BESAME mucho mucho...(II)



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La luna geme sui fondali del mare,
o Dio quanta morta paura
di queste siepi terrene,
o quanti sguardi attoniti
che salgono dal buio a ghermirti nell'anima ferita.

La luna grava su tutto il nostro io
e anche quando sei prossima alla fine
senti odore di luna
sempre sui cespugli martoriati
dai mantici
dalle parodie del destino.

Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo,
ma forse al chiaro di luna
mi fermerò il tuo momento,
quanto basti per darti
un unico bacio d'amore.

ALDA MERINI
Canto alla luna (Vuoto d'amore).



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"... La attrasse a sé. Lui seduto sul muro e lei in piedi di fronte, erano quasi della stessa altezza. Le gambe di Lena toccavano le sue. ... Il viso di Kostos era lì, bello, ombreggiato dalla luce fiammeggiante. Le sue labbra erano lì. Con un coraggio che arrivava da chissadove, ma non dal suo corpo, Lena si chinò appena in avanti e gli baciò le labbra. Era un bacio e una domanda.
Lui rispose attirandola a sé, premendo stretto il suo corpo contro il proprio, e il suo bacio fu lungo e profondo. Lena ebbe un ultimo pensiero, prima di smettere di pensare e abbandonarsi alle sensazioni: non se lo aspettava, che il paradiso fosse così rovente. ..."


(Ann Brashares, n. 1967, US)


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Prima di lasciare la mia stanza
mi volto e, (inchinandomi al mattino)
bacio questo cuscino, caro
dove le nostre teste hanno vissuto
e hanno riposato.

E. E. Cummings


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"Voglio che tu beva il mio te'. Sentirai, il profumo ti arrivera' all' anima". Parlava di un te' prezioso,
giuntole da Calcutta... Un profumo acuto si spandeva nell' aria... Ella verso' in una tazza la bevanda
e l' offerse ad Andrea, con un sorriso misterioso. Egli rifiuto' dicendo "Non voglio berlo in tazza ma da te"
... "Ora prendi un bel sorso"... Maria, teneva le labbra serrate, per contenerlo... E Andrea la bacio',
suggendo da essa tutto il sorso..."

(Gabriele d'Annunzio, Il piacere)


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"…Ci baciammo a lungo, non so per quanto tempo. So soltanto che fummo interrotti dal tassista che tossiva con discrezione. Quando guardai la strada, il mondo mi parve vuoto e senza senso. La luce rossa di un semaforo ci aveva fatto fermare in un punto della città che non avevamo mai attraversato. “Ci lasci qui. Quanto le devo?”
Camminammo abbracciati, senza farci neppure un cenno del nostro codice intimo. Ci limitavamo a fermarci ogni tanto a baciarci, a baciarci fino a sentire che il bisogno di respirare era superfluo…"

(Luis Sepùlveda)


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"Peccai un peccato pieno di piacere,
in un abbraccio che era caldo e ardente.

Peccai tra braccia
che erano roventi, assetate di vendetta e come ferro.

In quel luogo solitario, buio e silenzioso,
guardai i suoi occhi pieni di segreti.
Ansimante, il mio cuore trasalì nel petto
alla supplica del suo sguardo implorante.

In quel luogo solitario, buio e silenzioso,
sedetti confusa accanto a lui.
Le sue labbra sulle mie labbra stillarono desiderio.
Dimenticai le pene del mio folle cuore.

Sussurrai al suo orecchio frasi d'amore:
Voglio te, o mio amato,
Voglio te, o abbraccio vivifico,
Te, o amato mio.

Desiderio divampò nei suoi occhi;
vino rosso danzò nella coppa.
Ebbro, il mio corpo contro il suo corpo

fremette nel soffice letto.

(Forugh Farrokhzad)



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Una delle cose più tristi della nostra cultura è che sottolineiamo sproporzionatamente l’aspetto
sessuale di un rapporto. È un peccato, perché così ci lasciamo sfuggire la tenerezza, il calore.
Il bacio inaspettato, il tocco sulla spalla quando ne avete più bisogno… ecco la gratificazione «sensuale».

(Leo Buscaglia)


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"Poi lei si rigirò su un fianco,
posò il capo sul mio braccio.
La guardai.
Tutto il cielo e la terra
si specchiavano nei suoi occhi.
Seguitammo a guardarci.
Mi pareva che avrei potuto
annegarci nei suoi occhi.
Poi l’accarezzai sul viso,
ci baciammo, la trassi a me.
La strinsi.
Con l’altra mano
le frugavo fra i capelli.
Fu un bacio d’amore,
un lungo bacio di puro amore.

(C. Bukowski)


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«Disse semplicemente il mio nome...e capii che stava succedendo di nuovo.
Mi tremavano le gambe sotto la grande tovaglia bianca e avevo la testa confusa,
anche se non ero ubriaca. È cosí che m'innamoro. Era seduto davanti a me.
L'oggetto dell'amore».

Edna O'Brien, Donne che hanno innocenza e sogni da vendere


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(...) Si alzò e gli guizzò vicina. Cingendogli il collo con le braccia, gli chiuse forte il capo contro il suo cuore,
immergendogli le mani nei capelli: sentiva egli, stretta contro il seno di lei, le narici e la bocca.
Aspirava l’odore delle sue vesti di seta, e il morbido, inebriante aroma del suo corpo; a occhi chiusi si ripeteva,
serio, tra sé che ella era cieca sul suo conto.

David Herbert Lawrence


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E lui ama farle i dispetti per poi toccarle il viso e l’anima fino a baciarla,
a mangiarla: Perdo la testa se continui a ridere.

Rita Pacilio


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Il tuo nome - ah, non si può! -
il tuo nome è un bacio sugli occhi,
sul tenero freddo delle palpebre immobili.

MARINA CVETAEVA


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“Pensa non sapevo che delle labbra potessero essere così morbide.
I tuoi baci possono fermare guerre e io so che l’acqua invidia i tuoi occhi.
Così limpido nulla può essere.
Solo, semmai, la parola ‘azzurro’ quando prova a descrivere la prima luce del mattino".

Morten Søndergaard (1964) è considerato uno dei poeti danesi contemporanei più acclamati e tradotti.
 

Allegati

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Lasciami sciolte le mani
e il cuore, lasciami libero!
Lascia che le mie dita scorrano
per le strade del tuo corpo.
La passione – sangue, fuoco, baci –
m’accende con vampate tremule.
Ahi, tu non sai cosa significa questo!

Pablo Neruda


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Un bacio con Lenore è una sequenza in cui io pattino con scarpe imburrate sull'umida pista del suo labbro inferiore,
protetto dalle intemperie grazie all'aggetto madido e tiepido di quello superiore, per infine riparare tra labbro
e gengiva e rimboccarmi il labbro sin sul naso come un bimbo la coperta e da lì scrutare con occhi lustri e ostili
il mondo esterno di Lenore, del quale non voglio più far parte.“

David Foster Wallace


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"Ma un altro se stesso esultava felice, senza preoccuparsi che ella fosse o no cieca, ora che così
gli premeva la faccia contro il suo seno. Gli lisciò e gli accarezzò i capelli; fremendo si serrò
ancora il capo di lui contro il petto, come se non avesse voluto più sciogliersi da lui, e si chinò
a baciargli la fronte. Egli la prese per le braccia e così rimasero per un po’, immobili.”

David Herbert Lawrence, “Di contrabbando”


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Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che
limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo?
Perché dopo trent’anni, in un café del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato?
Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli? Perché la frase giusta
arriva sempre durante il momento sbagliato? Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia,
di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera
per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire:
‘non importa, l’importante è che sei qui’?
Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice:
‘non ti ho mai dimenticato’?
Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno
orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto
del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare,
per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano,
per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.

David Grossman


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Conosco
una piccola fata triste
che vive in un oceano
e il suo cuore in un piffero di legno
suona pian piano
Una piccola fata triste
che muore con un bacio ogni notte
E rinascerà con un bacio ad ogni alba.

Forough Farrokhzad


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“Di nuovo chiede la mia bocca lieta
d’essere benedetta dal tuo bacio,
voglio tenere le tue care dita,
ripiegarle per gioco tra le mie,
il mio sguardo assetato al tuo appagare,
nei tuoi capelli sprofondare il viso.
come membra sempre vigili e fedeli
rispondere allo slancio delle tue,
rinnovare con fiamme sempre nuove
la tua bellezza mille e mille volte,
finché, beati e grati entrambi al fato,
abiteremo sopra ogni dolore,
finché il giorno e la notte, il presente e il passato
accoglieremo con fraterno amore,
finché al di sopra d’ogni agire umano
trasfigurati vagheremo in pace.”

Hermann Hesse


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L’AMORE, TEPORE DELLA LUCE ROSSA

“O il tuo corpo! Il tuo profumo mi velava gli occhi: io non vedevo il tuo corpo (un dolce e acuto profumo):
là nel grande specchio ignudo, nel grande specchio ignudo velato dai fumi di viola, in alto baciato di una
stella di luce era il bello, il bello e dolce dono di un dio:
e le timide mammelle erano gonfie di luce, e le stelle erano assenti, e non un Dio era nella sera d’amore di viola:
ma tu leggera tu sulle mie ginocchia sedevi, cariatide notturna di un incantevole cielo."

Dino Campana


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