa che in passato non è successo forse a causa di posizione ideologiche negativa nei confronti di Pechino, che ci ha fatto superare dai Paesi dell’Europa Centrale".

Perché i cinesi dovrebbero sceglierci?

"Per conoscenze, per know-how, per affinità culturale che li avvicini a noi molto più di quanto l’Italia non sia legata ai Paesi del Nord Europa, per posizione geografica".

Vogliamo parlare della promozione dell’Italia nell’ambito della Via della Seta?

"Il Mediterraneo viene spesso descritto come un problema perché siamo il Paese più a sud. Ma proprio perché siamo il Paese più a Sud, è bene sfruttare questa posizione in modo positivo, diventando un hub per l’Africa, per il Sud America. Il nostro problema è sempre stato sistemico: è ora di sbarazzarci di questa pecca".

Non abbiamo mai imparato a fare sistema e il risultato è che la Francia esporta circa il 35% in più dell’Italia

"Abbiamo centinaia di migliaia di imprese che esportano, ma le nostre Pmi hanno difficoltà ad accedere al mercato cinese, anche per scarse condizioni di reciprocità: dossier sui cui intendiamo lavorare. Dobbiamo spiegare meglio alle aziende italiane come funziona il mercato cinese, di cui si ha una percezione sbagliata, forse per le troppe aspettative. Risolvere questa difficoltà è uno dei nostri compiti".

In che modo?

"Uno: aggregare, partendo dai prodotti delle nostre imprese. Due: capire il potenziale di produttività delle nostre compagnie. Se vogliamo esportare di più, dobbiamo capire se possiamo produrre di più. Questo non lo dice mai nessuno. Abbiamo la capacità produttiva per sostenere le nostre esportazioni?"

Tre?

"La Cina, nelle sue dinamiche di crescita, ci dà molte indicazioni su quello vuole. L’errore che abbiamo fatto in passato è stato di cercare di vendere ai cinesi quello che noi produciamo, nella auto-illusione che tutti debbano comprare i nostri prodotti perché sono i migliori. Non è così: noi dobbiamo vendere alla Cina quello che la Cina vuole".

Cosa vuole la Cina?

"Sicurezza alimentare, per esempio. La classe media è composta da 250 milioni individui disposti a spendere per essere certi che il cibo non sia contaminato (non parliamo di gusto, su cui è difficile competere con la Cina che ha una tradizione di millenni). Non dobbiamo vendere la pizza. Dobbiamo vendere la pizza che non fa male ai bambini".

Cos’altro possiamo dare ai cinesi?

"Know-how tecnologico".

Continuiamo quindi a cedere le nostre aziende?

"Dobbiamo invertire la marcia: possiamo vendere i nostri prodotti, non le aziende".

Ma qualcuno teme che andiate in Cina a svendere i nostri asset

"Non vogliamo vendere aziende, quindi non possiamo svenderle. Noi vogliamo che la Cina venga a investire in attività di greenfield o brownfield, non solo in acquisizioni. Gli affari cinesi in Italia negli ultimi dieci anni si sono focalizzati su operazioni M&A: dei 25 miliardi di dollari entrati in Italia, neanche 2 miliardi sono stati investititi in attività greenfield. Da oggi vogliamo investimenti che portano nuovo valore, creazione di nuovi posti di lavoro sul territorio, indotto economico, e apertura del mercato cinese ai nostri prodotti".

Come ci difendiamo dal Made in China 2025 che lei ha definito uno tsunami?

"Made in China 2025 è il piano con cui la Cina vuole creare il manifatturiero avanzato e puntare sul green e sull’innovazione: non più magliettine ma intelligenza artificiale, robot, auto elettriche. Abbiamo lanciato la Task Force proprio per prepararci allo tsunami, cavalcare l’onda per renderla positiva".

Cosa mi dice degli investimenti italiani in Cina?

"Se la Cina si è concentrata in Italia su operazioni M&A, l’Italia in Cina ha fatto esattamente il contrario: molto greenfield. Le aziende decidono autonomamente, è chiaro, ma il nostro obiettivo è fornire chiare opportunità di investimento".

Dove investire?

"La partita più grossa si gioca nella green economy: il settore che in Cina crescerà tantissimo. Non mi riferisco solo alle auto elettriche, ma anche alla gestione delle smart cities, alla digitalizzazione, alla gestione dei rifiuti, al waste managenment (pulizia fiumi, laghi, terreni agricoli). Però bisogna fare presto, siamo tremendamente in ritardo".
 
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