ETF - Exchange Traded Fund - The Ultimate Summary

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Grazie.
Purtroppo, per una mia errata interpretazione della direttiva consob sul divieto delle vendite allo scoperto, ho comprato Xbear per un totale di circa il 10% del pt e non avevo in pt posizioni tali da giustificarne l'acquisto.
Speriamo bene, ma sono in attesa di qualche "comunicazione".

Nel frattempo chiedi un chiarimento al tuo consulente bancario oppure promotore finanziario. Io non ti so rispondere. Ma, così a naso, non dovresti avere problemi :mmmm:
 
Certo che la pietra filosofale non va cercata negli etf swap based, ma in quelli cash based con replica fisica dell'indice grazie al campionamento su un ampio paniere di titoli che sia realmente rappresentativo dell'indice. La replica fisica integrale dell'indice tramite l'acquisto di tutti i titoli sarebbe troppo onerosa in particolare per indici piuttosto ampi come l'MSCI World.
 
Su il velo dal prestito titoli

Sara Silano | 26-09-11

Il prestito titoli è molto diffuso nel mondo degli Etf fisici, ossia quelli che replicano l’indice di riferimento con lo stesso paniere di titoli (o un campione significativo di essi). Su questa pratica è stato lanciato un monito dalle autorità di vigilanza in primavera, in particolare dal Financial stability board nel suo documento sui rischi degli Exchange traded product.

Morningstar ha condotto un’analisi su undici emittenti europei che ricorrono al prestito titoli (per leggere lo studio completo, clicca qui), a cui hanno partecipato non solo i provider che hanno la quasi totalità dell’offerta in Etf fisici (come iShares e Hsbc), ma anche quelli con una gamma più limitata con queste caratteristiche (ad esempio Amundi).

Come funziona il prestito titoli
Il prestito titoli consiste nel prestare a terzi i titoli in portafoglio, in cambio di una commissione. In genere, chi prende a prestito (spesso hedge fund) spera di trarre profitto dal declino dei prezzi. Gli Etf ricorrono a questa pratica perché permette di ridurre (o talvolta eliminare) le varie fonti di tracking error (discostamento della performance rispetto al benchmark), attraverso i ricavi che genera. Questa operazione comporta dei rischi, primo fra tutti che chi prende a prestito fallisca e non restituisca i titoli. Per questa ragione, gli emittenti di Etf chiedono a garanzia un collaterale e si assicurano che il valore di quest’ultimo ecceda quello del prestito.

Le pratiche degli Etf provider
Il livello di rischio di controparte assunto varia da emittente a emittente. In alcuni casi è del 100%; in altri di pochi punti percentuali. L’analisi mostra che, nonostante possano spesso avere un’esposizione totale, nella realtà hanno percentuali inferiori. Anche il grado di protezione è differente. In Europa, la maggior parte degli emittenti utilizza come collaterale azioni e obbligazioni, con margini tra il 2 e il 15%. In misura minore sono usati strumenti monetari (liquidità o certificati di deposito). Un altro modo per mitigare il rischio consiste nell’attenta selezione della controparte e nella rivalutazione di prestiti e collaterale su base giornaliera. Infine, alcuni provider si assicurano dal rischio di default.

Per quanto riguarda l’impiego dei proventi, generati da questa attività, alcune società li trasferiscono interamente (al netto dei costi) al fondo; altri trattegono fino al 50% a copertura dei costi sostenuti. Per Hortense Bioy, analista europeo sugli Etf di Morningstar, il fatto che il 100% dei profitti sia riversato nel fondo offre un miglior rapporto rischio/rendimento agli investitori, i quali sono anche quelli che si assumono il 100% del rischio di questa pratica.

Trasparenza, si può fare di più
Lo studio boccia gli emittenti dal punto di vista della trasparenza, con l’eccezione di iShares, che da alcuni mesi ha cominciato a pubblicare dei rapporti trimestrali dettagliati sulla sua attività di prestito titoli, nei quali indica l’ammontare medio e massimo dei titoli prestati, il ritorno netto per il fondo, i livelli del collaterale, la sua composizione e le controparti più frequenti. “Sul rischio di controparte c’è più trasparenza tra gli Etf sintetici che tra quelli fisici”, dice Bioy. In effetti, oggi, la maggior parte dei provider di Etf sintetici comunica su base giornaliera l’esposizione al rischio di controparte e la composizione del collaterale sul sito della società.

Come fatto in passato per i replicanti swap-based, gli analisti di Morningstar hanno indicato alcune best practice per l’industria. La richiesta è di una disclosure giornaliera (sui siti Internet) dell’ammontare dei titoli in prestito espresso come percentuale del patrimonio netto del fondo, della percentuale massima di prestiti nei passati dodici mesi, dell’ammontare e della composizione del collaterale. Gli analisti suggeriscono anche maggior trasparenza sulle politiche di controllo del rischio, ad esempio con la comuicazione periodica delle principali controparti. Infine, raccomandano trasparenza sui profitti che tale pratica procura al fondo, per dare la possibilità agli investitori di valutare se sono adeguatamente remunerati per il rischio che corrono.

E’ chiaro che questi principi non valgono solo per gli Etf; al contrario è auspicabile che le autorità regolamentari rendano omogenee le regole di trasparenza per l’intera industria dei prodotti di investimento (compresi i fondi comuni), che, analogamente al segmento dei replicanti, assume questo tipo di rischi.

Su il velo dal prestito titoli: Uno studio di Morningstar analizza le pratiche più diffuse tra gli Etf fisici e stila una lista di raccomandazioni per migliorare la trasparenza.
 
Sto cercando di individuare alcuni ETF per agire in Borsa tramite questi strumenti. Mi sono, però, trovato di fronte a difficoltà inattese: ad esempio alcuni di questi apparentemente non sono disponibili su Borsa Italia (oltre che nel Listino della mia Banca) ed anche inserendo ISIN o sigla non si ottiene alcunchè. Ciò pur trattandosi di ETF delle più note emittenti (Lyxor ecc.). Il tratto comune di tali ETF è che sonoo tutti "short" a leva 1 o 2 (ad esempio Lyxor FR0010446666 a leva 2 su FTSE MIB o LU0292106753 di DB X-Trackers per l'EUROSTOXX 50.
Qualcuno mi sa spiegare perchè?
 
Sto cercando di individuare alcuni ETF per agire in Borsa tramite questi strumenti. Mi sono, però, trovato di fronte a difficoltà inattese: ad esempio alcuni di questi apparentemente non sono disponibili su Borsa Italia (oltre che nel Listino della mia Banca) ed anche inserendo ISIN o sigla non si ottiene alcunchè. Ciò pur trattandosi di ETF delle più note emittenti (Lyxor ecc.). Il tratto comune di tali ETF è che sonoo tutti "short" a leva 1 o 2 (ad esempio Lyxor FR0010446666 a leva 2 su FTSE MIB o LU0292106753 di DB X-Trackers per l'EUROSTOXX 50.
Qualcuno mi sa spiegare perchè?

Eccoli qua e vedi i contratti eseguiti....
Contratti Intraday di Lyxor Etf Xbear Ftse Mib - Borsa Italiana
Contratti Intraday di Db X-Trackers Euro Stoxx 50 Short Daily - Borsa Italiana
 
Sto cercando di individuare alcuni ETF per agire in Borsa tramite questi strumenti. Mi sono, però, trovato di fronte a difficoltà inattese: ad esempio alcuni di questi apparentemente non sono disponibili su Borsa Italia (oltre che nel Listino della mia Banca) ed anche inserendo ISIN o sigla non si ottiene alcunchè. Ciò pur trattandosi di ETF delle più note emittenti (Lyxor ecc.). Il tratto comune di tali ETF è che sonoo tutti "short" a leva 1 o 2 (ad esempio Lyxor FR0010446666 a leva 2 su FTSE MIB o LU0292106753 di DB X-Trackers per l'EUROSTOXX 50.
Qualcuno mi sa spiegare perchè?
Non e' che non avendo posizioni long su determinati finanziari italiani, la tua banca ti impedisce di aprire posizioni short? C'è un divieto momentaneo.
 
Domanda di tipo tecnico.
Oggi il DAX segna +0,54%, mentre il Lev Dax LU0411075376 dà un +3,77%, mentre, se tutto andasse come dovrebbe il valore sarebbe +1,08%.
Quello che mi chiedo è: sono costretti a farlo scendere al valore corretto (comunque un x2 rispetto all'indice) oppure no?
E se sì devono farlo comunque per la chiusura o anche in mezzo alla seduta?
E' conveniente acquistare quando si vedono questi forti disallineamenti al rialzo su book?

Grazie.
 
Faccio un'altra domanda:

Che succede ad un ETF 100% germania, come il levdax che ho, in caso di uscita dall'€?

La risposta del tipo della DB è stata che in linea di massima dovrebbe essere tutto quotato in marchi tedeschi, anche se il vero effetto sarebbe anche dovuto agli accordi bilaterali che eventualmente prenderebbero forma.
Detto per inciso, non credo che succederà mai.
 
Ultima modifica:
Quali prodotti mi consigliereste volendo lavorare su prodotti che replichino fisicamente s&P500 DJ e Nasdaq; mi sono fatto un giretto su borsa italiana e sulla piattaforma INTESA, ma mi pare che i volumi giornalieri e il limitato numero di contratti li rendano prodotti poco speculabili nell'intraday
 
Bodyhammer, complimenti per il lavorone che hai fatto! :cool:

Te la sentiresti completarlo, facendo altrettanto con gli ETC e cogli ETP? ;)
 
Bodyhammer, complimenti per il lavorone che hai fatto! :cool:

Troppo buono, spero di avere restituito qualcosa di utile al fol, visto che per me all'inizio è stato molto d'aiuto per entrare nei meandri della finanza.

fkaftal ha scritto:
Te la sentiresti completarlo, facendo altrettanto con gli ETC e cogli ETP? ;)

Non sei il primo che me lo chiede, ma devo declinare... un po' per mancanza di tempo..... un po' perché non è che mi sia salvato molto materiale. Certo che tra ETC, ETN, ecc. un po' ci si perde :D
 
La "Carta" dei Lyxor ETF contiene le linee guida di Lyxor volte a fornire, agli investitori, i più elevati standard di qualità, anche oltre quanto previsto dalla direttiva europea UCITS.

I LYXOR ETF SONO GLI ETF PIU' NEGOZIATI SU BORSA ITALIANA PER CONTRATTI (67%) E CONTROVALORE (57%) (Borsa Italiana, gen-set 2011)

Titoli fisici: i Lyxor ETF investono direttamente in titoli fisici ed il patrimonio, per legge, è segregato e non aggredibile.

Esposizione in derivati a circa 0%: ogni giorno è perseguito l'obiettivo di un reset a zero dell'esposizione in derivati(1).

No rischio da prestito titoli: non vengono prestati i titoli del patrimonio dell'ETF, evitando così il rischio di controparte. Gli investitori beneficiano comunque dei ricavi da prestito titoli grazie ai derivati sopra citati, ma senza esporsi ad un rischio di controparte ulteriore specifico(2).

No rischio di Sample Replication (replica a campione): replica(3) degli indici senza l'utilizzo di alcuna tecnica statistica o di campionamento, evitando così una causa rilevante di tracking error.

No rischio di Cash Drag: la liquidità è immediatamente ed interamente reinvestita nell' indice, evitando così una causa rilevante di tracking error(4).

100% Trasparenza: ogni giorno, per ogni ETF, sul sito Web sono aggiornati 1) i titoli nel patrimonio dell'ETF, 2) l'esposizione in derivati e 3) le controparti dei derivati.

Liquidità eccezionale: 13 market maker operano sui Lyxor ETF su Borsa Italiana e 45 intermediari apportano liquidità sull'OTC. Prezzi in tempo reale per 649 quotazioni su 13 borse mondiali (Lyxor, 30/09/2011).

Contatti: Disclaimer*-*Lyxor ETF IT | info@ETF.it | 800 92.93.00 | Consulenti 02 89.63.25.00 | Istituzionali 02 89.63.25.28 | LYXOR <GO>

AVVERTENZE

* I Lyxor ETF sono Fondi/Sicav gestiti da Lyxor International Asset Management S.A. (qui per brevità “Lyxor”), con prospetti approvati dalla AMF o dalla CSSF. (1) La direttiva UCITS prevede che un Fondo/Sicav possa esporsi ad un rischio di controparte in derivati per, al massimo, il 10% del proprio patrimonio. In realtà tutti i Lyxor ETF, in virtù delle proprie linee guida interne di gestione, sono contraddistinti da un approccio di investimento più conservativo: infatti tutti i Lyxor ETF, al fine di minimizzare il tracking error, di ottimizzare i costi di transazione e di ridurre i rischi operativi, alla data di redazione del presente documento investono il proprio patrimonio in titoli ammissibili secondo la direttiva UCITS e si espongono per circa lo 0%, su base giornaliera, ad un contratto derivato che ha l’obiettivo di riallineare sistematicamente il rendimento dei titoli nel patrimonio dell’ETF con il rendimento dell’indice benchmark da replicare. L’esposizione al derivato è di circa lo 0% su base giornaliera in quanto ogni giorno l’esposizione al derivato, se positiva, viene riportata a 0%. Al contrario se l’esposizione al derivato è negativa, allora non sussiste alcun rischio di controparte in quanto il valore dei titoli nel patrimonio dell’ETF eccede la NAV dell’ETF stesso. Il patrimonio dell’ETF può comprendere titoli che non sono ricompresi nell’indice benchmark di riferimento. (2) Lyxor ETF non sono esposti al rischio di controparte derivante dal prestito titoli (c.d. “securities lending”) in quanto essi non si avvalgono della facoltà di prestare i titoli del proprio patrimonio (nonostante essa sia prevista dalla normativa vigente ed, in taluni casi, dal prospetto). I Lyxor ETF incassano comunque, attraverso il derivato citato, i ricavi relativi al prestito dei titoli componenti l’indice benchmark, ma senza dover sopportare un rischio di controparte ulteriore e specifico. (3) Tutti i Lyxor ETF, su base giornaliera, investono il proprio Patrimonio per circa il 100% in titoli che sono di proprietà dell’ETF e, quindi, nella piena ed immediata disponibilità dello stesso. Tutti i Lyxor ETF investono inoltre in un derivato (swap) che ha l’obiettivo di integrare (positivamente o negativamente) il rendimento dei titoli presenti nel patrimonio dell’ETF al fine di allinearlo al rendimento dell’indice benchmark. Ogni giorno l’obiettivo è di riportare l’esposizione verso il Rischio di Controparte del derivato a circa 0%. (4) La quasi totalità dei Lyxor ETF ha un rischio di Cash Drag nullo grazie all’adozione di un benchmark e di una modalità di replica opportuni. Si veda la Nota 3.
Questo è un messaggio pubblicitario e non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all’investimento. Il valore dell’ETF può aumentare o diminuire nel corso del tempo e l’investitore potrebbe non essere in grado di recuperare l’intero importo originariamente investito. Prima dell’investimento leggere attentamente il Prospetto Semplificato e Completo ed il Documento di Quotazione disponibili sul sito Disclaimer*-*Lyxor ETF IT e presso Société Générale, Listed Products, via Olona 2, 20123 Milano, ove sono illustrati in dettaglio i relativi meccanismi di funzionamento, i fattori di rischio ed i costi.
 
Ultima modifica:
Ho trovato molto utile questo thread "educativo" e ringrazio l'autore.
Premesso che alcune cose magari le devo ancora capire meglio, leggendo con più attenzione i vari brani e approfondendo i materiali linkati, a cui ho dato finora solo una scorsa veloce...
avrei una domanda, cercando sempre di restare sulle generali:

Gli ETF (e in particolare quelli azionari geografici, chessò su azioni USA, inglesi o di Paesi emergenti... ma mi fermo qui perché andremmo nel merito...) possono essere una soluzione di investimento anche a medio termine? intendendo per "medio" un periodo tra i pochi mesi e i pochi anni.
Lo chiedo perché ho sentito consigliare l'investimento azionario e in ETF solo per durate lunghe, dai cinque anni in su.

Se non erro, uno degli investitori più ricchi e famosi del mondo, Warren Buffet, sceglie investimenti di lungo periodo sulle aziende nelle quali crede "a lungo termine" al di là di alti e bassi transitori. Trasponendo agli ETF, questo vorrebbe dire scegliere i settori o le aree geografiche che cresceranno di più negli anni.

Tuttavia, non mi pare che il mercato azionario (e di riflesso degli ETF azionari) abbia avuto negli ultimi anni un andamento di incremento costante nel tempo, neanche nelle aree a maggior crescita, ma è soggetto ad alti e bassi tali che un investimento di pochi mesi in un periodo "fortunato" potrebbe fruttare di più (o far perdere di meno) di un possesso protratto nel tempo. Che ne dite?

Se ho ben capito, poi, i costi di gestione degli ETF sono comunque proporzionali al periodo di possesso, quindi non dovrebbe esserci un "periodo minimo" necessario per recuperare i costi, giusto? Correggetemi se ho capito male.

Mi rendo conto che una domanda del genere può suonare bizzarra a chi fa anche trading intraday... ma parlo nell'ottica dell'investitore che non voglia o non possa seguire minuto per minuto con un occhio sempre ai listini e un orecchio sempre a news e rumors..., e scelga invece un investimento che si possa rivelare interessante anche se non compravenduto nel millisecondo più favorevole :)
 
Gli ETF (e in particolare quelli azionari geografici, chessò su azioni USA, inglesi o di Paesi emergenti... ma mi fermo qui perché andremmo nel merito...) possono essere una soluzione di investimento anche a medio termine? intendendo per "medio" un periodo tra i pochi mesi e i pochi anni.
Lo chiedo perché ho sentito consigliare l'investimento azionario e in ETF solo per durate lunghe, dai cinque anni in su.

L'etf può essere usato su qualsiasi orizzonte temporale, finanche al trading intraday. Il fattore dell'orizzonte temporale serve ad esempio a smussare la volatilità e dispersione dei ritorni azionari YoY.


Se non erro, uno degli investitori più ricchi e famosi del mondo, Warren Buffet, sceglie investimenti di lungo periodo sulle aziende nelle quali crede "a lungo termine" al di là di alti e bassi transitori. Trasponendo agli ETF, questo vorrebbe dire scegliere i settori o le aree geografiche che cresceranno di più negli anni.

Tuttavia, non mi pare che il mercato azionario (e di riflesso degli ETF azionari) abbia avuto negli ultimi anni un andamento di incremento costante nel tempo, neanche nelle aree a maggior crescita, ma è soggetto ad alti e bassi tali che un investimento di pochi mesi in un periodo "fortunato" potrebbe fruttare di più (o far perdere di meno) di un possesso protratto nel tempo. Che ne dite?

C'è poco da dire, l'etf segue l'andamento del mercato sottostante, nel bene e nel male.
I rendimenti passati non sono garanzia per l'andamento futuro dell'investimento (salvo non essere un fervente investitore contrarian :D).

Se ho ben capito, poi, i costi di gestione degli ETF sono comunque proporzionali al periodo di possesso, quindi non dovrebbe esserci un "periodo minimo" necessario per recuperare i costi, giusto? Correggetemi se ho capito male.

Hai detto bene.
 
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