Stefano Perrini
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Segnalo agli interessati che è uscito un mese fa un libro di quasi 500 pagine, scritto dalla storica dell’arte americana Rosemary Cohane Erpf, dal titolo: “Painting in the 1980s: Reimagining the Medium”.
Si tratta di un’interessante e approfondita indagine sull’arte degli anni ’80. Oltre a presentare, com’è ovvio, gli artisti americani, il quarto capitolo affronta il delicato tema dell’identità della Germania dopo il secondo conflitto mondiale e come abbiano risposto gli artisti tedeschi. Il quinto capitolo è dedicato, essenzialmente, alla Transavanguardia, pur con un doveroso omaggio all’importanza di un precursore come Luigi Ontani. Sono molto emozionato ed orgoglioso del fatto che la mia tesi di Master, alla quale mi sono riferito qui nel FOL ormai anche troppo, venga citata in un passaggio virgolettato del testo (con rimando in nota) e poi nella bibliografia generale. In particolare, si cita la mia osservazione che la pittura di Sandro Chia sia stata molto influenzata da Ottone Rosai, artista molto celebrato e seminale in quel di Firenze.
Ironicamente, vengo citato a proposito di due artisti che io non amo in maniera particolare. Ma un conto sono i gusti personali e un conto è la storia dell’arte.
Si tratta di un’interessante e approfondita indagine sull’arte degli anni ’80. Oltre a presentare, com’è ovvio, gli artisti americani, il quarto capitolo affronta il delicato tema dell’identità della Germania dopo il secondo conflitto mondiale e come abbiano risposto gli artisti tedeschi. Il quinto capitolo è dedicato, essenzialmente, alla Transavanguardia, pur con un doveroso omaggio all’importanza di un precursore come Luigi Ontani. Sono molto emozionato ed orgoglioso del fatto che la mia tesi di Master, alla quale mi sono riferito qui nel FOL ormai anche troppo, venga citata in un passaggio virgolettato del testo (con rimando in nota) e poi nella bibliografia generale. In particolare, si cita la mia osservazione che la pittura di Sandro Chia sia stata molto influenzata da Ottone Rosai, artista molto celebrato e seminale in quel di Firenze.
Ironicamente, vengo citato a proposito di due artisti che io non amo in maniera particolare. Ma un conto sono i gusti personali e un conto è la storia dell’arte.