Che abbiamo messo la retromarcia è indubbio. Quello su cui non c'è unanimità è il perché questo sia accaduto e stia accadendo.
Chi parla di diritti assicura che è colpa del neoliberismo ecc ecc dimenticandosi che in Italia i liberali autentici saranno sì e no duemila, e mi sto tenendo largo.
Io propendo per il riflusso dopo gli eccessi del passato: dopo una generazione e mezza/due che sono riuscite ad ottenere tutto il possibile e anche l'immaginabile, la festa doveva per forza finire.
Quello che resta, e che traumatizza molti perché effettivamente non era mai capitato finora, è una situazione in cui le future generazioni avranno di meno rispetto a chi le ha preceduti. Bella cosa? No.
Detto questo però, è anche vero che negli ultimi decenni c'è stato il benessere più diffuso che la nostra storia abbia MAI visto. Costruito sul lavoro, sulle rendite e su condizioni particolari che non potevano durare, dunque si sta rientrando nei ranghi ed è sempre dura, lo so. Ma è necessario.
Il ceto medio si arricchiva facendo tre lavori contemporaneamente di cui due in black e dichiarando il minimo sul terzo, via.
Era una situazione che stava andando fuori controllo e, se è vero che il ventenne odierno parte svantaggiato rispetto al suo corrispondente dell'85, è anche vero che alle spalle, se non si sono mangiati anche la camicia, si ritrova spesso quei potenti ammortizzatori sociali che rispondono al nome di famiglia.
In soldoni: la povertà è una condizione seria, drammatica e io credo che molti ne parlino a sproposito.
…seria e drammatica già più assonante che fisiologica …