business navigator e proposte per borsa italia

wallera@@

Nuovo Utente
Sospeso dallo Staff
Registrato
16/11/13
Messaggi
1.071
Punti reazioni
10
La Skandia AFS è una sussidiaria del gruppo Skandia, colosso svedese nel campo finanziario e assicurativo.
Il caso Skandia è uno dei più noti in letteratura, oggetto di innumerevoli citazioni e articoli. La sua
fama è dovuta al fatto che la soluzione per la gestione del capitale intellettuale, messa in atto dalla Skandia,
per la prima volta, ha portato a superare un pregiudizio molto diffuso secondo il quale ciò che conta
sono solo i numeri contenuti nel bilancio d’esercizio. La Skandia con il suo Business Navigator ha, invece,
dimostrato che la gestione della conoscenza unita alla misurazione degli asset intangibili con una gestione
aziendale incentrata su di essi, può aiutare un’impresa a produrre risultati economico-finanziari positivi
anche nel medio-lungo periodo. Questa nuova filosofia dovuta a Leif Edvinsson, ha ottenuto notevoli
risultati permettendo alla Skandia di attirare l’attenzione dei mercati finanziari e dei ricercatori nel
settore del knowledge management.
Gli obiettivi dell’iniziativa
L’obiettivo della Skandia era quello di rendere misurare il valore aziendale tenendo conto dell’apporto
del capitale intellettuale e di rendere evidente tale valore all’interno del proprio bilancio aziendale, offrendo
una visione completa sia della parte tangibile che della parte intangibile del valore complessivo.
La soluzione proposta
Quale soluzione al problema la Skandia propose il modello denominato “Value Scheme” sviluppato da
Leif Edvinsson nel 1993. Questo modello mira a esplicitare e interpretare il processo di creazione di valore
attraverso una suddivisione del valore aziendale in due componenti fondamentali: il capitale finanziario
ed il capitale intellettuale. In particolare, il secondo rappresenta quella componente del valore
d’impresa che tradizionalmente non è valutata, perché di natura intangibile e di difficile valorizzazione in
termini monetari.
Nel modello value scheme il capitale intellettuale è stato suddiviso in: capitale umano e capitale strutturale,
ovvero, riferito agli asset frutto del patrimonio cognitivo dell’azienda ma non direttamente afferenti
alle risorse umane. Il capitale strutturale si divide, a sua volta, in: capitale cliente, che contempla il valore
del marchio e delle relazioni con i clienti, e capitale organizzativo. Quest’ultimo può essere suddiviso in
capitale di processo, relativo ai processi organizzativi e di business interni all’impresa, e capitale di innovazione,
che rappresenta l’insieme delle risorse organizzative alla base delle capacità innovative
dell’impresa.
Il modello value scheme, pertanto contempla quattro asset intangibili fondamentali: il capitale umano , il
capitale cliente , il capitale di processo ed il capitale di innovazione. Esso può essere usato per definire un
coerente insieme di parametri e indicatori, di natura soprattutto intangibile, tra loro strettamente connessi,
in grado di esprimere un profilo del processo e delle capacità di produrre valore.
Il sistema implementato
Sulla base del modello value scheme la Skandia ha sviluppato il cosiddetto Business Navigator, un portale
all’interno del quale sono mostrai in maniera integrata gli indicatori di natura finanziaria con gli indicatori
relativi al capitale intellettuale, in questo modo è possibile un continuo monitoraggio di entrambi. I
dati riportati dal business navigator riguardano: il passato dell’azienda (stato finanziario), il presente (focus
sui clienti, sulle persone e sui processi), il futuro (capacità di innovazione).
Il nome di Business Navigator, per il sistema di gestione del capitale intellettuale, fu scelto perché la
Skandia intendeva dare alle persone l’idea della “navigazione” all’interno di un insieme di misure delle
vere risorse, capacità e potenzialità dell’organizzazione (intellectual asset). Seguendo il modello a partire
da un indicatore (parametro obiettivo) si arriva ai fattori che ne determinano il valore, potendo constatare
le variazioni delle risorse intangibili dell’azienda e, dunque, l’incremento o diminuzione del suo valore
complessivo.
Gli elementi chiave del capitale intellettuale nel sistema business navigator sono i prodotti/servizi offerti,
il brand, i clienti, la distribuzione, i concorrenti, il sistema informativo, il sistema di management e i partner.
Il tutto viene razionalizzato mediante l’identificazione di alcuni indicatori-chiave, circa trenta, che
vengono monitorati costantemente ogni anno e riportati in allegato al bilancio contabile tradizionale.
I risutati ottenuti
Concentrare l’attenzione sui fattori intangibili di creazione di valore ha prodotto il duplice risultato di
aumentare sensibilmente il valore complessivo dell’impresa e di offrire al management uno strumento
adatto alla gestione degli asset intangibili. Infatti, dopo la prima pubblicazione del bilancio del capitale
intellettuale (intellectual capital report), la quotazione in borsa del titolo Skandia ottenne performance superiori
alle attese.
Il Business Navigator permette di trasformare gli obiettivi di business in fattori misurabili che, a loro volta,
possono essere collegati direttamente con il lavoro svolto dal capitale umano. Gli investimenti effettuati
per rinnovare e sviluppare il capitale umano ed il capitale di processo sono quelli che conducono il
successo finanziario. In questo quadro il Business Navigator supporta i processi di business planning
dell’azienda allo scopo di gestire e indirizzare l’organizzazione verso il futuro, evidenziando e rendendo
facilmente visibili le relazioni tra gli asset intangibili e la crescita e l’aumento di competitività
dell’azienda. Inoltre, il business navigator consente di ottenere: una visione ed una strategia globale di
supporto; indicatori bilanciati in ogni area d’interesse; il coinvolgimento di tutta l’organizzazione; il mantenimento
delle variabili ritenute strategiche attraverso la misurazione degli indicatori scelti; la valutazione critica delle relazioni tra gli indicatori e le performance ottenute; la capacità di valutare la completa
aderenza del modello agli obiettivi ad ogni livello dell’organizzazione.

Skandia - Wikipedia, the free encyclopedia

Skandia AFS Business Navigator
 
Quindi la prima proposta:
le società quotate dovrebbero mettere in atto un sistema valutativo del capitale intangibile secondo i parametri del business navigator e cio' sarebbe un modo per determinare la parte di valore economico dell'azienda attribuibile a tale capitale
 
dopo che nasdaq è arrivato a 4.000 punti e il dax ha fatto nuovo max storico,
è ovvio che il mkt italiano è stato penalizzato dai 20 anni del nano e da logiche spesso di day trader in un pollaio di società con patti di sindacato,non scalabili, e di molte small caps in mano a sim.Bisogna fare una riforma a costo zero in borsa, eliminare i patti di sindacato dandogli scadenza massima 12 mesi e non rinnovabili per altri 12 mesi per rendere scalabili le società e bisogna vietare i doppi e plurimi incarichi in cda e collegi sindacali di quotate.si libererebbero posti per nuovi consiglieri ed eviterebbero i favori fra proprietà e managers.spesso bloccando le società.
 
Legge Stabilità: Fassina, modifiche Opa non entrano in maxiemendamento

Finanzaonline.com - 26.11.13/11:35

Nel maxiemendamento alla legge di Stabilità, che in serata verrà sottoposta al voto di fiducia del Senato, non sarà presente l´emendamento per modificare le regole dell´Offerta pubblica d´acquisto (Opa). E´ quanto dichiarato da Stefano Fasina, viceministro dell´Economia, ripreso dalle principali agenzie di stampa.

Fonte: Finanza.com

ITALIA DI M
 
VITARE I DOPPI TRIPLI PLURIMI INCARICHI NEI CDA E COLLEGI SINDACALI DI SOC QUOTATE E NON QUOTATE(per una persona fisica la giornata è di 24 ore e va bene un solo incarico per liberare risorse e far entrare nei cda e coll sindacali non i soliti noti),
OBBLIGO PER LE SOC QUOATATE ANCHE SMALL CAP DI AVERE CON IR UN BLOG DOMANDE E RISPOSTE PUBBLICO PER INTERAGIRE E TUTELARE GLI AZIONISTI DI MINORANZA.

INDAGINE SUI CONTI DEPOSITO DI BANCHE CHE SOTTRAGGONO RISORSE A INVESTIMENTI MOBILIARI ( UN CONTO DEPOSITO RENDE IL 300/400% IN PIU DI UN BOT CHE RENDE 1.26% E SPESSO LA BANCA CHE LO STIPULA LO FA PER ABBELLIRE I SUOI BILANCI E NON PRESTA SOLDI A IMPRESE E FAMIGLIE ANZI FA OPERAZIONI SU TITOLI E DERIVATI).

OBBLIGO DI SCIOGLIERE I PATTI DI SINDACATO DOPO 12 MESI E NON POTERLI RINNOVARE PER ALTRI 12 MESI PER LIBERARE AZIONI ED EVITARE CHE POCHE FAMIGLIE DETENGANO AZIONI DI SOC QUOTATE.

DIVIETO DI BANCHE E ASSICURAZIONI DI ACQUISIRE PARTECIPAZIONI IN IMPRESE NON BANCARIE E NON ASSICURATIVE.(NO A PARTECIPAZIONI IN HOLDING, NO IN IMPRESE INDUSTRIALI E DI SERVIZI DIVERSE DA BANCARIO E ASSICURATIVO)
 
come rilanciare la borsa italiana
La crescita dimensionale (e culturale) delle nostre tante piccole o micro aziende è indispensabile affinché esse possano competere efficacemente nel mercato internazionale. E ciò, in presenza di un restringimento strutturale del credito bancario dovuto ai crescenti requisiti di capitale imposti alle banche, richiede che tali imprese si aprano al mercato dei capitali.

Quindi il governo dovrebbe mettere in atto una serie di norme che riducono i costi di quotazione. dovrebbe favorire gli aumenti di capitali a fini di investimento.

La banca d italia dovrebbe obbligare le società quotate ad avere un loro rating,non dato da agenzie, ma dall ufficio studi banca d italia insieme alla consob, una specie di certificazione di QUALITA'.

se banca d italia e consob obbligassero le soc quotate a sottoporsi a quet analisi di rating, darebbero una maggiore tranquillità e sicurezza a fondi internazionali, sovrani, fondi pensione, società di gestione del risparmio, venture capitalist e singoli investitori, a prendere in considerazioni anche proposte di aumenti di capitali, emissioni obbligazionali,insomma un processo di crescita per investire e direttamente ci sarebbero benefici in temrni di pil. assunzioni, ecc ecc
 
dopo che nasdaq è arrivato a 4.000 punti e il dax ha fatto nuovo max storico,
è ovvio che il mkt italiano è stato penalizzato dai 20 anni del nano e da logiche spesso di day trader in un pollaio di società con patti di sindacato,non scalabili, e di molte small caps in mano a sim.Bisogna fare una riforma a costo zero in borsa, eliminare i patti di sindacato dandogli scadenza massima 12 mesi e non rinnovabili per altri 12 mesi per rendere scalabili le società e bisogna vietare i doppi e plurimi incarichi in cda e collegi sindacali di quotate.si libererebbero posti per nuovi consiglieri ed eviterebbero i favori fra proprietà e managers.spesso bloccando le società.

:D bibbia.
 
La Skandia AFS è una sussidiaria del gruppo Skandia, colosso svedese nel campo finanziario e assicurativo.
Il caso Skandia è uno dei più noti in letteratura, oggetto di innumerevoli citazioni e articoli. La sua
fama è dovuta al fatto che la soluzione per la gestione del capitale intellettuale, messa in atto dalla Skandia,
per la prima volta, ha portato a superare un pregiudizio molto diffuso secondo il quale ciò che conta
sono solo i numeri contenuti nel bilancio d’esercizio. La Skandia con il suo Business Navigator ha, invece,
dimostrato che la gestione della conoscenza unita alla misurazione degli asset intangibili con una gestione
aziendale incentrata su di essi, può aiutare un’impresa a produrre risultati economico-finanziari positivi
anche nel medio-lungo periodo. Questa nuova filosofia dovuta a Leif Edvinsson, ha ottenuto notevoli
risultati permettendo alla Skandia di attirare l’attenzione dei mercati finanziari e dei ricercatori nel
settore del knowledge management.
Gli obiettivi dell’iniziativa
L’obiettivo della Skandia era quello di rendere misurare il valore aziendale tenendo conto dell’apporto
del capitale intellettuale e di rendere evidente tale valore all’interno del proprio bilancio aziendale, offrendo
una visione completa sia della parte tangibile che della parte intangibile del valore complessivo.
La soluzione proposta
Quale soluzione al problema la Skandia propose il modello denominato “Value Scheme” sviluppato da
Leif Edvinsson nel 1993. Questo modello mira a esplicitare e interpretare il processo di creazione di valore
attraverso una suddivisione del valore aziendale in due componenti fondamentali: il capitale finanziario
ed il capitale intellettuale. In particolare, il secondo rappresenta quella componente del valore
d’impresa che tradizionalmente non è valutata, perché di natura intangibile e di difficile valorizzazione in
termini monetari.
Nel modello value scheme il capitale intellettuale è stato suddiviso in: capitale umano e capitale strutturale,
ovvero, riferito agli asset frutto del patrimonio cognitivo dell’azienda ma non direttamente afferenti
alle risorse umane. Il capitale strutturale si divide, a sua volta, in: capitale cliente, che contempla il valore
del marchio e delle relazioni con i clienti, e capitale organizzativo. Quest’ultimo può essere suddiviso in
capitale di processo, relativo ai processi organizzativi e di business interni all’impresa, e capitale di innovazione,
che rappresenta l’insieme delle risorse organizzative alla base delle capacità innovative
dell’impresa.
Il modello value scheme, pertanto contempla quattro asset intangibili fondamentali: il capitale umano , il
capitale cliente , il capitale di processo ed il capitale di innovazione. Esso può essere usato per definire un
coerente insieme di parametri e indicatori, di natura soprattutto intangibile, tra loro strettamente connessi,
in grado di esprimere un profilo del processo e delle capacità di produrre valore.
Il sistema implementato
Sulla base del modello value scheme la Skandia ha sviluppato il cosiddetto Business Navigator, un portale
all’interno del quale sono mostrai in maniera integrata gli indicatori di natura finanziaria con gli indicatori
relativi al capitale intellettuale, in questo modo è possibile un continuo monitoraggio di entrambi. I
dati riportati dal business navigator riguardano: il passato dell’azienda (stato finanziario), il presente (focus
sui clienti, sulle persone e sui processi), il futuro (capacità di innovazione).
Il nome di Business Navigator, per il sistema di gestione del capitale intellettuale, fu scelto perché la
Skandia intendeva dare alle persone l’idea della “navigazione” all’interno di un insieme di misure delle
vere risorse, capacità e potenzialità dell’organizzazione (intellectual asset). Seguendo il modello a partire
da un indicatore (parametro obiettivo) si arriva ai fattori che ne determinano il valore, potendo constatare
le variazioni delle risorse intangibili dell’azienda e, dunque, l’incremento o diminuzione del suo valore
complessivo.
Gli elementi chiave del capitale intellettuale nel sistema business navigator sono i prodotti/servizi offerti,
il brand, i clienti, la distribuzione, i concorrenti, il sistema informativo, il sistema di management e i partner.
Il tutto viene razionalizzato mediante l’identificazione di alcuni indicatori-chiave, circa trenta, che
vengono monitorati costantemente ogni anno e riportati in allegato al bilancio contabile tradizionale.
I risutati ottenuti
Concentrare l’attenzione sui fattori intangibili di creazione di valore ha prodotto il duplice risultato di
aumentare sensibilmente il valore complessivo dell’impresa e di offrire al management uno strumento
adatto alla gestione degli asset intangibili. Infatti, dopo la prima pubblicazione del bilancio del capitale
intellettuale (intellectual capital report), la quotazione in borsa del titolo Skandia ottenne performance superiori
alle attese.
Il Business Navigator permette di trasformare gli obiettivi di business in fattori misurabili che, a loro volta,
possono essere collegati direttamente con il lavoro svolto dal capitale umano. Gli investimenti effettuati
per rinnovare e sviluppare il capitale umano ed il capitale di processo sono quelli che conducono il
successo finanziario. In questo quadro il Business Navigator supporta i processi di business planning
dell’azienda allo scopo di gestire e indirizzare l’organizzazione verso il futuro, evidenziando e rendendo
facilmente visibili le relazioni tra gli asset intangibili e la crescita e l’aumento di competitività
dell’azienda. Inoltre, il business navigator consente di ottenere: una visione ed una strategia globale di
supporto; indicatori bilanciati in ogni area d’interesse; il coinvolgimento di tutta l’organizzazione; il mantenimento
delle variabili ritenute strategiche attraverso la misurazione degli indicatori scelti; la valutazione critica delle relazioni tra gli indicatori e le performance ottenute; la capacità di valutare la completa
aderenza del modello agli obiettivi ad ogni livello dell’organizzazione.

Skandia - Wikipedia, the free encyclopedia

Skandia AFS Business Navigator

Quindi la prima proposta:
le società quotate dovrebbero mettere in atto un sistema valutativo del capitale intangibile secondo i parametri del business navigator e cio' sarebbe un modo per determinare la parte di valore economico dell'azienda attribuibile a tale capitale

Chissà se l'usa anche lui... :D
Saluti AzioNetOK!



Home » Guide » Grandi Investitori » Le 7 regole d'oro di Warren Buffett

Le 7 regole d'oro di Warren Buffett

I parametri principali adottati dal grande investitore americano, e seguiti sempre con coerenza nel corso della sua carriera. Sono principi che valgono al di là delle oscillazioni di breve...
di Gianluca Marzoli


Scopriamo quali sono le linee guida che hanno portato Mr. Warren Buffett a diventare l’investitore N.1 al mondo.

Occorre premettere che Buffett non ha mai dettato delle regole o dei parametri da seguire. Però queste sono linee guida che si evincono dalle lettere che annualmente scrive agli azionisti della sua Berkshire Hathaway, dalle interviste che rilascia e soprattutto dal suo modo di comportarsi. Sono i parametri comunque riconosciuti dagli studiosi di Buffett come le sue linee ispiratrici.

Da notare che non si tratta di regole comportamentali riguardanti l’approccio al mercato azionario, ma di parametri oggettivi da verificare sui titoli. Vediamoli in ordine.

1. I manager devono aver gestito razionalmente i soldi degli azionisti
Decidere se trattenere gli utili o restituirli agli azionisti secondo Buffett è un esercizio di razionalità. Nel caso in cui i manager hanno le possibilità di far rendere i soldi di più che altri impieghi nella media di mercato, possono decidere di trattenere gli utili. Nel caso in cui non abbiano questa possibilità dovrebbero decidere di restituirli agli azionisti, sotto forma di dividendi, o sotto forma di riacquisto di azioni proprie. E’ un bivio al quale Buffett dà molta importanza per il giudizio del management, i quali tenderebbero a trattenere gli utili per aumentare il loro dominio.

2. L’impresa deve aver veramente aumentato nel tempo i guadagni dei suoi azionisti
Il cash flow di norma viene calcolato a Wall Street come (a) guadagni operativi più (b) spese di deperimento e altre spese non-cash. Secondo Buffett è un indicatore incompleto, al quale bisogna aggiungere (c) reinvestimenti richiesti dal business. Il (c) è definito da Buffett come “l’ammontare medio delle spese per impianti ed equipaggiamenti che il business richiede per il mantenimento di una posizione competitiva di lungo periodo”. Il nuovo indicatore usato al posto del cash flow, che Buffet chiama “owner earnings” sarà quindi (a)+(b)-(c). Quando (b) e (c) sono diversi, anche il calcolo tra cash flow e owner earnings sarà diverso, cosa che succede per la maggior parte delle attività economiche. Quando (c) eccede (b) l’analisi del cash flow sovrastima la realtà economica dell’azienda. Quindi porre attenzione a quelle aziende che richiedono grosse spese ricorrenti in rinnovo dell’impiantistica per mantenersi competitive sul mercato.

3. Al momento dell’acquisto, la quotazione deve essere almeno il 25% inferiore al valore intrinseco
Calcolare il valore dell’azienda è tanto difficile quanto è difficile inserire le giuste variabili: il cash flow netto che si genererà durante la vita del business, scontato ad un appropriato tasso di interesse. Buffett usa al posto del cash flow il suo “owner earnings” (punto 2) previsto nel corso della vita del business scontato semplicemente del tasso dei long-term bond del governo USA. Naturalmente un errore nelle stime può vanificare il risultato dell’investimento. Buffett usa il suo “margine di sicurezza” del 25% per ridurre questo rischio. Se ad esempio la stima sarà sbagliata del 10% in eccesso, Buffett manterrà un ritorno comunque adeguato, se la stima sarà corretta, o sbagliata per difetto, il ritorno sarà straordinario.

4. I manager devono essere in grado di convertire le vendite in profitti
Si tratta essenzialmente della capacità di contenere i costi. Ogni volta che un’azienda annuncia un piano di ristrutturazione per tagliare i costi, per Buffett è segno che l’azienda fino a quel momento ha avuto degli sprechi e ha speso i soldi degli azionisti non razionalmente. Sono da considerare quelle aziende che negli anni hanno sempre mantenuto un livello accettabile di utili sul fatturato.

5. L’impresa deve aver evitato l’eccesso di debiti
Le imprese possono aumentare il loro ritorno sui mezzi propri aumentando il loro rapporto tra il debito di lungo periodo e i mezzi propri. Però, secondo il grande investitore americano, un buon business deve essere in grado di guadagnare un buon ritorno senza l’aiuto della leva dei debiti, i quali devono rimanere ridotti entro limiti di sicurezza in rapporto al cash flow generato. Le imprese da considerare sono quelle in grado di avere un buon ritorno senza l’impiego di una grande quantità di debiti.

6. L’impresa deve aver performato in maniera consistente
Il rapporto utili per azione di per sé non è considerato da Buffett un valido indicatore. Siccome ogni anno le aziende distribuiscono agli azionisti solo una parte degli utili, non c’è niente di particolarmente esaltante in un aumento del 10% dell’utile per azione se nel frattempo la base di capitale è aumentata del 10%. Buffett preferisce considerare quelle aziende che hanno nel tempo mantenuto un ottimo return on equity, cioè il ritorno sul capitale investito.

7. I manager devono aver veramente aumentato il valore per gli azionisti
Si tratta della famosa regola “one dollar for one dollar”. Le aziende ogni anno decidono quanta parte dell’utile netto (se c’è) deve essere distribuito sotto forma di dividendi. Il restante viene trattenuto dall’azienda. Se la parte trattenuta è impiegata bene, il mercato nel lungo periodo lo riconoscerà e il valore del titolo aumenterà di conseguenza. Si tratta di verificare se la quota trattenuta si è trasformata nel tempo in apprezzamento del valore del titolo, e in che misura. Secondo Buffett sono da considerare quelle aziende che per ogni dollaro trattenuto abbiano creato almeno un dollaro di maggiore capitalizzazione di mercato del titolo.

Si tratta di regole molto impegnative da rispettare, e soprattutto difficili da tenere sotto controllo; richiedono una grande quantità di dati sulle aziende monitorate, anche in serie storica. L’investimento sulle singole azioni per avere successo nel tempo richiede un grosso sforzo di controllo e di analisi, da parte di persone esperte e preparate. Risultati positivi o negativi sull’investimento in singole azioni senza le adeguate conoscenze ed analisi sono determinati dal caso. E Buffett per diventare l’investitore N°1 al mondo di sicuro non ha lasciato nulla al caso.

Gianluca Marzoli
 
COME LIBERARE RISORSE PER L'ECONOMIA ITALIANA, ATTRAVERSO UN ABBATTIMENTO TOUT COURT DEL DEBITO PUBBLICO, CHE PORTERENNE LO SPREAD BTP BUND SOTTO I 200 PUNTI E IL COSTO DEL DEBITO PRIVATO IN ITALIA PIU GIU.

3/12/2013
la mia proposta per ridurre debito pubblico da subito:In Italia esistono otre 500 fondi pensione il cui patrimonio cumulato è oltre 180 miliardi di euro. Secondo il Rapporto sullo stato sociale 2013, curato da Felice Roberto Pizzuti per il Criss della Sapienza di Roma, oltre il 70% delle risorse dei fondi pensione negoziali, i più legati alle aziende, viene investito all'estero per bilanciare i rischi Paese, il resto va in titoli di Stato, solo lo 0,8% in azioni di società italiane.

Bene, la mossa da fare è ACCORPARE E AFFIDARE ALLA BANCA D ITALIA TUTTO IL PATRIMONIO DEI FONDI PENSIONE,CREANDO UN UNICO FONDO CHE DEBBA PER STATUTO INVESTIRE ALMENO IL 51% IN ITALIA. BANCA D ITALIA GARANTIREBBE CON LE SUE RISERVE AUREE TALKE FONDO CHE NON POTREBBE MAI ESSERE UNICO CON INPS MA SEMPRE SEPARATO.GARANTIREBBE ANCHE UN RENDIMENTO MINIMO CHE COPRIREBBE INFLAZIONE.QUESTI 180 MILIARDI BANCA D ITALIA LI UTILIZZEREBBE COME POSTA DI GIRO AL TESORO PER ESTINGUERE IN VIA ANTICIPATA TITOLI A SCADENZA 2 ANNI.
 
approvo:

GreenItaly1: presentato il progetto di quotazione

Finanzaonline.com - 4.12.13/10:49

GreenItaly1, la prima SPAC (Special Purpose Acquisition Company) tematica specializzata sulle imprese della Green Economy, ha presentato oggi il progetto di quotazione presso Borsa Italiana. Lo si apprende in una nota stampa. GreenItaly1 punta a raccogliere circa 40 milioni di euro attraverso l´ammissione alle negoziazione sul sistema multilaterale di negoziazione Aim Italia/Mercato Alternativo del Capitale gestito da Borsa Italiana al fine di realizzare un´operazione di aggregazione con una società target entro 24 mesi dalla quotazione. "La società target sarà un´azienda italiana operante nei segmenti della green economy con solidi risultati economici, generazione di cassa, elevata propensione all´innovazione e vocazione internazionale con un´attività non legata ad incentivi" si legge nel comunicato. GreenItaly1 è promossa da VedoGreen, società del gruppo IR Top specializzata nella finanza per le imprese della green economy, Idea Capital Funds SGR del Gruppo DeA Capital/De Agostini, uno dei principali operatori indipendenti italiani nel settore del private equity che gestisce tra gli altri un fondo di private equity specializzato nella green economy, e Matteo Carlotti, già promotore della SPAC Made in Italy1.

Fonte: Finanza.com
 
LE 7 REGOLE D ORO DI BUFFETT IN PILLOLE.


1. I manager devono aver gestito razionalmente i soldi degli azionisti (Decidere se trattenere gli utili o restituirli agli azionisti secondo Buffett è un esercizio di razionalità.)
2. L’impresa deve aver veramente aumentato nel tempo i guadagni dei suoi azionisti(Buffett oltre al cash flow considera anche il valore del reivestimento nelle aziende per spese per impianti e equipaggiamenti mantenere la posizione sul mercato, se l azienda ha elevati costi )la somma del cash flow e del costo da ower earnings
3. Al momento dell’acquisto, la quotazione deve essere almeno il 25% inferiore al valore intrinseco (preso in considerazione è l ower earnings)
4. I manager devono essere in grado di convertire le vendite in profitti(cioè contenere i costi)
5. L’impresa deve aver evitato l’eccesso di debiti(i debiti devono mantenersi in un rapporto con il cash flow, senza crescere a dismisura)
6. L’impresa deve aver performato in maniera consistente.Buffett considera il return on equity,non basta il dividendo.
7. I manager devono aver veramente aumentato il valore per gli azionisti.Cioè gli utili non distribuiti devono dare per ogni dollaro trattenuto un aumento di 1 dollaro almeno della capitalizzazione.Secondo Buffett sono da considerare quelle aziende che per ogni dollaro trattenuto abbiano creato almeno un dollaro di maggiore capitalizzazione di mercato del titolo.
 
le borse e i tassi bassi in europa

5.12.13/15:29 Bce: Draghi, pronti ad intervenire se necessario. Non è stato individuato nessun strumento
 
come aiutare le aziende energetiche quotate ( e non)...dopo l attacco a tremonti e come abbassare le bollette

la robin tax introdotta nel 2008 dal demonio Tremonti su imprese energetiche,in realtà si è tradotta in un aggravio in bolletta.Da quasi tre anni sulla Robin Tax pende presso la Consulta un giudizio di legittimità costituzionale. A promuoverlo è stata la commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia su ricorso di un rivenditore locale di prodotti petroliferi. Le motivazioni del ricorso sono, tra l’altro, che l’addizionale sarebbe discriminatoria, colpendo solo un settore; che mancherebbero i presupposti per il ricorso al decreto legge; e che l’esistenza di extraprofitti non sarebbe dimostrata.
Di certo dal 2014 deve ridursi dal 10.6 al 6.5%, se venisse meno ci sarebbe un buco di 1.5 miliardi di euro per le casse del tesoro.ANDREBBE PROPOSTA SUBITO AL SUO POSTO,UNA CARBON TAX DELL'ORDINE DI 20 FINO A 40 EURO A TONNELLATA DI CO2 EMESSA.Altro che robin tax.
 
il voto elettronico per rilanciare la borsa italiana

Come rilanciare la Borsa italiana?

Nel decennio tra il 2000 e il 2010 l’indice è diminuito del 52%, nessuno ha fatto peggio. E se si guarda il valore delle società quotate rispetto al Prodotto Interno Lordo, questo è il 35 % a Milano, il 50% in Germania, il 90% in Francia e il 160% in Gran Bretagna. Inoltre a Milano sono quotate circa 300 società, a Londra quasi duemila.
Quale miglior strumento se non il voto elettronico garantisce la massima trasparenza e comunicazione nei confronti degli azionisti, sempre nel rispetto di tutti i requisiti di sicurezza?
 
La Skandia AFS è una sussidiaria del gruppo Skandia, colosso svedese nel campo finanziario e assicurativo.
Il caso Skandia è uno dei più noti in letteratura, oggetto di innumerevoli citazioni e articoli. La sua
fama è dovuta al fatto che la soluzione per la gestione del capitale intellettuale, messa in atto dalla Skandia,
per la prima volta, ha portato a superare un pregiudizio molto diffuso secondo il quale ciò che conta
sono solo i numeri contenuti nel bilancio d’esercizio. La Skandia con il suo Business Navigator ha, invece,
dimostrato che la gestione della conoscenza unita alla misurazione degli asset intangibili con una gestione
aziendale incentrata su di essi, può aiutare un’impresa a produrre risultati economico-finanziari positivi
anche nel medio-lungo periodo. Questa nuova filosofia dovuta a Leif Edvinsson, ha ottenuto notevoli
risultati permettendo alla Skandia di attirare l’attenzione dei mercati finanziari e dei ricercatori nel
settore del knowledge management.
Gli obiettivi dell’iniziativa
L’obiettivo della Skandia era quello di rendere misurare il valore aziendale tenendo conto dell’apporto
del capitale intellettuale e di rendere evidente tale valore all’interno del proprio bilancio aziendale, offrendo
una visione completa sia della parte tangibile che della parte intangibile del valore complessivo.
La soluzione proposta
Quale soluzione al problema la Skandia propose il modello denominato “Value Scheme” sviluppato da
Leif Edvinsson nel 1993. Questo modello mira a esplicitare e interpretare il processo di creazione di valore
attraverso una suddivisione del valore aziendale in due componenti fondamentali: il capitale finanziario
ed il capitale intellettuale. In particolare, il secondo rappresenta quella componente del valore
d’impresa che tradizionalmente non è valutata, perché di natura intangibile e di difficile valorizzazione in
termini monetari.
Nel modello value scheme il capitale intellettuale è stato suddiviso in: capitale umano e capitale strutturale,
ovvero, riferito agli asset frutto del patrimonio cognitivo dell’azienda ma non direttamente afferenti
alle risorse umane. Il capitale strutturale si divide, a sua volta, in: capitale cliente, che contempla il valore
del marchio e delle relazioni con i clienti, e capitale organizzativo. Quest’ultimo può essere suddiviso in
capitale di processo, relativo ai processi organizzativi e di business interni all’impresa, e capitale di innovazione,
che rappresenta l’insieme delle risorse organizzative alla base delle capacità innovative
dell’impresa.
Il modello value scheme, pertanto contempla quattro asset intangibili fondamentali: il capitale umano , il
capitale cliente , il capitale di processo ed il capitale di innovazione. Esso può essere usato per definire un
coerente insieme di parametri e indicatori, di natura soprattutto intangibile, tra loro strettamente connessi,
in grado di esprimere un profilo del processo e delle capacità di produrre valore.
Il sistema implementato
Sulla base del modello value scheme la Skandia ha sviluppato il cosiddetto Business Navigator, un portale
all’interno del quale sono mostrai in maniera integrata gli indicatori di natura finanziaria con gli indicatori
relativi al capitale intellettuale, in questo modo è possibile un continuo monitoraggio di entrambi. I
dati riportati dal business navigator riguardano: il passato dell’azienda (stato finanziario), il presente (focus
sui clienti, sulle persone e sui processi), il futuro (capacità di innovazione).
Il nome di Business Navigator, per il sistema di gestione del capitale intellettuale, fu scelto perché la
Skandia intendeva dare alle persone l’idea della “navigazione” all’interno di un insieme di misure delle
vere risorse, capacità e potenzialità dell’organizzazione (intellectual asset). Seguendo il modello a partire
da un indicatore (parametro obiettivo) si arriva ai fattori che ne determinano il valore, potendo constatare
le variazioni delle risorse intangibili dell’azienda e, dunque, l’incremento o diminuzione del suo valore
complessivo.
Gli elementi chiave del capitale intellettuale nel sistema business navigator sono i prodotti/servizi offerti,
il brand, i clienti, la distribuzione, i concorrenti, il sistema informativo, il sistema di management e i partner.
Il tutto viene razionalizzato mediante l’identificazione di alcuni indicatori-chiave, circa trenta, che
vengono monitorati costantemente ogni anno e riportati in allegato al bilancio contabile tradizionale.
I risutati ottenuti
Concentrare l’attenzione sui fattori intangibili di creazione di valore ha prodotto il duplice risultato di
aumentare sensibilmente il valore complessivo dell’impresa e di offrire al management uno strumento
adatto alla gestione degli asset intangibili. Infatti, dopo la prima pubblicazione del bilancio del capitale
intellettuale (intellectual capital report), la quotazione in borsa del titolo Skandia ottenne performance superiori
alle attese.
Il Business Navigator permette di trasformare gli obiettivi di business in fattori misurabili che, a loro volta,
possono essere collegati direttamente con il lavoro svolto dal capitale umano. Gli investimenti effettuati
per rinnovare e sviluppare il capitale umano ed il capitale di processo sono quelli che conducono il
successo finanziario. In questo quadro il Business Navigator supporta i processi di business planning
dell’azienda allo scopo di gestire e indirizzare l’organizzazione verso il futuro, evidenziando e rendendo
facilmente visibili le relazioni tra gli asset intangibili e la crescita e l’aumento di competitività
dell’azienda. Inoltre, il business navigator consente di ottenere: una visione ed una strategia globale di
supporto; indicatori bilanciati in ogni area d’interesse; il coinvolgimento di tutta l’organizzazione; il mantenimento
delle variabili ritenute strategiche attraverso la misurazione degli indicatori scelti; la valutazione critica delle relazioni tra gli indicatori e le performance ottenute; la capacità di valutare la completa
aderenza del modello agli obiettivi ad ogni livello dell’organizzazione.

Skandia - Wikipedia, the free encyclopedia

Skandia AFS Business Navigator

IL PASSAGGIO ALLA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE,QUELLA BASATA SU ENERGIE RINNOVABILI, RISPARMIO ED EFFICIENZA ENERGETICA, IDROGENO E SMART GRIDS,CON UNO SFORZO INFRASTRUTTURALE PER RETI ENERGETICHE, NON PUO NON PASSARE ATTRAVERSO UN RAFFORZAMENTO DEI MEZZI IN BORSA DELLE SOCIETA' DELLA GREEN ECONOMY QUOTATE, ATTRAVERSO OPERAZIONI DI FUSIONI E ACQUISIZIONI, ATTRAVERSO UN ACQUISTO DA PARTE DI LEADER ITALIANI DI AZIENDE DI PRODUZIONE DI ENERGIA EOLICA E FOTOVOLTAICA.

IL RUOLO POTREBBE ESSERE QUELLO DI UN PLAYER NAZIONALE PUBBLICO PRIVATO, GIA MINIMAMENTE PRESENTE NEL SETTORE GREEN E CHE STRANAMENTE HA PUNTATO SU ALTRI SETTORI COME AEROPORTI, AUTOSTRADE LOCALI , ACQUE, FIBRA OTTICA,MA NON ANCORA SU EN PULITE: F2I

Dopo la vittoria alle primarie, Matteo Renzi all’Obihall di Firenze ha esclamato che «è di sinistra dire che la green economy è la chiave del futuro del Paese». Il Partito Democratico porterà dunque avanti un’idea di politica industriale ecologica, o preverrà la voglia di tutelare l’esistente?

«Dobbiamo vincere la resistenza culturale che vede da sempre contrapposti i temi della tutela dell’ambiente e dello sviluppo economico. La Green Economy è già una realtà, anche nel nostro Paese, come dimostrano le molte imprese che in questi anni hanno saputo riconvertite in chiave ecologica interi settori industriali ed un pezzo fondamentale – quello che più ha resistito all’impatto della crisi – dell’edilizia. La sfida è quella di costruire una politica industriale interamente orientata alla sostenibilità ambientale, in tutti i settori produttivi: Green Economy non sono solo energie rinnovabili ma anche agricoltura, bio edilizia, chimica verde».
A greenreport la scelta di Renzi per l'Ambiente: la green economy secondo Chiara Braga - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile
 
QUANDO UN SETTORE IN BORSA è CERTAMENTE SOGGETTO A M&A


Il caso eolico:
Vi informo che esiste un Risiko in Italia sulle rinnovabili, una lotta aperta a febbraio del 2013 quando ERG(grazie ai russi di Lukoil)ha comprato i parchi eolici in italia in vendita da parte dei francesi.Diventando il primo operatore eolico in Italia, dove ENEL che si vanta di fare parchi eolici senza aste nel Mondo ha imposto per soffocare il mercato aste al ribasso oltre i 5MW e registri per dare fastidio ai concorrenti eolici e per aiutare le sue termoelettriche senza efficienza e senza economicità di gestione.(complice la lobby di assoelettrica e con norme quali il capacity payment, gli oneri di sbilanciamento e la robin tax che enel e eni hanno ribaltato sui consumatori e imprese in bollette come detto da tar e da gse,mentre le imprese fotov e eoliche non hanno potuto).

Si è continuato tale risiko con l'assetto di EDISON che ora ha messo sul mercato ufficialemente edens edison en rinnovabili,prima volendo cedere il tutto,ora come riporta un articolo de il sole 24 ore di ottobre 2013 e passato inosservato, cercando di creare un player italiano delle rinnovabili: ( ecco l articolo = nuovamente il risiko delle rinnovabili in Italia. Se lo scorso febbraio Erg aveva rilevato l'intero portafoglio di impianti eolici di Gaz de France, questa volta tocca a un altro gigante francese, Edf, muovere le proprie pedine. )
Stando a quanto riportato dall'agenzia Radiocor, Edison ha infatti avviato un
di Cheo Condina - Il Sole 24 Ore - leggi su Edison crea un polo delle rinnovabili, all'asta la maggioranza - Il Sole 24 ORE

Il risiko delle rinnovabili in italia è saporito e passa attraverso l'ultima new e cioè che il colosso tedesco E.ON ha deciso di cedere tutte le attività in italia,un affare da 3 miliardi di euro dove principalmente c'è termoelettrico ma anche ghiotti mw eolici e fotovoltaici.

Il mercato va verso M&A DUNQUE FUSIONI E CONCENTRAZIONI E SOPRATTUTTO si sa che ENEL e SIEMENS si sono aggiudicati il business delle colonnine elettriche, mentre in italia finalmente con FIAMM e con tecnologie avanzatissime sta avanzando LA NORMALIZZAZIONE DEI SISTEMI DI ACCUMULO e dunque impianti che la sovraproduzione la possono accumulare in apposite batterie da usare all occorrenza in loco o essere trasportare.

DUNQUE IL VENTO che è eterno come IL SOLE, sono al centro in Italia di un RISIKO.

Non sappiamo chi sarà il partner di edison, e nemmeno chi si aggiudicherà quella fetta di E.ON, FRA EDENS E E.ON sono in ballo solo di eolico oltre 750 MW.

Ecco perchè sia falck renew e sia alerion che sono operatori, quotati,indipendenti possono potrebbero e potranno essere oggetto di queso risiko, come co- protagonisti o come comparse.

DI CERTO NEL BREVE PERIODO DI NEWS CE NE SARANNO,complice anche una politica di RENZI che pare essere pro rinnovabili.
 
La novità Renzi è che ha impresso un'accelerazione al cambiamento in atto e un apparente ringiovanimento dell'apparato di partito.
E' un volto nuovo, giovane, interpreta le potenzialità dei media attuali al meglio,usa un linguaggio che fa sognare.
E' un nuovo politico necessario per un nuovo corso che vede la Chiesa schierata verso le uguaglianze e il diniego di privilegi.
Anche la mafia ha di fatto con la scusa degli attentati fatto arrivare il messaggio di voler trovare nuovi equilibri nelle aree di competenza.

Se davvero il cambiamento italiano ci sarà, sarà repentino, una legge elettorale con un bipolarismo,un senato non elettivo ma rappresentativo,una riduzione dei costi della politica ,un premio al secondo turno.
Poi elezioni,in maggio.

L'establishment finanziario internazionale ,usa e uk, sembra guardare bene il nuovo che avanza, anche perche nemmeno prodi poteva dedicere da soli, ma doveva rapportarsi alle correnti.
Il Renzi dovrebbe cavalcare l onda e dedidere da solo cose nel breve e dunque è il breve che porta al cambiamento.

Un cambiamento che dovrebbe passare per una rinegoziazione in europa,per i project bonds e investimenti fuori il patto di stabilità, per una riduzione della spesa pubblica e del cuneo fiscale, per un prelievo piu su chi inquina e meno sulla green economy, e per una liberalizzazione di professioni, e sbucratizzazione.

Bne venga il principio tedesco del silenzio assenzo nelle AU della PU. salvo controlli ex post.

IL NUOVO CORSO POTREBBE PASSARE ANCHE PER UN AUMENTO DELLA CAPITALIZZAZIONE DI BORSA ITALIA E PER UNA RIDUZIONE DELLO SPREAD SOTTO I 200 P.

Intanto lo spread come termometro e i sondaggi,indicano per RENZI e per il PD bel tempo.
 
il caso monclair un azienda bella e sana ma che capitalizza a momenti qunato mediaset con 486 mln euro di ricavi. segno della speculazione ,ci sono aziende che si mettono in mostra come prostitute di alto bordo per farsi comprare ed altre che si nascondono.il caso alerion con dentro f2i il piu grande fondo infrastrutturale italiano,pubblico privato che vede suoi soci cassa dep e prestiti e unicredit intesa biis le casse di risparmio le cassa previd di arch e geometri, e che addirittura potrebbe prendersi oltre aeroporti,interporti,az di acque ,con metroweb anche la telecom. eppure per alerion non fa nulla, pur essendoci in italia in vendita 750 mw eolici funzionanti da parte di edens e e on che vogliono vendere per investire in paesi in via di sviluppo. sti mw potrebbe prenderseli alerion grazie a f2i..nistero

e in questo caso il discorso di renzi la domenica prima del primo g di contrattazione in borsa, esaltando monclair..è un po da spintarella
 
per smuovere le acque in senso buono in borsa italiana occorre senz altro dare una normativa diversa e stringente su durata e rinnovo dei patti di sindacato e blocco che di fatto sono forireri di nascite di comitati di affari interni alle imprese quotate con scambi di favori, incarichi e consulente, nn solo di soc pubbliche ma anche medie e piccole.anzio peggio, con spesso incorci fra managers e proprietà, plurimi incarichi ecc

Addio ai patti di sindacato. La nuova stagione del capitalismo
 
Ieri decisione su soft tapering usa da 85 a 75 miliardi di dollari mese per stimolare economia e nuovo masismo storico di d jones.

oggi decisione su fallimento controllato banche europee e primo mattone per unione bancaria europea. un bel compromesso.

All indice italiano mancano un 110% per arrivare a valori non di massimo storico ma piu consoni. Certo tutto legato a PIL e riforme.dopo 20 anni di ruberie e malgoverno e con regole di borsa con troppi plurimi incarichi,patti di sindacato e blocco ,incroci azionari, e soprattutto manovre short da ladri di polli su small caps.
 
Indietro