Buoni Fruttiferi Postali indicizzati all'inflazione (Cap. XIII)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Francamente non riesco a capire come riesci a dire nella stessa frase che i BFP inflazione siano il peggior investimento possibile e che questo sia causato dal QE della BCE.

Perchè subisci le politiche espansive della banca centrale e non le sfrutti a tuo vantaggio.Il QE comprimerà ancora di più il tasso reale dei BFP che a quanto ho potuto aver modo di vedere è direttamente legato ad andamento di tassi/spread.La stessa inflazione impiegherà ancora qualche anno prima di tornare alla soglia del 2%.

Il solo annuncio della BCE che avrebbe fatto il QE ha fatto schizzare le previsioni di inflazione di 80 bp e le previsioni sono ancora in salita. Di tutto questo, qualora si realizzasse, ne beneficerebbero sopratutto, se non soltanto i BFP inflazione...

Ma se detieni titoli non quotati cosa ti importa delle previsioni di inflazione? Premesso che QE e aumento dell'inflazione non sono due eventi consequenziali automatici,considera che prima che tu vedi nel tuo buono postale l'effetto dell'aumento dell'inflazione (e hai solo quello visto che il tasso reale resta a 0 con tassi ai minimi) devi attendere che i singoli contributi mensili si sommino,cosa che invece non avviene per i BTPi che recepiscono immediatamente le attese sull'inflazione attese dal mercato.
 
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Cercherò di spiegarti nel modo più semplice possibile i buoni indicizzati all'inflazione Extra, però se qualcosa non ti fosse chiaro chiedi pure. ;)


1) Attivare un Piano di Risparmio Extra per i buoni indicizzati all'inflazione Extra su un Libretto Postale o Conto Corrente Postale.

2) Scegliere l'importo della rata iniziale e delle rate successive.
L'importo della rata iniziale deve essere massimo 5 volte l'importo della somma delle rate sottoscritte ogni anno.

3) Scegliete il giorno di sottoscrizione delle rate successive: il 5 o il 27 del mese

4) Scegliere la periodicità della rate successive: ogni mese, ogni 3 mesi, ogni 6 mesi, ogni anno


La rata iniziale e le rate successive vengono sottoscritte automaticamente, serve soltanto che sul Libretto/Conto Corrente sia disponibile l'importo necessario.

Non ci sono costi.


Per avere il tasso premiale sulla rata iniziale bisogna:

1) non chiudere il Piano di Risparmio Extra e non chiedere il rimborso (anche parziale) delle rate successive prima che siano trascorsi almeno 3 anni dall'attivazione del Piano di Risparmio Extra

2) portare a scadenza (10 anni) la rata iniziale: nel caso di rimborso parziale della rata iniziale, il tasso premiale viene riconosciuto sulla parte portata a scadenza


Esempio pratico

- Oggi 2 marzo sottoscrivo il Piano di Risparmio Extra

- Domani 3 marzo automaticamente viene sottoscritta la prima rata, per es. 5.000 euro

- Il 5 marzo (o il 27 marzo, nel caso si fosse scelto il 27 del mese) automaticamente viene sottoscritta la rata successiva di 1.000 euro nel caso di rata annuale (invece, per es., nel caso di rata semestrale 500 euro il 5 marzo e 500 euro il 5 settembre)

- Il 5 marzo 2016 rata di 1.000 euro (se annuale, altrimenti come detto sopra)

- Il 5 marzo 2017 rata di 1.000 euro (se annuale, altrimenti come detto sopra)

- Il 4 marzo 2018 si può (NON è obbligatorio) chiudere il Piano di Risparmio Extra e rimborsare le rate successive (totale 3.000 euro)




Comunque se ritieni che per te siano troppo complicati anche i buoni indicizzati all'inflazione Extra, allora ti sconsiglio di investire in cose ancora molto più complicate, come per es. i BTP e altre obbligazioni, perché una sottovalutazione della complessità di uno strumento più portare a brutte sorprese. ;)

Nessuna brutta sorpresa ne sottovalutazione,
son piuttosto esperto in BTP e obbligazioni e parlo con cognizione di causa essendo da molti anni il mio strumento di investimento privilegiato.

Forse mi sono espresso male,
intendo dire che ormai pur di mantenere un livello di remunerazione un minimo decente questi strumenti tirano fuori una serie di clausole contrattuali che non so fino a che punto siano convenienti rispetto ad un BTP e obbligazione.

Tra l'altro stiamo attraversando un momento storico eccezionale che è un vero peccato subire con continui cali dei tassi senza poter sfruttare la situazione,penso che pochi che hanno una cultura finanziaria di base sanno che ad una riduzione dei tassi su buoni postali e conti deposito corrisponde sistematicamente un guadagno in conto capitale su titoli quotati,molti però escludono a prescindere strumenti di questo tipo perchè non hanno una adeguata conoscenza finanziaria per operare le scelte giuste.

Non son nemmeno d'accordo sul fatto che BTP e obbligazioni siano strumenti complessi;questi richiedono solo una conoscenza finanziaria un po' più consapevole su tassi e rischio di credito e liquidità per via che sono strumenti quotati e che si rimediano con 30/60 minuti di documentazione sulle numerose guide che ci sono online o sul sito web del dipartimento del tesoro.
 
A meno di correre grossi rischi, anche tra i BTP (e altri titoli di stato italiani) e titoli di stato di altri paesi, attualmente non credo sia possibile trovare rendimenti superiori all'1,00-1,05% REALE netto (bollo incluso) dei buoni inflazione Extra a 10 anni oppure all'0,89% netto (bollo incluso) dei buoni 3 anni Extra.

Non mi sembra che i vincoli dei buoni Extra siano eccessivi, infatti gli importi delle rate successive, se non derivassero da nuova liquidità, si possono mettere nei 2 anni di attesa, per esempio, sul libretto Smart, che adesso rende l'1,11% netto (eventuale bollo escluso) fino a fine giugno e poi probabilmente ci sarà una nuova promozione, anche se probabilmente a rendimenti inferiori, ma comunque competitivi rispetto alla media del mercato oppure si possono mettere in un conto deposito.

Ovvio che all'aumentare del rischio aumenti anche il rendimento, eccetto qualche inefficienza del mercato, che comunque giustamente dura poco.

Il gain dei bond può essere un'occasione di guadagno soprattutto se si possono compensare delle minus valenze, tuttavia il problema adesso è dove reinvestire il frutto della vendita visto che i tassi sono quasi tutti a 0, a meno di correre grossi rischi, ovviamente.

Il mio riferimento alla complessità e rischio delle obbligazioni era riferito rispetto ai buoni postali: ovviamente ci sono cose molto più complesse delle obbligazioni (intese come plain vanilla o al massimo strutturate semplici).




Vi posto (mi pare torni con quanto leggo qui sul FOL, se no ditemi voi qualcosa laddove non tornasse...) la risposta da CCddPP via mail al mio quesito:

Domande:
"Vi chiedo, pertanto, la cortesia di spiegarmi/confermarmi:

1. quale deve essere la data minima di riscatto per ciascuna delle rate che ipotizzo in tabella (ed eventualmente anche di ulteriori, es. 5a, 6a, ...) affinchè non si perda il dirtto all’extra-rendimento sul primo versamento;
2. se sussiste in ogni caso il vincolo di mantenere fino a scadenza il primo versamento;
3. se il piano deve obbligatoriamente prevedere anche la 4° rata della tabella oppure no; chiarisco: il piano può essere sospeso in quale data (si parla di durata minima di 3 anni)? Se in altri termini decido di chiudere il piano il 28/2/2015 /a 3 anni e 1 giorno dall’adesione) devo per forza versare la 4 rata e la devo tenere per 3 anni (fino al 28/2/2021? Ovviamente è inteso che se le rate fossero 3, gli importi vanno rimodulati per rispettare il vincolo della prima rata non superiore a 5 volte le rate annuali.

Risposta CCddPP:
"tutte le Rata successive (con questa denominazione vengono indicate la rate periodiche che non godono dell'extra rendimento a scadenza), se rimborsate successivamente al compimento del terzo anno dalla data di sottoscrizione del PdR Extra, non determinano la violazione dei requisiti necessari per il conseguimento del Tasso Premiale(in seguito "Requisiti Premiali").
Di conseguenza, se ad esempio lei sottoscrivesse il PdR Extra il 01/03/2015 e nel corso dei tre anni dalla sottoscrizione soddisfacesse i "Requisiti Premiali", dal 02/03/2018 potrebbe rimborsare le Rate successive senza che questo infici il suo diritto a godere, alla scadenza della Prima Rata, dell'extra-rendimento dell'1%.

Tutto giusto, eccetto una cosa.

Per la eventuale chiusura del Piano di Risparmio e rimborso delle rate successive credo che bisogni attendere il 03/03/2018, visto che se non sbaglio il piano viene attivato con il versamento della rata iniziale, cioè il 02/03/2015, comunque è evidente che per un giorno in più o in meno non conviene rischiare di perdere 10 anni di tasso premiale, quindi ti consiglio di non chiudere il piano e non rimborsare le rate successive prima del 03/03/2018.


Per concludere, deve inoltre ricordare che, qualora decidesse di sottoscrivere un PdR Extra con, ad esempio, frequenza annuale, sarà tenuto a versare immediatamente la Prima Rata e ad indicare un giorno di addebito delle Rate successive (il 5 o il 27 del mese successivo a quello di sottoscrizione del PdR Extra). Si vedrà quindi addebitare automaticamente una Rata successiva per ogni anno di permanenza nel PdR Extra.

Si risposta in calce un esempio illustrativo:
01/03/2015: giorno di sottoscrizione del PdR Extra
01/03/2015: giorno di pagamento Prima Rata (è unicamente su questa che, a scadenza, vedrà l'Extra rendimento se avrà soddisfatto i Requisiti Premiali)
01/03/2015: scelta del giorno di addebito e di frequenza delle rate successive (supponiamo scelga rata annuali addebitate il 5 del mese)
05/04/2015: addebito 1° Rata successiva
05/04/2016: addebito 2° Rata successiva
05/04/2017: addebito 3° Rata successiva
01/03/2018: compimento del 3° anno di vita del PdR Extra
02/03/2018: d'ora in poi, qualora decidesse di rimborsare parzialmente o totalmente le rate successive questo non le precluderà l'ottenimento del tasso Premiale a scadenza sulla Prima Rata.

Qui ci sono alcuni errori.

La rata iniziale viene versata il giorno lavorativo successivo alla richiesta di attivazione del piano.

L'esempio corretto è (mie correzioni e annotazioni in rosso):
01/03/2015: giorno di sottoscrizione del PdR Extra (credo che questa sia la data di richiesta del piano, non di attivazione)
01/03/2015: scelta del giorno di addebito e di frequenza delle rate successive (supponiamo scelga rata annuali addebitate il 5 del mese)
02/03/2015: giorno di pagamento Prima Rata (è unicamente su questa che, a scadenza, vedrà l'Extra rendimento se avrà soddisfatto i Requisiti Premiali) (credo che questa sia la data di attivazione del piano)
05/04/2015: addebito 1° Rata successiva
05/04/2016: addebito 2° Rata successiva
05/04/2017: addebito 3° Rata successiva
02/03/2018: compimento del 3° anno di vita del PdR Extra
03/03/2018: d'ora in poi, qualora decidesse di rimborsare parzialmente o totalmente le rate successive questo non le precluderà l'ottenimento del tasso Premiale a scadenza sulla Prima Rata.


Non si dice (nè smentisce) che la prima rata (la prima proprio , quella con l'extra rendimento) possa essere anche parzialmente rimborsata prima della scadenza dei 10 anni senza inficiare il diritto all'extra rendimento.

Siete proprio certi che non lo si perda?

La rata iniziale si può rimborsare quando si vuole, ovviamente il tasso premiale si prende soltanto sulla parte portata a scadenza (10 anni), infatti il foglio informativo riporta:
Il rimborso anticipato, anche parziale, della Prima Rata determina in ogni caso, con riferimento al capitale residuo della Prima Rata
medesima e nel rispetto delle condizioni di cui all'articolo 4, il riconoscimento dei tassi d'interesse fissi annui lordi, unitamente al tasso
effettivo di rendimento minimo alla fine di ciascun periodo di possesso, e dei coefficienti utili per la determinazione dell'importo minimo lordo
e netto corrisposti alla scadenza di ogni bimestre a decorrere dalla data di sottoscrizione, riportati rispettivamente nelle Tabelle A e B in allegato.

Fonte: http://portalecdp.cassaddpp.it/content/groups/public/documents/ace_documenti/013318.pdf


Altra osservazione che faccio: la serie JA2 (dal 23/2/2015) ha un rendimento netto addirittura inferiore all'imposta di bollo dello 0,2%!!!!!. Quindi è certa la perdita reale dell'investimento se riscosse le rate prima dei 6 anni (senza neanche aver considerato i bolli!); se poi consideriamo i bolli, l' inflazione di pareggio per non perderci a scandeza (bolli inclusi) dovrebbe essere 1,9%.
Mi pare che forse (?) non vale proprio la pena fare il piano EXTRA (per avere il rend. maggiore sulla prima rata), perchè le rate successive (se non ci vuoi perdere) le devi tenere oltre i 3 anni ipotizzati dall'inizio del piano.
Il rendimento delle rate successive è modesto (però in ogni caso non ci si può perdere in termini nominali, infatti l'eventuale parte del bollo, che determinerebbe una riduzione del valore nominale, viene rimborsata il giorno successivo al rimborso del buono), comunque, considerando che le rate successive sono in totale soltanto i 3/5 della rata iniziale e che la rata iniziale dura 10 anni, mentre quelle successive soltanto 3 anni per la prima, 2 anni per la seconda e 1 anno (o 1,5 anni: da valutare tra 3 anni se conviene perdere 1 anno di interessi su quella rata oppure aspettare un altro mezzo anno) per la terza, alla fine il rendimento complessivo dell'intero investimento è di poco inferiore a quello della rata iniziale nel caso si rimborsi appena superate le condizioni per ottenere il tasso premiale, quindi nel caso della JA2 il rendimento complessivo di tutte le rate è di circa l'1,00%-1,05% reale netto (bollo incluso) in caso di inflazione zero e l'inflazione di pareggio è abbondantemente oltre il 4% (credo circa il 9%) (bollo incluso).

Secondo me in questo periodo di tassi bassi è tra i migliori investimenti possibili (con questo livello di rischio), ovviamente bisognerebbe portare la rata iniziale a scadenza (10 anni).
 
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prezzi al consumo di febbraio provvisori

Nel mese di febbraio 2015, secondo le stime preliminari, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su base mensile e segna un calo su base annua pari allo 0,2%, meno ampio rispetto a gennaio (-0,6%).

+0.3% su base mensile non è poco, considerando che il petrolio ha smesso di scendere giusto a fine gennaio...

<< Chissà, forse tra qualche anno rimpiangeremo l’attuale generosità degli Stati (o degli enti controllati, come nel caso della CDP che emette i buoni postali) nell’assicurare i risparmi dei cittadini contro l’inflazione. >>
 
A meno di correre grossi rischi, anche tra i BTP (e altri titoli di stato italiani) e titoli di stato di altri paesi, attualmente non credo sia possibile trovare rendimenti superiori all'1,00-1,05% REALE netto (bollo incluso) dei buoni inflazione Extra a 10 anni oppure all'0,89% netto (bollo incluso) dei buoni 3 anni Extra.

Non mi sembra che i vincoli dei buoni Extra siano eccessivi, infatti gli importi delle rate successive, se non derivassero da nuova liquidità, si possono mettere nei 2 anni di attesa, per esempio, sul libretto Smart, che adesso rende l'1,11% netto (eventuale bollo escluso) fino a fine giugno e poi probabilmente ci sarà una nuova promozione, anche se probabilmente a rendimenti inferiori, ma comunque competitivi rispetto alla media del mercato oppure si possono mettere in un conto deposito.

Ovvio che all'aumentare del rischio aumenti anche il rendimento, eccetto qualche inefficienza del mercato, che comunque giustamente dura poco.

Il gain dei bond può essere un'occasione di guadagno soprattutto se si possono compensare delle minus valenze, tuttavia il problema adesso è dove reinvestire il frutto della vendita visto che i tassi sono quasi tutti a 0, a meno di correre grossi rischi, ovviamente.

Il mio riferimento alla complessità e rischio delle obbligazioni era riferito rispetto ai buoni postali: ovviamente ci sono cose molto più complesse delle obbligazioni (intese come plain vanilla o al massimo strutturate semplici).






Tutto giusto, eccetto una cosa.

Per la eventuale chiusura del Piano di Risparmio e rimborso delle rate successive credo che bisogni attendere il 03/03/2018, visto che se non sbaglio il piano viene attivato con il versamento della rata iniziale, cioè il 02/03/2015, comunque è evidente che per un giorno in più o in meno non conviene rischiare di perdere 10 anni di tasso premiale, quindi ti consiglio di non chiudere il piano e non rimborsare le rate successive prima del 03/03/2018.




Qui ci sono alcuni errori.

La rata iniziale viene versata il giorno lavorativo successivo alla richiesta di attivazione del piano.

L'esempio corretto è (mie correzioni e annotazioni in rosso):
01/03/2015: giorno di sottoscrizione del PdR Extra (credo che questa sia la data di richiesta del piano, non di attivazione)
01/03/2015: scelta del giorno di addebito e di frequenza delle rate successive (supponiamo scelga rata annuali addebitate il 5 del mese)
02/03/2015: giorno di pagamento Prima Rata (è unicamente su questa che, a scadenza, vedrà l'Extra rendimento se avrà soddisfatto i Requisiti Premiali) (credo che questa sia la data di attivazione del piano)
05/04/2015: addebito 1° Rata successiva
05/04/2016: addebito 2° Rata successiva
05/04/2017: addebito 3° Rata successiva
02/03/2018: compimento del 3° anno di vita del PdR Extra
03/03/2018: d'ora in poi, qualora decidesse di rimborsare parzialmente o totalmente le rate successive questo non le precluderà l'ottenimento del tasso Premiale a scadenza sulla Prima Rata.




La rata iniziale si può rimborsare quando si vuole, ovviamente il tasso premiale si prende soltanto sulla parte portata a scadenza (10 anni), infatti il foglio informativo riporta:




Il rendimento delle rate successive è modesto (però in ogni caso non ci si può perdere in termini nominali, infatti l'eventuale parte del bollo, che determinerebbe una riduzione del valore nominale, viene rimborsata il giorno successivo al rimborso del buono), comunque, considerando che le rate successive sono in totale soltanto i 3/5 della rata iniziale e che la rata iniziale dura 10 anni, mentre quelle successive soltanto 3 anni per la prima, 2 anni per la seconda e 1 anno (o 1,5 anni: da valutare tra 3 anni se conviene perdere 1 anno di interessi su quella rata oppure aspettare un altro mezzo anno) per la terza, alla fine il rendimento complessivo dell'intero investimento è di poco inferiore a quello della rata iniziale nel caso si rimborsi appena superate le condizioni per ottenere il tasso premiale, quindi nel caso della JA2 il rendimento complessivo di tutte le rate è di circa l'1,00%-1,05% reale netto (bollo incluso) in caso di inflazione zero e l'inflazione di pareggio è abbondantemente oltre il 4% (credo circa il 9%) (bollo incluso).

Secondo me in questo periodo di tassi bassi è tra i migliori investimenti possibili (con questo livello di rischio), ovviamente bisognerebbe portare la rata iniziale a scadenza (10 anni).

Grazie per le puntualizzazioni! OK!

Sull'ultimo punto (rendimento, intendo) a me viene effettivamente 1,08% netto a scadenza sulla rata iniziale (quella premiata) a inflazione zero.
La cosa che non mi torna è che, se ipotizziamo che la prima rata successiva sia come la JA2 (quindi, si parte con 0,1% per arrivare a scad. all'1%) e uno la rimborsa finito il 3° anno, non ci si perde.
Avendo modificato il file di Pink in passato (magari sbaglio qualcosa), a me viene con rimborso della JA2 in data 5 mar 2018 (ripeto, come fosse una serie uguale a quella da mantenere a scadenza) un rend. netto negativo (-0,11%), bollo incluso, con infl. zero. E vedo anche che il rend. netto (sempre a quella data) bolli inclusi è cmq inferiore all'inflazione.

Puoi verificarlo anche tu?

Grazie
Ciao
Pierpaolo
 
A meno di correre grossi rischi, anche tra i BTP (e altri titoli di stato italiani) e titoli di stato di altri paesi, attualmente non credo sia possibile trovare rendimenti superiori all'1,00-1,05% REALE netto (bollo incluso) dei buoni inflazione Extra a 10 anni oppure all'0,89% netto (bollo incluso) dei buoni 3 anni Extra.

Non mi sembra che i vincoli dei buoni Extra siano eccessivi, infatti gli importi delle rate successive, se non derivassero da nuova liquidità, si possono mettere nei 2 anni di attesa, per esempio, sul libretto Smart, che adesso rende l'1,11% netto (eventuale bollo escluso) fino a fine giugno e poi probabilmente ci sarà una nuova promozione, anche se probabilmente a rendimenti inferiori, ma comunque competitivi rispetto alla media del mercato oppure si possono mettere in un conto deposito.

Ovvio che all'aumentare del rischio aumenti anche il rendimento, eccetto qualche inefficienza del mercato, che comunque giustamente dura poco.

Il gain dei bond può essere un'occasione di guadagno soprattutto se si possono compensare delle minus valenze, tuttavia il problema adesso è dove reinvestire il frutto della vendita visto che i tassi sono quasi tutti a 0, a meno di correre grossi rischi, ovviamente.

Il mio riferimento alla complessità e rischio delle obbligazioni era riferito rispetto ai buoni postali: ovviamente ci sono cose molto più complesse delle obbligazioni (intese come plain vanilla o al massimo strutturate semplici).

Devi considerare che gli attuali rendimenti sono figli di un processo che è già in atto da uno/due anni.
Se leggi lo storico del forum,è già da tempo che ammonivo gli affezionati di buoni postali e conti deposito che l'andamento dei tassi IRS/BCE unitamente all'economia stagnante,inflazione in calo e intervento Quantitative Easing BCE, avrebbero compresso i rendimenti a livelli molto bassi,avvantaggiando chiaramente i detentori di strumenti a tasso fisso,meglio se quotati.

Sull'obbligazionario come dici tu è tutto molto caro,esistono tuttavia eccezioni a parità di rischio,come questa Banca intesa (comit) IT0001205589 rende il 2%netto a scadenza...e ce ne sono altre se uno cerca .Attenzione però che anche questi strumenti tenderanno ad allinearsi ai rendimenti dei corrispettivi titoli di Stato con l'intervento di QE della BCE.

In merito al "problema di reinvestire il frutto delle vendite",direi che è un falso problema siccome un investitore con grosso guadagno in conto capitale (ma anche piccolo) oltre a veder sostenute le quotazioni dall'intervento BCE,vede attualmente macinare rateo non al tasso di scadenza ma a quello immediato,che ricordo per un BTP decennale scadenza 2025 con cedola 5% è di ben il 3,3% netto.

Perchè quindi vendere se le alternative sono libretti e conti deposito con tassi 2/3 piu bassi e tassati doppiamente?Il tasso smart tra l'altro è una promozione che difficilmente verrà prorogata,ma ovviamente esistono alcuni conti deposito di banche sicure (santander,findomestic) che rendono in modo analogo e non in promozione,senza codizioni di giacenza.
Per gli irriducibili dei buoni postali...visto che comunque questi son riscattabili in ogni momento,eviterei strumenti indicizzati all'inflazione almeno finchè non si saprà il reale impatto delle manovre espansive sull'economia reale.Questo è il mio pensiero,ringrazio in ogni caso delle osservazioni sollevate.
 
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L'obbligazione che hai indicato scade tra 13 anni (IT0001205589 - Borsa Italiana), quindi non è strano che renda di più di un buono postale a 3 anni, però se rimborsata in anticipo può portare una perdita in conto capitale, inoltre non è certo di trovare qualcuno disposto a comprarla sul mercato secondario, infine l'emittente è meno affidabile di CDP, anche se ISP attualmente non ha problemi, quindi come avevo detto nel messaggio precedente, per ottenere rendimenti maggiori occorre rischiare di più (eccezioni escluse), perché nessuno regala nulla.

Non esiste l'investimento migliore in assoluto, ma quello migliore in base al proprio livello di rischio e conoscenza finanziaria.

Infatti l'investimento migliore non è sempre quello con il rendimento più elevato.


Il Libretto Smart sono anni (da inizio 2013 quando è nato) che offre tassi promozionali, quindi è quasi sicuro che anche a inizio luglio ci sarà un nuovo tasso promozionale, però ovviamente mi aspetto tassi in calo.




Sull'ultimo punto (rendimento, intendo) a me viene effettivamente 1,08% netto a scadenza sulla rata iniziale (quella premiata) a inflazione zero.
La cosa che non mi torna è che, se ipotizziamo che la prima rata successiva sia come la JA2 (quindi, si parte con 0,1% per arrivare a scad. all'1%) e uno la rimborsa finito il 3° anno, non ci si perde.
Avendo modificato il file di Pink in passato (magari sbaglio qualcosa), a me viene con rimborso della JA2 in data 5 mar 2018 (ripeto, come fosse una serie uguale a quella da mantenere a scadenza) un rend. netto negativo (-0,11%), bollo incluso, con infl. zero. E vedo anche che il rend. netto (sempre a quella data) bolli inclusi è cmq inferiore all'inflazione.
Nel caso di inflazione 0, la rata premiale rende l'1,06% netto (bollo incluso): potresti dirmi come hai fatto il calcolo?

Nel caso di inflazione 0, la prima rata successiva dopo 3 anni rende -0,11% netto (bollo incluso), quindi, in caso di rimborso in quel momento, il giorno successivo al rimborso avrai un accredito dello 0,33% (0,11% annuale) per evitare di avere una perdita rispetto alla somma investita (Cassa depositi e prestiti spa - Imposta di bollo punto 11).

Nel caso di inflazione superiore allo 0, la prima rata successiva dopo 3 anni avrà un rendimento netto REALE negativo (bollo incluso), ma comunque mai in termini NOMINALI.

In ogni caso l'investimento va considerato complessivamente, non le rate successive singolarmente, poi ovviamente OK se le domande a riguardo ti servono per capire il funzionamento dell'investimento.

PS: ricordo che se il 31/12 la somma complessiva (interessi esclusi) dei buoni dematerializzati con uguale intestazione fosse inferiore a 5.000 non si paga il bollo per quell'anno.
 
Ultima modifica:
Ciao.

In rosso qualche commento.

Ciao
Pierpaolo

Nel caso di inflazione 0, la rata premiale rende l'1,06% netto (bollo incluso): potresti dirmi come hai fatto il calcolo?
Come ti dicevo, ho modificato il file di Pink. mi viene 1,08% netto, incluso bolli che al rimborso nel 2025 sono di 20€ sul nominale di 1.000, avendo cmq ipotizzato di avere al 31/12 di ogni anno almeno 5.000€ in buoni. Se < 5.000€, il rend. netto mi viene 1,26% (sempre a infl. zero). Sbaglio?

Nel caso di inflazione 0, la prima rata successiva dopo 3 anni rende -0,11% netto (bollo incluso), quindi, in caso di rimborso in quel momento, il giorno successivo al rimborso avrai un accredito dello 0,33% (0,11% annuale) per evitare di avere una perdita rispetto alla somma investita (Cassa depositi e prestiti spa - Imposta di bollo punto 11).

Nel caso di inflazione superiore allo 0, la prima rata successiva dopo 3 anni avrà un rendimento netto REALE negativo (bollo incluso), ma comunque mai in termini NOMINALI.
Quindi se inflaz. > 0 ci si perde, giusto? Poco ma ci si perde (per effetto dei bolli. Se <5k€ allora effettivamente non ci si perde mai)?

In ogni caso l'investimento va considerato complessivamente, non le rate successive singolarmente, poi ovviamente OK se le domande a riguardo ti servono per capire il funzionamento dell'investimento.

PS: ricordo che se il 31/12 la somma complessiva (interessi esclusi) dei buoni dematerializzati con uguale intestazione fosse inferiore a 5.000 non si paga il bollo per quell'anno.
 
L'obbligazione che hai indicato scade tra 13 anni (IT0001205589 - Borsa Italiana), quindi non è strano che renda di più di un buono postale a 3 anni, però se rimborsata in anticipo può portare una perdita in conto capitale, inoltre non è certo di trovare qualcuno disposto a comprarla sul mercato secondario, infine l'emittente è meno affidabile di CDP, anche se ISP attualmente non ha problemi, quindi come avevo detto nel messaggio precedente, per ottenere rendimenti maggiori occorre rischiare di più (eccezioni escluse), perché nessuno regala nulla.

Non esiste l'investimento migliore in assoluto, ma quello migliore in base al proprio livello di rischio e conoscenza finanziaria.

Infatti l'investimento migliore non è sempre quello con il rendimento più elevato.


Il Libretto Smart sono anni (da inizio 2013 quando è nato) che offre tassi promozionali, quindi è quasi sicuro che anche a inizio luglio ci sarà un nuovo tasso promozionale, però ovviamente mi aspetto tassi in calo.

Hai detto una cosa molto giusta e sacrosanta ovvero che:

Non esiste l'investimento migliore in assoluto, ma quello migliore in base al proprio livello di rischio e conoscenza finanziaria.Infatti l'investimento migliore non è sempre quello con il rendimento più elevato.


Per il resto hai fatto un po' di terrorismo finanziario,
devi infatti paragonare l'obbligazione con un titolo di durata similare non con un BFP 3 anni,anzi se guardi i rendimenti a 3 anni di obbligazioni bancarie quotate noterai che rendono meno di un buono postale....non è quindi questione di maggiore o minore rischiosità del titolo visto che Intesa e CDP/Stato Italiano hanno medesimo rating.
Il rischio di credito (il cosiddetto spread) comunque non è l'unica variabile che influenza il prezzo di un'obbligazione,ci sono altri parametri da monitorare e non sempre il mercato è un qualcosa di perfetto come tu pensi,essendo costituito da esseri umani che possono sbagliare,quindi non è sempre vero che ad un maggiore rendimento corrisponda necessariamente un maggior rischio;la differenza di rendimento tra i titoli corporate e bancari italiani con i titoli di Stato di pari rating ne è un chiaro esempio.

Perdite in conto capitale su questi titoli gli hai solo in caso aumentino gli spread o i tassi,evento molto ma molto improbabile attualmente,penso sia invece molto ma molto più probabile che il tasso libretto smart te lo ritrovi a 0.1% dopo giugno conoscendo le poste e il continuo calo dei tassi di mercato ;)

La rischiosità del titolo citato rispetto ad un buono è data solo dal fatto che questo titolo è quotato,il buono postale no,per il resto,il rischio che non ci sia nessuno a comprarti il titolo (rischio liquidità) non esiste,in primis perchè questo è uno strumento molto liquido e in secundis perchè c'è un Market Maker obbligato per contratto ad assicurare la compra/vendita (lo si può vedere in book con maxilotto da 500.000euro).Sull'affidabilità dell'emittente come già detto Intesa ha rating uguale a quello della Repubblica italiana e CDP quindi non vedo perchè dire che è meno affidabile.
 
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Non credo di aver fatto terrorismo finanziario.

Ho detto soltanto che un'obbligazione di ISP a 13 anni, è (ovviamente) più rischiosa di un buono postale a 3 anni, sia per la durata, sia per l'emittente, sia per liquidità, sia per il rischio di perdita in conto capitale.

Siccome stavi confrontando le mele con le pere :D (cioè..., volevo dire..., strumenti non comparabili come rischio) stavo cercando di farti notare, che è vero che quella obbligazione ISP rende più del buono postale a 3 anni Extra, però è più rischiosa per i motivi detti sopra, poi in base al rischio che l'investitore è disposto a sopportare deciderà se scegliere il buono a 3 anni Extra, più sicuro e meno redditizio, oppure l'obbligazione ISP a 13 anni (che è anche zero coupon, tanto per aumentare il rischio in conto capitale in caso di vendita prima della scadenza), meno sicura (rispetto al buono postale) e più redditizia.

Come non è corretto nemmeno paragonare un buono postale con un'obbligazione di pari durata, perché, tra le altre cose, il buono postale si può rimborsare in qualsiasi momento senza perdite in conto capitale, invece l'obbligazione potrebbe avere perdite in conto capitale.

Il rating vale fino a un certo punto: credo che CDP e lo stato italiano siano mediamente più sicuri di ISP, anche se probabilmente non di molto.

Sulla non efficienza dei mercati in alcuni brevi momenti sono d'accordo e l'avevo già detto anche precedentemente.

Adesso mi sembra che stai un po' contraddicendo quello che avevi detto all'inizio e ti stai avvicinando a quello che stavo cercavo di spiegarti fin dall'inizio o forse c'è stato qualche fraintendimento.

All'inizio stavo dicendo che per il livello di rischio di un buono postale o poco superiore (BTP e bond senior di banche non in difficoltà di pari durata), nella situazione attuale, il rendimento dei buoni a 3 anni Extra è un rendimento interessate, visto che è superiore anche a quello dei BTP e bond senior di banche non in difficoltà di pari durata.

A un investitore che vuole rischiare quanto un buono postale, non puoi consigliare un'obbligazione ISP zero coupon a 13 anni, dicendo che è meglio perché rende di più ed è meno complicata di un buono postale a 3 anni Extra, in cui semplicemente si devono versare delle rate, da non rimborsare prima di 3 anni dall'attivazione del Piano di Risparmio per non perdere il tasso premiale, perché altrimenti sorge il dubbio di una tua sottovalutazione dei rischi di un bond rispetto a un buono postale.

Nel caso specifico di quella obbligazione, avendo una durata di 13 anni, è molto probabile che debba essere venduta prima della scadenza, perché quei soldi potrebbero servire per spese impreviste (in 13 anni può succedere di tutto) e non credo che per 13 anni i tassi non aumenteranno, poi se lo scopo è speculativo è ancora più distante dall'ottica di chi acquista un buono postale.

Da qui ritorna quello che avevo detto prima:
Non esiste l'investimento migliore in assoluto, ma quello migliore in base al proprio livello di rischio e conoscenza finanziaria.

Infatti l'investimento migliore non è sempre quello con il rendimento più elevato.




Come ti dicevo, ho modificato il file di Pink. mi viene 1,08% netto, incluso bolli che al rimborso nel 2025 sono di 20€ sul nominale di 1.000, avendo cmq ipotizzato di avere al 31/12 di ogni anno almeno 5.000€ in buoni. Se < 5.000€, il rend. netto mi viene 1,26% (sempre a infl. zero). Sbaglio?

Non ho esaminato il file di Pink, comunque in questo caso non serve; è sufficiente guardare il foglio informativo del buono (http://portalecdp.cassaddpp.it/content/groups/public/documents/ace_documenti/013318.pdf), che in tabella C riporta un tasso netto a scadenza della rata premiale dell'1,26% in caso di inflazione 0, che dopo aver tolto il bollo di 0,20% hai 1,06%.

Forse il tuo errore è stato di togliere il bollo al tasso lordo, anziché al netto.


Quindi se inflaz. > 0 ci si perde, giusto? Poco ma ci si perde (per effetto dei bolli. Se <5k€ allora effettivamente non ci si perde mai)?

Nelle rate successive puoi perdere come valore reale, non nominale.

Con il bollo perdi sull'importo investito in termini reali appena l'inflazione è superiore a 0, mentre senza bollo si verifica con inflazione poco superiore a 0, comunque l'eventuale perdita è sempre soltanto come valore reale, mai come valore nominale.

In ogni caso l'investimento va considerato complessivamente, non le rate successive singolarmente, poi ovviamente OK se le domande a riguardo ti servono per capire il funzionamento dell'investimento.

Se le rate successive vengono rimborsate 3 anni dopo l'attivazione del Piano di Risparmio non incidono quasi nulla sul rendimento complessivo, infatti passeresti da 1,06% netto reale a un tasso tra l'1,00% e l'1,05% netto reale (non ho fatto il calcolo preciso).

PS: valore reale = valore nominale - inflazione
 
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Non credo di aver fatto terrorismo finanziario.

Ho detto soltanto che un'obbligazione di ISP a 13 anni, è (ovviamente) più rischiosa di un buono postale a 3 anni, sia per la durata, sia per l'emittente, sia per liquidità, sia per il rischio di perdita in conto capitale.

Ok per il rischio durata e riscatto prematuro dell'investimento,sul rischio liquidità e di credito sono solo paranoie per via delle ragioni prima esposte.

Siccome stavi confrontando le mele con le pere :D (cioè..., volevo dire..., strumenti non comparabili come rischio) stavo cercando di farti notare, che è vero che quella obbligazione ISP rende più del buono postale a 3 anni Extra, però è più rischiosa per i motivi detti sopra, poi in base al rischio che l'investitore è disposto a sopportare deciderà se scegliere il buono a 3 anni Extra, più sicuro e meno redditizio, oppure l'obbligazione ISP a 13 anni (che è anche zero coupon, tanto per aumentare il rischio in conto capitale in caso di vendita prima della scadenza), meno sicura (rispetto al buono postale) e più redditizia.
non ho detto che buoni postali=schifo obbligazioni=meglio investimento possibile,sto solo dicendo che per queste condizioni di mercato per non subire il QE della BCE passivamente bisogna più orientarsi su strumenti tasso fisso (son 2 anni che predico ciò e i fatti mi danno ragione),meglio quotati così da avere le cedole anticipate come guadagno in conto capitale,e soprattutto,sfruttare il concetto di rendimento immediato (il decennale italiano così come alcuni titoli di Stati più sicuri dell'Italia,macinano rateo al 3% netto attualmente)

Come non è corretto nemmeno paragonare un buono postale con un'obbligazione di pari durata, perché, tra le altre cose, il buono postale si può rimborsare in qualsiasi momento senza perdite in conto capitale, invece l'obbligazione potrebbe avere perdite in conto capitale.

Certo può avere perdite,può però avere anche guadagni,il guadagno e la perdita non si realizzano a random,ma seguono dei principi ben precisi,in una fase come questa il rischio di perdita non sussiste.Non è un caso che son due anni che le obbligazioni salgono e i tassi dei buoni scendono,c'è corrispondenza biunivoca tra i due.Si tratta solo di scegliere da che parte stare.
Se poi un risparmiatore non ha adeguate conoscenze finanziarie per cogliere questi segnali è un altro discorso,così come se si cerca solo un posteggio sicuro e non importa la remunerazione.

Il rating vale fino a un certo punto: credo che CDP e lo stato italiano siano mediamente più sicuri di ISP, anche se probabilmente non di molto.
Intesa (2°banca italiana mi pare) e Stato italiano sono istituzioni sistemiche per il sistema Italia e strettamente interconnesse visto che queste banche hanno in pancia grosse quantità di titoli di Stato nei loro assets.Un fallimento di una banca come Intesa può avvenire com'è successo durante la crisi del debito per IRLANDA,Stati Uniti,Slovenia etc.durante una crisi sistemica e non siamo attualmente in una situazione economica di questo tipo,ne il fallimento,ammesso che avvenga, arriva da un mese all'altro.

Sulla non efficienza dei mercati in alcuni brevi momenti sono d'accordo e l'avevo già detto anche precedentemente.

beh anche nel lungo periodo:) ,se guardi le obbligazioni corporate e bancarie rendono molto di più rispetto ai Titoli di Stato Italiani,avevo letto che c'era una ragione ben precisa di ciò ma non era dovuta ad una diversa affidabilità,anzi...peccato che tale divario si sta assottigliando,l'investitore accorto cerca di sfruttare tali incongruenze a suo vantaggio...questo differenzia l'investitore dal risparmiatore...

Adesso mi sembra che stai un po' contraddicendo quello che avevi detto all'inizio e ti stai avvicinando a quello che stavo cercavo di spiegarti fin dall'inizio o forse c'è stato qualche fraintendimento.All'inizio stavo dicendo che per il livello di rischio di un buono postale o poco superiore (BTP e bond senior di banche non in difficoltà di pari durata), nella situazione attuale, il rendimento dei buoni a 3 anni Extra è un rendimento interessate, visto che è superiore anche a quello dei BTP e bond senior di banche non in difficoltà di pari durata.

Mah,è un tasso allineato ad altri che ci sono sul mercato,come detto alcuni conti deposito (santander e findomestic mi pare),c'è sicuramente il vantaggio della tassazione agevolata sul buono postale,certo è che per un obbligazionario di durata 5anni il rendimento che questi strumenti danno in un anno gli puoi avere come guadagno in conto capitale in qualche mese,se ti va male porti a scadenza con rendimento lordo attorno al 1% lordo

A un investitore che vuole rischiare quanto un buono postale, non puoi consigliare un'obbligazione ISP zero coupon a 13 anni, dicendo che è meglio perché rende di più ed è meno complicata di un buono postale a 3 anni Extra, in cui semplicemente si devono versare delle rate, da non rimborsare prima di 3 anni dall'attivazione del Piano di Risparmio per non perdere il tasso premiale, perché altrimenti sorge il dubbio di una tua sottovalutazione dei rischi di un bond rispetto a un buono postale.

Nel caso specifico di quella obbligazione, avendo una durata di 13 anni, è molto probabile che debba essere venduta prima della scadenza, perché quei soldi potrebbero servire per spese impreviste (in 13 anni può succedere di tutto) e non credo che per 13 anni i tassi non aumenteranno, poi se lo scopo è speculativo è ancora più distante dall'ottica di chi acquista un buono postale.

Non è che l'obbligazione intesa o qualsiasi altro strumento quotato lo consiglio perchè rende di più attualmente (il decennale italiano rende meno a scadenza del buono postale extra di cui parli...siamo all'1,3% lordo) ne ho la pretesa di dire che un obbligazione è più sicura di un buono..Sto solo dicendo che in questa fase di mercato per non rimanere vittima del restringimento dei rendimenti (ci sono molti che da 2 anni si lamentano senza ovviamente fare niente) strumenti non quotati non sono gli strumenti che vanno bene per questa fase di mercato.Se poi una persona non voleva saperne di guadagno certo a fronte di supportare un rischio (che sussiste solo se una persona ha bisogno dei soldi prima della scadenza dello strumento),doveva premunirsi per tempo acquistando buoni postali a più lunga scadenza possibile prima che i tassi tracollassero.
Vedi quindi che volendo si può essere dei bravi investitori anche rimanendo nell'orbita dei buoni postali.;)

Personalmente ho buoni postali ma tengo solo un 10% del portafoglio su quelli delle serie J19 e i 3x4 che rendono il 6% annuo presi al momento giusto...per il resto tutto investito con grande soddisfazione ormai un anno or sono in obbligazioni...:)
 
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Da qui ritorna quello che avevo detto prima:

Non esiste l'investimento migliore in assoluto, ma quello migliore in base al proprio livello di rischio e conoscenza finanziaria.Infatti l'investimento migliore non è sempre quello con il rendimento più elevato.


Si d'accordissimo su questo,un buono postale grazie alla tassazione agevolata e possibilità di riscatto al valore nominale è un ottimo strumento,specie per chi ha scarse conoscenze finanziarie o non è disposto a seguire con cadenza regolare i mercati.Io stesso negli anni 2000 investivo tutto in buoni....poi quando i tassi son tracollati nel 2009 mi sono evoluto e da allora non son più tornato indietro;spero che anche voi seguirete il mio percorso di risparmiatore/investitore consapevole e informato senza precludervi a priori tutte le possibilità e opportunità.
 
Si d'accordissimo su questo,un buono postale grazie alla tassazione agevolata e possibilità di riscatto al valore nominale è un ottimo strumento,specie per chi ha scarse conoscenze finanziarie
Credo che questo possa riassumere tutto, cioè qui stiamo parlando di depositi per un risparmiatore (termini più corretti nel caso di questo livello di conoscenza e di rischio) con livello di conoscenza e di rischio pari ai buoni postali o equivalenti, che quindi non è adatto a investire in obbligazioni.

Parlando in generale di investimenti finanziari sono d'accordo quasi su tutto quello che hai detto (quello su cui non sono d'accordo l'ho già spiegato nei messaggi precedenti), però vale appunto soltanto per investitori con conoscenze e livello di rischio superiore a quello di cui stavamo parlando in questa discussione.


Un investitore che può, per conoscenza e livello di rischio sopportabile, investire in obbligazioni ovviamente gli conviene investire in obbligazioni e non in buoni postali o conti deposito, eccetto per la gestione delle spese "probabili".

Poi come avevo già fatto notare ci sono quei casi come i buoni 3 anni Extra, che offrendo lo 0,89% netto (bollo incluso), secondo me, non sono da buttare nemmeno per chi investe normalmente in obbligazioni, se sta cercando un investimento a 3 anni, perché attualmente hanno un rendimento migliore dei BTP e obbligazioni senior di banche NON in difficoltà a 3 anni; ovviamente se si considerano conti deposito di banche in difficoltà (secondo me non bisogna fidarsi del FITD al 100%), bond bancari subordinati, bond di banche in difficoltà, bond corporate, ecc, il rendimento è superiore, ma anche il rischio, però ovviamente per chi può sopportare tale rischio sono convenienti.
 
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Credo che questo possa riassumere tutto, cioè qui stiamo parlando di depositi per un risparmiatore (termini più corretti nel caso di questo livello di conoscenza e di rischio) con livello di conoscenza e di rischio pari ai buoni postali o equivalenti, che quindi non è adatto a investire in obbligazioni.

Parlando in generale di investimenti finanziari sono d'accordo quasi su tutto quello che hai detto (quello su cui non sono d'accordo l'ho già spiegato nei messaggi precedenti), però vale appunto soltanto per investitori con conoscenze e livello di rischio superiore a quello di cui stavamo parlando in questa discussione.


Un investitore che può, per conoscenza e livello di rischio sopportabile, investire in obbligazioni ovviamente gli conviene investire in obbligazioni e non in buoni postali o conti deposito, eccetto per la gestione delle spese "probabili".

Poi come avevo già fatto notare ci sono quei casi come i buoni 3 anni Extra, che offrendo lo 0,89% netto (bollo incluso), secondo me, non sono da buttare nemmeno per chi investe normalmente in obbligazioni, se sta cercando un investimento a 3 anni, perché attualmente hanno un rendimento migliore dei BTP e obbligazioni senior di banche NON in difficoltà a 3 anni; ovviamente se si considerano conti deposito di banche in difficoltà (secondo me non bisogna fidarsi del FITD al 100%), bond bancari subordinati, bond di banche in difficoltà, bond corporate, ecc, il rendimento è superiore, ma anche il rischio, però ovviamente per chi può sopportare tale rischio sono convenienti.

Certamente il prodotto buono postale o conto deposito è più equiparabile a liquidità che ad un investimento,è come avere i soldi in conto corrente per intenderci e vanno bene per chi non vuole lucrare sulle condizioni finanziarie o ha scarsa cultura finanziaria o voglia di interessarsi di queste cose.

In generale il mio discorso delle obbligazioni non so per quanto ancora sarà valido (son due anni che lo porto avanti se guardi i miei mex.sul forum) il grosso delle performance ormai è alle spalle,quindi per chi è sempre stato abituato a investire in buoni direi che può continurare così a meno che la liquidità non serva e a quel punto come detto alcuni obbligazioni rendono di più di un buono postale di pari scadenza.

In merito all'oggi ti dirò,
ho analizzato le previsioni inflazione eurostat,sembra che inflazione italiana crescerà all'1,6% dal 2016.Ora,siccome i buoni sono strumenti che a differenza dei BTPi recepiscono con ritardo tale aumento,sconsiglio di vincolarsi per 3 anni e di posizionari su strumenti max.1/2 anni e successivamente fare lo switch su buoni inflazione...strumenti validi di posteggio potrebbero essere conti deposito liberi (santander,findomestic che sono solidi danno il 1,5% lordo ad esempio,anche altri ovviamente con rendimento analogo vanno bene),buoni postali con rendimento interessante non vincolato non ne vedo....
 
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Tra i buoni, i buoni 3 anni Extra, che offrono lo 0,89% netto medio (bollo incluso), non ti sembrano interessanti, per poi tra 3 anni eventualmente passare ai buoni indicizzati all'inflazione?

Riguardo all'inflazione, chissà quella che ci sarà veramente, perché le previsioni, appunto, sono soltanto previsioni e, almeno nell'ultimo periodo, mi sembra siano state riviste spesso.
 
Tra i buoni, i buoni 3 anni Extra, che offrono lo 0,89% netto medio (bollo incluso), non ti sembrano interessanti, per poi tra 3 anni eventualmente passare ai buoni indicizzati all'inflazione?

Riguardo all'inflazione, chissà quella che ci sarà veramente, perché le previsioni, appunto, sono soltanto previsioni e, almeno nell'ultimo periodo, mi sembra siano state riviste spesso.

Si è vero,
le stime son state puntualmente riviste,tuttavia,ora c'è il QE di Draghi che negli USA ha fatto ripartire economia e inflazione nel giro di poco,solitamente quando la commissione europea fa stime di questo tipo sono piuttosto attendibili.

In ogni caso,vincolarsi per 3 anni a quel tasso penso sia un po' poco,meglio allora un conto deposito che tolte le tasse dovrebbe fornire un rendimento similare.Con l'inflazione che supponiamo cautelativamente ritorni sopra all'1%, il rendimento lordo di un buono inflazione extra dovrebbe essere attorno al 2-2,5% quindi molto superiore a quello del buono extra.
 
Il buono inflazione Extra è interessante se si ha intenzione di tenerlo fino a scadenza (10 anni), perché il tasso premiale viene riconosciuto soltanto se si porta a scadenza, oltre alle rate da tenere per 3 anni dall'apertura del Piano di Risparmio.

Quindi il confronto per i 3 anni andrebbe fatto tra il buono 3 anni Extra (0,89% netto, bollo incluso) e il buono inflazione "normale" rimborsato dopo 3 anni (-0,11% netto reale in caso di inflazione 0, circa -0,21% netto reale [circa 0,79% netto nominale] in caso di inflazione dell'1% triennale, bollo incluso, comunque se al momento del rimborso il rendimento nominale complessivo fosse negativo, il giorno successivo verrebbe rimborsata parte del bollo, in modo che il rendimento nominale complessivo diventi lo 0%).

Un'altra soluzione potrebbe essere di dividere l'importo in buoni 3 anni Extra e buoni inflazione "normale", in parti uguali o diverse a seconda delle proprie previsioni sull'inflazione futura.

PS: riguardo al QE, credo che avrà meno effetto rispetto a quello fatto negli USA, perché mi sembra che nella UE, e soprattutto in Italia, le imprese chiedano meno prestiti direttamente sul mercato e quindi avranno meno benefici da un ribasso dei tassi, perciò credo che l'effetto sarà simile a quello avuto in Giappone, in cui non ha avuto molto successo.
Credo che il QE della BCE abbasserà ancora i tassi, però credo che i miglioramenti dell'economia e l'aumento dell'inflazione sarà inferiore alle previsioni. IMHO
 
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Il buono inflazione Extra è interessante se si ha intenzione di tenerlo fino a scadenza (10 anni), perché il tasso premiale viene riconosciuto soltanto se si porta a scadenza, oltre alle rate da tenere per 3 anni dall'apertura del Piano di Risparmio.

Quindi il confronto per i 3 anni andrebbe fatto tra il buono 3 anni Extra (0,89% netto, bollo incluso) e il buono inflazione "normale" rimborsato dopo 3 anni (-0,11% netto reale in caso di inflazione 0, circa -0,21% netto reale [circa 0,79% netto nominale] in caso di inflazione dell'1% triennale, bollo incluso, comunque se al momento del rimborso il rendimento nominale complessivo fosse negativo, il giorno successivo verrebbe rimborsata parte del bollo, in modo che il rendimento nominale complessivo diventi lo 0%).

Un'altra soluzione potrebbe essere di dividere l'importo in buoni 3 anni Extra e buoni inflazione "normale", in parti uguali o diverse a seconda delle proprie previsioni sull'inflazione futura.

PS: riguardo al QE, credo che avrà meno effetto rispetto a quello fatto negli USA, perché mi sembra che nella UE, e soprattutto in Italia, le imprese chiedano meno prestiti direttamente sul mercato e quindi avranno meno benefici da un ribasso dei tassi, perciò credo che l'effetto sarà simile a quello avuto in Giappone, in cui non ha avuto molto successo.
Credo che il QE della BCE abbasserà ancora i tassi, però credo che i miglioramenti dell'economia e l'aumento dell'inflazione sarà inferiore alle previsioni. IMHO


Mah,
guardando i prospetti anche il buono inflazione normale inizia a dare un rendimento interessante solo negli ultimi due anni,a sto punto per la breve scadenza piuttosto del buono inflazione normale e quello dei 3 anni extra,conviene un conto deposito tipo santander vincolato (e svincolabile) di 36mesi all'1,3 netto +bolli (o equivalenti se ne esistono), oppure come detto prima,se uno ha la disponibilità di tenere i soldi fermi per 5-10 anni nel caso avverso,investire in titoli di Stato a cedola alta a scadenza inferiore al decennale sfruttando il rendimento immediato che dovrebbe dare attualmente un rendimento attorno al 3% netto.Di altre strade non ne vedo.

Riguardo al QE,a parte che ultimamente sono state introdotte numerose incentivazioni per far si che le aziende,specie medio-piccole si finanzino di più sui mercati (come i minibond),il QE ha effetto anche sui cambi e la svalutazione della moneta,già in atto peraltro,il che,in contemporanea con il crollo della quotazione del petrolio dovrebbe comunque sostenere la ripresa rendendo più competitive le nostre imprese.Le stime sulla ripresa tengono infatti conto di questi parametri che negli anni passati non sussistevano.
 
Che ne pensate delle nuove obbligazioni della Cassa depositi e prestiti pubblicizzate sui giornali di oggi?
 
per la breve scadenza piuttosto del buono inflazione normale e quello dei 3 anni extra,conviene un conto deposito tipo santander vincolato (e svincolabile) di 36mesi all'1,3 netto +bolli (o equivalenti se ne esistono)
Per chi avesse una filiale vicina o fosse disposto a gestirlo tramite Internet (se quel conto lo prevede) sarebbe più interessante del buono a 3 anni Extra, anche se è bene ricordare di verificare prima l'affidabilità di Santander (o di qualsiasi altra banca scelta) e che è un po' più (relativamente) rischiosa (anche se Santander, o qualsiasi altra banca scelta, non avesse problemi) di CDP e dello Stato Italiano, perché il FITD è una maggiore garanzia, ma non bisogna considerarla come una sicurezza al 100%.

Non fraintendermi, non sto dicendo di non investire in Santander o in qualsiasi altra banca, ma che la scelta deve essere fatta dall'investitore in base alla propria propensione al rischio in base agli elementi che ho detto sopra.

Ricordo che se qualcuno offre un tasso maggiore (eccetto le eccezioni) è perché c'è un rischio maggiore (di qualsiasi tipo: emittente, durata, svincolabilità, ecc), visto che nessuno regala nulla.


Riguardo al QE,a parte che ultimamente sono state introdotte numerose incentivazioni per far si che le aziende,specie medio-piccole si finanzino di più sui mercati (come i minibond),il QE ha effetto anche sui cambi e la svalutazione della moneta,già in atto peraltro,il che,in contemporanea con il crollo della quotazione del petrolio dovrebbe comunque sostenere la ripresa rendendo più competitive le nostre imprese.Le stime sulla ripresa tengono infatti conto di questi parametri che negli anni passati non sussistevano.
Quello che dici è giusto, però credo che il QE della BCE sia sopravvalutato, almeno secondo me.
 
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