Una raccomandata a.r. postale, se fatta in busta chiusa, certifica esclusivamente che un signore che, su sua esclusiva indicazione, dice di chiamarsi Saturalanx e di essere domiciliato in via XY n. Z in Vattelapesca, ha inviato una busta (non si sa contenente che cosa) al sig. Ido all'indirizzo JW n. K in Cadodallenubi; quando Saturalanx esibisce in giudizio la lettera contenuta, a suo dire, nella busta inviata a Ido pretendendo, per esempio, così di dimostrare di aver interrotto un termine di prescrizione, si potrebbe trovare in seri guai se Ido gli contestasse che nella busta quella lettera non c'era (in questo caso é saturalanx che deve provare che nella busta lui la lettera ce l'ha messa); così come se Ido esibisse in giudizio la raccomandata ricevuta da Saturalanx in cui questi fa una promessa unilaterale di pagamento di un certo premio, sarebbe lui a trovarsi nei guai se Saturalanx si presentasse davanti al Giudice e contestasse di aver mai inviato una tale raccomandata ipotizzando che qualche buontempone l'abbia fatto a suo nome per fargli uno scherzo (a questo punto è Ido che deve provare che quella lettera con promessa di pagamento proviene da Saturalanx).
Vediamo invece cosa succederebbe se dall'indirizzo
saturalanx@pec.it viene inviato un messaggio con allegati all'indirizzo
ido@pec.it: in questi casi se Saturalanx volesse contestare di essere il mittente del messaggio con i relativi allegati dovrebbe essere lui a dover provare che altri hanno utilizzato impropriamente la propria PEC mentre Ido non avrebbe alcuna possibilità di poter provare di non aver ricevuto il messaggio e gli allegati se non contestando (non riesco ad immaginare come) la ricevuta di consegna rilasciata a Saturalanx da parte del suo gestore dell'indirizzo pec.
Morale della favola: con la pec le ricevute di accettazione e consegna fanno presumere (presunzione relativa) la veridicità sia della provenienza, sia del contenuto che del ricevimento del messaggio e quindi una eventuale contestazione di queste
'verità legali' inverte l'onere della prova.
Se ho capito bene fai 2 esempi.
Nel primo esempio il destinatario contesta al mittente il contenuto del messaggio.
Sia con raccomandata (mediante l'utilizzo del plico raccomandata come è già stato detto) che con la PEC è possibile garantire l'integrità del contenuto quindi non vedo una abissale differenza tra i due sistemi.
La PEC è solo un sistema più sofisticato per garantire l'integrità del contenuto affinché non subisca alterazioni durante il trasporto ma non fornisce una funzionalità non già contemplata dalla raccomandata. È come dire che rispetto ai primi modelli di autovettura quelle attuali hanno prestazioni maggiori e sono più sicure ma tutte svolgono sostanzialmente la stessa funzione.
Nel secondo esempio il destinatario afferma di aver ricevuto un messaggio che il mittente nega di aver mandato.
Non si capisce per quale motivo nel caso della raccomandata il mittente può semplicemente affermare che il messaggio non lo ha spedito lui senza portare nessuna prova mentre per la PEC non possa essere altrettanto sufficiente per il mittente dire che il messaggio non l'ha materialmente inviato lui e debba invece portare prove.
Concordo in pieno con le considerazioni fatte da Ido.
La PEC è solo un mezzo di comunicazione e di trasmissione che garantisce che il messaggio partito dall'indirizzo mittente M all'istante t1 sia arrivato senza modificazioni all'indirizzo destinatario D all'istante t2.
La PEC non può certificare l'identità di colui che materialmente ha inviato il messaggio dietro all'indirizzo mittente M così come non si può sapere chi ha materialmente scritto e portato alla posta una raccomandata.
la PEC non può certificare cosa è realmente contenuto nel messaggio più di quanto faccia una raccomandata.
La PEC non può certificare l'identità del destinatario che ha effettivamente ricevuto e letto il messaggio visto che la tracciabilità si conclude con l'arrivo della PEC sul server del gestore dell'indirizzo destinatario D, non al reale destinatario.
Quest'ultimo punto è semmai l'aspetto più critico della PEC e forse l'unica sostanziale differenza con la raccomandata. La PEC risulta sempre legalmente notificata col semplice arrivo sul server del gestore PEC quindi è sempre onere del potenziale destinatario "andare ogni giorno alla posta" per verificare se c'è un messaggio per lui.
La raccomandata, invece, prevede sempre un primo tentativo di consegna nelle mani di qualcuno ed è di fatto il mittente, tramite il postino, a segnalare al destinatario che c'è un messaggio che deve leggere.
Il fatto che sia richiesta la presentazione di un documento di riconoscimento (richiesta neppure sempre ottemperata) per l'apertura della PEC non garantisce nulla su chi utilizza normalmente quella PEC oppure sull'identità del mittente di un singolo messaggio.
Anche per avere una SIM telefonica bisogna presentare un documento di riconoscimento ma non per questo si è garantiti sull'identità di chi è all'altro capo della comunicazione.
Si continua purtroppo a fare confusione e a voler attribuire alla PEC funzioni che non ha e che non può avere spesso perché le tante persone che sono costrette ad operare con tale nuovo mezzo non ne capiscono/conoscono la natura tecnica. Per non parlare delle competenze dei legislatori...
E riportare considerazioni tratte da wikipedia lascia il tempo che trova.