Casa, calano i prezzi in Piemonte

La mia esperienza dice che le richieste iniziali sono quelle di bolla (2007) poi però si scambia sotto di un 25%.
In alcune zone gli scambi ci sono eccome.
 
In Piemonte crolla mercato dell’edilizia (Fonte: ecoseven.net - 19/06/2014)

Non si comprano e non si vendono piu’ case: in Piemonte, dal 2004, il mercato dell’edilizia e’ crollato.

Crolla, in Piemonte, il mercato dell’edilizia: si vendono e comprano sempre meno case. A testimoniarlo sono i dai dati diffusi oggi dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, da cui emerge una contrazione del 9,3% delle compravendite tra il 2012 e il 2013, a fronte di una diminuzione dei prezzi che sfiora un -2% nel secondo semestre 2013. La crisi dell’edilizia è iniziata 10 anni fa: dal 2004, dopo un picco nel 2006, le compravendite immobiliari in Piemonte si sono dimezzate. Se si guarda alle diverse province tra il 2012 e il 2013, la maglia nera spetta al novarese con un -13,8 % di case vendute, seguita da Cuneo (-10%), Alessandria (-9%) e Torino (-9,4%). "Si nota un mercato che fa fatica a scendere nei valori -spiega l'ingegnere Paolo Manzo - e questo non aiuta la ripresa delle compravendite".
 
In Piemonte crolla mercato dell’edilizia (Fonte: ecoseven.net - 19/06/2014)

Non si comprano e non si vendono piu’ case: in Piemonte, dal 2004, il mercato dell’edilizia e’ crollato.

Crolla, in Piemonte, il mercato dell’edilizia: si vendono e comprano sempre meno case. A testimoniarlo sono i dai dati diffusi oggi dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, da cui emerge una contrazione del 9,3% delle compravendite tra il 2012 e il 2013, a fronte di una diminuzione dei prezzi che sfiora un -2% nel secondo semestre 2013. La crisi dell’edilizia è iniziata 10 anni fa: dal 2004, dopo un picco nel 2006, le compravendite immobiliari in Piemonte si sono dimezzate. Se si guarda alle diverse province tra il 2012 e il 2013, la maglia nera spetta al novarese con un -13,8 % di case vendute, seguita da Cuneo (-10%), Alessandria (-9%) e Torino (-9,4%). "Si nota un mercato che fa fatica a scendere nei valori -spiega l'ingegnere Paolo Manzo - e questo non aiuta la ripresa delle compravendite".

eh si si ,io stò sul confine liguria peimonte e quindi conosco bene ,anche per motivi pratici, i costi nell'alessandrino e basso piemonte ,secondo me è ancora peggio di quei dati e della zona di torino e d'intorni......ok non saranno zone bellissime,ma si trovano immobili a prezzi proprio stracciati e moltissim i invendita non venduti
 
Alessandrino

eh si si ,io stò sul confine liguria peimonte e quindi conosco bene ,anche per motivi pratici, i costi nell'alessandrino e basso piemonte ,secondo me è ancora peggio di quei dati e della zona di torino e d'intorni......ok non saranno zone bellissime,ma si trovano immobili a prezzi proprio stracciati e moltissim i invendita non venduti

Beh dipende dalle zone, la zona intorno a Gavi è stupenda........:D:D:D
 
In tanti non vi convincete, aspettate la ripresa, ma nei prossimi anni, le case verranno abbatute per smettere di pagare tasse altro che discesa dei prezzi e compravendite, basta esaminare la demografia per convincersi
 
In tanti non vi convincete, aspettate la ripresa, ma nei prossimi anni, le case verranno abbatute per smettere di pagare tasse altro che discesa dei prezzi e compravendite, basta esaminare la demografia per convincersi

oh potresti pure avere ragione :cool:
 
non che ne sia contento ma avro ragione ovvio che in alcune zone e alcuni immobili anche in zone che non attirano avranno valore e le case che si abbatteranno sono quelle che gia oggi non vendi più a meno che non dici fate voi il prezzo.
in Italia abbiamo 62 milioni di unita immobiliari e 60 milioni di abitanti compresi immigrati eta media vicina ai 50 anni e questo della fascia d'eta il fattore deteminante ma qualcuno si aspetta che un 50 enne faccia il mutuo, il mutuo andrebbe fatto sotto i 30 35 anni e coloro che hanno quell'eta oggi in molti hanno gia ricevuto o riceveranno una casa in eredità gli altri sovente se lavorano guadagnano meno di 1000 eur che mutuo vogliamo mai fare.
dal 2000 al 2008 con il credito facile han venduto tutto cio che si poteva oggi a chi vendi?
 
Ultima modifica:
non che ne sia contento ma avro ragione ovvio che in alcune zone e alcuni immobili anche in zone che non attirano avranno valore e le case che si abbatteranno sono quelle che gia oggi non vendi più a meno che non dici fate voi il prezzo.
in Italia abbiamo 62 milioni di unita immobiliari e 60 milioni di abitanti compresi immigrati eta media vicina ai 50 anni e questo della fascia d'eta il fattore deteminante ma qualcuno si aspetta che un 50 enne faccia il mutuo, il mutuo andrebbe fatto sotto i 30 35 anni e coloro che hanno quell'eta oggi in molti hanno gia ricevuto o riceveranno una casa in eredità gli altri sovente se lavorano guadagnano meno di 1000 eur che mutuo vogliamo mai fare.
dal 2000 al 2008 con il credito facile han venduto tutto cio che si poteva oggi a chi vendi?

in generale ok ,come srcitto in un altro post ho da poco venduto una casa di campagna con terreno ecc, gli acquirenti hanno 48 e 53 anni e hanno fatto il muto per 120 mila euro...... calcola che l'età media si è alzata molto negli anni in italia e come dici tu i 25-30 enni spesso guadagnano cifre sui mille euro,mentre direi quasi che l'età piu solida lavorativamente si sia alzata proprio dopo i 40 anni.......certo sul fatto che ci sono troppi immobili son d'accordissimo
 
confermi in pieno i 50 enni circa sono circa un milione per ogni anno milione scerso sono il numero massimo per ogni anno cioe il 1964 che è l'anno record di nascite significa che oggi chi ha 50 anni è il numero più altro non c'è altra eta che abbia maggior numero di persone è anche un eta in cui la mortalita non è alta cioe tra 10 anni quando in teoria i nati nel 64 avranno 60 anni è probabile che il numero maggiore di italiani siano coloro che hanno 59 0 56 anni perche erano nati pochi di meno e la mortalita in quella fascia di eta è normale che salga.

quindi è normale che oggi i circa 50 enni comprino ancora ma non certo al ritmo in cui lo facevano quando avevano 40 anni infatti le vendite sono calate.
i 50 enni hanno comunque oggi piu reddito disponibiledei 35 40 non parliamo dei 30 25
ma tra 10 anni o magari solo 8 o 6 non compreranno più

è demografia

che toglie le speranze di ripresa non c'è nulla da fare poi arrivano le tasse è il fenomeno viene fuori

risparmio di dire cosa succedera tra 30 anni quando i nati nel 64 andranno a miglior vita lascieranno libere la case che occupano e chi le comprera? dovrebbero essere coloro che stanno nascendo adesso ieri e domani
se qualcuno pensa che le compreranno gli immigrati si vero ma a che prezzi?
nel frattempo qualcuno demolirà
 
amio modesto parere una politica da realizzare sarebbe quella di incentivare la demolizione del vetusto dell'obsoleto e persino delle costruzioni incoerenti con il paesaggio o il territorio in genere.
chi demolisce ottiene un credito d'imposta per ricostruire con un indice inferiore alla parita'.
pensate quanti risultati si otterrebbero.
 
credito d'imposta...
e la paghi con i soldi di chi comprando le cubature del vecchio demolito puo' ricostruire
seppure non alla pari.
 
Altro invenduto a disposizione?

E l'incentivazione la paghi con i soldi di chi? :D

demolire cessi per ricostruire cose belle è un'ottima idea

dei soldi non ti curare , se spendiamo 5 mld di mose ed N mld di tav significa che ne abbiamo ...
o no ? :cool:
 
Ecco, appunto, incoraggiateli che ne hanno bisogno, mettiamo in lista anche la rottamazione residenziale agevolata :D

frolloccone ..... mi gira in testa questa parola , chissà perchè .....

stavo riflettendo sul fatto che l'utente tipo obietta '' ma con quali soldi '' per qualsiasi iniziativa tranne che per quelle degli '' amici'' :cool:



cmq , se demolisci un ecomostro di 1500 mc e questo ti da diritto di edificare , ad es , 1000 mc compatibili con l'estetica dei posti quale sarebbe il costo per le casse pubbliche ?
 
Foto e video con i droni per salvare le vecchie baite (fonte: La Stampa)

L’idea é singolare. Censire tutto il patrimonio immobiliare da ristrutturare nei Comuni di Lemie, Usseglio e Viù e inserirlo sul web, a disposizione di potenziali investitori, meglio se stranieri. Insomma, di chiunque voglia recuperare vecchie baite, alpeggi, borgate abbandonate o, semplicemente, case disabitate da tempo. «Sono migliaia di edifici, sparsi su un territorio vastissimo — ammette Daniela Majrano, il sindaco di Viù — se decolla il progetto si potrà garantire ossigeno a tutti i settori dell’economia».

Mappatura dall'alto

I piccoli elicotteri radiocomandati sorvoleranno la Valle di Viù e scatteranno fotografie dall’alto per documentare nei dettagli quello che può offrire il territorio. Le fotografie verranno poi inserite su un sito dedicato. «I dati in nostro possesso ci dicono che nelle Alpi Graie sono in aumento i turisti provenienti dall’estero, soprattutto da Paesi come Olanda e Belgio», continua la Majrano. E aumentata la richiesta di acquistare baite e stalle per rimetterle a nuovo.

A Lemie, per esempio, il sindaco Giacomo Lisa, tra qualche settimana presenterà una tesi di laurea (redatta da Daniela Urbani e Valentina Bertetto) sulla possibilita di ridare vita a localita Borgial nella Valle Orsiera. «Il titolo della tesi é “Dall'abbandono all’albergo diffuso” - spiega Lisa — Noi riteniamo che la gente possa ritornare ad apprezzare questi posti».

«Piace la montagna»

«Soprattutto agli stranieri, ma non solo - illustra il professor Massimo Crotti, docente del dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e
membro dell’Istituto di Architettura Montana (Iam) -. Le persone tornano nelle Valli non solo per la villeggiatura, ma anche per viverci e avvicinarsi ai lavori tradizionali, come l'agricoltura o la pastorizia. Le statistiche confermano un'inversione di tendenza demografica del 500 per cento: qualcosa vuol dire».

«Il progetto dei Comuni della Valle di Viù è molto interessante - aggiunge Crotti - ed é simile all'operazione portata avanti dallo Iam, che dovré effettuare la “schedatura” di una settantina di borgate alpine indicando le linee da seguire per il recupero e l’uti1izzo».

Le iniziative imprenditoriali non mancano, Ad Usseglio un imprenditore ha deciso di rimettere a nuovo l’ex hotel in stile Liberty (per anni gestito da una congregazione di suore) che si trova nella frazione di Margone.
 
Variazione prezzi immobiliari 2007-2013

Il peso fiscale sul mattone affossa il mercato immobiliare: 'ora però bisogna cambiare rotta (Fonte: radiogold.it - 18/07/2014)

Sul fronte immobiliare l'alessandrino "non è certo messo bene". C'è, però, "chi sta peggio". La filosofia della Federazione italiana agenti immobiliari professionali (Fiaip) è quella di "non piangersi addosso" e provare a leggere l'ultima indagine dell'osservatorio provinciale, relativa al 1° semestre del 2014, come sprone per il settore. I dati sull'andamento del prezzo unitario degli immobili dal 2007 al 2013, recentemente pubblicati sul Sole 24 Ore, hanno infatti confermato la crisi vissuta negli ultimi anni. L'alessandrino ha visto crollare del 23.8% il valore di un alloggio di 100 metri quadri in una zona semi-centrale. Da una media di 2.100 euro del 2007, nel 2013 i prezzi si sono infatti abbassati a circa 1.600 euro. Poco lontano dai confini provinciali, nell'astigiano, il crollo è stato ancora più pesante: -27.7%...
 
Ivrea, case deprezzate del 7% in un anno (Fonte: lasentinella.gelocal.it - di Simona Bombonato - 18/08/2014)

IVREA. Se il mercato del mattone sembra mostrare i primi segnali di ripresa dopo cinque anni di crisi nera, da qui a vedere finalizzate le manifestazioni di interesse che adesso fanno sperare gli agenti ci vogliono almeno sei mesi. In assenza di tendenze consolidate, resta fino ad allora il pantano di un mercato completamente fermo soprattutto nelle città. Che è quello fotografato a luglio 2014 da Immobiliare.it su dati e grafici Istat.

L’istantanea racconta di compravendite al palo a Ivrea, Chivasso, Rivarolo, con il solo mercato degli affitti a tenere botta grazie alla richiesta delle coppie che si separano. I prezzi delle case continuano a scendere, quindi – si va dal picco negativo del -14% al metro quadro di Rivarolo al -7% di Ivrea, passando per il -3% di Chivasso –, mentre le locazioni nel complesso tengono il passo. Anche se, soprattutto a Ivrea, devono fare i conti con un’offerta sovradimensionata per cui in città si stimano 700 unità immobiliari sfitte. Per contro, cresce, e non di poco, il valore del nuovo nei piccoli paesi che in questi anni hanno rappresentato l’alternativa più economica al grosso centro. A Fiorano, per citare l’esempio più eclatante, un metro quadro costa secondo le rilevazioni di Immobiliare.it qualcosa come 2.145 euro, più della media di Torino (2.200 euro) e più del dato provinciale (1.802) e naturalmente molto più di Ivrea (1.368 euro al metro quadro sempre sul nuovo).

Tra i numeri prova a mettere ordine Piero Cobetto, grande conoscitore del mercato di Ivrea dove gestisce con il fratello Luca Immobiliare Cobetto e rappresenta L’Unione piccoli proprietari immobiliari (Uppi). «A mio parere i prezzi sono ancora più bassi – dice –. A Ivrea, quando chiudi una vendita a 1.100-1.150 euro stai già chiudendo bene. Di duemila euro al metro quadro non se ne parla a meno di immobili di livello nuovi o completamente ristrutturati». Quanto agli affitti, «Ivrea soprattutto è in una situazione particolare, segnata com’è dall’aver perso completamente la domanda di studenti e lavoratori in trasferta – continua il presidente Uppi –. Da cinque, sei anni a questa parte lavoriamo solo ed esclusivamente con i coniugi che si separano, ma si tratta comunque di cifre troppo piccole per fare aumentare i canoni visto che dall’altra parte c’è un’offerta amplissima, che continua a crescere nella misura in cui i tanti che non riescono a vendere si rassegnano ad affitto. O almeno ci provano».

La cartina di tornasole su Internet, dove dalle estrapolazioni delle medie aritmetiche si passa ai singoli annunci. I conti tornano anche qui. Una villetta a schiera da 120 metri quadri in via Saragat a Ivrea vale oggi un investimento di 259mila euro, un appartamento da cinque locali in corso Vercelli sempre a Ivrea altri bei 290mila euro. Tenuto conto che sull’incasso teorico, nota un agente, «un 3-5% lo perdi durante la trattativa». E i paesi? Samone, con il +26% al metro quadro, resta secondo Immobiliare.it il terzo centro con le case più care dopo Fiorano.

Prima di Samone c’è però Cascinette: dall’anno scorso, il nuovo si è deprezzato del 7%, che però, quotazioni alla mano, corrisponde in ogni caso 2.066 euro al metro. A Bollengo siamo nell’ordine dei 1.473 euro al metro quadro dopo un ribasso che in dodici mesi si è mangiato il 15% del valore. Sempre in tema di compravendite, Cuorgnè sta invce sui livelli di Chiaverano, Pavone su quello di Ivrea, Borgofranco e Strambino poco più sotto.

«Sul nuovo c’è poca differenza tra città e paesi – nota Cobetto –. E i paese hanno numeri troppi piccoli per permettere di fare discorsi generali».

Infine le locazioni, l’unica voce che ha retto dall’inizio della crisi. Affittare casa a Ivrea costa più o meno come farlo a Pavone, Cuorgnè e Fiorano. Rivarolo e Chivasso sono attorno ai 6 euro al metro quadro, quindi più cari di Ivrea, con la differenza che Chivasso segna un delta positivo del 4% dall’anno scorso e Rivarolo uno negativo dell’1,8%. «A luglio 2014 – precisa la statistica di Immobiliare.it alla voce affitti -a Ivrea sono stati richiesti in media 5,72 euro mensili a metro quadro, con un aumento dello 0,39% rispetto a luglio 2013. Negli ultimi due anni, il valore più alto richiesto sempre all’interno del Comune di Ivrea è stato di 6,21 a ottobre 2013, il minimo di 5,19 euro a novembre 2012». Quanto alle compravendite, Ivrea ha raggiunto il massimo relativo a marzo 2013 con 1.505 euro al metro quadro.
 
Dopo circa un anno di attesa, ho venduto un appartamento di 105 mq commerciali sito in un paesino del Canavese a 80.000 euro. L'appartamento era in buono stato e necessitava solo di dare una rinfrescata ai muri. Nel 2001 l'avevo pagato 205.000.000 di lire. Devo però anche dire che contestualmente ho comprato una casetta indipendente che mi ha permesso di compensare la minusvalenza della vendita.
 
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