wizardgsz
Nuovo Utente
- Registrato
- 9/2/01
- Messaggi
- 36.855
- Punti reazioni
- 2.515
Il governo aveva annunciato un bonus del 10% per incentivare il rinvio delle uscite una volta raggiunti i requisiti per il pensionamento anticipato con Quota 103. Ma le ultime bozze della manovra aprono la strada a un superbonus del 33%. Allo stesso tempo però l’importo della pensione rimarrebbe bloccato per sempre, rivalutazione esclusa, al livello maturato al momento della decisione del posticipo
Pensioni, con il “superbonus” per chi resta al lavoro l’assegno previdenziale resta leggero per sempre
Sbaglio, oppure è un po' rischioso prendere il superbonus se non avrai alcun aumento in futuro?
Dicono su 24ORE:
La pensione “bloccata” e di fatto penalizzata per sempre
Il rinvio dell’uscita anticipata con i requisiti di Quota 103 bloccherebbe di fatto in modo automatico il livello della pensione. L’importo dell'assegno pensionistico rimarrebbe ancorato a quello raggiunto al momento della decisione del posticipo. Di fatto una pensione bloccata per sempre, al netto degli effetti della rivalutazione al caro-vita, che verrebbe ovviamente garantita. La norma contenuta nelle bozze della manovra parla chiaro: «all’atto del pensionamento il trattamento liquidato a favore del lavoratore che abbia esercitato» la facoltà di posticipare l'uscita dal lavoro pur se in possesso dei requisiti minimi per l'accesso al pensionamento anticipato «è pari a quello che sarebbe spettato alla data della prima scadenza utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente e successiva alla data dell’esercizio della predetta facoltà, sulla base dell’anzianità contributiva maturata alla data della medesima scadenza». Tutto resterebbe insomma cristallizzato, compreso il coefficiente.
Pensioni, con il “superbonus” per chi resta al lavoro l’assegno previdenziale resta leggero per sempre
Sbaglio, oppure è un po' rischioso prendere il superbonus se non avrai alcun aumento in futuro?
Dicono su 24ORE:
La pensione “bloccata” e di fatto penalizzata per sempre
Il rinvio dell’uscita anticipata con i requisiti di Quota 103 bloccherebbe di fatto in modo automatico il livello della pensione. L’importo dell'assegno pensionistico rimarrebbe ancorato a quello raggiunto al momento della decisione del posticipo. Di fatto una pensione bloccata per sempre, al netto degli effetti della rivalutazione al caro-vita, che verrebbe ovviamente garantita. La norma contenuta nelle bozze della manovra parla chiaro: «all’atto del pensionamento il trattamento liquidato a favore del lavoratore che abbia esercitato» la facoltà di posticipare l'uscita dal lavoro pur se in possesso dei requisiti minimi per l'accesso al pensionamento anticipato «è pari a quello che sarebbe spettato alla data della prima scadenza utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente e successiva alla data dell’esercizio della predetta facoltà, sulla base dell’anzianità contributiva maturata alla data della medesima scadenza». Tutto resterebbe insomma cristallizzato, compreso il coefficiente.