Land art, arte ambientale, public art.

Gli artisti della Land Art non agiscono nella meraviglia incontaminata della natura ma lavorano dove l’uomo ha lasciato i suoi segni come a Manhattan, a Central Park, nelle discariche, nei laghi inquinati, nei deserti prossimi alle aree militari, nelle Università, nei cantieri, con l’intento di instaurare una relazione con il tempo. Su quest’ultima parte ci sarebbe altro da scrivere ma per non dilungarmi troppo ricordo solo che La Land art è la parte fisica dell’arte concettuale, è il convergere dell’età moderna comprensiva della "visione Duchampiana" del mondo.

Nel periodo della guerra in Vietnam i Land Artist fanno sentire la propria voce con azioni arcinote, come scavare, realizzate però in luoghi come Central Park (Oldenburg, 1967 Placid Civic Monument) o a Monaco di Baviera (Heizer, Munich Depression del 1969). Il cratere di Heizer, pur non essendo appunto una novità per l'uomo e la natura, diventa un gesto effimero potentissimo perchè lo Yankee crea una voragine in terra Tedesca e che verrà dopo poco cancellato dalla costruzione di un nuovo quartiere…
 

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Ciao Roberto, ti ringrazio per questo stimolo alla discussione, ma anche con tutta la buona volontà e la nottata appena passata, faccio fatica a vedere il “Cavallo” come un’opera tipicamente di Land Art, seppur primordiale. I semplici gesti dei Land Artist servono sicuramente in prima battuta per mettersi in relazione con la nostra cultura, ma le riflessioni maggiori vengono fatte sul tempo e la natura (come ho scritto in precedenza). La terra è il “medium” per ampliare determinati concetti, derivanti dall’arte minimal, che dubito fossero propri della cultura dell'Età del bronzo…poi per carità, anche nelle grotte preistoriche possiamo vedere i primi esempi di arte contemporanea ;)
 
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Ciao Roberto, ti ringrazio per questo stimolo alla discussione, ma anche con tutta la buona volontà e la nottata appena passata, faccio fatica a vedere il “Cavallo” come un’opera tipicamente di Land Art, seppur primordiale. I semplici gesti dei Land Artist servono sicuramente in prima battuta per mettersi in relazione con la nostra cultura, ma le riflessioni maggiori vengono fatte sul tempo e la natura (come ho scritto in precedenza). La terra è il “medium” per ampliare determinati concetti, derivanti dall’arte minimal, che dubito fossero propri della cultura dell'Età del bronzo…poi per carità, anche nelle grotte preistoriche possiamo vedere i primi esempi di arte contemporanea ;)

Carissimo franzberlin,

Sei sempre gentilissimo e hai compreso bene i miei interventi "a stimolo" del thread.

La mia riflessione sul "Westbury White Horse" nasceva però dopo che, stimolato da questa discussione ho iniziato "a girellare sul web" e mi sono imbattuto in questa pagina web Foto Quando il paesaggio e arte: 10 capolavori di land art - 9 di 11 - National Geographic che (credo senza troppe pretese;)) si interrogava se furono le linee di Nasca le prime espressioni di land art della storia.
 

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La società fine anni ’60 era in totale cambiamento e come sappiamo gli artisti si pongono degli interrogativi. Gli italiani ad esempio, per loro formazione culturale, fanno un’arte più poetica rispetto agli americani che con il loro approccio tipicamente pragmatico affrontano certe tematiche, tutt’altro che banali, con la terra. Comprendo che il termine Land Art sia un po’ fuorviante, ma trovo, come dire, simpatico il voler ricondurre qualsiasi segno sul paesaggio, soprattutto primitivo, a questo movimento. In fondo nessuno oggi vede come "Bio" la frutta che mangiava l’uomo primitivo ;) oppure indica le loro case come "prime forme di ecosostenibilita’". In arte invece, come dici tu Roberto senza troppe pretese, è ormai costume limitarsi a fare delle assonanze di tipo estetico e ricercare sempre il "primo che ha fatto quella cosa.." :rolleyes:
 
"L’arte ambientale patrimonio pubblico da documentare, conservare e valorizzare, tra passato presente e futuro" questo il tema della due giori di studio che si tiene da oggi a Poggibonsi per stimolare il dialogo tra studiosi, artisti, critici, curatori e addetti ai lavori e per sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell' arte ambientale.

 
A proposito del link che hai postato, Roberto, mi piace riportare un aneddoto di Giuliano Mauri che mi ha colpito particolarmente e dovrebbe far nascere alcune riflessioni personali sul rapporto uomo-natura e arte ambientale. L’artista infatti vedendo due filari di pioppi bruciati decise di coltivare quotidianamente alla stessa ora l’erba adiacente per dare un valore simbolico ai Monconi neri stagliati contro il cielo. Una sera arrabbiato un contadino della zona gli disse: “Guardi che la curo, non è posto per gente strana qui!”. Mauri allora gli rispose: “Sto facendo una cosa per la televisione”. Il contadino allora non sapeva più come scusarsi.
 
Un pizzicotto sulla “pelle” della Terra, Mehmet Ali Uysal - Skin 2

Un intelligente esempio di arte pubblica in Belgio e di riappropriazione dello spazio, che richiama la Land Art, ma che soprattutto vuole ricordare la fragilità dell’uomo di fronte alla grandezza della natura e allo scorrere del tempo. :clap:
 

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Nell'Arena delle balle di paglia 2017

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Arte Sella

ARTE SELLA: dove la natura della Valsugana si trasforma in arte​

Arte Sella è una originale rassegna di arte contemporanea nel bosco, collocato lungo una strada forestale della Valle di Sella, nel comune di Borgo Valsugana.

L’ originale progetto di “Arte Sella” è una manifestazione nata nel 1986 per proporre opere e creazioni di arte contemporanea in spazi aperti, nei prati e nei boschi della verde, suggestiva e incontaminata Val di Sella che si sviluppa sul versante meridionale della Valsugana all'altezza dell'abitato di Borgo Valsugana.
Dal 1996 ha preso forma ArteNatura, un percorso di 3 km lungo il quale il visitatore può scoprire le opere realizzate dagli artisti e allo stesso tempo osservare come esse interagiscono con la natura, perché Arte Sella non è solo uno spazio creativo ma è soprattutto un processo continuo in cui l'opera cresce e si modifica giorno dopo giorno.

Alcune opere di Arte Sella sono diventate dei veri e propri simboli: la Cattedrale Vegetale, realizzata dall'artista Giuliano Mauri, nei pressi di Malga Costa e il Teatro di Roberto Conte destinato ad accogliere spettacoli teatrali, concerti e performances in programma.

Dal rapporto con la natura e con il linguaggio naturale è nato anche il progetto "Fucina Arte Sella", ad opera del maestro Mario Brunello, come occasione per offrire a maestri e allievi scelti, di discipline musicali, ma non solo, un'esperienza laboratoriale unica.

Diverse sono le esposizioni che di volta in volta vengono proposte in Arte Sella e richiamano appassionati e curiosi che vogliono vivere l’arte a contatto con la natura e con l’ispirazione stessa che le ha create. Un’occasione imperdibile per gli amanti di questo mondo e un luogo tutto da scoprire per i turisti che visiteranno la Valsugana.
 
Esercizio di Fuga, il salice.

Al “Rossini art Site” Chiara MU richiama i primi esempi di Land Art e ci racconta una storia di confronto con la terra e le difficoltà con l’ambiente e gli spazi offerti:

“Giunta al parco per realizzare le installazioni, ho verificato che questa mia visione del salice non era più realizzabile: rami spezzati, vespe insidiose in gran numero sulla corteccia, difficoltà a reperire i materiali utili. Ho iniziato a percepire quell’albero come un buco nero che assorbiva ogni mio slancio.
Ho poi realizzato che la chiave di volta risiedeva nel rovesciare l’impianto della mia immaginazione; l’albero non più come un buco ma come una
goccia che muove intorno a sé la terra, in cerchi concentrici che si rompono contro le sculture e i recinti”.
 

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Andy Goldworthy

L'approccio fanciullesco e la scoperta diventano chiavi fondamentali per comprendere l'essenza delle cose.
"In passato mi infastidiva che la mia arte fosse associata ai bambini, per via dell'implicazione che faccio è mero gioco. Ma ora che ho dei figli anche io riconosco questo aspetto della mia opera".
 

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Mi sono complimentato con @gius.tino per la sua mostra "Arte al vento" perchè mi ha riportato alle azioni di Giuliano Mauri negli anni settanta quando usava lo spirar del vento per far poesia e denuncia sociale.
 

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Perchè non parliamo degli artisti.......come questo.......no eh
 

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La casa di paglia all'ombra delle Acacie di Chiara Poggi

Direttamente dall'edizione 2018 de "L' Arena delle Balle di Paglia di Cotignola (RA) un riuscitissimo intervento di Land Art ad Opera della Brava Artista brianzola ma residente a Bologna Chiara Prodi

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Jan Dibbets ha subito dapprima l'influsso di pittori come Y. Klein P. Manzoni.
Abbandonate le tecniche tradizionali della pittura, dal 1967 si è dedicato a operazioni ambientali o di land art, documentate per mezzo della ripresa fotografica, in cui appare subito dominante l'interesse per i problemi della percezione (Correzioni prospettiche, 1967-69).

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Sviluppando poi tale interesse in un ambito più propriamente concettuale, e adottando la fotografia come mezzo diretto di espressione, ha presentato opere formate da sequenze di immagini di uno stesso soggetto, ripreso in diverse ore del giorno o secondo angolazioni diverse, che invitano non tanto a una fruizione estetica quanto a una riflessione sul tema centrale della convenzione della visione...

A Trace in the Wood in the Form of an Angle of 30° - Crossing the Path. 1969.

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Sviluppando poi tale interesse in un ambito più propriamente concettuale, e adottando la fotografia come mezzo diretto di espressione, ha presentato opere formate da sequenze di immagini di uno stesso soggetto, ripreso in diverse ore del giorno o secondo angolazioni diverse, che invitano non tanto a una fruizione estetica quanto a una riflessione sul tema centrale della convenzione della visione...

A Trace in the Wood in the Form of an Angle of 30° - Crossing the Path. 1969.

Vedi l'allegato 2687350



Ciao Antipole, è una Land che richiama in fotografia il pensiero degli impressionisti in pittura….
 
OK! Nel fotografare lo stesso soggetto nelle diverse ore del giorno c'è il richiamo a Monet, così come il richiamo al paesaggio...

Poi si attualizzano i materiali i supporti (vedi foto) e si sperimentano campi nuovi, perché l'arte è sempre in divenire...
:):p Ciao!!

Pioniera del concettualismo negli anni '60, Jan Dibbets è stato uno dei primi artisti a utilizzare la fotografia a colori su larga scala come mezzo di produzione artistica.

Una componente importante delle sue prime esplorazioni fu l'uso di molteplici frammenti fotografici di terra e paesaggi marini, messi insieme per creare orizzonti illusori - un argomento che è rimasto al centro di gran parte del suo lavoro così come gli studi sul colore...

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