Ho scritto varie volte che gli incentivi devono essere eliminati e tu ti ostini con frasette del tipo "a spese della comunità". Mi sembra un modo scorretto di argomentare. Io metto numeri senza incentivi e sono contrario agli incentivi. È chiaro?
Mi ostino perché è la verità. Come fai a parlare di "senza incentivi" quando:
- sono incentivate da anni le realizzazioni degli impianti PV di varie maniere
- esistono meccanismi di premialità e dispacciamento ad hoc per favorirne la penetrazione
- i legislatori (Europei e a cascata italiani) hanno introdotto (e previsto) una serie di norme volte all'incentivazione rinnovabile.
Tu pretendi l'astrazione di numeri dal contesto, volendoli presentare "senza incentivi". Che è come se tra 3-4-5 anni qualcuno verrà fuori confrontando l'auto EV "senza incentivi" dopo aver settato l'intero mercato per la sua diffusione.
È stato calcolato che per più della metà degli americani la corrente prodotta sul tetto sia, nel lungo periodo, la fonte più conveniente, senza incentivi. Ho preso gli USA perché il mercato è meno distorto di quello europeo per varie ragioni. Questo già 3 anni fa. Ora, con tutto il mondo tranne la Russia che corre a installare pannelli, tu ci dici che non è vero.
Dico che sono calcoli a casaccio sicuramente perché il concetto di medione non ha senso, mentre ha senso installare dove la resa è elevata e/o la rete non è altrimenti disponibile. Gli USA infatti presentano un'estrema disomogeneità figlia delle politiche di ogni stato e del differente irraggiamento. Ovviamente anche gli USA hanno incentivato.
E non sto dicendo che non sia vero che vengano installati (quando mai l'avrei detto? Ho detto, e ribadisco, che è stupido pannellare ovunque) ma che le rinnovabili sono tuttora pesantemente indirizzate dalle policy e che è necessario un approccio pesato, altrimenti diventano dei boomerang elettorali.
La stessa auto elettrica oggetto del topic è una delle chiavi perché rappresenta, nella teoria, uno strumento di penetrazione nel settore dei trasporti oltre che di bilanciamento della domanda/offerta elettrica.
Io ho messo i numeri: 1000 euro a Kw sui capannoni e i grandi edifici, che producono 1000 kwh l'anno.
1000 euro/kw sono esattamente frutto degli anni di incentivazione, oltre a ciò ribadisco il commento: 1000 h/anno (a parte far tendenzialmente ridere come Cf) sono circa la media nazionale (che è 1100) per cui considerando la penisola italica vediamo come tolta la Puglia, il resto faccia una media di 1000h di produzione equivalente.
La Lombardia, per dire, sta sotto arrivando a circa 940.
Detto ciò, significa che circa una metà degli impianti produce MENO di 1000 h equivanenti/anno. Considerando che (si spera) gli impianti vengano realizzati nelle aree con potenziale maggiore di una regione, è piuttosto improbabile vedere un grande miglioramento di questo fattore
Ipotizza pure un costo dell'energia di 0,10 euro a Kilowattora, significa che un kw installato si ripaga in 10 anni senza incentivi. Però il pannello dura 40 anni e il prezzo della corrente di domani è superiore del 150% di quanto ho ipotizzato.
Come ti ho detto, questo approccio sottintende già l'incentivazione che c'è stata e le policy in essere. Non ha senso parlare di "costo dell'energia" quando è basato sulla premialità del gas. Sui 40 anni, me lo auguro sinceramente.
Lo stesso pannello si ripaga in 20 anni (ma dura 40) anche coi prezzi 2015-2020, che sono i più bassi di sempre per la corrente elettrica.
Il che cambia leggermente lo scenario visto che da sempre il problema delle rinnovabili a basso CF è proprio il cashflow. Ossia, vai pure con l'investimento che si ripaga in 20 anni, però non li fa nessuno, motivo per cui i legislatori intervengono.
Senza contare l'indipendenza da Russia e arabi e il forte incentivo al crollo del prezzi delle fossili nel lungo periodo.
La cosa è troppo intelligente per essere accantonata, tutta Europa segue questo percorso e siccome è una cosa intelligente l'Italia è ultima come al solito.
D'altra parte se ci sono domande d'installazione in Italia per 270 GW di rinnovabili da parte di privati, imprese e soggetti esteri, più dell'intera produzione elettrica attuale, come puoi dire che non sia conveniente?
Io sono pure d'accordo che per molte nazioni (tra cui l'Italia) sia fondamentale avere produzione propria e sganciarsi da determinati meccanismi. Il punto che contesto è questa suggestione che tu proponi delle rinnovabili convenienti. Se dopo 20-30 anni di incentivi bisogna ancora incentivarle forse forse non stanno in piedi da sole.
Se l'UE è alla RED III (Renewable Energy Directive) significa che il mercato da solo non riesce, ossia non camminano da sole.
Se oltre all'ambizione del FitFor55 s'è aggiunto il pacchetto RePower EU forse c'è bisogno eccome del legislatore ancora per molti anni.
Le domande di installazione in Italia sono infatti figli dell'incentivazione e no, non darebbero "più della produzione elettrica attuale" bensì solo un'inutile valanga di capacità installata.
Quando si fanno i conti, ad esempio, bisognerebbe considerare la magnitudo: installare 10 pannelli non ha lo stesso impatto di volerne installare 100-200 GW.
Banalmente i fattori in gioco sono:
- geografici: ogni MW installato in teoria andrà a occupare via via i migliori spot, rendendo le successive installazioni probabilmente meno convenienti;
- mercato supply: con la China praticamente monopolista su buona parte della filiera, diventa relativa sia l'indipendenza sia sicurezza nell'approvvigionamento;
- bilancio energetico: con l'aumento di produzione intermittente, oggi minima, aumenta la discrepanza rispetto alla forma della domanda con l'estremizzazione della duck curve. - decoupling produzione/consumo e rete: la maggior potenzialità solare si ha a Sud, mentre la maggior domanda è a centro nord. Questo, oltre alla duck curve, sono effetti che richiedono sostanziosi investimenti nella rete, negli accumuli e in tutte le forme che consentano di impiegare in altra maniera l'energia rinnovabile (idrogeno? e-fuels? boh..)
Faccio sto pippone perché bisogna sempre distinguere tra quelle che sono le prospettive tecnologiche (secondo le quali il fotovoltaico presenta un ottimo LCOE e che questo andrà a diminuire progressivamente) rispetto alle implementazioni pratiche.
Se i governi di mezzo mondo devono incentivare, obbligare e forzare per ottenere il deployment rinnovabile è proprio perché esistono problemi reali e sistemici la cui soluzione è ancora ben lontana.
Riassumendo il mio pensiero:
- Parliamo di un privato, ancor meglio di un'azienda? Sostengo pienamente l'installazione di pannelli! Per un'azienda è molto meglio avere la certezza dei capex del PV rispetto all'incertezza dei prezzi energetici;
- Parliamo dell'approccio POLITICO nazionale e/o sovranazionale? Ritengo giusto stimolare le rinnovabili (principalmente per diversificazione energetica) soprattutto nelle aree dove convengono, ma con un bilanciamento delle risorse. Questo perché ogni euro speso incentivando diventa un euro sottratto ad altri usi e non è esente da rischi. Per dirla terra terra, se i meno abbienti vedono soldi (e non pochi) spesi per incentivare l'altrui pannello e/o auto elettrica, poi votano i cd. "populisti" che promettono di migliorare la loro condizione.