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Non ti chiedo di darmi un bacio. Non chiedermi scusa quando penso che tu abbia sbagliato. Non ti chiederò nemmeno di abbracciarmi quando ne ho più bisogno, non ti chiedo di dirmi quanto sono bella, anche se è una bugia, né di scrivermi niente di bello. Non ti chiederò nemmeno di chiamarmi per dirmi com’è andata la giornata, né di dirmi che ti manco. Non ti chiederò di ringraziarmi per tutto quello che faccio per te, né che ti preoccupi per me quando i miei animi sono a terra, e ovviamente, non ti chiederò di appoggiarmi nelle mie decisioni. Non ti chiederò nemmeno di ascoltarmi quando ho mille storie da raccontarti. Non ti chiederò di fare niente, nemmeno di stare al mio fianco per sempre. Perché se devo chiedertelo, non lo voglio più.
Se io fossi Dio
E avessi il segreto
Farei un essere esatto a te;
lo proverei
(alla maniera dei panettieri
Quando provano il pane, ovvero:
con la bocca),
e se questo sapore fosse
uguale al tuo, ossia
il tuo stesso odore, e il tuo modo
di sorridere,
e di stare in silenzio
e di stringere la mia mano strettamente,
e di baciarci senza farci male
- Di questo sì, sono sicuro: metto
Tanta attenzione quando ti bacio-;
allora,
se io fossi Dio,
potrei ripeterti e ripeterti
sempre la stessa e sempre differente
senza stancarmi mai del gioco identico
senza disdegnare neppure quello che fosti
per quella che saresti diventata tra un attimo;
ancora non so se mi spiego, ma voglio
chiarire che se io fossi
Dio, farei
Il possibile per essere Ángel González
per amarti così come ti amo
per attendere con calma
affinché ti creda te stessa ogni giorno,
affinché sorprenda tutte le mattine
la luce appena nata con la tua propria
luce, e scorra
la tenda impalpabile che separa
il sogno dalla vita,
resuscitandomi con la tua parola,
Lazzaro allegro,
io,
bagnato ancora
di ombre e pigrizia
sorpreso e assorto
nella contemplazione di tutto quello
che, in unione di me stesso,
recuperi e salvi, muovi, lasci
abbandonato quando – dopo – taci…
( Ascolto il tuo silenzio.
Odo
Costellazioni: esisti.
Credo in te.
Sei.
Mi basta.)
Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo,
ma forse al chiaro di luna
mi fermerò il tuo momento,
quanto basti per darti
un unico bacio d'amore.
Ancora io sento su la mia bocca fremer le tue labbra voraci... Ho amata te sola, sempre; te lo giuro.
Soltanto una volta, quando non ci vedevamo mai e io ero così disperato, tentai di far tacere l'angoscia
tuffandomi nel piacere. In una notte comprata, una orribile notte...
Ne uscii nauseato, triste, col freddo nel sangue, adirato contro me stesso, con un odio cupo contro quella donna.
Perdonami...
Cara, ti prego di abbandonare quella corazza perché non mi piace abbracciare una cassetta per le lettere.
Un bacio di venticinque minuti sul tuo collo...
Sto ridendo adesso al pensiero di quei tuoi seni da bambina. Eppure come mi si intenerisce il cuore al pensiero
delle tue spalle sottili e delle tue membra puerili. Che birichina che sei!... Vorrei che portassi indumenti intimi neri.
Vorrei che ti preoccupassi di piacermi, di provocare il mio desiderio. [...]
“Mio amore, il mio pensiero, il mio cuore ti accompagnano. Abbiamo passato ore deliziose. […] Ti amo molto, più di quanto non credi. Ti bacio forte, ti abbraccio con tenerezza violenta.
Stasera prima di addormentarti pensa al tuo devotissimo selvaggio, che è un po’ stanco, un po’
annoiato, ma tutto tuo, dalla superficie al profondo. Dammi un po’ di sangue dalle tue labbra. Tuo Benito
“Come fu che le loro labbra s'incontrarono? Come avviene che l'uccello canta, che la neve si scioglie,
che la rosa sboccia, che maggio dà i suoi fiori, che l'alba imbianca dietro gli alberi neri le cime frementi
delle colline? Un bacio, e fu tutto.”
"Anche noi fantasticavamo, ma prima dovevi verificare se il principe era azzurro o se tendeva al verde rospo. Bisogna baciarne un sacco per trovare quello che non ti allappa la lingua come i cachi acerbi".