Cose preziose

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lo specchio, guarda nello specchio ,diceva

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Lascia, lasciami fare, gli dice
e quando china
quando il viso quasi affonda, dolcemente
nel grezzo vello
nell’oscuro groviglio intricato
sulla pelle assai pallida
guarda lo specchio, anzi, guarda nello specchio
una testa bionda –no– dorata
i capelli lievemente raccolti
in un languido chignon
il viso il collo la testa come quelli
di una delicata ballerina.
Lo specchio, guarda lo specchio, diceva
e in ginocchio, alla fine immerse il viso
e le lasciò guardare la testa
dorata che sprofondava nel manto bruno
e il collo, armonioso e incantevole
che si piegava
le lasciò guardare, assorto e innamorato
quel pezzo del suo amore che viveva
rinchiuso nell’ovale d’oro.

Idea Vilarino



 


La felicità della vita è fatta di frazioni infinitesimali: di piccole elemosine, presto dimenticate, di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo gentile, di un complimento fatto col cuore.
Samuel Taylor Coleridge


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cattive abitudini

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“Le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne.
Le donne spesso si vergognano di avere questo guaio, e fingono di non avere guai e di essere energiche e libere, e camminano a passi fermi per le strade con grandi cappelli e bei vestiti e bocche dipinte e un’aria volitiva e sprezzante; ma a me non è mai successo di incontrare una donna senza scoprire dopo un poco in lei qualcosa di dolente e pietoso che non c’è negli uomini, un continuo pericolo di cascare in un gran pozzo oscuro, qualcosa che proviene proprio dal temperamento femminile e forse da una secolare tradizione di soggezione e schiavitù che non sarà tanto facile vincere”.”


Natalia Ginzburg

 
con infinito agio

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Signora, io ti toccherò con la mia mente.
Ti toccherò e toccherò e toccherò
finché tu non mi
farai di colpo un sorriso, timidamente osceno


(signora io ti
toccherò con la mia mente.)
Toccherò
e, tutto qui,


lievemente e tutta te stessa sarai
con infinito agio
la poesia che io non so scrivere.


E. E. Cummings

 
non c'era splendore prima di te

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«La prossima lettera come la comincerai? – aveva proseguito lei. – Questa cominciava con Fulvia splendore. Davvero sono splendida?»


«No, non sei splendida».


«Ah, non lo sono?»


«Sei tutto lo splendore».


«Tu, tu, tu – fece lei – tu hai una maniera di metter fuori le parole… Ad esempio, è stato come se sentissi pronunziare splendore per la prima volta».


«Non è strano. Non c’era splendore prima di te».
_


Beppe Fenoglio

 
non fatevi matrioske e accettate di pagare solo in contrassegno

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Statemi a sentire: non rimpicciolitevi.

Non fatevi matrioske. Piccole, sempre più piccole, ogni volta più chiuse, stipate in fondo, tenute per ultime.
Non lasciate che vi mettano in attesa sopra un davanzale, dietro il vetro smerigliato di una boccia acquatica.
Siete donne, non siete pesci rossi. Credetemi, so quello che dico.
Io sono stata davanzale, matrioska e pesce rosso. Piccola. Sempre più piccola. Ogni volta più chiusa. Stipata in fondo. Tenuta per ultima.
Lo sono stata, sì, posso garantirvi che fa schifo, ed è uno schifo senza eccezioni, che non genera ravvedimenti e non produce ricompense, non innesca alcun effetto, se non quello di abituare gli altri a pensarvi ridimensionabili sul serio.


Vi diranno che non è così. Voi ringhiate.
Vi diranno che non volevano. Voi ringhiate.
Vi diranno che non potevano. Voi ringhiate.
Vi diranno che avete capito male. Voi ringhiate.
Mentono. Avete capito benissimo.
Vi diranno che vi augurano il meglio. Voi ringhiate.
Chi vuole il meglio per te, si impegna ad essere il meglio per te.
Vi diranno che non saprete restare indifferenti. Voi gioite. Il silenzio dell’indifferenza serve a loro, non a voi. Voi ringhiate.


I giusti hanno una vita sola. Tutti gli altri ne hanno due.


Non abbiate timore. Azzannate, se c’è da azzannare.

Sottraetevi, sgusciate, quando provano a manipolarvi. Sbeffeggiateli tutte le volte in cui tenteranno di alterare a loro vantaggio la versione dei fatti. Restituite al mittente, rispedite indietro, accettate di pagare solo in contrassegno.
E poi baciate, tornate a baciare. E baciate labbra gentili, per favore. Fatevi accarezzare da mani coerenti. Chi disse che il contrario dell’amore non è l’odio, ma la paura, disse il vero. Ricordatevi che avete un corpo: usatelo. Lasciate che balli, che sudi, che tremi, che goda e faccia godere. Una notte, due notti, molte notti. E poi di nuovo al mattino, da capo. Urlate. Sentite il piacere. Permettete che penetri, che vi stordisca, che suoni con voi congenite armonie. Come un pianoforte contro una parete rossa; come la corda di una chitarra classica adagiata su un divano color crema. La pelle è l’organo più sincero che avete.


Restate dritte con la schiena. Se vi sentite tristi, alzatevi in piedi e scuotetevi, scuotete le gambe, agitate in aria le braccia. Muovetevi. Scrollate. Lasciate che i pesi che portate sul cuore cadano a terra e lì rimangano. Ridete, ridete apertamente, ridete sguaiatamente, se necessario. Mostrate i denti, non copritevi la bocca con le dita come ho fatto io per troppo tempo. Siate rumorose, siate fastidiose. Se volete essere libere, liberatevi e state allerta: la libertà nutre i miracoli, e i miracoli hanno occhi bellissimi. Occhi pieni di mare.


Fidatevi. A me è successo.

Antonia Starace

 
Dopo

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Probabilmente me la sarei cavata
voglio dire non ero neanche
sicura che si trattasse davvero di stupro
prima di arrivare a casa e vedere il sangue
e niente mi faceva troppo male
a parte il punto dove la testa
aveva sbattuto contro il volante.


Ma quel che si dice è vero:
ero merce avariata
da quel momento in poi.


C'era un tipo che si chiamava Ritchie
il primo giorno era stato carino
all'ora di chimica, mi stava accanto sulle scale
mentre singhiozzavo,
ma poi si è stufato o forse
gli hanno ricordato che quelli della fraternity
si danno manforte
e di colpo si è messo accanto a un altro
e non ha più parlato con me
se non per avvertirmi che le ragazze
che gridano allo stupro si ritrovano
******* in tribunale.


Lui mi mancava, ma in fondo lo capivo.
Soprattutto quando all'improvviso
tutti volevano uscire con me
per poi sparire quando scoprivano
che potevo bere all'infinito
senza mai dimenticare
l'orrore di essere toccata.


Probabilmente tornavano a casa
e dicevano agli altri
che anche con loro
c'ero stata
e che ero uno schianto.


Da allora i miei amici
furono tutti gli altri emarginati,
i bravi studenti, i gay, i professori.


E non vado mai alle cene di classe
sebbene il mio cuore abbia fame
di un'alma mater.

Karen Alkalay Gut

 
Aldila' del sinistro gioco

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Un amore aldilà dell’amore,
al di sopra del rito del vincolo,
aldilà del sinistro gioco
della solitudine e della compagnia.


Un amore che non ha bisogno di ritorno,
ma neppure di partenza.


Un amore non esposto
agli sbalzi dell’andare e venire,
dell’essere svegli o addormentati,
del chiamare o tacere.


Un amore per stare insieme
O per non starci
ma anche per tutte le posizioni intermedie.


Un amore come aprire gli occhi.
e forse anche come chiuderli.


Roberto Juarroz

 
la precisione sta nell'evitare

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Fai come il lanciatore di coltelli
che tira intorno al corpo.
Scrivi di amore
senza nominarlo,
la precisione sta
nell’evitare.

Distràiti
dal vocabolo solenne,
già abbuffato,
punta al bordo, costeggia,
il lanciatore di coltelli
tocca da lontano,
l’errore è
di raggiungere il bersaglio,
la grazia è di
mancarlo.


(Erri de Luca)

 
chi ama

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[h=3]..Nel fondo della sua anima, Emma aspettava che qualche cosa accadesse.
Come i marinai in pericolo, volgeva gli occhi disperati sulla solitudine della sua vita e cercava, lontano, una vela bianca tra le brume dell’orizzonte.
Non sapeva che cosa l’aspettasse, quale vento avrebbe spinto quelle vele fino a lei, su quale riva l’avrebbe portata, né sapeva se sarebbe stata una scialuppa o un vascello a tre ponti, carico di angosce o pieno di felicità fino ai bordi.


(Gustave Flaubert)
[/h]




Mi disse: chi ama torna.

Risposi: no, chi si pente torna.
Chi ama, resta.
_
Antonio Dikele Distefano

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La passione è una sorta d’intensità nuda e che denuda, un’ossessione

della fantasia concentrata su una sola immagine,

e da quell’istante il mondo svanisce, gli altri cessano d’esser presenti,

non v’ha più né prossimo né doveri, né legami che tengano,

né terra né cielo”.

(De Rougemont)




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Quando camminiamo fino al limite di tutta la luce che abbiamo,
e facciamo un passo nell'oscurità del non conosciuto,
dobbiamo credere che accada una di queste due cose.
Ci sarà qualcosa di solido in cui mettere il piede, o ci verrà insegnato a volare.

(Patrick Overton)




Into the distance, a ribbon of black
Stretched to the point of no turning back
A flight of fancy on a windswept field
Standing alone my senses reeled
A fatal attraction is holding me fast
How can I escape this irresistible grasp?





 


– Peter: Vieni con me!
– Wendy: Io… non so volare.
– Peter: Te lo insegno io e ti insegno anche a cavalcare i venti e via che si va…
(Dal film Peter Pan)


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Ultima modifica:
Ci prendono per navi e siamo isole.

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Ci prendono per navi e siamo isole.
Intricate, deserte, che tesori
possiamo offrire a quelli che non giungono?
La nostra costa è dura. Il nostro faro
di voce anzichè luce
non attira, spaventa
e nessun marinaio perduto nella notte
toccherà le spiagge nostre dove ancora
fanno male le orme di quel naufrago
che sapeva del nostro deserto.
La notte, ogni notte, ci promette e ci nega
la strada del ritorno, il tornaviaggio,
l’amore che ci salvi da noi stessi
e la parola che sia detta per sempre.
Ci sono in noi alberi senza nome
stanchi di far ombra e crescere da soli.
Coloro che non partono ma soffrono
di sete di scogliera, amano i porti,
salpano nel sonno, cercano un’altra sete
per appagare la prima, ci osservano,
ci vedono come navi, felici.
Siamo isole.


(Juan Vicente Piqueras)




Non c’è più prima.
Non c’è più ma.
Non c’è più quando.
Ci sei soltanto tu.
Tu, quella che doveva arrivare.
Quella che mi aspettava
mentre io la cercavo.
Quella che io aspettavo
mentre tu mi cercavi.
Non c’è più nulla.
Non c’è più mai.
Non c’è più no.
Tutto è un sì ormai.
L’amore è il mare.
Ci culla nel suo cuore.
Ci porta chissà dove
nella nave di noi.
E noi
non ha paura
delle nostre paure.


(Juan Vicente Piqueras)

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love letters

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Non mi
tentare,
perché se ci tentiamo
non ci potremo
dimenticare.


Mario Benedetti


 
I love Chagall

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Essere come gli amanti di Chagall
sempre toccandoci
sempre con le mani nel corpo dell'altro.
Essere come gli amanti di Chagall
levitando d'amore
sempre in volo.

Mònica Morales Rocha


 
non c’è più nessuno dall’altra parte

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Cominciano ad andare via tutti:
le persone, i sogni,
i fumi di tutte le battaglie.
Persino le ragioni e i torti
che mi hanno infiammata
adesso si confondono
e si congedano.
Nella mia nuova età
averla vinta è triste,
ti fa sentire più sola.
Ho sulle spalle più addii che anni.
E gli anni che ho vissuto
insieme ad altri
sono rimasti in mano
a me soltanto.
Mi capita di tirare fili
che mi ricadono addosso,
non c’è più nessuno,
dall’altra parte,
a tener saldo
quel che mi legava:
a un’amica, a un ricordo,
a un uomo conosciuto e perso.
Ho chiuso tante porte
su un amore o l’altro.
E ho chiuso gli occhi
di chi andava via,
mentre temevo di avere
le mani troppo fredde
e mi chiedevo
chi sarei diventata, poi.
Vorrei girarmi verso quel
che sono stata:
abbracciare la bambina,
la ragazza e me.
E dire a tutte:
cerca di star bene.
Ma è ancora presto
per vivere all’indietro.
Devo tirare dritto
e vedere cosa c’è poi.

(Stefania Rossotti)

 
prima o poi finiro' le parole

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Uno si costruisce grandi storie,
questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci,
non importa quanto pazze sono, e inverosimili,
se le porta addosso,e basta.
Si è anche felici, di cose del genere.
Felici. E potrebbero non finire mai.
Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa,
nel cuore del gran marchingegno fantastico,
tac, senza nessuna ragione,
si rompe d’improvviso e tu rimani lì,
senza capire come mai
tutta quella favolosa storia non ce l’hai più addosso,
ma davanti,
come fosse la follia di un altro,
e quell’altro sei tu.
Tac. Alle volte basta un niente.
Anche solo una domanda che affiora.
Basta quello.

(A.Baricco)


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Acquisto all’ingrosso i miei sogni
dai grassi commercianti di pensieri
e li rivendo al mercato dell’usato
in mezzo a trafficanti e rigattieri.
Io sono un mercante di parole
alcune sono immaginate
e tante altre sono storie vere
arrivo con la mia bella valigia da piazzista
e sulla bancarella della vita,
le espongo in bella vista.
Le vendo per quattro soldi
ed un pezzo di pane
per quattro soldi e un sorriso
a volte poi per chi non li ha
mi accontento solo del suo sorriso
che si accende sul viso.
Sono abituato a raccogliere rose
ma mi fanno ancora male le spine
e non mi passano mai, queste pene
sono rose bianche le parole
ma fanno più male le spine
e sono spine le lingue
e fanno più male delle spine
e non mi passano mai queste pene.
Io la notte non dormo, soltanto riposo
ed al mattino sono più stanco di prima
ma devo alzare la valigia
tirare dritto e andare avanti
non pensare a tutti quanti
continuare a fare il mio mestiere
sopravvivere e tirare avanti.
Ma prima o poi finirò le parole
e allora che farò,di che vivrò
come potrò continuare a pensare
e a mercanteggiare parole.
Ma io che stupido sono
il mare non si asciugherà mai
e allora in me troverai
chi non ti lascerà mai
ti starò accanto per sempre
anche se vendo parole
quelle che tengo da parte
sono vere, sono sincere,
e sono scritte per te.


Artur Brand



 
insieme

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Ma quando sediamo vicini,
insieme,
scivoliamo l’uno nell’altra,
ci fondiamo con frasi e parole.
Il confine tra noi sfuma,
è avvolto nella nebbia.
Siamo impalpabile territorio .

(Virginia Woolf)

 
un'altra volta saprei

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Troppo poco ho goduto gli scrosci primaverili e i tramonti del sole
Troppo poco mi sono dilettato della bellezza delle vecchie canzoni
e delle passeggiate al chiaro di luna
Troppo poco mi sono inebriato del vino dell’amicizia
anche se al mondo quasi non c’è paese
dove non avevo almeno due amici.
Troppo poco tempo ho dedicato al mio amore
io che all’amore avevo consacrato tutto il mio tempo.
Un’altra volta saprei incomparabilmente di più godere la vita.
Un’altra volta saprei.


(Izet Sarajlic)

 
una ossessione della fantasia


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Il nostro destino,

la nostra natura e dimora,
è nell’infinito,
in esso soltanto.
È nella speranza,
la speranza che non muore.
Nello sforzo,
nell’aspettativa,
nel desiderio.
È in qualcosa che sempre a venire.


(William Wordsworth)



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La passione è una sorta d’intensità nuda e che denuda,
un’ossessione della fantasia
concentrata su una sola immagine,
e da quell’istante il mondo svanisce,
gli altri cessano d’esser presenti,
non v’ha più né prossimo né doveri, né legami che tengano,
né terra né cielo”.

(De Rougemont)

 
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