Seduti dans le bistrot de l'amour.....

maf@lda

il bello, il buono, il giusto
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Una mamma e un bambino stanno camminando sulla spiaggia. Ad un certo punto il bambino chiede: "Come si fa a mantenere un amore?"
La mamma guarda il figlio e poi gli risponde: "Raccogli un po’ di sabbia e stringi il pugno…"
Il bambino stringe la mano attorno alla sabbia e vede che più stringe piu’ la sabbia gli esce dalla mano. "Mamma, ma la sabbia scappa!!!"
"Lo so, ora tieni la mano completamente aperta… "
Il bambino ubbidisce, ma una folata di vento porta via la sabbia rimanente.
"Anche cosi’ non riesco a tenerla!"
La mamma sempre sorridendo: "Adesso raccogline un altro po’ e tienila nella mano aperta come se fosse un
cucchiaio… abbastanza chiusa per custodirla e abbastanza aperta per la liberta’ ".
Il bambino riprova e la sabbia non sfugge dalla mano ed e’ protetta dal vento.
"Ecco come far durare un amore…"
(Anonimo)
 

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C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno del suo paese. Tutti quanti gliel’ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto.
Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: "Beh, a dire il vero.. il tuo cuore è molto meno bello del mio."
Quando lo mostrò, aveva puntàti addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo. Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dove dalle quali erano stati asportàti dei pezzi e rimpiazzàti con altri, ma non combaciavano bene - così il cuore risultava tutto rattoppato. Per giunta, era pieno di grossi buchidove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.

Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: "Starai scherzando!", disse. "Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime."
"Vero", ammise il vecchio. "Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi - e così ho qualche rattoppo, a cui sono affezionato, però: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini.
Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che provo anche per queste persone.. e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia la VERA bellezza?"

Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel’offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più "il cuore più bello del mondo", eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.
 

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Un giorno Dio si stancò degli uomini a causa delle loro continue richieste, spesso molto futili.
Prese, conseguentemente, la decisione di nascondersi per un pò di tempo.
Chiamò tutti i suoi Angeli consiglieri e chiese loro: "Dove mi debbo nascondere per non essere trovato? Qual’è il luogo migliore?"
Gli Angeli consiglieri suggerivano i luoghi più disparati. Chi suggeriva la montagna più alta, chi l’abisso del mare più profondo, chi lo spazio celeste più remoto.
Non contento dei luoghi suggeritigli chiese all’Angelo consigliere più anziano, che ancora non si era pronunciato: "Tu dove mi consigli di nascondermi?" L’Angelo anziano, sorridendo, rispose: "Nasconditi nel cuore dell’uomo! E’ l’unico posto dove essi non vanno a cercare!"
 

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Francesco è il tipo di persona che ti fa piacere odiare perché è sempre di
buon umore ed ha sempre qualcosa di positivo da dire. Quando qualcuno gli
chiede come va, lui risponde:
"Se andasse meglio di così, sarei due persone!" . E’ un’ottimista.

Se un suo amico ha un giorno nero, Francesco riesce sempre a fargli vedere
il lato positivo della situazione. Vederlo mi incuriosiva e così un giorno gli chiesi: "io non capisco, non è possibile essere ottimista ogni giorno, come fai?"
Mi rispose. "ogni giorno mi sveglio e mi dico, oggi avrò due possibilità.
Posso scegliere di essere di buon umore o posso scegliere di essere di
cattivo umore. E scelgo di essere di buon umore. Quando qualcosa di brutto
mi accade, io posso scegliere di essere una vittima o d’imparare da ciò. Ed
io scelgo d’imparare.
Ogni volta che qualcuno viene da me a lamentarsi per qualcosa, io posso
scegliere di accettare le lamentele, o posso scegliere di aiutarlo a vedere
il lato positivo della vita.Ed io scelgo il lato positivo della vita."

"Ma non è sempre così facile" gli dissi.
"Si lo è" disse Francesco "La vita è tutta una questione di scelte. Quando tagli via tutto ciò che non conta, e tutta una questione di scelte. Sta a te scegliere come reagire alle situazioni, sta a te decidere come lasciare che gli altri influenzino il tuo umore. Tu scegli se essere di buon umore o di cattivo umore. Alla fine sei tu a decidere come vivere la tua vita"

Dopo quella conversazione ci perdemmo di vista, ma spesso mi ritrovai a pensare alle sue parole, quando dovevo fare una scelta nella mia vita, invece di reagire negativamente agli eventi.
In seguito venni a sapere che Francesco aveva avuto un brutto incidente, era
caduto da 18 metri di altezza, e dopo 12 ore di sala operatoria fu rilasciato dall’ospedale con una piastra d’acciaio nella schiena. Sono andato a trovarlo e gli ho chiesto come si sentisse: "Se stessi meglio sarei due persone" rispose "vuoi vedere le mie cicatrici?"

"Ma come fai?" gli chiesi "ad essere così positivo dopo quello che ti è
successo?"
"Mentre stavo cadendo, la prima cosa a cui ho pensato sono stati i miei
familiari. Poi mentre giacevo per terra, mi sono detto che potevo scegliere
di vivere o di morire. Ed ho scelto di vivere"

"Ma non hai mai avuto paura?"

"Sì quando mi hanno portato in ospedale ed ho visto l’espressione sul viso
dei medici, ho avuto paura, perchè era come se guardassero ad un uomo morto. Poi l’infermiera mi ha chiesto se avessi allergie, ed io risposi…Sì. Tutti
mi guardarono ed io urlai: sono allergico alla… gravità!. Tutti
scoppiarono a ridere, ed io dissi: ed ora operatemi da uomo vivo, non come
se fossi già morto".

Francesco mi ha insegnato che ogni giorno abbiamo la possibilità di scegliere di vivere la vita.. Quindi è inutile preoccuparsi sempre per il domani, perchè ogni giorno ha i suoi problemi su cui scegliere di vivere, e domani penseremo ai problemi di domani. Dopo tutto oggi è il domani di cui ti preoccupavi ieri.
 

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Tu mi lasciasti,andando per la tua via.
pensai che t’avrei pianto e conservato
la tua solitaria immagine nel mio cuore,
scolpita in una canzone dorata.
Ma,ahimè,il tempo fugge.

La gioventù passa presto,i giorni di primavera
trascorrono rapidi,i fragili fiori muoiono in un soffio,
e il saggio mi avverte che la vita non è
che una goccia di rugiada su una foglia di loto.
Dovrei trascurare tutto questo,ricordando
solo quella che m’ha abbandonato?
sarebbe assurdo e inutile perchè il tempo fugge.

Venite,allora,mie notti piovose,con rapidi,
piccoli passi;sorridi mio autunno d’oro;vieni
spensierato aprile;datemi i vostri baci.
Tu vieni,e tu,e anche tu!
Amori miei,sapete che siamo mortali!
Non sarebbe follia spezzare il mio cuore
per una che mi tolse il suo? Il tempo fugge.

E’ dolce sedersi in un angolo e scrivere
in rima che tu sei il mio mondo.
E’ eroico alimentare il proprio dolore
e rifiutare ogni conforto.
Ma un viso fresco mi guarda dal limitare della porta
e fissa i suoi occhi nei miei.

Asciugo le mie lacrime e cambio tono
della mia canzone.
Perchè il tempo fugge."

TAGORE
 

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Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
-Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
-Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
-Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
-Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti,o essi controlleranno te.
-Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
-Che la pazienza richiede molta pratica.
-Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
-Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai,è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
-Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
-Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze:sarebbe una tragedia se lo credesse.
-Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
-Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
-Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
-Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
-La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
-È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
-Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
-Non cercare le apparenze, possono ingannare.
-Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.

-Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
-Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
-Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
-Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
-Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
-Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
-Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
-L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
-Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.
-Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.


PAULO COELHO
 

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I vostri figli non sono figli vostri. Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benchè vivano con voi non vi appartengono. Potete donare loro amore, ma non i vostri pensieri: essi hanno i loro pensieri. Potete rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi: la vita procede e non s’attarda sul passato. Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti. L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinchè le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell’arciere; poichè come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco."
KHALIL GIBRAN
 

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“Un professore di filosofia sale in cattedra e, prima di iniziare la lezione, toglie dalla cartella un grande foglio bianco con una piccola macchia d’inchiostro nel mezzo.
Rivolto agli studenti domanda: “Che cosa vedete qui?”.
“Una macchia d’inchiostro”, rispose qualcuno.
“Bene”, continua il professore, “così sono gli uomini: vedono soltanto le macchie, anche le più piccole, e non il grande e stupendo foglio bianco che è la vita”
(V. Buttafava)
 

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Sylvia Plath - Pecore nella nebbia

Le colline digradano nel bianco.
Persone o stelle mi guardano con tristezza, le deludo.

Il treno lascia dietro una linea di fiato.
Oh lento cavallo color della ruggine, zoccoli, dolorose campane.

È tutta la mattina che
la mattina sta annerendo, un fiore lasciato fuori.

Le mie ossa racchiudono un'immobilità, i campi
lontani mi sciolgono il cuore.

Minacciano
di lasciarmi entrare in un cielo
senza stelle né padre, un'acqua scura
 

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Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963) è stata una poetessa e scrittrice statunitense.

Conosciuta principalmente per le sue poesie, ha anche scritto il romanzo semi-autobiografico La campana di vetro (The Bell Jar) sotto lo pseudonimo di Victoria Lucas. La protagonista del libro, Esther Greenwood, è una brillante studentessa dello Smith College, che inizia a soffrire di psicosi durante un tirocinio presso un giornale di moda newyorkese. La trama ha un parallelo nella vita della Plath, che ha trascorso un periodo presso la rivista femminile Mademoiselle, successivamente al quale, in preda a un forte stato di depressione, ha tentato il suicidio.

Assieme ad Anne Sexton, la Plath è stata l'autrice che più ha contribuito allo sviluppo del genere della poesia confessionale, iniziato da Robert Lowell e W. D. Snodgrass. Autrice anche di vari racconti e di un unico dramma teatrale a tre voci, per lunghi periodi della sua vita ha tenuto un diario, di cui sono state pubblicate le numerose parti sopravvissute. Parti del diario sono invece state distrutte dall'ex-marito, il poeta laureato inglese Ted Hughes, da cui ebbe due figli, Frieda Rebecca e Nicholas. Morì suicida all'età di trentuno anni.
 

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“La scrittura è un rito religioso: è un ordine, una riforma, una rieducazione al riamore per gli altri e per il mondo come sono e come potrebbero essere. Una creazione che non svanisce come una giornata alla macchina da scrivere o in cattedra. La scrittura resta: va sola per il mondo.”

Edge (Limite) è una delle ultime poesie di Sylvia, suicidatasi a soli trentuno anni. Edge significa anche orlo, ciglio, bordo, confine, filo di lama, vantaggio. Ultimo componimento di una vita dedicata alla scrittura, al difficile esperimento di far coincidere la letteratura con la vita, alla ricerca di uno spazio in cui non fosse tanto difficile vivere e in cui la poesia, la sua poesia, fosse accettata, letta, pubblicata e riconosciuta senza generare il dolore profondo che la perseguitava senza tregua.

LIMITE

La donna ora è perfetta.
Il suo corpo

morto ha il sorriso della compiutezza,
l’illusione di una necessità greca

fluisce nei volumi della sua toga,
i suoi piedi

nudi sembrano dire:
Siamo arrivati fin qui, è finita.

I bambini morti si sono acciambellati,
ciascuno, bianco serpente,

presso la sua piccola brocca di latte, ora vuota.
Lei li ha raccolti

di nuovo nel suo corpo come i petali
di una rosa si chiudono quando il giardino

s’irrigidisce e sanguinano i profumi
dalle dolci gole profonde del fiore notturno.

La luna, spettatrice nel suo cappuccio d’osso,
non ha motivo di essere triste.

È abituata a queste cose.
I suoi neri crepitano e tirano.

(5 febbraio 1963)

Sylvia Plath
 

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Nelle prime ore dell'11 febbraio 1963 Sylvia Plath posa accanto ai lettini dei bambini pane e latte, apre la finestra della loro camera e sigilla le fessure della porta con nastro adesivo e asciugamani bagnati. Anche in cucina sigilla tutte le fessure.
Addormentata con la testa nel forno, la guancia appoggiata a un tovagliolo, il gas aperto. Così si presenta la scena della morte di Sylvia Plath, una scena da lei stessa costruita, lucidamente, per non lasciare nulla al caso.
L'ultima poesia si intitola "Orlo". Orlo da cucire? Rammendi da brava massaia? No è lo sconnesso sentiero di vetri aguzzi su cui la sua anima insanguinata si è trascinata per tutta la vita.


ORLO

La donna è a perfezione.
Il suo morto

Corpo ha il sorriso del compimento,
un'illusione di greca necessità

scorre lungo i drappeggi della sua toga,
i suoi nudi

piedi sembran dire:
abbiamo tanto camminato, è finita.

Si sono rannicchiati i morti infanti ciascuno
come un bianco serpente a una delle due piccole

tazze del latte, ora vuote.
Lei li ha riavvolti

Dentro il suo corpo come petali
di una rosa richiusa quando il giardino

s'intorpidisce e sanguinano odori
dalle dolci, profonde gole del fiore della notte.

Niente di cui rattristarsi ha la luna
che guarda dal suo cappuccio d'osso.

A certe cose è ormai abituata.
Crepitano, si tendono le sue macchie nere.
 

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Gli affetti del cuore
sono come i rami del cedro;
se l'albero perde un ramo robusto,
soffre, ma non muore.
Riversa tutta la vitalità
Nel ramo accanto,
perchè possa crescere
e riempire il posto vuoto.

Kahlil Gibran
 

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Esiste qualcosa di più grande e più puro
rispetto a ciò che la bocca pronuncia.
Il silenzio illumina l'anima,
sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,
ci fa veleggiare
nel firmamento dello spirito,
ci avvicina la cielo;
ci fa sentire che il corpo
è nulla più che una prigione,
e questo mondo è un luogo d'esilio.

K. Gibran
 

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C'era una volta un delfino che, dopo aver seguito un veliero, era entrato nel porto di un cittadina e aveva incominciato a nuotare in su e in giù per il canale fra lo stupore della gente.

Doveva aver trovato un'ambiente in cui si sentiva a suo agio, perchè era rimasto in darsena anche nei giorni successivi, ed era diventato amico di tutti i bambini che lo andavano a trovare e gli buttavano pezzetti di pane. L'animale spiccava salti fuori dall'acqua ed emetteva strani gridolini che stupivano e divertivano tutti.

La gente del paese lo aveva adottato e chiamato "ANGELINO". Ma una notte, mentre il molo era deserto, il delfino avvertì rumori strani, voci concitate, venne disturbato da luci di lampade che frugavano nell'acqua. Si accorse che volevano catturarlo. Tentò di fuggire ma le punte di una fiocina lo colpirono.

Il povero delfino, per quanto ferito, continuò a nuotare e a gridare con quella voce che fino a poche ore prima aveva divertito i bambini. E allora accadde un fatto strano che tutti ricordano ancora: le grida di dolore del delfino furono udite dai bambini della città che si alzarono e senza dire nulla ai genitori si riversarono di corsa sul molo.

Le barche dei pescatori, che avevano ferito il delfino, si dileguarono nel buio e il povero animale si avvicinò alla banchina per salutare un'ultima volta i suoi compagni di gioco .

Mentre " ANGELINO" moriva, i bambini piangevano. Ma tutte le loro lacrime si trasformarono in pioggia, tutti i sospiri diventarono vento e le notte fu offuscata da uno spaventoso temporale.

La barca dei pescatori cattivi sparì per sempre tra la violenza dell'uragano.


Qual'è il senso della storia?
Rappresenta la parabola dell'amore che a volte viene calpestato e ucciso in cambio di pochi soldi.
 

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:clap::clap::clap:

Fai sempre dei 3D- che sono meravigliosi, sia per immagini che contenuti ...complimenti davvero:)

Questo poi...sei partita alla grande già dal titolo, BELLISSIMO!:bow::bow::bow:


Gaia
 
Grazie Gaia:bow:ho voluto iniziare un 3D dove non ci fosse un tema specifico. L'amore è un filo conduttore universale, l'amore e la passione per le persone,per gli animali, per l'arte, per la musica, per il proprio lavoro, ecc. ecc. ..navigando su internet e scoprendo immagini o brani che mi colpiscono in modo particolare, ho il piacere di postarli per non perderne la traccia, perchè, confesso ahimè, sono confusionaria e così facendo posso salvarli e ritrovarli io stessa.;)
Dans le bistrot ci sono tanti tavoli e seggiole...;)
 

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Lettere all' Immortale Amata
[Teplitz 6-7 luglio 1812]

6 luglio di mattina. -Mio angelo, mio tutto, mio me stesso. - oggi solo qualche parola a matita (con la tua matita) - la camera me la potranno fissare soltanto domani, quanto tempo sprecato per simili inezie - perché questo dolore profondo, dal momento che è necessario - Può il nostro amore esistere altrimenti, se non legato ai sacrifici e alla rinuncia a pretendere tutto, che si può fare, se non sei interamente mia; se non sono interamente tuo - O Dio guarda quanto è bella la natura e non ti turbare per ciò che deve essere - l'amore esige tutto e con piena ragione, così è di me con te e di te con me - dimentichi così facilmente che debbo vivere per me e per te, fossimo interamente riuniti né tu né io proveremmo questo dolore - il mio viaggio è stato tremendo, sono arrivato qui ieri alle quattro di mattina, mancavano i cavalli così la posta ha dovuto cambiare itinerario, ma che orribile strada, all'ultima stazione mi avevano sconsigliato di viaggiare di notte, di guardarmi dall'attraversare un certo bosco, ma ciò mi aveva invece stuzzicato - e ho avuto torto, con tutti quei sobbalzi su un fondo appena sterrato, la carrozza avrebbe potuto non farcela e con due postiglioni meno abili dei miei, sarei rimasto bloccato a metà strada - a Esterhazi non è andata meglio sulla strada normale, con i suoi otto cavalli contro i miei quattro. -Anzi, io mi sono persino divertito come mi accade sempre in caso di scampato pericolo - ma torniamo in fretta dalle cose esterne a quelle interne, ci rivedremo presto, anche oggi non posso comunicarti le osservazioni che ho fatto in questi ultimi giorni a proposito della mia vita - se i nostri cuori fossero sempre vicini l'uno all'altro, non mi sarebbero certamente venute in mente, ho il cuore che scoppia di cose da dirti - Ah - ogni tanto penso che le parole non siano in grado di esprimere nulla - sii serena, continua ad essere il mio fedele, unico tesoro, il mio tutto, come io lo sono per te; il resto, quello che ci potrà e ci dovrà accadere, saranno gli dei a deciderlo. -

Il tuo fedele Ludwig
http://www.youtube.com/watch?v=_mVW8tgGY_w&feature=fvw
 

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Lunedì 6 luglio sera

Tu soffri, tu, l'essere a me più caro - in questo momento m'informano che le lettere devono essere consegnate molto presto al mattino. Lunedì - giovedì gli unici due giorni in cui la posta parte di qui per K. - tu soffri - Ah, dove sono io, ci sei anche tu con me, parlo con me e con te, faccio come se potessi vivere con te, che vita! !!! così!!!! senza di te - Perseguitato qua e là dal-la bontà degli uomini che credo - così poco di voler meritare e che merito co-sì poco - L'umiltà dell'uomo verso l'uomo - mi fa male - e se mi considero nel quadro dell'universo, che cosa sono e che cosa è colui - che chiamano il più grande - e tuttavia - anche qui c'è il divino dell'uomo - mi viene da pian-gere al pensiero che tu riceverai le mie notizie probabilmente non prima di sa-bato - per quanto tu mi possa amare - il mio amore per te è ancora più forte. - e mai starmi nascosta - buona notte - come frequentatore dei bagni devo ora andare a dormire - <Vai tu pure, vai tu pure> O Dio - così vicini! così lontani! non è forse un vero edificio celeste il nostro amore - ma anche solido come la volta del cielo.
Ludwig

http://www.youtube.com/watch?v=w2cFEHM9yMw
 

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« Non è l'attrazione dell'altro sesso che mi attira in lei, no, soltanto lei, tutta la sua persona con tutte le sue qualità hanno incatenato il mio rispetto, i miei sentimenti tutti, la mia sensibilità intera. Quando mi accostai a lei, mi ero formato la ferma decisione di non lasciar germogliare neanche una scintilla d'amore. Ma lei mi ha sopraffatto [...] mi lasci sperare che il suo cuore batterà a lungo per me. Di battere per lei, amata J., questo mio cuore non cesserà se non quando non batterà più del tutto. »

(Lettera di Beethoven a Josephine von Brunswick, 1805)


http://www.youtube.com/watch?v=zhcR1ZS2hVo
 

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